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Figlio di un architetto del regime, Roberto
Rossellini abbandono` gli studi alla morte del padre e s'introdusse all'industria cinematografica fascista
degli anni '30.
Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi documentari per l'istituto LUGE, assistette un
ufficiale di marina dedito a film narrativi girati in stile semi-documentario (cioe` con scenari naturali e
attori non protagonisti), mentre scriveva le sceneggiature di film propagandisti come Luciano Serra
Pilota di Alessandrini. Nello stesso filone retorico si inseriscono anche i primi film interamente suoi. La
fama e le persecuzioni del periodo dell'occupazione nazista portano il regista a una maturazione decisiva,
soprattutto sul piano umano.
Nasce cosi`, pur tra mille difficolta`, Roma Citta` Aperta/ Rome Open City (1945), il film che
segna la rinascita del cinema italiano. I protagonisti sono le due stelle del varieta`, Aldo Fabrizi e Anna
Magnani, due autentici romani che hanno vissuto nel terrore quei cupi mesi da incubo. Vera protagonista
del film e la citta`, o meglio un suo quartiere popolare. Il film narra una decina di episodi autonomi
racchiusi all'interno di una cornice romanzesca; ogni episodio e` ispirato da un fatto realmente avvenuto
durante l'occupazione ed e` girato per le strade di Roma. L'appassionata recitazione degli attori, ancora
sotto shock, e la regia rigorosa del materiale improvvisato giorno dopo giorno, conferiranno un
eccezionale pathos alla vicenda. Roma, schiacciata dalle armate dei barbari, risaltava in tutta la sua
umana tragedia; e infatti il film commosse il mondo intero. Rossellini era riuscito a volgere a suo favore le
pesanti limitazioni tecniche imposte dallo sfascio generale; la fluenza narrativa che sostiene ogni prodotto
Hollywoodiano viene sacrificata all'immediatezza e alla semplicita`, anche a costo di offrire una certa
rozzezza stilistica. Rossellini poi riusci` inoltre a drammatizzare lo stato mentale dei romani, a restituire
cioe` in termini psicologici, il clima di paura della citta` occupata. Intenso e struggente, il film fu il primo
prodotto amatoriale ad emergere a capolavoro di livello internazionale. In realta` descrivendo il popolo
italiano come vittima innocente della crudelta` nazista, Rossellini commetteva un falso storico con lo
scopo premeditato di far leva su uno smaccato sentimentalismo stile anni trenta; e asessualizzando i buoni
(la Magnani, Fabrizi) e i ragazzini, obbediva all'ortodossia puritana cattolica; il sadismo dei torturatori e`
soltanto accennato, in ossequio a canoni censori antiquati; e in definitiva tutta la vicenda ricorda le
persecuzioni dei primi cristiani nelle catacombe ad opera dei pagani. Dove romanzesco e reportage
convivono il film perde mordente. Un patriottismo viscerale e` alla base dell'esaltazione del movimento
resistenziale.
L'arte di Rossellini nasce percio` all'insegna del compromesso fra conservazione
e rivoluzione. Il suo tentativo di conciliare marcismo (il capo partigiano) e cattolicesimo (il sacerdote) e`
emblematico.
Il partigiano, che ha per amante una ballerina tossico dipendente, chiede aiuto
alla popolana vedova Anna Magnani, la quale manda il figlio dal parroco, Aldo Fabrizi; un agente della
SS ricatta la ballerina per la droga e, in seguito alla confessione, i nazisti rastrellano il quartiere e
arrestano l'uomo della Magnani, un umile operaio. Invano la donna si lancia dietro il camion: una raffica
di mitra la lascia riversa sull'asfalto; l'operaio viene liberato, ma lui e il partigiano vengono consegnati
alle SS dal tradimento della ballerina; sotto gli occhi del parroco impotente e della ballerina ubriaca il
partigiano viene torturato a morte; il parroco viene trasportato in un forte per esservi fucilato, e l'operaio
deportato in un campo di lavoro.
Il film presta anche attenzione al tema dell'infanzia brutalizzata (il figlio della
Magnani, che rimane orfano, i ragazzini della parrocchia che salutano Fabrizi). Nell'insieme il film e` un
documento umano prima ancora che storico, una parabola piu` che una cronaca; un senso universale del
dolore innalza Roma occupata a simbolo della sofferenza, sofferenza che appare come il calvario,
l'esperienza purificatrice e redentrice.
