Lydia Lunch


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Teenage Jesus And The Jerks, 8/10
Beirut Slump, 6/10
Queen Of Siam (1980), 7/10
13.13 , 7/10
The Agony Is The Ecstasy, 8/10 (EP)
In Limbo , 7/10
Drowning Of Lucy Hamilton, 6/10
Stinkfist, 6/10
Harry Crews: Naked In Garden Hills, 5/10
Shotgun Wedding , 6/10
Matrikamantra , 6/10
Smoke In The Shadows (2004), 7.5/10
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Summary.
Teenage Jesus And The Jerks were the poster children of the no wave. Their songs were barely one-minute long, but packed beastly instincts. Lydia Lunch, their 17-year old "vocalist", was given only a few seconds to scream them, and didn't even try to do a professional job. Guitars were strummed and drums were beaten with a casual, annoyed, detached contempt. Their music was the left-over of whatever musical inspiration had bled out during a suicide attempt. Despite the obvious nihilism embedded in their manners, their anti-musical primitivism was a vehicle to express teenage angst. It was different from Chuch Berry's or Bob Dylan's vehicles for the simple fact that teenage angst had mutated into something a lot uglier. Their declared "bad taste" expressed a desperate sense of loneliness and indifference. Lydia Lunch went on to elaborate on that intuition. While apparently reacting to the whole idea of elitist art, Lunch affirmed the role of an "auteur" who was even more creative, original and personal than the singer-songwriter or progressive musicians whose goals were creativity, originality, etc.
Queen Of Siam (1980), her first solo albums, featuring Billy Ver Planck's orchestra on a set of inept pop parodies, displayed her capricious attitude and her contempt for "high art" (and she impersonated a childish chanteuse that was obviously at odds with morality). It was post-modernism turned upside down.
A series of bands followed, notably 13.13 (1982). Lunch became known for songs that were fits of alienation, neurosis, claustrophobia, paranoia. Lunch's nightmares were the nightmares of a street girl who grew up too quickly and was terrified by life. Her decadent antics were set aside in the lengthy psychodrama The Agony Is The Ecstasy (1982), possibly her masterpiece, a cosmic and Freudian suite, a still life of the wasteland, that, musically speaking, harked back to acid-rock. That unholy liturgy led to the dejected litanies of In Limbo (1984), another slow, languid, apathetic, hallucinated torture and self-flagellation by a sinner who relished her stay in a Dante-esque hell.
Later in her career, Lunch focused on the spoken word, drawn to music mainly via collaborations and for theatrical purposes: Stinkfist (1983), The Drowning (1984) and Meltdown Oratorio (1987), with her partner Clint "Foetus" Ruin, The Drowning Of Lucy Hamilton, with ex-Mars' Lucy Hamilton, Naked In Garden Hills (1989), with Sonic Youth's Kim Gordon, Shotgun Wedding (1991), with ex-Birthday Party's Rowland Howard, etc. Her vulgar, sordid, degenerate and lascivious vocals had a unique, "negative" appeal on that generation of composers.
She delved again into her depressing universe of dejected, meaningless lives on Smoke In The Shadows (2004), that resurrected the cadaver of her nocturnal languid smoky kitschy lounge noir jazz, as well as the spectre of her lifeless voice, scavenging emotions in an existential junkyard devastated by nihilism. At the same time she successfully updated her cliche to the age of rap.
Throughout her career, her sensual moaning and demonic wailing coined a new art of vocal music, and, at the same time, reinvented the stereotype of the rock hero (heroine). Lunch stands as one of the great histrionic shamans of rock music, but a completely different kind than her predecessors Jim Morrison and Patti Smith.
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Lydia Lunch (1959) fu una delle musiciste che rivoluziono` il concetto di musicista rock durante il sub-movimento "no wave" della "new wave" di New York. La new wave aveva affermato il primato dell'"autore" rock. La no wave ridicolizzo` quel primato, affermando la stupidita` dell'arte d'elite. Ma proprio anti-musicisti come Lunch finirono per affermare semplicemente un nuovo tipo d'autore, paradossalmente ancor piu` "autore" (originale, creativo, personale) di quelli che intendevano denigrare. Per molti versi Madonna fu la versione commerciale di Lydia Lunch: fu Lunch la prima a strutturare la sua arte attorno alla provocazione sessuale. A differenza di Madonna, pero`, Lunch ne faceva un fatto puramente psichico, amplificando al massimo alienazione, nevrosi, claustrofobia, etc. Quelle di Lydia Lunch non sono canzoni, ma incubi. E sono incubi di una ragazzina di strada, una tipica esponente di quella generazione cresciuta troppo in fretta, che vive terrorizzata in camerette spoglie e buie, senza aver trovato un senso nella vita.

