5ive Style & Lonesome Organist


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5ive Style, 7/10
Heroic Doses, 6/10
Miniature Portraits, 7.5/10
Lonesome Organist: Collector Of Cactus Echo Bags , 6.5/10
Lonesome Organist: Cavalcade , 6/10
Lonesome Organist: Forms And Follies (2003), 6/10
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If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. 5ive Style e` un trio strumentale di Chicago (talvolta aumentato dalle tastiere di Jeremy Jacobsen), capitanato dal chitarrista Billy Dolan. Il gruppo si esprime in un idioma al confine fra soul, funk e blues. Waiting On The Eclipse e Kiki's Cookout sono i primi singoli del 1994 e 1995. Al batterista John Herndon (anche nei Poster Children e nei Tortoise) si devono le ritmiche spigolose del primo album (Sub Pop, 1995), in particolare di brani ruvidi come Deep Marsh e Apple Pie. Con l'unica eccezione della cadenza ballabile di Afro Disco, il sound e` contorto e introverso. Non a caso finisce per deviare poco a poco verso il trip-hop di Outta Space Canoe Race, verso il magma surreale e spaziale di Lil' Chimes, verso lo slo-core alla Tortoise di Accept The Rain. Nel disco convivono due complessi, uno ancorato al passato dei Meters e uno proiettato verso il futuro del suono allucinato. A emergere e` soprattutto Dolan, un chitarrista dotato di un'intelligenza acuta e deviante, nonche' di un "picking" scientificamente primitivo e obsoleto.

Il singolo She's Humanoid (SubPop, 1997) aggiunge il canto ma delude.

L'album strumentale Heroic Doses (SubPop, 1998), accreditato a Heroic Doses, e` di fatto l'esordio solista di Bill Dolan, l'intelligenza deviante dei 5ive Style, qui accompagnato da Ryan Rapsys alla batteria e da Nick Macri al basso. Dolan vi si rivela un chitarrista creativo della scuola di Skopelitis e Buckethead, capace di scodellare con naturalezza tanto miniature melodiche (Gimme Less Friction, forte di un "ritornello" orecchiabile e di un ritmo swingante, Reggie Isn't It, una cantilena zoppicante a ritmo reggae, Heroic Theme Song, una canzone "pigra" da improvvisare nello stile di Blues Traveler e Phish) quanto esperimenti armonici (l'hard-rock spigoloso di On The Corner, Crystals, e soprattutto Manic Kraut Rock). A parte si situano il rumore ambientale e psichedelico di Ollie Oxen Free, e la conclusiva Euphonix, che decostruisce la melodia in maniera altamente creativa, sfruttando dub, minimalismo e lo stile di Hendrix. Sono saggi eruditi di chitarrismo, ma mai auto-indulgenti.

Nel frattempo Jeremy Jacobsen pubblica due album sotto lo pseudonimo di Lonesome Organist e il bassista LeRoy Bach (gia` con Liz Phair) si aggrega ai Wilco e si esibisce con un ensemble di funk di dodici musicisti (gli Uptightly).

Lonesome Organist is first and foremost a multi-instrumentalist, and secondly a crazy maniac who overdubs his instruments with the whacky enthusiasm of early Frank Zappa. Collector Of Cactus Echo Bags (Thrill Jockey, 1997) is a post-modern merry-go-round of quotations, mixing and shuffling genres from rockabilly (Lonesome Organist Theme) to bubblegum (Let Me Be Your Man), from musichall (Make Me Less Lonesome) to reggae (Ratt Advance On The Windsor Deluxe).

The equally eclectic (from garage-rock to ambient music) Cavalcade (Thrill Jockey, 1999) is more atmospheric and sounds more serious. One-man band Jacobson has few rivals. His art of orchestration harks back to maestros like Todd Rundgren, Ennio Morricone and Tom Waits (Dirty Plight). Lonesome Organist also plays on the albums by the band Nerves: Nerves (Thrill Jockey, 1998), New Animal (Thrill Jockey, 1999), World Of Gold (Thrill Jockey, 2001).

Lonesome Organist's Forms And Follies (Thrill Jockey, 2003) is one of Jeremy Jacobsen's most bizarre and illuminating works (Robot Fugue, The Victory of Sheila's Nap, The Moped).

(Translation by/ Tradotto da Giuseppe Schiavoni)

Lonesome Organist è prima di tutto un polistrumentista, e poi un folle maniaco che usa l’overdub per tutti i suoi strumenti con l’entusiasmo strampalato del primo Frank Zappa. Collector Of Cactus Echo Bags (Thrill Jockey, 1998) è una post-moderna girandola di citazioni, che abbina e mescola diversi generi, dal rockabilly (Lonesome Organist Theme) al bubblegum (Let Me Be Your Man), dal musichall (Make Me Less Lonesome) al reggae (Ratt Advance On The Windsor Deluxe).

L’ugualmente eclettico (va dal garage-rock alla musica ambient) Cavalcade (Thrill Jockey, 1999) è però un disco più d’atmosfera, e i suoni si fanno più seri. Come one-man band Jacobson ha pochi rivali. La sua arte negli arrangiamenti si rifà a maestri quali Todd Rundgren, Ennio Morricone e Tom Waits (Dirty Plight). Lonesome Organist suona anche negli album dei Nerves: Nerves (Thrill Jockey, 1998), New Animal (Thrill Jockey, 1999), World Of Gold (Thrill Jockey, 2000).

Forms And Follies (Thrill Jockey, 2003) di Lonesome Organist, è uno dei lavori di Jacobsen più bizzarri e folgoranti (Robot Fugue, The Victory of Sheila's Nap, The Moped).

If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.

I quattro si ritrovano per Miniature Portraits (SubPop, 1999), secondo album dei 5ive Style. Il sound e` cambiato radicalmente. Se il precedente era stato un disco di rhythm'n'blues come l'avrebbero potuto fare i Meters in un'auditorium, questo e` un album di musica leggera caraibica come l'avrebbe potuto fare una versione surf della Penguin Cafe` Orchestra o un Van Dyke Parks in vacanza in Jamaica. Ed e` alla fine uno degli album strumentali piu` geniali della fin de siecle, un impressionante balzo di qualita` rispetto al primo album. A dominare sono le frenetiche danze caraibiche di Pledge Drive, The Fancy Dance In Jeremy's Pants, Playful Sounds For Hostile Grounds e Marmy The Count, spesso accompagnate da un picking indemoniato e da un vibrafono kitsch. C'e` un generale senso di nostalgia e di revival, che trapela esplicitamente nella melodia da colonna sonora degli anni '60 di The Lost Oar e nel divertissment di gran classe di Sailor Girl Song, ma controbilanciato da armonie sperimentali e atmosfere metafisiche: Mythical Numbers oscilla fra musica new age e musica country; Father Time rimescola singhiozzi reggae di chitarra, vibrafono caraibico, ritmo di marimba; Hit The Decks si lancia in un dub cosmico e allucinogeno; e in Here We Go la chitarra intona una lenta ballad sul battito sordo di un tamburo.
Billy Dolan, che si era affermato come sopraffino chitarrista blues-rock, si rivela ora anche arrangiatore sublime di musiche d'epoca. Il timbro stridulo della sua chitarra domina comunque in lungo e in largo questi acquerelli esotici e surreali.

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