Bagan: La citta` fantasma di Anawrahta
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Le rovine di Bagan (o Pagan, come la chiamavano gli inglesi), antica capitale birmana adagiata nella piana scavata dal maestoso fiume Irrawaddy, costituiscono insieme ad Angkor in Cambogia uno dei massimi complessi architettonici dell'antichita` orientale. La citta` venne abbandonata secoli fa ed e` stata ripetutamente vittima di catastrofi (alluvioni, incendi, terremoti, per non parlare degli innumerevoli furti d'arte). Dal fiume si ha l'impressione di un esercito di colossi di pietra in marcia nella brulla prateria. Una volta addentratisi per le strade della citta`, tuttora deserte, si ha invece la sensazione di un immane cimitero, un po' per il silenzio irreale che sovrasta i grandi edifici e un po' per la desolazione di quella campagna alluvionale. La storia turbolenta della regione, il tradizionale isolamento delle sue genti e le recenti disavventure politiche hanno fatto si` che questo tesoro dell'umanita` rimanesse in gran parte sconosciuto, un destino curiosamente condiviso da Angkor, come se la vanita` dei grandi del passato venisse oggi scontata dai loro discendenti con miseria e lutti a non finire.

Sono 2.217 i templi catalogati a tutt'oggi, ma nessuno dubita che in totale ce ne fossero piu` di 4.000. Attorno ad essi si ergevano migliaia di edifici secolari, di cui non e` rimasta traccia alcuna in quanto costruiti di legno. Complessivamente, Bagan copriva una superficie di 42 chilometri quadrati ed era pertanto una citta` grande quanto Roma. Provate a immaginare una Roma senza abitanti e della quale siano sopravvissute soltanto le chiese. Si va dalla sublime mole dell'Ananda all'inquietante sagoma della Shwezigon, dal Sarabha del nono secolo al Mingalazedi del tredicesimo. Bagan fu capitale della Birmania (di quasi tutta la Birmania) soltanto per due secoli, corrispondenti al nostro medioevo, ma i suoi re non lesinarono sforzi (e, naturalmente, schiavi) per erigere monumenti religiosi.

E` difficile, oggi, immaginare lo sfarzo di quei tempi. E` difficile anche soltanto immaginare lo spirito di quei tempi, in quanto tutto cio` che si vede e` cosi` diverso da tutto cio` che abbiamo visto altrove. E` come scendere su un altro pianeta e scoprire una civilta` extraterrestre che non ha segni in comune con i nostri. Si dice che le rovine greche ed egizie parlano ancora ai loro visitatori come parlavano ai loro creatori. Ebbene, le rovine di Bagan sono mute, ermetiche, impenetrabili. Si ergono sotto il cielo piu` azzurro del mondo senza lasciar trapelare altro che senso di abbandono.

A distruggerle non furono i mongoli, fu il re stesso di Bagan, per impedire che quei capolavori cadessero nelle mani di un altro popolo. Poi ci si mise la natura. Quando arrivarono i britannici, sei secoli dopo, si sentirono cosi` spaesati che non provarono neppure a restaurare la citta`. Il terremoto del 1975 completo` l'opera di distruzione, radendo al suolo anche il Buhpaya, uno dei templi piu` antichi, risalente alle origini della citta`. Poi, finalmente, inizio` l'opera di ricostruzione, prima sotto gli auspici dell'Unesco e adesso promossa con eccezionale solerzia dal governo birmano. Poco alla volta la citta` sta recuperando il suo aspetto.

Ma forse neppure gli artisti birmani che la stanno ricostruendo si aspettavano cio` che sta accadendo: piu` riacquista i suoi connotati originali, piu` la citta` incute paura. Questi monumenti, questo colossale complesso religioso, questi deliranti tributi al nirvana, non erano stati costruiti per essere ammirati: erano stati costruiti per essere temuti.

