Eca De Queiroz

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L’illustre casata Ramirez
Gonçalo Ramirez è il discendente di un’antica casata d’eroi che fu protagonista della storia del Portogallo. Vive in solitudine nella Torre che ha ereditato, senza altri stimoli o ambizioni che scrivere un romanzo storico sulla propria casata. Le poche visite sono quelle dell’amico Totò, del sindaco João Gouveia, del cantante Videirinha, della sorella Giacinha e del cognato Josè Barrolo, dell’anziano Sanchez Lucena e della sua bella e giovane moglie Anna, insomma della nobiltà del luogo. L’odiato nemico è Andrè Cavaleiro, uomo potente al centro degli intrighi politici di Lisbona che in gioventù era stato suo amico e si era infatuato della sorella Giacinha, ma che poi si era guadagnato il suo odio imperituro abbandonando la appunto sul più bello. Gonçalo è un uomo pigro e pauroso, che non sa come impiegare il proprio tempo libero. Un giorno comincia ad accarezzare l’idea di diventare deputato, che suscita subito l’entusiasmo dei suoi conoscenti. L’unico problema è d’orgoglio: siccome le elezioni sono pilotate da Cavaleiro, Gonçalo può sperare di diventare deputato soltanto se fa la pace con l’odiato nemico, del qual è decantato da anni il comportamento. Un altro diversivo è rappresentato dalla morte di Sanchez Lucena, che trasforma Anna in una vedova ricca ed appetibile. Alla fine l’ambizione vince e Gonçalo fa la pace con Cavaleiro. In tal modo involontariamente lo riavvicina alla sorella e una notte è testimone di un loro incontro amoroso. Presto le pettegole cominciano a parlare e Barrolo riceve persino una lettera anonima. Gonçalo, per quanto umiliato, è troppo vigliacco perché agisca. Finge di nulla, mostra una lettera anonima alla sorella, la invita a non dar animo a sospetti, e ci mette una pietra sopra. Un’altra brutta notizia gli viene da Totò: cui lui aspirava pare abbia avuto degli amanti, è indegna di un aristocratico come lui. A cambiare la sua vita è un evento quasi casuale: aggredito da due giovinastri, riesce a malmenarli. Improvvisamente diventa un eroe. Solo la sua fama non ha più confini, raggiungendo anche i giornali della capitale, ma Gonçalo si libera della paura che lo ha sempre limitato. Tant’è che rifiuta sdegnato il titolo di marchese offertogli dal re (in realtà un regalo di Cavaleiro al fratello accondiscendente della sua amata) e, benché eletto deputato a furor di popolo, abbandona presto la politica per trasferirsi armi e bagagli in Africa. Anche il suo romanzo è un successo, esaltato persino dall’opposizione come una potente ricostruzione del nobile passato del Portogallo. DeQueiroz racconta con uno spiccato senso dell’umorismo, che a tratti rappresenta la parodia. La novella che Gonçalo sta scrivendo è un romanzo dentro il romanzo. La personalità di Gonçalo alla fine è un’allegoria per il Portogallo.
La capitale

Rimasto orfano, il giovane Arturo, che il padre ambizioso ha voluto avviare alle lettere, si trasferisce dalle zie Riccardina e Sabrina, che conducono un'umile esistenza nel loro paesino. Arturo sogna un avvenire di gloria e si sente sprecato in quell'ambiente, soprattutto quando, per non vivere soltanto alle spalle delle buone zitelle, deve impiegarsi presso il farmacista. Dopo aver tanto sospirato la capitale, un'improvvisa eredità gli rende possibile il viaggio a Lisbona: lasciando le zie nella miseria, parte fiducioso di poter presto diventare poeta e drammaturgo; l'amico e giornalista Melchiorre è uno dei tanti che approfittano della sua vanità e, prospettandogli un luminoso avvenire, gli spillano quattrini. Divorato dall'ambizione, s'introduce nei circoli intellettuali di Lisbona, senza rendersi conto che tutti deridono i suoi sforzi e la sua presunzione.

Spende molto per far pubblicare la sua opera, convinto che sarà un successo: invece nessuno la compra, ed una dedica gli aliena le simpatie dei repubblicani, nei quali gli era sembrato di trovare un rimedio all'ipocrisia dei borghesi. Allora si ritira con Concha, un'amante spagnola, in un albergo più modesto, ma anche Concha dopo un po' si stanca di lui e lo pianta. Rimasto solo e senza denaro, riceve un telegramma che gli annuncia la morte della zia Sabrina; pur commosso ed affranto, si lascia trascinare in un'ultima orgia: quando arriva al paese, la morta è già stata sepolta e non gli resta che piangere sulla propria ingratitudine.



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