One of the most successful band of the 1980s, U2
emerged from the milieu of pub-rock and punk-rock, downplaying the
fundamentalist tone, while emphasizing the populist tone, of the punk
revolution. Starting with Boy (1980),
they bridged the vehemence of punk-rock with the mass
appeal of pop and disco-music. Their music was visceral but not violent.
Bono Vox's intense crooning, The Edge's martial guitar riffs and jungle rhythms
managed to fuse
the melancholy of folk music, the grief of blues music,
the fervor of gospel music, the magniloquence of operatic arias.
More importantly, anthems such as
Sunday Bloody Sunday (1983) and Pride (1984) fused
historical pessimism and teenage frustration.
A more pensive style surfaced later in their career, leading to more restrained
collections such as Joshua Tree (1987).
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Gli irlandesi U2 sono stati il principale fenomeno rock degli anni '80.
Guidati dal cantante Bono Vox (Paul Hewson) e dal chitarrista
The Edge (Dave Evans),
gli U2 hanno coniato una canzone che fonde stili "alti" e "bassi" della
musica popolare: l'urlo di dolore del folk, il pianto dimesso del blues,
l'incalzante fervore del gospel, l'aria d'opera, la vibrante frustrazione
del punk-rock.
Gli U2 realizzarono una perfetta
simbiosi con gli umori (malinconicamente utopisti) della loro generazione, che
li ha infatti eletti ad eroi.
L'operazione aveva forse poco di musicale, e talvolta si limitava a riciclare
quell'"umore" sul blaterare sempre piu` patetico di Bono e sugli accordi
sempre piu` enfatici di Edge, ma segno` una pietra miliare nell'evoluzione
almeno del pop d'autore ("pop" nel senso di canzone melodica, la scuola
dei chansonniers e dei Beatles).
Sui temi del martirio e della salvazione gli U2 hanno comunque eretto un'epopea
spirituale di portata universale. Se le loro apoteosi da kolossal biblico
ne hanno fatto talvolta i Cecil DeMille del rock, le ben piu` inquietanti
cadenze tribali di tante loro amare ballate hanno raccolto la fiaccola
del dolore idealizzato che fu dei bluesman di strada e dei
folksinger di protesta.
Musicalmente, l'elemento piu` originale del loro sound e` non tanto il
tenore di Bono Vox (talvolta anche troppo melodrammatico, fino a sembrare
la parodia dei cantanti d'operetta)
quanto lo stile chitarristico di Dave Evans (The Edge), le cui
figure semplici ripetute freneticamente hanno dato origine a una piccola
rivoluzione tonale nell'uso dello strumento.
Il primo album, Boy (Island, 1980), li segnalo` per un esuberante
garage-rock romantico e psichedelico, con gli assalti chitarristici di
Edge in primo piano. E` la sua chitarra a propellere Out Of Control,
un vibrante inno a ritmo di disco-punk, Stories For Boys
e soprattutto I Will Follow, inno ancor piu` solenne condotto da
un riff stentoreo in staccato e impreziosito da tastiere dissonanti e
striduli tribalismi.
Edge condensa la loro "teenage angst" nei brevi assoli di Twilight,
The Electric Co e
O'clock Tick Tock,
premonizioni del suo stile futuro.
I brani epici sono intervallati da accorte pause
folk-psichedeliche (An Cat Dubh, Into The Heart).
Bono tenta di fondere (anche se in maniera talvolta piu` maldestra che geniale)
i registri piu` nobili del canto popolare, dal tenore
d'opera al bardo gaelico, dal rocker allo shouter, dallo yodel allo spiritual,
e gli arpeggi cromatici di Edge costituiscono una forma di accompagnamento che
esaspera lo stile free-form del jingle-jangle e le improvvisazioni modali
dell'acid-rock. Merito del sound brillante del disco va anche al produttore,
Steve Lillywhite: cadenze alla Blondie e alla Police (A Day Without Me)
puntano gia` in direzione di un sound altamente commerciale.
