Blue Nile
(Copyright © 1999-2024 Piero Scaruffi | Terms of use )

A Walk Across The Rooftops , 7/10
Hats , 6.5/10
Peace At Last , 6/10
Links:

I Blue Nile portarono al massimo rigoglio la scuola pop della Scozia e le loro geniali intuizioni anticiparono di dieci anni le correnti musicali degli anni '90.

Formati dal cantante Paul Buchanan, esordirono con il singolo I Love This Life (RSO, 1981).

A Walk Across The Rooftops (Linn, 1983) impresse una svolta determinante al pop scozzese: abbandonate il corrivo melodismo del Merseybeat (nonche' la chitarra, che e` praticamente assente) a favore di un'orchestrazione (sintetica) molto ampia, il trio prendeva a modello i cantautori piu` sperimentali, da Van Morrison a Robert Wyatt, da Joni Mitchell a Tom Waits, per comporre brani di un intensita` quasi tragica. Buchanan canta A Walk Across The Rooftop su un pizzicato di violini e assordanti linee funky di basso (il brano si chiude con una nota di tromba, un tremolio di vibrafono e percussioni sparse).
Tinseltown In The Rain prende ritmo con le movenze del soul da discoteca e le struggenti frasi di una sezione d'archi da musical di Broadway, su un tappeto ritmico composto di accordi dissonanti di pianoforte e di una drum machine incessante. From Rags To Riches sovrappone un'elegia commossa a un tappeto di percussioni etniche, mentre il sintetizzatore ingaggia un frenetico minimalismo alla Terry Riley. Una forma di minimalismo viene a galla anche in Heatwave, dove gli strumenti si passano il "pattern" da ripetere e il canto di Buchanan tocca forse i vertici di pathos. La ballata pianistica di Easter Parade fa pensare al Tom Waits piu` notturno e depresso o alla Joni Mitchell piu` concettuale.

Soltanto Stay ripiega su un synthpop convenzionale, con tanto di ritornello orecchiabile e di cadenza ballabile. Accuratamente cesellate da Buchanan come se si trattasse di sinfonie piu` che di canzoni pop, e cantate con un falsetto alla Sting, queste composizioni risplendono di un romanticismo quasi estatico.

I Blue Nile riposarono per ben sei anni. Poi usci` Hats (Virgin, 1989), che lascio` di nuovo nella polvere il plotone degli inseguitori. Le nuove canzoni (sempre lunghe ed elaborate) hanno acquisito una qualita` paesaggistica, fotografica, impressionistica che sposano al soffice romanticismo dell'album precedente. Il risultato si vede in ballate calde e appassionate come The Downtown Lights, nei suoi chiaroscuri per innamorati all'antica. Immersa in una tenue foschia orchestrale, la triste melodia di Over The Hillside prende a prestito motivi dei musical di Broadway, mentre Saturday Night ingaggia un "lento" da manuale per discoteche.

Pur senza raggiungere le vette dei dischi precedenti, Peace At Last (Warner, 1996), e` ancora un disco romantico e incantevole (Family Life, Tomorrow Morning).

Pochi come Buchanan, personaggio schivo piu` unico che raro, hanno tentato con tanto acume di creare un synth-pop d'alta qualita`.

High (2005) was only the fourth album in more than 20 years.

If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
What is unique about this music database