7.0 They were Five (1936) 7.3 Pepe` le Moko (1937) 7.0 Un Carnet de Bal (1937) 6.9 The End of the Day (1939) 6.9 Henriette's Holiday (1952) 6.5 Le Petit Monde de Don Camillo (1952) 6.5 This is the Time for Murderers (1956) | Links: |
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Julien Duvivier (France, 1896) wa
assistant director on Andre Antoine’s Le Coupable (1917) and Les Travailleurs de la Mer (1918).
Cominciò influenzato dalla letteratura western, gangster e romanzesca come regista di film d'intrattenimento, come Cœurs Farouches (1924), Le Reflet de Claude Mercœur/ The Reflection of Claude Mercœur (1923), Credo ou la Tragedie de Lourdes (1929), L’Agonie de Jerusalem (1929), La Vie Miraculeuse de Therese Martin (1929), e Au Bonheur des dames (1929), ma una costante progressione lo portò ai vertici del realismo poetico nel periodo del Fronte Popolare. Da David Golder (1930) a Poil de Carotte (1932, vivida trasposizione della commovente vicenda di incomprensione e solitudine puerili romanzata da Jules Renard), da La Bandera/ Escape from Yesterday (1935, sceneggiato da Charles Spaak, Jean Gabin è un ricercato che si arruola nella Legione Straniera e s'innamora di una ballerina araba, ma muore eroicamente durante un attacco dei ribelli) a La Belle équipe/ They Were Five (1936, ancora di Spaak, la favola di cinque disoccupati che vincono una fortuna, aprono un'osteria in campagna e la conducono come se formassero una famiglia, ma finiscono per odiarsi e due si uccidono addirittura per una donna), l'opera di Duvivier è un continuo crescendo, mentre si va delineando il suo mondo di uomini destinati alla tragedia, il tono medio di amarezza e di rimpianto per un'epoca felice che non sarà più, il suo stile romanzesco, dinamico e colorito. Les Cinq Gentlemen Maudits/ The Five Accursed Gentlemen (1931), set in Morocco, and Maria Chapdelaine (1934), set in Canada, showed his predilection for international locations. Golgotha (1935) is a biblical epic in the style of DeMille. Le Golem (1936) is a remake of the German classic. Pepé le Moko (1937) è Jean Gabin, un bandito parigino che ha fatto della casbah di Algeri il suo bunker personale; la polizia non riesce a stanarlo e la popolazione lo rispetta; una turista francese incuriosita dalla leggenda finisce per innamorarsi seriamente di lui; le storie parallele del bandito braccato e dell'amante odiato dalla sua gelosissima ragazza algerina sfociano nel dramma finale: l'ispettore usa la francese come esca (la fa partire convincendola che Pepé sia morto) e l'algerina come spia e Pepé cade nella trappola; mentre corre al porto viene arrestato, fa in tempo a gettare un ultimo sguardo verso la nave che si allontana e si suicida. Il film segna una pietra miliare nell'evoluzione del genere, poiché introduce uno dei suoi canovacci più tipici: l'uomo dal passato avventuroso che vive senza uno scopo e, quando trova uno scopo per cui vivere, si rende conto di non poterlo fare suo e quindi si toglie la vita; canovaccio titanico e disperato, patetico e crudele. La nostalgia per Parigi divora tutti i derelitti che sopravvivono a se stessi in quell'isola sperduta che è la casbah. Volti da criminale e rumore di popolino fanno da sottofondo infernale al tentativo di redenzione di Pepé. La retorica populista di La Belle Équipe è qui sovrastata dal mito popolare. Un Carnet de Bal/ Dance Program (1937) risente del clima pessimistico che si veniva creando nella Francia pre-bellica è una apologia del rimpianto per il tempo spensierato della gioventù: una vedova vuole rintracciare i giovani con cui ballò in una indimenticabile serata di tanti anni prima, ma scopre che uno si suicidò per amore di lei, uno è avvocato al servizio della delinquenza (Jouvet), uno si è fatto frate, uno è un medico fallito che provoca aborti, uno (Fernandel) è diventato parrucchiere, un altro è morto ... una galleria di giovani pieni d'entusiasmo che l'età ha inesorabilmente condannato al fallimento. Alla ricerca del tempo perduto il Duvivier proustiano accantona l'avventura e la suspance per concentrare tutto il film unicamente sulla tragedia del destino. Ancora la nostalgia domina La Fin du Jour/ The End of the Day (1939) Spaak, quadro malinconico della vita in una casa di riposo per attori anziani, il cui protagonista cerca di convincere se stesso e gli altri di essere ancora qualcuno spedendosi da solo lettere di ammirazione e convincendo una ragazza a tentare di suicidarsi, a parte la parentesi di Panique (1946),con M. Simon nei panni di un conturbante collezionista di atrocità (fotografie di ubriachi, mendicanti e incidenti) innamorato di una donna che scoprirà assassina. La Charrette Fantome/ The Phantom Carriage (1939) Nel 1941 si trasferisce negli Stati Uniti e abbandona di colpo i due filoni preferiti del destino e del ricordo (e in definitiva dell'impossibilità di tornare indietro), per darsi alla commedia bonaria, per esempio Tales of Manhattan (1942), nella quale otterrà con Le Petit Monde de Don Camillo (1952) e Il Ritorno di Don Camillo/ Le Retour de don Camillo/ The Return of Don Camillo (1953), storia comica dell'amicizia/rivalità fra un parroco cattolico e un sindaco comunista nell'Italia del dopoguerra, un eccezionale successo di pubblico. The Impostor (1944) Au Royaume des Cieux (1949) La Fete a Henriette / Henriette's Holiday (1952) e` un meta-film, una meditazione sull'arte di creare un film. Il film racconta la storia di un paio di sceneggiatori che stanno imbastendo la trama di un nuovo film. Il film che vediamo e` precisamente il film che loro stanno creando, con tutti i rocamboleschi cambiamenti di trama causati dai loro cambiamenti d'idee. Per complicare le cose, uno preferisce la tragedia, l'altro la commedia. Alla fine pero` uno degli attori del loro film rivela loro che la storia e` gia` stata filmata. Duvivier ricalca sovente gli schemi di un genere hollywoodiano: il western della colonizzazione con La Belle Èquipe (la fattoria, il duello), il western indiano con La Bandera, il gangster con Pepé le Moko (Pepé il boss, gli inseguimenti nella casbah, gli omicidi, il poliziotto), la commedia leggera con Don Camillo, senza dimenticare tratti come l'erotismo / esotismo sternberghiani di La Bandera e Pepé le Moko. Duvivier aveva assimilato lo stile realista americano e lo rivestì del suo personale pessimismo. L'idealismo giovanile (il sentimento dell'amicizia, il grande amore) in contrasto con una realtà spietata. Marianne de ma Jeunesse (1955) Voici le Temps des Assassins/ This is the Time for Murderers/ Deadlier Than the Male/ Twelve Hours to Live (1956) is a film noir. Pot-Bouille/ Lovers of Paris (1957) is an adaptation from Zola. La Femme et le Pantin/ The Woman and the Puppet (1959) is set in Spain. La Grande Vie (1960) Le Diable et le dix Commandements/ The Devil and the Ten Commandments (1962) La Chambre Ardente/The Burning Court (1962) Chair de Poule/ Highway Pickup (1963) Duvivier died in 1967. |