October (Island, 1982), dominato piu` che mai dagli arrangiamenti atmosferici di
Lylliwhite, memori della psichedelia, e` intriso di misticismo introspettivo
(l'inno quasi liturgico di Gloria, il raga-rock di I Fall Down, il
tribalismo spiritato di Scarlet), nonostante la
solita manciata di disco-punk (Rejoice, Fire, Is That All).
Quegli accenti religiosi sfociano nell'idealismo accorato di
War (Island, 1983),
l'album che li consacra star mondiali. Il lamento struggente di Bono, i riff marziali
di Edge e i ritmi di jungla (alla Diddley) si esaltano in due forme base:
la serenata (Two Hearts Beat As One) e la ballata politica
(il rap Seconds, la marziale Sunday Bloody Sunday sulla guerra civile irlandese,
e soprattutto New Year's Day su Solidarnosc, vertice accorato del loro
disco-punk anthemico).
Predicatori nell'era dell'ansia, gli U2 realizzano in musica lo stesso
compromesso fra frigida astrazione simbolica e lucido commentario storico
che venne gia` tentato da Yeats in poesia.
I loro proclami umanitari, il tono disperato con cui vengono eseguiti e
persino l'arrangiamento neutro (che puo` condensare gli stili piu` disparati),
esibiscono la stessa capacita` profetica di cogliere lo spirito dell'epoca.
Il commosso tributo ai valori della nazione americana di
Unforgettable Fire (Island, 1984), piu` rilassato e maturo, poetico e
trascendente, si avvale di paesaggi onirici evocati dalla produzione
stratificata di Brian Eno: la commovente Pride in memoriam Martin Luther
King, la loro aria piu` memorabile, il summa del loro epos borghese;
Sort Of Homecoming, onirica e ipnotica; Wire, su ritmi caraibici
e minimalisti; Unforgettable Fire, eterea e sinfonica; Bad, tenera
e psichedelica.
Joshua Tree (Island, 1987)
indulge nella depressione apocalittica, e il loro
vittimismo di maniera produce lamenti gospel come I Still Haven't Found,
elegie amorose da AOR come With Or Without You e denunce politiche come
Bullet The Blue Sky (che contiene probabilmente il miglior assolo della
carriera di Edge, un assolo quasi "documentario" della guerra di cui parla la canzone), i tre poli della loro arte, per ciascuno dei quali
gli U2 si servono di uno stile appropriato.
Il loro idealismo si esprime in ballate che mescolano country, rhythm and
blues e rock and roll e talvolta li avvicinano al melodramma passionale di
Springsteen, ma sempre su un registro
molto piu` lirico (Running To Stand Still, Red Hill Mining Town,
Where The Streets Have No Name).
Malato di un realismo un po' obsoleto, il disco si riallaccia a temi e umori
degli anni '30, da Frank Capra a Ernest Hemingway.
Where The Streets Have No Name marks a new zenith of transcendental
intensity, thanks to the frantic raga-like ringing tones of the lengthy
instrumental overture and to the tribal beat.
Il live Rattle And Hum (Island, 1988) celebra l'immensa popolarita`
raggiunta dal complesso, nuovi bardi del nobile populismo che fu di Guthrie e di
Dylan. E non stupisce che proprio la civilta` dei folksinger fornisca
l'ispirazione qer quel monumentale atto di contrizione spiritual che e'
Love Rescue Me o per l'intensa elegia di Van Diemen's Land,
Proprio perche' si situano come eccezioni all'interno del corpus creativo
del gruppo
Desire, sorprendentemente propulsa da un tribalismo maniacale,
quell'incrocio di voodoobilly e jump blues che e` When Love Comes To Town,
il non meno tetro e incalzante gospel di Hawkmoon 269,
il soul fiatistico di Angel Of Harlem (1989) (ma con profumi di
Blonde On Blonde),
risultano fra i momenti piu` validi dell'intero repertorio.
Gli U2, emblema del "corporate rock" degli anni '80, tanto pomposo quanto
futile, fra nobili riesumazioni delle radici del rock (nel loro caso soprattutto
gospel e blues) e dubbio impegno civile. Il successo travolgente di Joshua
Tree e soprattutto dei loro spettacolari tour hanno fatto degli U2 una
delle piu` efficienti macchine economiche della storia del rock.
