Canned Heat
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A Los Angeles il blues revival dei bianchi arrivo` quasi dieci anni dopo che in Inghilterra, e soltanto come contraltare del folk-rock. I Canned Heat furono l'effimero fenomeno di quella stagione. Il cantante Bob Hite e i chitarristi Alan Wilson e Henry Vestine (che aveva suonato con Frank Zappa), fedelissimi allo stile classico dei bluesmen di Chicago, non inventarono molto di nuovo, ma si conquistarono fama e gloria al festival di Monterey. Gli album Canned Heat (Liberty, 1967) e Boogie With (Liberty, 1968) contenevano soltanto cover e non erano neppure cover intriganti come quelle dei Rolling Stones di qualche anno prima, ma una di esse, On The Road Again (un traditional degli anni '20), scalo` le classifiche grazie a un tono quasi noir, seguita da Going Up The Country, guidata da un incalzante flauto. Sull'onda di quei successi giunsero a registrare un album di jam sterminate, Living The Blues (UA, 1968), sul quale svettano Refried Boogie, di ben quaranta minuti, e Partenogenesis. Halleluja (Liberty, 1969) fu invece l'album "normale" dell'epoca. Future Blues (Liberty, 1970) fu l'ultimo album rilevante, quando il sound sembrava avvicinarsi all'hard-rock. Let's Work Together (di Wilbert Harrison) fu il loro massimo hit. Con la morte di Wilson per overdose nel 1970 il gruppo entro` in una crisi da cui non si riprese mai anche se continuo` a suonare finche' Bob Hite venne ucciso da un attacco cardiaco nel 1981.

Vestine torno` sulle scene con Guitar Gangster (New Rose, 1991), una collaborazione con Evan Johns.

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