Notizie storiche

I primi abitanti delle piane dell'Irrawaddy di cui si ha notizia furono i "pyu" (rovine della capitale si trovano nei pressi di Pyay), i primi di cui si abbia notizia intorno al delta furono i "mon" (la cui capitale era Thaton, nei pressi di Yangoon). I mon furono importanti sia per l'arte (i loro erano contesi fin in Cambogia) sia per la religione (furono loro a importare il Buddismo Teravada). I birmani arrivarono dal Tibet qualche secolo piu` tardi, portando con se` un misto di credenze animiste, induiste, Mahayana e tantriche. Bagan venne fondata nell'anno che corrisponde al nostro 849 dalle tribu` pyu ("bagan" probabilmente e` una contrazione di "pyu ga ma", o "citta` dei Pyu"). Ben presto la citta` fece pesare sulle citta-stato rivali la sua posizione strategica. Ben presto divenne un punto d'incontro ideale per i mercanti tibetani, cinesi e indiani. Il birmano Anawrahta sali` al trono nel 1044 e con lui ebbe inizio l'era d'oro di Bagan. Il re la emancipo` dagli ultimi residui di induismo introducendo di forza il Buddismo Teravada (la versione per cosi` dire "autentica" del Buddismo, contrapposta al meno rigoroso Mahayana che e` in voga quasi ovunque oggi) e ordino` la costruzione di centinaia di templi. Quando Anawrahta conquisto` il regno mon di Thaton nel sud, e in tal modo unifico` la Birmania, si impossesso` anche delle scritture sacre del Tripitaka. Trasporto` subito a Bagan le scritture (sul dorso di trenta elefanti), i monaci mon e gli architetti mon. I monaci convertirono la popolazione al Buddismo teravada, gli architetti costruirono templi sempre piu` arditi. Gran parte di quelli che sono ancora visibili oggi furono costruiti mezzo secolo dopo, sotto il regno di suo figlio Kyanzittha. La fine di Bagan fu sancita dall'invasione dei mongoli di Kublai Khan nel 1287. Il re di allora, Narathihapati, fece distruggere 10.000 edifici per non lasciare che terra bruciata ai barbari. Marco Polo faceva parte della spedizione e fu probabilmente il primo occidentale a vedere la mitica capitale. Fu il primo e anche l'ultimo, perche' dopo di lui non rimasero che rovine.

Notizie architetturali

Alla confluenza fra i mondi cinese e indiana, la Birmania e` sempre stata etnicamente piu` cinese che indiana ma culturalmente piu` indiana che cinese. Furono il Buddismo e l'induismo a segnare l'arte birmana, sia nello spirito sia nella pratica. Ancora oggi il modo in cui un sovrano buddista rende omaggio al Buddha e si conquista la stima del suo popolo e` quello di costruire un tempio (lo stesso dittatore Ne Win, quello che ha ridotto la Birmania nelle condizioni in cui si trova oggi, ha costruito una delle pagone piu` grandi della nazione). In realta` occorre distinguere fra "tempio" e "stupa". "Stupa", o "zedi", e` un edificio che contiene una reliquia (per esempio un capello del Buddha). Le cupole di Bagan sono famose per essere a forma di campana, sedute su una pianta che e` invece quadrata. Le piu` antiche sono grassottelle, a forma di bulbo, quelle piu` recenti sono invece alte e sottili. La reliquia e` generalmente conservata in una camera sotterranea, non visitabile. Il tempio, o "pahto", e` invece un parallalepipedo cavo che contiene immagini del Buddha. I templi piu` antichi, disegnati a immagine e somiglianze delle cave indiane, hanno un solo ingresso, che porta a una cappella a volta in cui e` custodita un'immagine del Buddha. Tutto e` molto austero e spartano. Quelli piu` recenti si sviluppano a partire da una massiccia colonna centrale che porta un Buddha per ogni lato cardinale, diametralmente opposti a ciascuno dei quattro ingressi. Questi templi, oltre ad essere piu` ariosi e luminosi all'interno, sono decorati in maniera quasi barocca all'esterno con stucchi, fregi e affreschi. Tipica di Bagan e` l'abitudine di decorare non le pareti, lasciate completamente nude, ma cio` che sta sopra e attorno le pareti (archi e pilastri, per esempio). Una serie di terrazze esterne, accessibili tramite cunicoli interni o scale esterne, da` la sensazione di una montagna ciclica, ennesima rappresentazione del sacro Monte Meru dell'India. Il termine "pagoda" e` improprio: l'equivalente birmano, "paya", si riferisce in generale a un intero complesso religioso.

Notizie religiose

Oggi la Birmania e` soprattutto una nazione buddista, forse la piu` buddista del mondo. Non solo l'85% della popolazione pratica attivamente il Buddismo, ma le pagode sono tanto diffuse nei villaggi quanto le chiese nei paesi italiani. Il Buddismo birmano e` rimasto il piu` austero e ascetico Teravada, in cui non ci sono "bodhisattva" (come nel piu` diffuso e "facile" Mahayana) e ciascun individuo e` padrone del proprio cammino verso il nirvana. Il monastero buddista (il "kyaung") e` il centro della vita del villaggio, e ogni villaggio si serve di uno. I monaci fungono da guida spirituale per i potenti e da consiglieri per i poveri, da medici e da astrologi. Tutti sono tenuti a offrire cibo ai monaci ogni mattina, quando essi vagano scalzi per le strade del villaggio con la loro pentola. Ogni ragazzo deve trascorrere un po' di tempo in un monastero, e ogni adulto deve trascorrere qualche mese in meditazione. Le monache invece sono volontarie e devono provvedere da se` al proprio mantenimento. Come in tutte le forme di Buddismo, la donna e` considerata un essere inferiore, e spesso e` bandita dalla zona piu` sacra di un monumento religioso. Le famiglie birmane spendono fortune in pellegrinaggi e offerte di foglie d'oro. Sono comunque ancora venerati i 36 tradizionali spiriti o "nat". Le superstizioni collegate ai nat giustificano di fatto gran parte delle feste popolari della nazione. Il monte piu` sacro, Popa, e` dedicato a questi spiriti. I festival dedicati ai nat sono anzi fra gli eventi piu` pittoreschi (leggendario quello di Taungbyon, nei pressi di Mandalay, che si tiene ad agosto). Sono innumerevoli i centri di meditazione aperti agli stranieri. Praticamente ogni monastero e` lieto di accogliere pellegrini ansiosi di apprendere il canone Teravada. Il Mahasi (16 Thathana Yeiktha Rd, Yangoon) e` forse il piu` famoso, in quanto fu fondato dal piu` influente dei "sayadaw" (maestri) di Teravada, quello che da` il nome all'istituto.

