La decadenza di Detroit
I "riots" di Los Angeles del 1992 portano alla luce un altro problema scottante,
quello della decadenza urbana. Los Angeles, spartita fra i ricchissimi di
Beverly Hills e i poverissimi di East L.A., e' la citta' delle contraddizioni
per eccellenza. Ma il vero segno della decadenza urbana e' Detroit, una citta'
in cui la popolazione si e' praticamente dimezzata dal 1960 ad oggi, e la
cui composizione razziale e' oggi diametralmente opposta: nel 1960 il 70%
era bianco, oggi l'80%' e' nero.
Tutto ebbe inizio il 23 luglio 1967,
quando un raid della polizia in un club malfamato del ghetto nero diede il via
a giornate di guerriglia urbana.
La sommossa venne domata soltanto quando il presidente Johnson mando'
cinquemila soldati a presidiare la citta'.
Alla fine i morti furono 43 (quasi tutti neri). Ma oggi si puo' dire che
il vero danno arrecato alla citta' fu un altro: quello di indurre tutti
(bianchi e neri) a cercarsi un'altra residenza. I bianchi ci riuscirono
meglio dei neri, e cosi' Detroit si trasformo' da una affluente citta' bianca
a una povera citta' nera. Oggi vaste zone di Detroit sembrano appena uscite
da un bombardamento: case bruciate, edifici che cadono a pezzi, marciapiedi
coperti dall'erba, carcasse di automobili, magazzini squartati, bar con
le vetrine infrante, e cosi' via. Meta' Detroit e' senza inquilini.
E l'esodo continua, perche' nessun bianco (soprattutto i polacchi e gli
ebrei, che costituivano le minoranze piu' popolose, e gli arabi, che oggi
costituiscono meta' della popolazione bianca) vuole vivere in una citta'
nera. Detroit e' la citta' piu' "nera" fuori dell'Africa.
E' anche la piu' violenta: con 700 omicidi all'anno (65 per centomila abitanti)
e' seconda soltanto alla capitale; ma se si considera la media degli ultimi
dieci anni, Detroit e' due volte piu' omicida di Washington.
I commercianti
girano per la citta' con la pistola e il cinturone, come nei film western.
Molte case sono dei piccoli arsenali. Il programma piu' seguito e' la radio
della polizia.
Per quanto riguarda la sola criminalita' giovanile, il dato di Detroit e' triplo
di quello delle dieci citta' piu' grandi degli USA messe insieme. Droghe,
disoccupazione e maternita' precoci crescono generazioni sempre piu' alienate
di potenziali delinquenti. Nel 1991 piu' di trecento minorenni sono stati
colpiti da un'arma da fuoco e poco meno di cento sono morti. Quasi sempre si
tratta di sparatorie fra neri. Il sindaco, Coleman Young, uno dei primi sindaci
neri di una grande metropoli, eletto nel 1973 e poi rieletto quattro volte,
domina questa tragedia come un piccolo dittatore sudamericano, con tanto di
culto della personalita' (molto edifici sono gia' dedicati a lui), progetti
grandiosi, demagogia anti-colonialista e maniere mafiose.
Detroit e' sempre piu' un pezzo di Terzo Mondo nel cuore degli USA.