Human League


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Secrets , 5/10
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Gli Human League, composti da tre tastieristi e cantanti di Sheffield (Philip Oakey, Ian Marsh, Martyn Ware), furono la prima "all synth band" britannica, eredi involontari dei Mother Mallard's.

Avevano esordito con la suite industriale dell'EP Dignity Of Labour (Fast Product, 1979), che riprendeva il rock delle macchine la` dove Kraftwerk e Neu lo avevano lasciato, ma erano gia` stati tentati dal kitsch futurista nei singoli Being Boiled (1978) e Empire State Human (1979). I tre musicisti elettronici infiorettarono Reproduction (Virgin, 1979) e Travelogue (Virgin, 1980) di esperimenti naive. A differenza degli ensemble elettronici americani e tedeschi, gli Human League volevano comporre canzoni, sia pur arcane e futuriste. Altro materiale dell'epoca apparira` postumo su Golden Hour of the Future (Black Melody, 2002).

Piu' vicini ai Suicide che ai Kraftwerk, i nuovi Human League di Oakey (liberatosi dei pericolosi compari) dirottarono infatti il titanismo teutonico della musica elettronica verso atmosfere mitteleuropee piu` esistenziali. A definire il loro synth-pop commerciale furono i mega-hit romantici e cadenzati all'insegna del funky-soul piu` corrivo: Love Action (1981), che introdusse orchestra sintetica e battito meccanico, Don't You Want Me (1981), che sublimo` quell'accoppiata con un sound piu` enfatico, Mirror Man (1982), che ne ricopia con meno successo la melodia, Fascination (1983), orchestrato in maniera altisonante e con un forte battito sincopato, The Lebanon (1984), vicino alle atmosfere turbolente del dark-punk, fino all'insipida ballad Human (1986), il primo hit non scritto da Oakey. Su Dare (Virgin, 1981), il loro miglior album, spiccano anche canzoni piu` profonde, come Seconds.

Hysteria (Virgin, 1984) e l'album senza titolo registrato da Oakey con Giorgio Moroder (Virgin, 1985) sterzavano verso il soul e la ballad, ma Crash (Virgin, 1986) e Romantic (Virgin, 1990) dimostrarono che Oakey non aveva piu` nulla da dire.

Furono gli Human League a stabilire il cliche` del pop puramente elettronico, portando alle estreme conseguenze commerciali gli insegnamenti degli sperimentatori di dieci anni prima. Il voltafaccia commerciale servi` anche a dimostrare la pochezza compositiva di Oakey.

The Golden Hour Of The Future (Black Melody, 2003)

Secrets (Ark 21, 2002) sounds like a homage to Human League's own career, running the gamut from their early instrumental experiments to their chart-topping synth-pop ditties.

Just when people had become to believe that Human League did create some important music, they managed to dispel that notion forever by returning with the terrible Credo (2011).

(Translation by/ Tradotto da Francesco Dell'Aglio)

Secrets (Ark 21, 2002) sembra un tributo al loro percorso artistico, a partire dai loro iniziali esperimenti strumentali per giungere alle ariette synth-pop da numero uno in classifica.

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