La sitcom


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Mai come negli anni '90 la televisione ha tentato di riprodurre fedelmente la societa', ha tentato cioe' di vendere al pubblico se stesso. Lo ha fatto prima di tutto tramite un veicolo che e' andato crescendo di anno in anno fino a rappresentare oggi un'industria grande quasi quanto quella del cinema: la "soap opera", o meglio la "sitcom" ("commedia di situazione" a puntate). Alcune di esse continuano a proporre gli stessi personaggi e lo stesso scenario per anni, per un'intera generazione.

Se le sitcom del decennio precedente ("Dynasty", "Dallas", e cosi' via) erano prevalentemente dirette a un pubblico borghese di mezza eta', e vivevano soprattutto di stereotipi, a partire da "Moonlightning" (dal 1984 al 1989, con Cybil Shepherd e Bruce Willis) e soprattutto con il successo di "Twin Peaks", sitcom che riprendono gli stessi stereotipi, ma straniandoli in modo quasi "brechtiano", il pubblico si amplia e fraziona fino a comprendere anche i punk piu' incalliti.

Con "Melrose Place" e "Beverly Hills 90210", i grandi successi degli anni '90 del produttore, Darren Star dedicati interamente allo stile di vita e ai problemi dei giovani alla moda, la transizione e' compiuta.

Negli anni '90 si assiste piu' in generale a un vero e proprio cambio generazionale. Non solo sono innumerevoli le nuove sitcom, da "Seinfeld" a "Friends", puntano al pubblico dei nuovi ventenni, ai "baby busters" della generazione X , ma gli ideatori di questi show, come Jamie McDermott (promossa ai massimi livelli dirigenziali della NBC all'eta` di 31 anni), sono spesso loro coetanei.

La sitcom a sua volta diventa piu' "commedia di maniere" che commedia di situazioni. Se "M*A*S*H" (ambientato in un campo militare) aveva un po' creato il prototipo "astratto" (poco o nulla legato alla realta' sociale del momento) a cui si sarebbero ispirati innumerevoli serial televisivi di mezz'ora a puntata, "Murphy Brown" e "Designing Women" alterano lo schema prendendo a tema principale non tanto il personaggio quanto il cambiamento sociale che quel personaggio rappresenta (in particolare, la donna in carriera, indipendente ed emancipata). Per la prima volta gli intellettuali stessi si siedono di fronte al televisore alle ore di massimo ascolto, condividendo con la massaia e lo studente i dilemmi creati dalla nuova scacchiera sociale.

Il record viene stabilito da "Cheers", che chiude i battenti nel maggio 1993, dopo undici anni di trasmissioni settimanali. Come per le produzioni precedenti dello stesso team di sceneggiatori ("Mary Tyler Moore" e "Taxi"), la commedia e' calata nell'ambiente di lavoro (in questo caso un bar), invece che in quello domestico. "Cheers" passa alla storia soprattutto come lo show che infranse per sempre i tabu` sessuali (il protagonista e' un irriducibile donnaiolo).

La televisione, quella delle ore di massimo ascolto, raggiunge un pubblico tanto piu' ampio quanto piu' alto e' il livello di cinismo e volgarita'. La borghesia di tutte le eta', ma soprattutto quella giovane, si diverte a vedere le bassezze piu' meschine nei contesti piu' normali. Si riconosce nello stile di vita trasandato, nella perdita dei piu' elementari valori civili.

I cartoni animati sono emblematici del cambiamento di pubblico, da "Beavis & Butthead", inventati da Mike Judge, ai "Simpsons". Questi successi strepitosi, che hanno inventato il cartone animato per giovani (ne' bambini ne' adulti), promuovono un'immagine di estrema degradazione personale e familiare. Nulla potrebbe essere piu' lontano dall'idealismo di Walt Disney.

Analogamente sitcom come "Married With Children" (che nel 1995 conquista la palma di show piu' duraturo) hanno successo su un pubblico giovanile che non e' piu' bambino e non e' ancora adulto: il tema e' quello di una famiglia che apparentemente rispecchia lo stereotipo americano (il padre commesso di negozio, la madre casalinga, la figlia bionda e attraente, il figlio sveglio e ambizioso, il cane da salotto, la casa suburbana), ma in cui viene alla luce l'altra faccia del "sogno americano", quella dell'eterno mediocre condannato a vivere un'esistenza meschina. .br Cosi' nella sitcom tutti tutti sono avidi ed egoisti, gioiscono delle altrui disgrazie e sono pronti a qualsiasi bassezza pur di procurarsi qualcosa da mangiare (il padre vive la vita matrimoniale come una maledizione, la madre e' una fannullona che tenta continuamente di rapinare il marito e sogna adulteri ad occhi aperti, la figlia e' una puttanella imbecille e il ragazzo un precoce donnaiolo e truffatore).

Anche nelle sitcom che esaltano i valori tradizionali dell'eroismo, della fedelta', dell'onesta' c'e' spesso qualcosa di torbido. La star di "Baywatch" Pamela Anderson ha l'aspetto (e, nella vita reale, il passato) della pornostar, non della ragazza della porta accanto.


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