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John Hawkes (USA, 1925)
"The Cannibal" (1949) + Nella premessa il narratore dice che ha guidato per tre anni la ricostruzione d'un paese tedesco, ed ora ne racconta la storia. Il primo capitolo è un affresco delle rovine: un senso di desolazione, distruzione e squallore sovrasta le vite miserande degli uomini che abitano le macerie; l'edificio di Stella Snow, un'ex avventuriera, ospita un campione di questa demente umanità, balestrata e ridotta ai minimi termini; ognuno viene descritto in modo da sembrare vittima e protagonista di un'allucinazione. Stinz suona la tuba, il Censis-Taker passeggia, beve e chiacchiera, Jutta, sorella di Stella, bada ai suoi due bambini, e Zizendorf, suo marito (il narratore), è un giornalista: il sindaco, il capostazione, il duca, sembrano ombre deformi di creature del passato. Balamir, figlio di Stella, è il fantasma più inquietante, un matto uscito dal manicomio dopo i disordini che vi scoppiarono. Il setting è da commedia: Hawkes descrive l'ambiente ed elenca i personaggi. Figlia d'un generale, Stella fa la conoscenza, nel 1914, di due uomini: un espatriato inglese di nome Cromwell (di cui s'innamora) ed Ernest Snow, figlio del padrone d'un locale notturno (il vecchio Snow conta molto sul figlio, che ne è succube). Stella e Jutta vivono con il padre e la governante Gerta: Stella finisce per sposare Ernest e trasferirsi con lui in montagna; il generale muore; Gerta riesce ad accalappiare Herman, il padre di Ernest e Jutta viene messa in convento; Ernest muore e Gerta toglie a Stella il figlio appena nato. Zizenberg dirige un'operazione di terrorismo. La loro zona è pattugliata da un solo motociclista americano: si tratta d'ucciderlo e prendergli la moto. I congiurati s'appostano e tendono l'agguato (ma sembra più una processione di reietti); compiuto l'atto, Zizenberg emette un bando che dichiara il paese liberato dall'occupazione, e quel poco basta a far piangere di gioia Stella e a far riaprire il manicomio, come se fosse una rinascita. Abnormi, deformi, squilibrati, abulici, sopravvivono senza senso e senza futuro. Macabro e simbolico. "Beetle Leg" (1951) "Lime Twig" (1960) + "Second Skin" (1963) + "Blood Oranges" (1971) "Death Sleep" (1974) "Travesty" (1976) "Passion Artist" (1979) "Virginie" (1982) "Adventures in the Alaskan Skin Trade" (1985) "Whistlejacket" (1988) My old Italian text:
John Hawkes, ultimo dei grandi sperimentatori surrealisti, e' maestro nell' inventare situazioni da incubo, all' interno delle quali trova libero sfogo la qualita' onirica della sua narrativa. I suoi romanzi sono favole deturpate, i cui personaggi provengono dalla mitologia del subconscio, i cui paesaggi sono aridi e "vuoti" (la Germania anno zero, l' Inghilterra sotto i bombardamenti, il deserto, un' isola), la cui morale e' sempre il grottesco della vita. Da un lato Hawkes crea atmosfere opprimenti (talvolta utilizzando strumenti dell' horror) e dall' altro conferisce alle storie un valore allegorico: nell' insieme costruisce cupe metafore del destino umano.
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