Paisa (1946) e` composta da sei episodi sulla resistenza: una contadina siciliana
che ha aiutato una pattuglia americana, viene uccisa dai tedeschi e disprezzata dagli americani; uno
sciuscia` ruba le scarpe a un negro ubriaco che lo ritrova fra gli sfollati ma non ha il coraggio di punirlo;
un soldato americano incontra due volte una ragazza, prima fresca e entusiasta il giorno della liberazione,
poi prostituita sei mesi dopo; una crocerossina inglese cerca il suo amico partigiano, che e` stato ucciso
dai tedeschi; candidi frati inorridiscono alla vista di tre sacerdoti protestanti; i tedeschi catturano un
gruppo di paracadutisti alleati e di partigiani italiani, imprigionano i primi e gettano nel Po con una pietra
al collo gli altri. Gli attori erano stati scelti fra la gente del luogo; la sceneggiatura era stata forgiata
innestando aneddoti di paese sul canovaccio primitivo. Rossellini denuncia l'orrore della guerra, suscita
ira e commozione; ancora una volta si serve dei bambini per comunicare il senso religioso della pieta` per
i derelitti. Rossellini in prima persona e` spaventato Il popolo italiano e` protagonista di un'epopea
tragica; uomini miserabili ed eroici lottano per difendere propria terra dalle orde sterminatrici. Rossellini
in prima persona e` spaventato dall'anarchia violenta, e` terrorizzato dall'idea della morte e dall'incertezza
del domani.
Dopo L'Amore/ Love (1948), dittico-show personale di Anna Magnani,
la trilogia della guerra viene completata da Germania Anno Zero/ Deutschland im Jahre Null/ Germany Year Zero (1948),
film nel quale Rossellini applica il metodo neorealista del
reportage lirico al dopoguerra tedesco, ma nel quale germoglia anche un'indagine
psicologica piu` attenta nel cogliere le crisi individuali dei protagonisti.
Rossellini riesce a dare il quadro di un fallimento collettivo e
di una crisi di coscienza individuale. E` forse il film piu` nichilista
e disperato di Rossellini, perche' dipinge l'esatto opposto dell'umanita`
a oltranza di Roma Citta` Aperta: dipinge un popolo di miserabili disposti a qualsiasi
umiliazione pur di sopravvivere.
Fra le macerie di Berlino si aggira un bambino alla ricerca di cibo e carbone
(nella prima scena scava fosse al cimitero).
Edmund e` l'unico in famiglia che si dia da fare.
Suo padre e` gravemente malato, suo fratello Karl-Heinz e` un ex soldato che
ha paura di presentarsi alla polizia, sua
sorella Eva intrattiene ufficiali stranieri per scroccare qualche sigaretta.
Vivono in un appartamento con altre quattro famiglie.
Le ristrettezze rendono tutti egoisti e indifferenti. La donna incinta,
e la madre rientrata dall'estero e lo stesso malato sono disprezzati dagli
altri co-inquilini perche' sono un peso inutile.
L'amica invita Eva a prostituirsi.
Il bambino sfrutta tutte le occasioni che gli capitano, ma e` spesso
vittima di soprusi, come quando un signore gli ruba la bilancia che gli
hanno affidato da vendere.
Poco dopo incontra il suo ex-maestro, un uomo ancora imbottito di propaganda
nazista, il quale lo prende sotto le sue ali protettive e lo presenta a
una banda di ladruncoli.
La sorella si rende conto che Edmund sta diventando un ladro, ma non ci sono
alternative, visto che il fratello maggiore e` un vigliacco.
Il bambino, disperato, chiede aiuto al maestro, ma questi
lo istiga semplicemente a sopprimere il padre ormai diventato una
bocca inutile, secondo il principio nazista che i deboli devono essere
soppressi. Dopo che il fratello maggiore viene portato via durante una retata
della polizia, la sorella trova il padre finalmente morto.
I co-inquilini mettono il cadavero in un sacco per risparmiare i soldi della
bara, e, prima di seppellirlo, si prendono i suoi indumenti.
Edmund lascia l'appartamento come in trance. Cerca la compagnia della gang,
ma i ragazzi lo respingono. Va a trovare il maestro, ma questi, terrorizzato
che il bambino abbia seguito il suo consiglio, lo prende a schiaffi.
