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Fra i tanti pianisti new age che hanno rivalutato le intuizioni di Satie un
musicista di Seattle, John Boswell, cresciuto in California e laureato alla U.C.L.A., ha il vantaggio di
averle applicate al mondo del musical. A Broadway, infatti, ha lavorato a diverse produzioni (come
direttore musicale) e ha scritto le musiche per un paio di musical minori.
Lo stile intimista di The Painter, uno dei tanti album per solo
piano dell'epoca, si distingueva dalla concorrenza, fin dall'ouverture Mafu, per via di un tempo
più rapido e un piglio più vigoroso. Composizioni sconsolate come la marziale Four
A.M. e la funerea Quilt innestavano quanta più emozione possibile su quelle
sonorità così dinamiche e robuste. Meno spettacolare, ma più penetrante, era lo
stile colloquiale e cantabile di London e Back To York, un modo di raccontare facendo
scorrere le dita sulla tastiera.
L'ultimo aspetto della musica di Boswell era quello legato alla vita
domestica e rurale, la rapsodia sognante di James And The Giant Peach, la fuga esuberante di
Path, il tema eroico di Frontiers. Soltanto Pleiades ricorreva invece
all'impressionismo di moda. Lungi dal tentare qualsiasi avventura armonica, dal proporre rivoluzioni al
canone della consonanza o di dar vita ad acrobazie tecniche, Boswell si atteneva al manuale della new
age: musica semplice, comunicativa, rilassante.
Con sassofono e percussioni Kindred Spirits provò a
vivacizzare un po' le sue grevi romanze. Rapsodie briose, sognanti ed esotiche come Waterfall e
Moscow sono soltanto il preludio al panorama romantico e sensuale di Night At The
Beach. L'esotismo fa da contrappeso alla classicità dei nuovi pezzi per solo pianoforte, dalla
fuga a rotta di collo di Rikki's Dream alla ballad notturna di Cornwall Bridge. L'aria
luminosa della title-track, che pianoforte e sassofono si scambiano avanti e indietro con continue
variazioni, e quel carillon natalizio che è Climbing trasportano il meglio del melodismo di
Boswell in una sfera molto intima. Questa variante del più malinconico jazz urbano fu l'effetto del
suo trasferimento a Manhattan.
Con la raccolta di musiche natalizie di Festival Of The Heart ha
avuto inizio il sodalizio con Brian Keane, autore di orchestrazioni lussureggianti. Boswell ricambia il
favore suonando sul suo Common Planet.
La mano di Keane si avverte su Count Me In, in cui suona anche
uno stuolo di smaliziati performer (fra cui il sassofonista Dave Mann, il violoncellista David Darling,
Keane stesso alla chitarra). Su Reunion, il tema più forte dell'album, l'assolo struggente di
sassofono ruba anzi la scena al piano. Se la melodia più orecchiabile è probabilmente
quella celtica di Do It As A Friend, il titolo di tema più arioso va forse alla jazzata
The Promise Of Rain. I brani per solo pianoforte (Aletha e Fourteenth Street), in
chiave minore, hanno la funzione di momenti di raccoglimento, in mezzo alla musica da cocktail lounge
di One Night In Paris e al sogno elettronico di Underwater Scene. Il connubio fra folk e
jazz rivela le sue radici musicali, ma esalta anche un programma fra i più "puristi" della new age,
avulso tanto dalla world-music quanto dalla musica classica.
Boswell suona e canta anche nel trio vocale Wiseguy. Negli anni '90 ha
composto anche musiche per spettacoli televisivi, sempre facendo la spola fra New York (sua nuova
residenza) e Los Angeles.
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