Il progetto Teenage Jesus And The Jerks venne lanciato della "no wave" (1977) da due ragazzi tipici degli ambienti intellettuali di New York: James Chance, sassofonista, e Lydia Lunch, cantante e chitarrista. La diciottenne Lunch era l'ideologa del complesso. Era lei a ispirare canzoni suonate in maniera molto approssimativa, anzi per la verita` appena abbozzate, nonche' tanto violente quanto brevi, esagerando quello che era il principio dei punk. Anche l'etica era quella nichilista dei punk, anche quella portata alle estreme conseguenze di depressione e schifo.

Il repertorio del complesso, raccolto postumo su Everything (Atavistic, 1996), era composto da miniature melodiche e ritmiche che esprimevano istinti bestiali. Lunch le strillava in pochi secondi, e gli altri la accompagnavano strimpellando note scarne e altrettanto stridule. La musica dei Teenage Jesus era cio` che rimane dopo un metodico processo di dissanguamento e corrosione del suono. Il loro non era soltanto primitivismo, era un approccio volutamente non musicale.
Ma il cuore della loro arte non era la sperimentazione sonora, bensi` il sentimento dell'angoscia. Al centro della loro rappresentazione pagana dell'alienazione c'era la voce di Lunch. In pochi secondi la cantante condensava un'emozione intensissima e incontrollata, una specie di sconnesso magone infantile. Stridula ed isterica, stremata dalla tossicita` farraginosa di queste endovenose super-concentrate, la cantante ottiene il massimo di allucinazione autobiografica dai suoi minimi mezzi vocali. Chance e Lunch registrarono insieme soltanto tre brani, The Closet, Less Of Me e My Eyes, peraltro tra i piu` rabbiosi e stridenti del gruppo.

La musica di quel gruppo era il documento piu` sincero e approfondito sulla confusione e sulla solitudine dei giovani metropolitani, attanagliati dal terrore e dalla disperazione del quotidiano. Ogni canzone, ambientata in un clima grigio ed opprimente, e` il piccolo poema di una poetessa crepuscolare, affetta da complessi psichici vari, il cui strazio, da esplosione della mente, si esprime in filastrocche concitate e strillate nel tono di una bambina terrorizzata: Burning Rubber, Baby Doll, Orphans. Non e` musica, ma un frammento di musica.
Il tema dell'infanzia guastata, o abusata, ricorre di continuo, come nel confuso incubo di una seduta psicanalitica (I Woke Up Dreaming). Le stanze squallide che ha abitato gli appaiono come prigioni raccapriccianti (The Closet). Lunch e` maestra nel rendere l'angoscia del "bambino-adulto" inerme di fronte al mostro della metropoli. La sua voce si trascina in un gemito intermittente, a soprassalti, esausta, convulsa, spasmodica, sul ritmo glaciale degli strumenti (usati anch' essi al minimo delle loro possibilita` sonore, come semplici rumori).
Nei brani solo strumentali (Red Alert, Friend In Flop, Race Mixing), che sono pulviscoli assordanti, e` evidente la reale pochezza degli esecutori, capaci solo di due tre note e poi costretti a riparare nel caos. Lunch in particolare usa la chitarra, con encomiabile coerenza, esattamente come la voce, ora una distorsione cantilenante ora un singhiozzo ripetuto.

Portavoce sinceri di una terrificante denuncia della condizione adolescenziale (non a caso il complesso si intitola al "Gesu' degli adolescenti"), e quindi della violenza psicologica subita da tutti negli anni piu` fragili della propria esistenza, ma troppo squilibrati e fisiologicamente impotenti a sopravvivere, i Teenage Jesus si sciolgono nel 1979.