I principali templi

Il tempio piu` famoso della piana e` probabilmente l'Ananda (eretto nel 1091), che funse da modello per altri templi in tutta la Birmania. A parte la struttura armoniosa delle sei terrazze e della pagoda che le sormonta, il tempio e` famoso per le 1.424 statue di Buddha che ospita nei suoi corridoi e per i 400 bassorilievi delle terrazze. Il Thatbyinnyu (risalente al 1144) e` costituito da due cubi separati da tre terrazze, e sormontati da una stupa che, a 62 metri d'altezza, sovrasta ogni altra struttura di Bagan. Il suo labirinto interno e` unico (ma purtroppo e` stato recentemente chiuso al pubblico). Lo Shwezigon e` un complesso religioso ancora attivo e pertanto e` uno degli edifici meglio conservati. Il suo stile si e` definitavemente liberato della tradizione mon e la sua religione incorpora per la prima volta gli spiriti pagani, o "nat", tipici della Birmania, accanto alle reliquie del Buddha. La stupa dorata si libra su cinque terrazze (una per ogni stato del nirvana). Ognuno dei quattro lati e` spaccato a meta` da una scalinata che porta fino alla terza terrazza (l'ultima quadrata, le due successive sono rotonde). Lo Shwesandaw, simile nella pianta e nella concezione, dimostra ancora invece l'influenza dell'arte mon. Fu il primo monumento ad apporre scalinate esterne per raggiungere le terrazze superiori.

Notizie pratiche

Bagan non e` piu` isolata. Anzi, sta rapidamente diventando una delle mete turistiche piu` gettonate del Sudest asiatico. Le turbolenze politiche della Birmania sono praticamente l'unico ostacolo serio che si interpone allo sviluppo turistico della citta`. Bagan e` facilmente raggiungibile per via aerea sia da Mandalay ($50) e dalla capitale Yangoon ($80), con voli sia di Myanmar Airways sia di Air Mandalay (piu` moderna la seconda). E` meno facilmente raggiungibile via terra, in quanto le strade birmane hanno pochi concorrenti in fatto di cattiva manutenzione, e il viaggio dalla vicina Mandalay (200 km in linea d'aria) puo` richiedere anche dieci ore in caso di maltempo. E` facile e pittoresco soprattutto raggiungerla via fiume, ed e` questa la via che consigliamo. Scendendo la corrente da Mandalay il viaggio richiede soltanto quattro ore, e sono ore piene di piccole magie, dai villaggi dei pescatori annidati fra le dune di sabbia al miraggio dei templi che spuntano lentamente sulla costa orientale man mano che la barca si avvicina al porticciolo. Per girare le rovine l'ideale e` una bicicletta, e tutti gli hotel ne hanno da affittare. Il tempo minimo necessario per vedere soltanto i templi maggiori e` due giorni. Gli hotel sono distribuiti fra quattro villaggi: Bagan vera e propria (cioe` fra le rovine) ne contiene soltanto quattro, piuttosto cari; Nyang U e` il centro turistico principale, rigurgitante di pensioncine decorose a prezzi piu` che ragionevoli (15-20 dollari una camera matrimoniale); Wetkyi-in e Myinkaba sono in fase di sviluppo, non altrettanto attrezzate ma forse migliori in fatto di qualita`/prezzo. Numerosi i ristoranti, soprattutto a Nyang U, dove e` facile trovare buona cucina indiana e cinese per pochi dollari.

