Peter Watkins


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7.0 O Gladiatiorerna (1968)
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Peter Watkins cominciò a dirigere giovanissimo negli anni Cinquanta, realizzando con metodi amatoriali diversi mediometraggi antimilitaristi. Affascinato dal mezzo televisivo, Watkins viene assunto dalla BBC per dirigere un film storico Culloden (1964), sull'omonima battaglia combattuta nel Settecento fra truppe governative e ribelli. L'opera su commissione diventa nelle sue mani un'occasione d'autore. Il modello dello sceneggiato melodrammatico televisivo viene smembrato e ricondotto invece a quello delle inchieste giornalistiche (con tanto di interviste sul luogo dello scontro). Al tempo stesso le cruente scene di battaglia e la atrocità commesse contro i contadini inermi condannano duramente la violenza del potere.

Il successivo The War Game (1966), sull'esito di un probabile conflitto atomico in una città inglese, viene ripudiato dall'ente televisivo per l'eccessivo grado di orrore contenuto in alcune agghiaccianti scene. Anche qui, il modello in oggetto, la fantascienza o la futurologia apocalittica, viene piegata ai modi della contro-informazione, questa volta attraverso lo stile documentario.
L'estrema tensione drammatica, in un'atmosfera da incubo che scaturisce dalla mostruosità dei fatti narrati (fino al compiacimento macabro) e dal maniacale scavo psicologico, e la denuncia di ogni violenza di potere, contraddistingue anche i film diretti per il cinema (dal Canada alla Scandinavia).

Privilege (1977) analizza (sempre in stile giornalistico) il rapporto fra un divo rock e il pubblico, dalle isterie sado-maso suscitate dal suo show alla redenzione religiosa, tutto pilotato dai discografici.

O Gladiatiorerna (1968) è un allucinante grottesco che immagina una Olimpiade sullo "sport della guerra" (con tanto di squadre militari e partite di massacri). Un altro reportage satirico ambientato in un futuro allegorico. La tradizionale comicità macabra britannica tocca con Watkins vertici esplosivi e disperati di sarcasmo e violenza, sempre al servizio di una ideologia pacifista e anarchica. La storia accoppia le parodie belliche dei fratelli Marx (cronista commentatore televisivo, trasmissione in diretta mondovisione, e la fantascienza tecnologica di James Bond, generali direttori sportivi, annunci pubblicitari, direzione del gioco computerizzato, monitor che seguono la gara), accoppia il 1984 di Orwell (la repressione e la propaganda totalitaristicamente controllate) e il maggio parigino (due giovani si innamorano e si ribellano). Lo stile televisivo di Watkins infierisce sul tema, provocando e sconvolgendo.

Punishment Park (1972) è un altro agghiacciante e furente apologo sulla repressione: un gruppo di obiettori di coscienza statunitensi viene lasciato libero di attraversare il deserto con tre giorni di vantaggio sulla polizia. Le tre linee di sviluppo del film spiegano il processo (un arbitrio procedurale con turpiloquio e farnetico patriottico), la marcia attraverso il deserto di giovani senza viveri e senza armi (un'impresa massacrante in una terra abbandonata sia da Dio, sia dall'uomo) e la spietata caccia della polizia, che ha spietati ordini di sterminio. La vicenda viene seguita in diretta dagli schermi di tutta la nazione. Una requisitoria spasmodica contro la barbarie del potere, un crescendo di orrore e di indignazione che si può leggere anche come estremo disperato appello per la pace all'umanità.

The Trap (1974) continua il personale comizio di Watkins contro il terrorismo di stato. Dopo la catastrofe atomica i superstiti hanno abbandonato la superficie devastata e si sono rifugiati nel sottosuolo, da dove ricevono, per televisione, le immagini di ciò che accade nel pianeta (fame, freddo, violenza) e tutta l'ottimistica propaganda del regime che governa adesso (pubblicità, comiche, appelli al risparmio energetico). In realtà la ricostruzione è impossibile e la vita nel sottosuolo è l'unica via di scampo.

Il tono dell'accusa e il pessimismo di Watkins condanna tutti gli aspetti della società moderna, fondamentalmente guerrafondaia, malvagia e stupida. Le angosce degli ostaggi nucleari europei vengono da Watkins inserite in un contesto ideologico che delinea la responsabilità delle superpotenze, bisognose di mantenere uno stato di crisi, e se necessario, pronte a scatenare una guerra, per controllare un mondo dilaniato da così tanti problemi (sovrappopolazione, fame, crisi energetica) che rischia di sfuggire loro di mano . Tali diagnosi politiche vengono trasferite in sconvolgenti apologhi futuribili, soprattutto perché i continui rimandi al mezzo televisivo espongono ed universalizzano la vicenda al di là di ogni confine geografico.

Edward Munch (1976) e` una biopic del pittore norvegese.

Aftenlandet/ Evening Land (1977) immagina la Danimarca in balia della crisi e destabilizzata da un'organizzazione terrorista che rapisce un ministro. La repressione interna aumenta, fomentata da lotte politiche intestine, da interessi multinazionali e dalla solita campagna demagogica dei mass media. Un ritratto a caldo dell'Europa in mano a Baader Meinhof e Brigate Rosse, con lo spettro di un colpo di stato fascista alle porte.

The Freethinker (1994) is a four-and-a-half hour video project.

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