Lunch si conquisto` un minimo di celebrita` grazie alle pose da Lolita intellettuale, da prostituta bambina, da donna sguaiata e amorale. Il suo iper-realismo a fosche tinte si presta sia a questa forma di pubblicita` "negativa" sia alla compassione. Non e` difficile riconciliare il contrasto fra la paura che emerge dai suoi testi e l'arroganza spavalda dei suoi atteggiamenti.

Lunch forma nel 1978 i Beirut Slump con il cantante Bob Swope. Il suono si e` fatto ancor piu` tetro. Gli spasimi nevrastenici dei Teenage diventano lamenti monocordi privi di emozione, cadenze funeree al limite della catalessi, rintocchi metallici di chitarra scordata. I loro brani (Try Me, Staircase, See Pretty) sono sempre piu` allucinati, fino a lambire le cacofonie free-form dei Mars (con cui Lunch aveva suonato per qualche settimana).

Hysterie (Widowspeak, 1986) e` un'antologia di questi primi torbidi anni (Teenage Jesus, Beirut Slump, Eight Eyed Spy).

Il primo album solista di Lunch, Queen Of Siam (Ze, 1980 - Atavistic, 1999), trasporta la sua sceneggiata decadente indietro nel tempo: realizzato con l'orchestra di Billy Ver Planck (arrangiatore delle colonne sonore di Walt Disney), e sotto l'egida di Pat Irwin, nuovo braccio destro dell'ombrosa eroina, l'album e` un pasticcio di generi senza capo ne` coda, un assurdo puzzle di pezzi che non combaciano, un saggio di attriti e di incastri sbilenchi, un frutto immaturo della sua noia esistenziale.
Bambina capricciosa, Lunch passa con disinvoltura dalla musica di consumo alle filastrocche dell'infanzia. Il suo canto malato e disperato si fa quieto e remissivo e si affida alla melodia in modo smaccatamente imitativo. Le canzoni si possono suddividere in due categorie: verginali e orchestrali. Al primo gruppo, quello dove piu` risalta la sua personalita` di Lolita "vissuta", entreneuse in asili-squillo con annessi pista da ballo e night club, appartengono la nenia "disco" di Atomic Bongos, il cabaret surreale di Carnival Fat Man, il girotondo stralunato tutto d'un fiato di Blood Of Tin, la litania annoiata di Mechanical Flattery, la filastrocca rallentata di Tied And twist. Del secondo, frutto delle sue velleita` kitsch e chansonnier, fanno parte il classic blues alla Billie Holliday di Lady Scarface, lo swing per big band "negativa" di Knives In The Drain e il flamenco esotico bisbigliato sottovoce di Los Banditos.

La carriera di Lunch pare una direzione senza sbocchi. La bambina sembra non aver alcun messaggio, blatera filastrocche senza senso.

Il gruppo intanto cambia, e nascono gli Eight Eyed Spy, con Pat Irwin alla chitarra, Jim Sclavunos alla batteria e l'ex-Contortions George Scott al basso.
Il sound del gruppo e` piu` blues ed e` piu` animato. Le frasi strumentali, per quanto ancora ispide e concise, sono decisamente piu` elaborate. Cio` non toglie che l'estetica rimanga quella "negativa" di sempre: il drumming disordinato di Sclavunos si integra disastrosamente con il basso arido e ruvido di Scott, e ancor piu` improbabile e` la simbiosi di tanta sezione ritmica con il sax di Irwin, selvaggio ma ortodosso nella sua elefantesca tonalita` (Lazy In Love). Le due chitarre formano poi un altro contrasto repulsivo (esemplare nel voodoobilly di Motor Oil Shanty), l'una scolastica e "sixties" contro l'altra dedita a miniature di assoli dissonanti (Boy Meets Girl). Da tanti contrasti scaturisce un forte senso di disgregazione, che e` appunto il sottofondo ideale per la strega claustrofoba ed erotomane. Il suo concitato demenziale senza fiato simula amplessi (l'orgasmo virginale di Love Split With Blood) oppure vomita istericamente in un paesaggio desolato (Swamp Song). Per quanto gli arrangiatori, Scott soprattutto, cerchino di irretire le cacofonie di Lydia in un sound permalosamente "sixties", il canto di Lunch e` ormai un parlato discorsivo, un dimesso quotidiano. Lunch sembra giunta al punto piu` basso della sua depressione morale, affonda gli artigli nella banalita` piu` bieca, contenta di veder sgorgare rifiuti invece che sangue.