Edmund si aggira senza meta fra le macerie. Torna a casa soltanto per
spiare di nascosto il carro che porta via suo padre.
Poi sale in cima a una casa diroccata e si getta nel vuoto.
Una visione apocalittica che segna l'apice del suo stile anti-romantico.
Il tentativo di rinnovamento intrapreso con
il favolistico La Macchina Ammazza-cattivi (1952, un fotografo riceve in dono da un santo un
apparecchio che uccide i soggetti delle fotografie e ne approfitta per eliminare un po' di malvagi) e il
cristiano San Francesco Giullare di Dio/ Flowers of St Francis (1950)
The film is a parade of legendary anecdotes about the medieval saint.
A small crowd of friars is following Francesco wherever he goes. They are
fascinated by his meek and humble manners. They are walking in a storm, soaking
in heavy rain. When they reach their hut, they find that a man has taken
possession of it for himself and his donkey. The man refuses to let them stay,
preferring to shelter his donkey. They protest in vain that they are the ones
who built the hut. He sends them away in the rain. Instead of being angry,
Francesco is happy that they have been useful to someone.
They build a house for themselves, small and simple. Among them is Ginepro,
a friar who keeps donating his tunic to poor people and walking back naked.
A crazy old man, Giovanni, joins them: he would like to donate his cow but
his family takes the cow back and gladly leaves Giovanni with the friars.
Chiara, another saint, visits the saints and prays with Francesco.
Upon learning of the new dictator of the region, Ginepro heads towards his
camp, where he is seized by the brute soldiers and almost killed after the
most merciless tortures. Informed that the beggar is the friend of a famous
saint and not a hitman sent to kill him, the dictator (comically trapped into
his defective armor) asks to see him in person and Ginepro's humility eventually
drives him crazy. The dictator orders his barbaric troops to lift the siege
from the town they are trying to conquer and they ride away.
Eventually Francesco and a small group of friars leave the town that they
have built. It is time to spread around the world and preach.
Francesco tells them to turn around like children and fall on the
ground: that will point to the direction in which each of them will preach.
occasione per il culto neorealista dell'infanzia,
culmina nella trilogia
della solitudine, indagini sui problemi della coppia e pamphlet mistico, dalla quale emerge la visione
pessimistica del regista: il rapporto a due significa noia, incomprensione e una definitiva solitudine;
l'individuo vive all'interno della societa` in una condizione di alienazione che lo allontana dalla religione.
Questo periodo coincide anche con l'unione all'attrice Ingrid Bergman, episodio che arrovento` le croniche
mondane dell'epoca.
In Stromboli Terra di Dio (1949) Ingrid Bergman e` un esile lituana che sposa un
marinaio italiano, ma non riesce ad ambientarsi nell'isola; incinta, approfitta di un'eruzione del vulcano
per fuggire; passa la notte all'addiaccio, implorando da Dio il coraggio di vivere.
In Europa 51 (1951) Bergman e` una madre che, sconvolta dal suicidio del figlio bambino,
si dedica a far del bene a prostitute, poveri, ammalati e pregiudicati, finche` viene rinchiusa in manicomio
dal marito (una San Francesco donna che vive nell'incomprensione generale).
Viaggio in Italia (1953)
sancisce la nascita del cinema dell'"incomunicabilita`" con la storia di due coniugi inglesi che, durante un
breve periodo trascorso in Italia, scoprono, a contatto di un ambiente pieno di vita (Napoli) e imbevuto di
antichita` (Pompei), di non avere piu` nulla da dirsi e di essere infastiditi dalla reciproca presenza.
Da contatto di un ambiente pieno di vita (Napoli) e` imbevuto di antichita`
(Pompei).Questi film a tesi inaugurano uno stile narrativo non tradizionale, anticipatore delle novelle
vague.
Dopo l'arguto apologo di Dov'e` la Liberta`/ Where's Freedom (1954),
La storia e` narrata in tribunale, dove Toto` e` sotto processo.
Toto' esce dal carcere dopo vent'anni. E` stato condannato per avere ucciso
l'uomo che insidiava sua moglie. E` un uomo onesto che faceva il barbiere
e cerca di integrarsi di nuovo, ma nessuno vuole farsi fare la barba da un
omicida. Dorme in un lettino di una pensione gestita da una perfida che lo
butta fuori quando lui si innamora della sguattera. Si aggira disperato per
la citta` finche' gli capita di incontrare il fratello della moglie, deceduta
da anni. Questi
lo accoglie calorosamente. Gli preparano una cena e lo invitano a stare da loro.
