Michael Hoenig


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Agitation Free: Malesch , 7/10
Agitation Free: Second , 6/10
Hoenig: Departure From The Northern Wasteland , 8/10
Hoenig: Xcept One (1988), 6/10
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Gli Agitation Free furono uno dei gruppi piu` importanti del rock tedesco dei primi anni '70, esponenti della corrente psichedelica di Berlino. Esordirono in ritardo, rispetto ai loro coetanei tedeschi, con Malesch (Vertigo, 1972), un album strumentale che aumentava il potere suggestivo dell'acid-rock con travolgenti passaggi esotici (reminescenti dei dervish mediorientali) e con passaggi di musica d'avanguardia (in genere guidati dal sintetizzatore di Hoenig). Agitation Free (Vertigo, 1973), ristampato come Second (Garden Of Delights, 2002 - Revisited, 2008), e` un album molto meno coraggioso e molto meno aggressivo: ridotti sia il ritmo sia il ruolo delle tastiere, ne venne fuori una versione da salotto, in linea con quanto stavano facendo i Pink Floyd (First Communication, Layla). L'eterea A Quiet Walk, riesce pero` a lambire i toni spirituali dei Popol Vuh. Hoenig puo` sfogare le sue velleita` sperimentali soltanto in In The Silence Of The Morning Sunrise e in qualche pezzo breve. Last (Vertigo, 1976) contiene tre lunghe jam: due registrate dal vivo in studio, piu` Looping IV, un piccolo capolavoro di progressive-rock (22 minuti). Fragments raccoglie inediti. At The Cliffs Of the River Rhine (Garden of Delights) documenta una trasmissione radiofonica del 1974 (la jam Through The Moods e` degna del primo album).

Lasciati gli Agitation Free, nei quali aveva suonato le tastiere dal 1972 al 1973, il tedesco Michael Hoenig accompagnò brevemente i Tangerine Dream e poi si diede a vita randagia e anonima. Aiutato da Manuel Gottsching, aveva registrato Early Water (Spalax, 1976 - Musique Intemporelle, 1995), e soprattutto, completamente da solo, aveva realizzato uno dei capolavori della musica elettronica, Departure From The Northern Wasteland (Warner Brothers, 1978).

La suite Departure From The Northern Wasteland e` una sua personale Rainbow In Curved Air, che, per progressioni ritmiche e fantasia melodica, fornirà lo standard di riferimento del genere. Dopo un'ouverture di fraseggi titubanti che sanno di lamentazioni liturgiche, una cadenza trascinante lancia un tema sinfonico dalle tonalità eroiche. L'incedere progredisce fino a raggiungere frenesie tribali e sul frastuono in crescendo si stende un coacervo di melodie orientali. Trilli festosi e intermittenze meccaniche trasformano la suite in un balletto puramente percussivo finché il leitmotiv riprende su un registro fortemente drammatico e quest'esuberante carovana timbrica va a spegnersi in un finale da brividi. Il resto del disco impallidisce al cospetto di questo colosso, ma in realta` Hanging Garden Transfer anticipa l'ambient house e Voices Of Where e` quasi musica zen.

Xcept One (Cinema, 1988) è invece una raccolta di bozzetti impressionisti generati tramite una complessa tecnica di sovrapposizione.

Residente adesso a Los Angeles, ha scritto musiche per il cinema ("9 1/2 Weeks", "Jewel Of The Nile").

Gli Agitation Free si sono riformati dopo 25 anni per un album strumentale, River of Return (Prudence, 1999), al confine con la musica new age.

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