Anche come regista cinematografica e scrittrice, Lunch dimostra una contradittoria volonta` di provocare e in definitiva di sperimentare.

Morto Scott e perso per strada Irwin, Lunch si trasferisce a Hollywood e incide un album con i resti dei Weirdos. La musica di 13.13 (Ruby, 1982). e` presa per i capelli e strascicata come al solito, e gli accompagnatori hanno piu` che mai il mero compito di fare un po' di rumore in sottofondo. La loro monotonia da dark-punk britannico di seconda mano e` compensata dal delirio annoiato della vamp perversa, qui alle prese con un suo lungo poema d'amore e di morte spartito fra le otto canzoni del disco. L'ambizione poetica alla Patti Smith rischia pero` di far collassare il suono. Non piu` controllata, la verbosita` inonda pericolosamente i solchi, superando abbondantemente i tradizionali limiti cronometrici. Non piu` compresso nei due minuti, il canto di Lunch stenta ad artigliare la disperazione. A guadagnarne sono certamente le sue doti di interprete.
Ogni canzone ha una voce diversa: perfida e allucinata in 3x3, enfatica e messianica in Stares To Nowhere, fatale e arrogante nell'efferato rituale sadomaso di Snakepit Breakdown, disperata e piagnucolosa nell'apocalittica Afraid Of Your Company, angosciata e fiacca nell'ipnosi assordante di Suicide Ocean. A parte il sorprendente, per tenerezza e ipocondria, breve assolo pianistico di Dance Of The Dead Children (danse macabre in stile Satie per i "bambini morti" di cui parlano tutte le sue canzoni), l'avvicinamento ai modelli delle colleghe Smith e Siouxsee segna l'abbandono dei modelli "sixties" propugnati dal gruppo precedente e sancisce il recupero delle leggi dell'armonia anche nei contesti piu` tipici dei Teenage Jesus.

La tappa successiva e` Londra. Lunch fa subito amicizia con Steve Severin, chitarrista di Siouxsie Sioux, e registra un brano, The Agony Is The Ecstasy (4AD, 1982), che, oltre a valere da testamento spirituale, sorprende per la durata (ben venti minuti, che da soli rappresentano quasi un quinto della sua intera produzione). In questa lunga ode Lunch realizza piu` compiutamente le ambizioni "dark" del disco precedente.
Questo torbido psicodramma si apre con un'ouverture orrifica di Severin (distorsioni, rumori, cluster pianistici, percussioni libere, cigolii di chitarra), un caos tenebroso che prepara l' esplosione dell'urlo, un "no!" lunghissimo e raccapricciante. Il folle declamato della bambina si staglia in un clima spaventoso di claustrofobia. I chitarrismi da overdose sottolineano il suo trauma psichico, mentre il canto si contorce con invocazioni da muezzin. E' una bambina che si rivolge nell'immane caos del vuoto come un astro spento nelle immensita` deserte dello spazio. Il coma procede implacabile verso la fine: un bisbiglio elettronico diffratto, come un'eco lontana, entra ed esce dal cervello, come se rispondesse alfine a quell'urlo, che ad alta voce urla ancora... nel silenzio resta un battitto irregolare (il battito del cuore?).
Suite cosmica e freudiana, Interstellar Overdrive del subconscio, e somma dissertazione sulla solitudine moderna, uno dei grandi capolavori del rock psichedelico, Agony riassume la poetica della desolazione che era stata al centro dei suoi lavori precedenti e si lancia verso l'infinito, acquistando cosi` spessore metafisico.