Si sono arricchiti negli anni. Gli presentano la serva, una bella ragazza.
Ma un amico di famiglia gli rivela la verita`: sono perfidi anche loro, sua
moglie lo tradiva e loro lo sapevano, lo hanno invitato solo perche' cercano
un marito per la serva che e` rimasta incinta, e cosi` via. Non solo: un
ragazzo Ebreo si presenta e spaventa la famiglia, che si e` arricchita
sulla pelle degli Ebrei deportati durante la guerra. Sono esseri schifosi.
ma la societa` riesce a fargli rimpiangere la prigione.
Toto' spiega al giudice del tribunale che questa fu l'ultima goccia e lui
decide si tornare in carcere. Invece di evadere, fece il contrario: svicolo`
dentro la sua vecchia cella. Toto' applaude il procuratore che chiede il
carcere per il suo buffo reato, e si avvilisce a sentire l'avvocato difensore
chiedere clemenza. Il giudice alla fine lo condanna solo a una multa.
Toto' non vuole la liberta`. Uscendo dal tribunale incontra un criminale
condannato per lesioni gravi e si avventa sull'avvocato difensore, mordendogli
un orecchio, sperando di essere condannato anche lui alla stessa pena.
Tornera` in carcere, felice di stare in fila con gli altri condannati.
Rossellini gira due appendici alla
trilogia: Giovanna D'Arco al Rogo (1954), versione cinematografica dell'oratorio scritto da Paul Claudel per le
musiche di Arthur Honegger, e Augst (1954), sperimentale pamphlet morale sulla condizione femminile (la
Bergman e` un adultera che decide di suicidarsi, ma viene salvata dal marito).
Dopo il documentario sull'India (1958),
Rossellini ritorna alla resistenza con Il Generale della Rovere (1959)
e Era Notte a Roma/ Blackout in Rome (1960). Il primo
(impersonato da De Sica) e` un imbroglione napoletano che in combutta con un funzionario corrotto delle
SS, vende la scarcerazione dei presunti partigiani alle loro famiglie; le SS decidono di servirsi di lui per
scoprire l'identita` di un capo della Resistenza, lo camuffano da generale badogliano e lo rinchiudono nel
reparto dei detenuti politici; ma lo sciacallo s'immedesima talmente nel ruolo di eroe che deve sostenere
di fronte ai partigiani (torturati o condannati a morte riconoscono in lui un simbolo) che ascoltano con
devozione i suoi discorsi patriottici, da farsi fucilare con loro piuttosto che rilevare il nome.
Con Viva l'Italia (1960) Rossellini inizia la serie delle biografie dedicate a
personaggi storici: Garibaldi e` l'archetipo dell'eroe capace di imprese sovrumane pur conservando la
propria umanita`. Cosi` Vanina Vanini, nobildonna del primo ottocento che per amore si unisce ai
carbonari, e per lo stesso amore li consegna alla giustizia. Ma con queste due opere Rossellini non riesce
ad andare oltre la ballata popolare e la rievocazione oleografica.
Dopo il mediocre Anima Nera (1962), Rossellini abbandona il cinema per
dedicarsi alla vocazione didattica che soltanto la televisione gli consente di realizzare. Lo storicismo
cristiano alla Manzoni, lo psicologismo della crisi e il rapporto fra individuo e storia confluiscono nelle
biografie di Luigi XV, degli apostoli, di Agostino, di Socrate, di Pascal, di Cartesio, dei Medici, di Gesu`,
oscillando fra scienza, politica e religione con risultati alterni ora meramente apologetico-agiografici ora
tecnicamente rigorosi e umanamente poetici.
Borghese colto e illuminato, animato da una lucida fede religiosa, capace di
leggere tanto nell'animo umano, quanto nella societa` e quanto nella storia, Rossellini fondo` il neo-
realismo resistenziale e precorse la nouvelle vague e l'incomunicabilita`, oltre ad educare personalmente la
nuova generazione di registi italiani e ad aprire la strada che porta al mezzo televisivo. Rossellini ha dato
lezioni di cinema e lezioni di storia.
Il tema unificante della sua carriera e` tipicamente cattolico: il conseguimento
della santita` attraverso un eroismo esemplare che non fa parte della personalita`. Forte tendenza
documentaria.
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