Karel Reisz
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Trasferitosi in Inghilterra dalla nativa Cecoslovacchia durante gli anni Trenta, Karel Reisz, divenne nel dopoguerra critico e saggista del cinema. Promosse il free-cinema sia con scritti, sia produzione di documentari indipendenti. Nel 1960 girò il suo primo lungometraggio a soggetto, Saturday Night and Sunday Morning (da Sillitoe), storia di un giovane operaio eccentrico piegato dall'integrazione della perversa logica della città industriale in cui vive. Fu quel film, girato sul posto con attori sconosciuti e un budget miserabile a lanciare il free-cinema.

Night Must Fall (1964) is the remake of a 1937 movie by Richard Thorpe.

La ribellione esistenziale e anticonformista trovò in Morgan (1966) il suo anti-eroe canonico, eccentrico e irriverente fino alla pazzia, ma fondamentalmente bisognoso di affetto; un tema costante del free-cinema. Reisz aggredì la società borghese con un humour amaro che, dimostrando da un lato come una fantasia creativa possa rendere divertente la monotonia quotidiana, denunciava dall'altra la spietata repressione sociale di ogni anomalia.

Una ricca ereditiera (Redgrave) ha sposato per snobismo un operaio strambo e bizzarro che sogna di diventare un gorilla; la vita coniugale con un tipo simile si rivela presto impossibile e la donna decide di rimediare al capriccio giovanile divorziando e sposando uno del suo stato sociale. Ma Morgan, novello Orlando impazzito d'amore, si lancia nella controproducente impresa di riconquistare l'amata accentuando il suo bislacco modo di vivere e mettendo in atto una serie di sabotaggi creativi (lo scheletro nel letto, l'auto marxista in cui si accampa alle porte di casa, le esplosioni dinamitarde, i versi di jungla). Visti tutti i suoi sforzi fallire, la rapisce e la porta in un posto disabitato proponendole una vita nella natura. Lei accoglie teneramente tutte le prove di affetto del marito, ma non cambia idea sul divorzio: dal matrimonio chiede altro che solo amore. Il giorno delle seconde nozze, Morgan irrompe sul banchetto in costume da gorilla e fugge in motocicletta. Questa volta lo rinchiudono in manicomio, dove la ex moglie va ad annunciargli di essere in attesa di un suo bambino; ma Morgan è tutto preso dalla sua opera di giardinaggio: sta piantando fiori a forma di falce e martello.
L'emarginato sogna, non il progresso tecnologico, ma la regressione allo stato di natura, e persino all'era degli scimmioni preominidi. Un po' Tarzan, un po' King Kong, un po' Orlando un po' Don Quijote, un po' Che Guevara, un po' super eroe, deve combattere il mondo intero, coalizzato contro la sua folle creatiera?... basata sui sentimenti.

Isadora (1969) è la storia di una leggendaria ballerina (Redgrave) la cui vita fu pregna di successi, di amori, e di presagi della sua tragica fine. E' un'altra simpatica e divertente macchietta di follia innocua incontrollata.

The Gambler (1974), suo primo film americano, ispirato al tema del "Giocatore" di Dostoevsky, ritrae un accanito giocatore d'azzardo (James Caan), seppur intellettuale colto e di buona famiglia. Per saldare un debito enorme contratto al casinò, chiede un prestito all'amico gangster; questi gli dà i soldi, ma si fa anche accompagnare da un debitore che non vuole pagare, in modo che la punizione inflitta gli serva d'esempio. La madre, spaventata, preleva la somma dalla banca, ma Caan, invece di pagare se li gioca e perde a Las Vegas sotto gli occhi allibiti della ragazza, testimone del fascino morboso che il gioco esercita su di lui. Comincia la caccia disperata ai soldi, sempre pedinato dall'amico, il quale è conteso fra il dovere e l'amicizia. A nulla servono i tentativi di farlo ragionare della madre, della fidanzata, del gangster stesso. Roso dal tarlo è oramai irrecuperabile. Quando il creditore gli impone di riscattarsi truccando una partita, non esita a corrompere un suo studente, ma i suoi vincono egualmente la partita. Perduta la ragazza, tradita la madre e alienatosi il nonno, sfregiato durante una colluttazione con una prostituta negra e il suo protettore, che ha voluto per liberarsi dal rimorso, si guarda allo specchio e sorride.

Il rischio è per questo intellettuale universitario ebreo una ideologia di vita. Pur soffrendo della propria abiezione, gode masochisticamente della propria corsa all'autodistruzione. E' un Morgan in versione tragica e alto-borghese, che cerca anche lui di "creare" un quotidiano meno conforme e noioso, ma altrettanto destinato all'impotenza.

Who'll Stop the Rain (1977), allegorico, è un thriller ad inseguimento; è la storia di un pacco di eroina trasportato da un reduce del Vietnam a Los Angeles per conto di un giornalista, conteso ai due da poliziotti corrotti e da professionisti della droga; nello spettacolare scontro a fuoco finale, il soldato muore, permettendo all'amico e a sua moglie di mettersi in salvo; sarà sepolto nel deserto e per croce avrà il fucile. Il film dissacra e smitizza un po' di tutto: il reduce applica nella vita l'addestramento ricevuto per combattere i Vietcong, la sanguinosa sparatoria avviene in una valle un tempo abitata da un comune hippie (la sparatoria si trasforma effettivamente in uno spettacolo psichedelico quando il soldato accende il grande impianto di luce e amplificazione, maceria di una civiltà scomparsa), l'eroe hollywoodiano è metà soldato invincibile ma vendutosi al crimine e metà intellettuale fallito. Un film apocalittico che trasferisce l'atmosfera di orrore e nichilismo della guerra del Vietnam nella società capitalista di tutti i giorni, trasformando sia l'una sia l'altra in un colossale sballo lisergico.
Gli stati alterati della psiche come effetto dell'anelito alla libertà e la grandiosa macchina repressiva della vita quotidiana continuano ad essere i temi preferiti da Reisz, che però si tiene ora sul versante drammatico, dimentico del tradizionale humour nonsense britannico e convertito invece alle tensioni e alle angosce della metropoli americana.

The French Liutenant's Woman (1981, sceneggiato da Pinter) è un dramma sentimentale alla Truffaut centrato su una donna orgogliosa fatale e misteriosa alla Moreau. Lei vive in un villaggio e aspetta un amante che non tornerà, si espone pubblicamente allo scandalo e al pettegolezzo, disposta a tutto meno che a rinnegare i propri sentimenti. Lui capita per caso nel villaggio, viene sedotto, rompe con la fidanzata, si rovina; ma la sua enigmatica amante un bel giorno scompare nel nulla, e tornerà soltanto tre anni dopo.

Sweet dreams (1985) è la biografia di una cantante country.

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