Lunch scala un'altra vetta della sua trenodia deprimente con In Limbo (DoubleVision, 1984), una raccolta di sei litanie che la conferma come l'anima dannata piu` tormentata del suo girone dantesco. Il disco e` stato in realta` inciso a New York due anni prima: alla chitarra c'e` Pat Place, al basso Thurston Moore (responsabile anche di gran parte del materiale), al sax Jim Sclavunos. L'intreccio strumentale e` sempre piu` lento e snervante, ancora immerso nei climi iper-dilatati della psichedelia piu` allucinata, al limite delle atmosfere languide, apatiche e fatali dei film noir, ma devastato dai vagiti atonali delle chitarre e dai barriti funerei del sassofono. Il canto e` dilatato all'infinito secondo il principio dell'agonia/estasi, stanco malato depresso frustrato alienato paranoico, proteso in un estremo spasimo di emotivita`; un alto ululato di dolore, degno della tragedia greca; un canto free-form che conia una sorta di "lied psichedelico".
In I Wish I Wish le scordature metalliche della chitarra e il pianismo scheletrico sospingono le vocali lunghissime della cantante, immerse in un'agonia sempre piu` mistica. In 1000 Lies il suo bisbiglio roco fluttua in una nebulosa strumentale ritmata da dissonanze cupissime di chitarra e da gracidii "assurdi" di sax. Some Boys e` un crescendo tipo bolero di recitativo drammatico che crea la suspence piu` raggelante. Still Burning e` il suo country-blues esistenziale: canto a-melodico, incedere annoiato e un verso fatalista come "Take the wheel of the world and drive".
Piu' che canzoni sono poesie, ermetiche ed oscure. Come in un coitus interruptus ripetuto all'infinito, il declamato apatico di Lunch crea la tensione per un'esplosione emotiva che non viene mai. Sono lampi atroci di lucidita` che si spengono in devastanti lamenti di auto-commiserazione, inni cerimoniali dei "born dead" che celebrano la loro eterna impotenza.

Lunch si presta anche come cantante per i Sonic Youth (Death Valley 99), per i Birthday Party (Honeymoon In Red), per Thurston Moore (The Crumb).

Nello stesso periodo porta in giro per il mondo l'opera rock The Drowning, composta e interpretata con il suo compagno di vita, Clint "Foetus" Ruin, a quei tempi celebre piu` che altro per le performance in cui si rotolava su pezzi di vetro. L'opera, un misto di free jazz afro-tribale e di vagiti isterici e bambineschi di Lunch, e` uno dei vertici espressivi della sua lenta agonia esistenziale. Poi Lunch compone due colonne sonore, Drowning Of Lucy Hamilton e South Of Your Border, caratterizzate da un'accentuata teatralita` e da una propensione auto-compiaciuta per i toni horros-sado-maso. Sempre piu` volgare e lasciva, l'eclettica intellettuale della nuova Boheme del Greenwich Village sembra ancora alla ricerca di un senso per la sua arte.

Drowning Of Lucy Hamilton (Widowspeak, 1985) e` l'opera piu` suggestiva. Lunch vi suona pianoforte e chitarra, mentre Lucy Hamilton (la "China Burg" dei Mars), si alterna a chitarra e clarinetto basso. I sette strumentali che compongono l'opera confermano la sensazione che Lunch sia ormai una compositrice di musica da camera, per quanto estremamente degradata: Emerald Pale, ipnotizzata in lente e gelide strutture di free jazz, Drowning, miniatura di pianismo dissonante, How Men Die In Their Sleep, per borboglii di scordature, Lucy's Lost Her Head Again, in un caos diffuso di accordi casuali, 3:20 Tuesday Morning, jam di distorsioni violente e di melodie abortite, reinventano un paesaggio musicale che discende, a loro insaputa, dalle sonate di Satie, dalle fanfare dell'AEOC, dal "Quartetto" di Messiaen, dalle piece cacofoniche di mille e mille musicisti d'avanguardia. Ma Lunch vi perviene radicalizzando due suoi atteggiamenti/provocazioni di sempre: l'impiego di suoni volutamente spastici e il trascinarsi della piece senza giungere a un climax.

Stinkfist (Widowspeak, 1987), composto nel 1983, e` una piece percussiva tipica dei lavori concettuali di Foetus, che qui si avvale delle sgraziate emissioni vocali della compagna e di un ensemble di sette percussionisti, intenti a picchiare con furia tribale su tutto cio` che produce suono, dalla drum machine alle lamiere. Meltdown Oratorio (1987) e` la testimonianza del teatro depravato di Lunch e Ruin, che da anni interpretano piece dedicate alle forme piu` squallide e degenerate di pulsione sessuale. Vi si ritrova tutto lo "sgradevole" della sua musica, dai tribalismi alle distorsioni, ma reso con un impeto wagneriano.

