Tuxedomoon, formed by
multi-istrumentists Steve Brown, Blaine Reininger and Peter "Principle" Dachert,
were the most erudite of the group. They were also natural descendants of
progressive-rock, as demonstrated on Half Mute (1980), that scored
pieces for keyboards, saxophone and violin besides the rock trio. The languid,
seductive and stately demeanor of those avantgarde chamber lieder absorbed
the spirit of both decadentism and surrealism.
Their eclectic inspiration turned Suite En Sous-sol (1982) into
a stylistic tour de force, running the gamut from chamber music (for unusual
combinations of instruments) to disco-pop to world-music to raga-rock to
psychedelic-rock to renaissance music etc.
Later, on works such as Holy Wars (1985), settled on a form of
neo-classical fusion/dance music that
harked back to Canterbury's surreal, depressed and elegant jazz-rock.
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I Tuxedomoon furono una delle formazioni piu` originali, e meno rock,
della new wave, eredi naturali dell'incompresa missione degli
United States Of America>
A differenza di New York,
la new wave di San Francisco affondava le sue radici nel teatro e nella
danza, e i Tuxedomoon furono il gruppo che meglio rappresento` quel
background multi-disciplinare.
Il loro surreale futurismo, la loro glaciale musica da camera, il loro
romanticismo mitteleuropeo ne fecero un caso piu` unico che raro.
Coniarono un genere di musica rock che trasferiva l'alienazione al
napalm del punk-rock in forme composte degne della musica classica.
Il nucleo del complesso, formato nel 1977, consta dei
polistrumentisti Steve Brown, Blaine Reininger e Peter "Principle" Dachert,
con l'assistenza saltuaria del mimo-cantante Winston Tong.
Tutti e tre esperti elettronici, si spartiscono il resto dell'orchestra,
rispettivamente piano/sax, violino e basso/chitarra.
Esordiscono con un 45 giri (per la Time Release) che accoppia Electronic Ghost, una danza
primitivista per canto femminile e battito di mani, e Pinheads On The
Move, che precorre il funk nevrotico dei Contortions. L'equivoco
del ballabile elettronico alla Gary Numan inficia anche il primo EP
(Time Release, 1978), dominato dai suoni e dai ritmi delle tastiere, anche se il
canto declamato di Tong conferisce alle canzoni un feeling da Mitteleuropa
decadente (No Tears e` un assolo classicheggiante di violino con ralenti`
dissonante e New Machine e` un minaccioso anthem futurista).
L' EP successivo, Scream With A View (Pre, 1979), sfoggia un sound piu`
asettico e rarefatto. Il 45 giri What Use (Ralph, 1980) ritorna ai ritmi
metronomici con un facile ritornello pop, ma il suo retro, lo strumentale
Crash, conferma la tendenza verso uno stile piu` dissonante e
apocalittico.
Da queste contraddizioni ha origine il primo album, Half Mute (Ralph, 1980), conteso
fra la canzone intellettuale della new wave e una forma molto piu`
aristocratica di musica d'avanguardia. Questo lavoro compie la
transizione che era nell'aria, cesellando partiture complesse e insolite
con orchestrazioni molto lontane dal classico quartetto rock.
L'ibrida strumentazione, l'originale lavoro sui timbri, il clima cerebrale,
i violenti contrasti armonici straniano il sound a livello di una musica
da camera scarna e sintetica, soprattutto nei brani solo strumentali e senza
accompagnamento ritmico, come
Nazca, una tessitura onirica dell'elettronica increspata da un sax
struggente, James Whale, per nastri rallentati, rumori "concreti" e
atmosfere horror-psichedeliche,
Fifth Column, un lamento sintetizzato alla Eno,
e Volo Vivace, delirio romantico e tzigano del violino di Reininger
contro il basso legnoso di Principle.
Su tutto svettano
Tritone, sintesi armonica avvincente per il gioco contrappuntistico fra
le accelerazioni minimaliste e atonali del violino e il puntillismo delle
tastiere,
e KM, lunga nenia appassionata del sax di Brown scandita dal basso abulico
di Principle e costellata di piccole dissonanze capricciose.
L'elettronica, il free jazz, la rumoristica e la psichedelia si integrano in
un clima rarefatto, una quiete inerte che e` l'elemento piu` caratteristico del
loro suono.
Piu' convenzionali risultano invece le canzoni elettro-pop che si riallacciano
alle prime prove: il balletto meccanico 59 To 1, la ballata tenebrosa
7 Years, la litania brechtiana Seeding The Clouds, la paranoica
e depressa Loneliness.
Trasferitisi in Inghilterra, realizzano un secondo album, Desire (Ralph, 1981),
vicino alle sonorita` del dark punk e dei Roxy Music piu` epici e
disperati, che segna un ritorno alla forma-canzone e al ballabile
(il movimentato psicodramma di Desire,
il grottesco inno per
androidi di Victims Of The Dance, la ballata sinistra a ritmo indemoniato
Jinx). E' in fondo una variante intellettualoide del vecchio musichall,
contaminata dal teatro dell'assurdo e dalle fanfare cacofoniche del jazz
creativo. Il crooning appassionato di Winston Tong sul fitto tappeto di
dissonanze steso dal trio diventa (in Again, per esempio) puro, angosciato
delirio nel nulla, ricco di significati metafisici.