Negli ultimi decenni soltanto Michael Jackson e Madonna possono competere con
il loro amalgama di musica, personaggio e messaggio.
I primi accenni di caduta di popolarita` danno come frutto Achtung Baby
(Island, 1991), l'album che reinventa di fatto il loro sound.
A risaltare e` un arrangiamento rumoroso e imprevedibile che pure conserva la
sofisticata eleganza delle produzioni di Brian Eno (il vero artefice del loro
sound da Unforgettable Fire in poi) e soprattutto accentua la ballabilita`.
E` una mossa tutt'altro che controcorrente, anzi perfettamente in linea con
i trend della dance music britannica (piu` o meno "industriale") dei primi
anni '90. Dilagano cosi` i ritmi hip-hop e le sciabolate heavymetal.
Zoo Station vanta l'armonia piu` demoniaca (sostenuta da una pulsazione
alla T.Rex), ma i momenti migliori sono forse quelli in cui il gruppo torna
alle cadenze di Bo Diddley (Mysterious Ways),
al falsetto del gospel (The Fly, con un altro storico assolo di Edge, il singolo che annuncio` l'era elettronica degli U2) e agli accordi epici degli Who
(Even Better Than The Real Thing).
La ballad One recupera gli accenti accorati di Bono in un contesto
meno patetico del solito.
Who's Gonna Ride Your Wild Horses e Until The End Of The World
(con un altro assolo creativo di Edge)
ripercorrono i loro temi musicali in un'ottica che fonde il decadente e
l'industriale.
Zooropa (Island, 1993) conferma il piglio distratto e giocherellone del
nuovo corso, che ricorda un po` cio` che successe ai Beatles da Penny Lane
in poi. Si passa per velleita` industriali di quarta mano come
Daddy's Gonna Pay For Your Crashed Car, sketch demenziali degni dei
Residents come The Wanderer (un synthpop cantato dal tenore country di
Johnny Cash), per la psichedelia sonnolenta degna del John Lennon meno
ispirato di Numb, il tribalismo scipito alla Talking Heads di Lemon.
D'altronde, arrivati ai loro livelli di popolarita`, potrebbero permettersi
anche di incidere un disco senza musica.
Zooropa e` tanto "moderno" quanto lo furono Sgt Pepper nel 1967 o
The Wall nel 1980. Danno l'impressione di essere quattro bambini viziati,
tanto ricchi da potersi permettere qualsiasi capriccio.
Gli U2 e Brian Eno sono anche i Passengers, titolari di Original Soundtracks 1 (Island, 1995), una raccolta di brani sperimentali che giocano con
la musica ambientale e la musica da ballo elettronica.
Continuando la parabola che li accomuna ai Beatles (un improvviso successo di
vendite che ne fece un fenomeno sociale piu` che musicale, poi un successo
critico dovuto piu` ai produttori che ai musicisti, e infine una disperata
rincorsa a inseguire le mode di turno), gli U2 pervengono a
Pop (Island, 1997), album che incorpora le tecniche di produzione
della musica da ballo elettronica, quasi un album
di tardo synth-pop per nostalgici degli anni '80.
L'incalzante pulsazione di Discotheque, la musica industriale di
Mofo e Gone
offrono
i momenti "sperimentali", perlomeno per un gruppo conservatore come gli U2.
Il cuore del disco e` comunque rappresentato proprio dall'opposto, da canzoni
banali, prevedibili, senza nerbo come Staring At The Sun,
Do You Feel Loved, The Playboy Mansion, Please.
In mezzo ci sono mezzi "trip" psichedelici come
If You Wear That Velvet Dress, Miami, Wake Up Dead Man e
allucinati squarci di pathos come
If God Will Send His Angels e Last Night On Earth (che pero`
ruba il riff a Personal Jesus dei Depeche Mode e la cadenza a
Bang A Gong dei T-Rex).
Se questo disco l'avesse fatto un altro gruppo, non ne avrebbe parlato nessuno.
Bono ha inciso anche In A Lifetime con i Clannad, da alcuni considerato
il suo capolavoro vocale.
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