Specialista nel creare atmosfere di suspence da brivido, nel lasciar intuire efferati rituali occulti e nell'inneggiare a promiscuita` scabrose, Lunch si eleva a bardo dello schifo, del nauseante, del disgustoso. La saga estremamente movimentata del suo "scum-rock" e` il punto terminale della discesa nei gironi infernali della nuova amoralita` iniziata dai Sex Pistols.

Lunch (chitarra), Kim Gordon dei Sonic Youth (basso) e Sadie Mae (batteria) compongono gli Harry Crews, forse il primo supergruppo femminile. Ma e' la prima, con la sua personalita' incontenibile, a dominare l'album Naked In Garden Hills (Widowspeak, 1989). Le recitazioni di Lunch sono spesso stucchevoli, ma il suo vagito schifato rimane uno dei registri piu' creativi del rock. Le parti strumentali sono affidate per lo piu' al caso, con il basso vibrante e possente di Gordon in primo piano (soprattutto in The Way Out) e il chitarrismo amatoriale di Lunch ad emettere sibili snervanti. Qualche brano (Man Hates A Man e Knockout Artist) vanta del jamming irruente, e un paio (Bring Me Down e Car) riescono anche a costruire atmosfere drammatiche attorno ai traumi sessuali delle adolescenti; ma la maggioranza dei pezzi sono troppo banali per essere artistici persino nell'accezione "minimale" di Lunch.

Nonostante la grande quantita' di iniziative, Lunch non ha inciso molto. Tant'e' che il suo primo vero album (togliendo cioe' EP, partecipazioni, raccolte, live, spoken-word, etc) degli ultimi dieci anni e' Shotgun Wedding (Triple X, 1991). Ad assisterla c'e' il chitarrista Rowland Howard (ex Birthday Party e These Immortal Souls). Il disco riprende in parte il discorso iniziato un decennio prima da Queen Of Siam: Lunch canta affettata ed apatica (piu' isterica che sensuale, piu' Patti Smith che se stessa) le sue voglie e le sue frustrazioni in Solar Hex, al ritmo di un repellente blues di palude. Il tono del disco e' sinistro, fra rituali sadomaso e magie nere, per cui meglio riesce quando duetta con il diavolo nell'ipnotico crescendo di Endless Fall. Howard domina le parti strumentali con il suo chitarrismo atmosferico, culmine del quale e' la spettrale e tesa What Is Memory, degna di un film noir. Il resto del disco e' composto dal chitarrista per le liriche della cantante, oppure sono cover.

In parallelo Lunch ha pubblicato dischi di "spoken word", di testi di "prosa" che vivono della stessa ricerca di provocazione a tutti i costi, in maniera non troppo diversa da cio' che fa, con ben maggior successo, Madonna. P.O.W. (Staalplaat, 1992) e' dedicato alla Guerra del Golfo (con qualche anno di ritardo...), ma fa notizia soprattutto per la confezione arzigogolata. Le sue composizioni da recitare risultano ormai tanto "provocatorie" (depravazione, sadomasochismo e cosi' via) quanto stucchevoli. Il triplo Crimes Against Nature (Triple X, 1993) e' logorroica testimonianza di quanto poco l'ideologa abbia da dire sui temi piu' scabrosi del momento, e di quanto la sua intelligenza sia prigioniera di un vocabolario tanto scollacciato quanto limitato.

Emblema vivente del carisma negativo del punk, Lunch ha fatto dei propri difetti un'arte: e' noiosa, stupida, ignorante, prevedibile, presuntuosa, pretestuosa, superba, volgare, sporcacciona e di pessimi gusti. La sua arte riflette questo eccesso di deficenze. Ma se questa e' la forma, il messaggio e' da cercare altrove, in una diagnosi iper-realista dell'esistenza moderna, ridotta ai minimi termini. Quando Lunch recita "it's all about getting fucked" (da The Gun Is Loaded, uno dei suoi dischi soltanto parlati), non ha alcuna intenzione di provocare: ha soltanto espresso nel modo piu' poetico che le riesce lo squallore dell'esistenza di buona parte delle donne della sua generazione, le loro delusioni e il loro cinismo. La sua e' forse l'unico esempio di arte che al fruitore appare fetida e ripugnate.

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Matrikamantra (Figurehead, 1998) is a double album, half studio and half live. The studio album is mainly noteworthy for Joseph Budenholzer's electronic soundscapes.

Widowspeak (Get Back, 1999) is a career retrospective.