Emigrati in Belgio, compongono la colonna sonora per un balletto di Maurice
Bejart, Divine (Operation Twilight, 1982), ritrovando in parte
la verve di Half Mute
(per esempio in Grand Hotel, contaminazione della struttura
classica a violini e tastiere con tapes androidi, e in Ninotchka).
La Suite En Sous-sol (Expanded, 1982) in
cinque movimenti conferma la molteplicita` delle fonti: musica
cameristica ed espressionismo (Allemande Blu, rarefatta piece dell'assurdo,
per un accordo lento e ossessivo di basso, violino tzigano anemico,
licantropo blues e registrazione dello stesso licantropo blues),
danza popolare e disco music (il crescendo di Courante Marocaine, per
linee funky di basso, violino arabo, trilli di sax, nenia di muezzin e delirio
di tablas e sitar),
psichedelia e surrealismo
(Sarabande En Bas De L'Escalier, l'incubo piu` rarefatto e disarticolato),
Chopin e musica industriale
(Polonaise Mecanique per urla pellerossa, distorsioni e pianola stonata),
medioevo e barocco (L'Etranger, il raga in forma di giga che chiude, come
tradizione, la suite).
L'intellettualismo
del sound, riscattato comunque dalla vita randagia per gli scantinati europei,
accende, attraverso la suggestiva tensione d'archi e voci, la pasta timbrica di
una musica straniata fino alla perdita d'identita`.
In parallelo e` piu` che mai intensa l'attivita` in campo teatrale di quello che
si e` ormai stabilizzato come un quintetto: Principle, Brown, Reininger, Tong
e il coreografo/cineasta Bruce Geduldig.
L'EP Time To Lose (Crepuscule, 1982) conferma lo stato di grazia di
violinista e cantante, ma subito dopo sono proprio loro due a lasciare il
gruppo. I Tuxedomoon diventano cosi` l'ensemble jazz-rock di Brown, il quale
infatti domina la trilogia di Holy Wars (Restless, 1985),
opera pretenziosa con un sound surreale, depresso e urbano alla Canterbury
(meglio espresso in In A Manner Of Speaking e
Some Guys),
Ship Of Fools (Restless, 1986), con sapori di jazz esotico
(Break The Rules) e di impressionismo ambientale (il concerto per
pianoforte in quattro movimenti), e You (CramBoy, 1987), che accentua
questa fatua e levigata fusion classicheggiante e ballabile
(la title-track, gag da discoteca; e The Train, la ballata esistenziale
di turno, la fatalista Neverending Story).
Solve Et Coagula e` un'antologia della carriera dei Tuxedomoon.
Tutti i membri fondatori hanno condotto anche intense e fin troppo prolifiche
carriere soliste.
Peter Principle e` stato forse il piu` serio e misurato.
Nel Sedimental Journey (Made To Measure, 1985), nei dieci
Tone Poems (Made To Measure, 1989) e nel monumentale
Conjunction (Les Temps Modernes, 1990) ha tentato di rinnovare
la musica ambientale attraverso il collage di voci "trovate", il mix
elettronico, armonie jazz-progressive e ritmi funky.
Steve Brown ha innanzitutto inciso con il musicista d'avanguardia Benjamin Lew
diverse opere di world-music elettronica alla Brian Eno, trovando forse la sua
vocazione soltanto nella Music For Solo Piano (Another Side, 1984),
che in realta` e` musica da camera per pianoforte, violino e clarinetto.
Personaggio molto dispersivo, capace di alternare letture da John Keats a
imitazioni di Wes Montgomery,
con Zoo Story (Soundworks, 1984) ha dato inizio a quella che sarebbe
diventata la sua attivita` piu` importante, quella di compositore di colonne
sonore per spettacoli teatrali. In questo campo ha dato opere suggestive come
Searching For Contact (1987),
Lame (Materiali Sonori, 1993) e
insieme a Reininger ha animato gli spettacoli
Croatian Variations (Materiali Sonori, 1993) e
One Hundred Years Of Music (Materiali Sonori, 1993).
Half Out (Crepuscule, 1991) fu invece una raccolta di vignette
surreali che spaziano dalla musica da camera al jazz all'elettronica.
Nel 1995 ha varato in Mexico il progetto
Nine Rain (Opcion Sonica, 1996), di cui e` poi uscito
Rain Of Fire (Opcion Sonica, 2001).
Subway To Cathedral (Arteria) e Decade (TM, 2002) sono
antologie della sua carriera.
Blaine Reininger e` invece tornato a interpretare la parte di trovatore
straniato in composizioni stravaganti come Broken Fingers,
da Broken Fingers (Crepuscule, 1982),
Night Air, Ash And Bone e Mistery And Confusion,
da Night Air (Another Side, 1984), che rimane forse il migliore,
Burn Like Rome da Paris En Automne (Crepuscule, 1985).
Ha anche collaborato con musicisti d'avanguardia per la
Colorado Suite (Made To Measure, 1984) e gli
Instrumentals (Interior Music, 1987), registrati fra il 1982 e il 1987,
ma la sua passione e` rimasta
per la canzone d'autore, trasformata quasi in canzone "da camera". Questa
missione lo ha portato da Byzantium (Crepuscule, 1987 - LTM, 2004) a
Book Of Hours (Crepuscule, 1989), fino alle
Songs From The Rain Palace (Crepuscule, 1990) della maturita`,
passando per
l'antologia di varie ed eventuali Expatriate Journals (Giant, 1989).
Tutti e tre hanno trovato rifugio in Europa, prima in Francia e Belgio e poi
in Italia.
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