La lingua

La lingua birmana e` una lingua senza parenti vicini. Ha un suo alfabeto e un suo corsivo (molto artistico), vagamente imparentati con il sanscrito. Gran parte dei nomi che contano sono scritti anche nell'alfabeto latino, ma purtroppo la pronuncia viene data nel sistema di un tale Cornyn a cui molti turisti devono aver inviato intense maledizioni. Nel sistema di Cornyn la nostra "s" si scrive "th" e la nostra "c" dolce (di "ciao") si scrive "ky". Ragion per cui la moneta nazionale, "kyat", si pronuncia "ciat". In alcuni casi e` un mistero come vada pronunciata la parola (la citta` di Monywa di pronuncia "moinua`"). Per complicare ulteriormente le cose, il governo birmano ha recentemente cambiato tutti i nomi delle citta`, abolendo i nomi britannici e ripristinando l'originale birmano (Myanmar invece di Burma, Yangoon invece di Rangoon, e cosi` via). L'inglese e` comunque parlato in tutte le maggiori citta` e da tutti gli operatori turistici.

Notizie politiche

La Birmania conquisto` l'indipendenza subito dopo la fine della guerra mondiale grazie alle manovre militari e politiche di Aung San, che pero` venne subito assassinato. Dopo un decennio di parziale democrazia, il generale Ne Win assunse il potere e lo mantenne fino ai nostri giorni grazie a una spietata politica di repressione che ha fatto della Birmania uno dei paesi piu` poveri e isolati dell'Asia. A seguito delle dimostrazioni studentesche del 1988, il potere venne assunto da un comitato militare battezzato SLORC, che nel 1990 ha concesso elezioni democratiche. Lo SLORC non ha pero` mai riconosciuto la vittoria del partito democratico di Aung San Suu Kyi (figlia dell'eroe nazionale e insignita del premio Nobel per la pace l'anno seguente), la quale e` tuttora tenuta agli arresti domiciliari. La situazione in Birmania e` stabile, benche' non nel senso che molti si auspicherebbero. L'opposizione non usa la violenza che in sparuti casi, e il regime di conseguenza non ha bisogno ha sua volta di scomodare l'esercito troppo spesso. Le probabilita` che un turista si venga a trovare nel mezzo di una manifestazione sono pressoche' nulle. Quattro zone del paese sono "off-limits" per il turista e corrispondono alle quattro guerre etniche che il governo birmano sta combattendo contro le sue minoranze. Ciascuna di queste guerre e` indipendente dalle altre e a sua volta dal movimento democratico. I turisti che sono riusciti a sgattaiolare in queste zone hanno in realta` confermato che non ci sono combattimenti in corso. Fre le autorita` e i ribelli vige di fatto un cessate il fuoco, e in qualche localita` i due eserciti condividono pacificamente le strade. Per capire la situazione, bisogna innanzitutto rendersi conto che la Birmania e` un mosaico di gruppi etnici (135 secondo lo stesso governo) e lo stato come lo conosciamo oggi fu in gran parte un'invenzione britannica. Fra le etnie meno assimilate si contano gli Shan della zona montana al confine con la Tailandia (parte del famigerato "Triangolo d'Oro"). Il commercio clandestino dell'eroina ha finanziato le attivita` insurrezionali di questa zona, al punto che se il fantomatico Khun Sa vincesse la guerra, la nazione Shan sarebbe la prima al mondo ad essere retta da un "drug lord" ricercato dalle polizie di mezzo mondo. Non e` un segreto che Khun Sa abbia comprato l'armistizio con il regime centrale in cambio di una percentuale sui profitti di questo traffico illecito. I Karen, di origini misteriose e in buona parte convertiti al cristianesimo, occupano una piccola zona del Sud, della quale hanno dichiarato l'indipendenza. I Kachin del nord vantano un altro esercito di tutto rispetto, e anche loro hanno in qualche modo "comprato" la pace (controllano il commercio di pietre preziose). Gli Arakanesi sono mussulmani di origine bengalese e si sono insediati nella zona di confine nell'arco degli ultimi due secoli. Tutti questi gruppi vivono a cavallo fra due frontiere, un po' come i curdi o i serbi. Non e` pertanto neppure facile capire quali siano le loro reali aspirazioni.

Diverse organizzazioni politiche e umanitarie invitano i turisti a scegliere altre destinazioni per non favorire il regime dittatoriale birmano. Per quanto non ci siano dubbi che i dollari dei turisti servono innanzitutto a comprare fucili per l'esercito, non bisogna dimenticare che la ragione per cui sosteniamo la causa democratica in Birmania (e la ragione per cui i dissidenti sono ancora vivi) e` che si hanno informazioni sulla sua situazione politica. Senza una presenza costante di stranieri nel paese, il regime potrebbe infierire impunemente contro l'opposizione (come infatti fece per tanti decenni). E poi, dittatura per dittatura, ce ne sono di peggio (a cominciare dalla Cina, con cui tutti conducono affari), per non parlare delle tante malefatte dei paesi occidentali, e non sta all'umile turista decidere quali paesi vadano boicottati.