Lunch sings on the mini-album Champagne Cocaine And Nicotine Stains (Crippled Dick Hot Wax, 2002) accompanied by Los Angeles duo Anubian Lights.

Smoke In The Shadows (Breakin' Beats, 2004), the first Lydia Lunch album in six years, reconstructs the anemic decadent atmosphere of Queen Of Siam twenty-four years later. Very little has changed: backed by a brigade of sympathetic musicians (including guitarist Nels Cline, saxophonist Vinny Golia, keyboardist Len del Rio, vocalists Adele Bertei and Carla Bozulich), Lunch delves into her depressing universe of dejected, meaningless lives accompanied by nocturnal languid smoky kitschy lounge noir jazz: the spoken Hangover Hotel with trumpet, vibraphone and distorted guitar, the loud Johnny Behind the Deuce for roaring dissonant horns, tinkling vibraphone and driving drums, the whispered Smoke In The Shadows with oneiric piano, wavering exotic instruments, snake enchanter's flute, funky bass and funky guitar solo, the sensually crooned I Love How You for slow-swinging orchestra, the dramatic Portrait Of The Minus Man over screaming suspense-filled horns, etc. At the same time she successfully updates her cliche' to the age of rap: the demonic Lost World, Touch My Evil over Latin polyrhythms and minimalist piano patterns, the soothing Blame over laid-back jamming and vintage electronics, and especially the vibrant, hysterical soul-infected Trick Baby. Her voice, that can't quite sing, scavenges emotions in an existential junkyard devastated by nihilism. Lunch moans softly over the reggae carillon of Sway, then mutters over the frantic beats and cosmic instrumental wails (slowly coalescing into jazz jamming) of Pass Like Night. The six-minute spoken-word performance of Hot Tip (drenched into jungle sounds and syncopated voodoo rhythms) encapsulates both Patty Smith's style (Land) and Jim Morrison's style (The End), crowning her maturation as one of the great, histrionic shamans of rock music. The "songs" repeat in different formats the same obsessive feeling of numbness, the vision of a life that is slowly decomposing. Lunch, the virtual inventor of post-modernist kitsch, is a genius living in a different spatiotemporal dimension from the rest of the music world.

Hangover Hotel (WidowSpeak, 2001) collects collaborations from 1995-2000, both spoken-word and sung.

Memory and Madness (WidowSpeak, 2003) documents a live spoken-word performance with saxophonist and trumpeter Terry Edwards of 2003.

Touch My Evil (WidowSpeak, 2006) documents a live performance with Anubian Lights of 2002 that followed the collaborative EP Champagne, Cocaine And Nicotine Stains (2002), virtually a reprise of the decadent program of Queen Of Siam. The EP offered the cheesy driving swing number Nothing But Trouble, the delirious and sensual femme-fatale exhibition of Champagne, Cocaine And Nicotine Stains, the exotic instrumental novelty Guernicana, the tribal, orgiastic fanfare of Potango Tango. The live album added songs from Smoke In The Shadows and the tribal and apocalyptic Creatura, with an organ that simulates the Doors' Light My Fire, the stately Nick Cave-ian sermon Hotel Room, the orgasmic electronic sabbah Cry Murder, the new frantic swing number One Body Too Many.

Fueling the Rose of Fire (WidowSpeak, 2006), with Mark Cunningham (of Mars) on trumpet, documents a live performance from 2005 (including two spoken-word pieces).

Deviations on a Theme (2007) is a career retrospective.

Shut Up and Bleed (Atavistic, 2008) collects the recordings of Teenage Jesus and The Jerks and Beirut Slump.

Twist Of Fate (Monotype, 2011) is a collaboration with multistrumentist Philippe Petit composed in 2008. It comes with a video of a live performance from october 2009, Psychic Anthropology, featuring Lunch on vocals, Petit on electronics and Joseph Budenholzer on piano.

Lunch, guitarist Weasel Walter, bassist Algis Kizys and drummer Bob Bert recorded old Lydia Lunch material on Retrovirus (ugExplode, 2013).

Retrovirus became a project with Weasel Walter (guitar), Tim Dahl (bass) and Bob Bert (drums) that debuted on the live Urge To Kill (Widowspeak/Brava, 2015), mostly devoted to old Lunch and Suicide songs.

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