Richard Burmer
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Mosaic (Fortuna, 1984) ***
Bhakti Point (Fortuna, 1987) ***
Western Spaces (Innovative Communications, 1987) ** with Steve Roach with Kevin Braheny
On The Third Extreme (Gaia, 1988) **
Invention (American Gramaphone, 1993) **
Treasures Of The Saints (Miramar, 1996) *
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Con l'album Mosaic Richard Burmer si rivelò bozzettista "cosmico" della scuola di Schulze, popolarizzatore delle caratteristiche progressioni di sequencer.

Fin dall'inizio, comunque, la sua arte si distinse per l'accortezza degli arrangiamenti, che all'elettronica monolitica del maestro tedesco sapeva aggiungere suggestivi voli di sassofono nel nulla (Solarsex), sibili di flauto in stasi eterne (Winter On The Wind), passi di danza rinascimentale (Lamento di Tristan), voci, cornamuse e percussioni in climi esotico- ritualisti (Ave Pladaelio). Abile propinatore di sensazionalismi da "Star Wars" (Physics) e di temi atmosferici (Ela-A), Burmer non aveva però un decimo dell'ambizione di uno Steve Roach.

Con una produzione più moderna e professionale, Bhakti Point ampliò gli orizzonti verso la world-music (la title-track, A Book Upon The Crossroad), anche se il forte di Burmer rimangono sempre le piece puramente elettroniche di Nightland e Closer Than Love, ambientate nei grandi spazi siderali; solo che Burmer sembra ora servirsi di questo genere per coniare una nuova forma di ballata strumentale domestica, parte sonata romantica e parte meditazione zen, con un nuovo afflato lirico e una nuova sensibilità timbrica che eleva la space music a musica da camera (Willow Song, Little Dreamer). Capolavoro dell'album (e dell'intera sua carriera) rimane però Reunion, che fonde un tema cantabile, un cadenzato accompagnamento rinascimentale, versi di uccelli e una romanticissima apoteosi orchestrale in uno dei più angelici inni alla Natura.

Sfruttando la perfetta padronanza degli arrangiamenti elettronici che ha raggiunto, Burmer registra un disco molto più commerciale, On The Third Extreme, dedicato a temi melodici reminescenti di Kitaro (Turning To You, The Forgotten Seasons) e impressionismi esotici violentemente elettrici (l'incalzante Magellano, la martellante The Art Of Spirit Bending). Burmer riesce comunque a replicare l'atmosfera estatica di Reunion nel sinfonismo struggente e magniloquente di Waking The Icons.

Invention è più raffinato, lirico, celestiale, soprattutto Walking Summer To Sleep e Settle Near The Sunset, con Landing a suggerire orizzonti più lontani e gli esperimenti jazz di Inventor a proporre una new age più ardita.

Indubbiamente molto dotato sia nelle melodie sia negli arrangiamenti (o, meglio, nella regia cinematica del suono), Burmer ha però disperso il suo talento elettronico in diverse direzioni, senza riuscire ancora a definire una chiara personalità artisitica. Burmer è comunque un compositore molto nostalgico, romantico, che avrebbe potuto benissimo vivere e comporre musica duecento anni fa.

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Shining By The River (Audio Alternatives, 1995) is an anthology.

Treasures Of The Saints (Miramar, 1996) is an odd collection that wastes a lot of time in half-baked exotic/exoteric ambience Only the sixth track (These Things Will Change The Sleep Of Angels) finally intones a decent melody. Leaders In Frenzy launches in a percussive gallop and sets in motion a bolero-like crescendo. That's as much action as the album provides. Melodic bombast a` la Vangelis is always hinted but never achieved.

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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