- Dalla pagina su David Friesen di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Testo originale in italiano di Piero Scaruffi)

David Friesen ha ridato nobiltà al contrabbasso, lanciandolo in assoli che sono normalmente esclusiva della chitarra e facendogli suonare le melodie più commosse. Ha prestato il suo talento a Joe Henderson, George Adams, Sam Rivers, John Scofield, Airto Moreira, Denny Zeitlin, Clark Terry, Paul Horn, Dexter Gordon, Stan Getz, Mal Waldron e tanti altri jazzisti. Il suo strumento preferito è il basso Oregon, un incrocio fra la viola da gamba del Rinascimento e le tecniche di registrazione digitali.

Nato nel 1942 a Tacoma, nello stato del Washington, gli anni formativi di Friesen sono quelli del servizio militare, quando, di stanza in Germania, prende lezioni di contrabbasso e ha modo di accompagnare Chet Baker ed Eric Dolphy nei loro tour. Tornato negli USA, studia composizione classica e jazz a Seattle. Nel 1965 ha l'illuminazione mistica che gli ispira la carriera musicale: rinuncia all'ebraismo e diventa cristiano.

Il titolo di Color Pool è ispirato dall'idea armonica che presiede alla musica di Friesen, quella di un patrimonio di colori da cui l'artista seleziona di volta in volta una combinazione di "colori" (il tutto sullo sfondo di una spiritualità cristiana). E' il contrabbasso da solo, nel suo tipico stile "pizzicato" e "staccato", a interpretare i due temi più cantabili della raccolta, resi con una "dizione" cristallina: You Make Me Smile e la title-track. Il disco è però soprattutto un banco di prova per la tecnica di Friesen, che ha modo di sperimentare nel Duet e nell'ambizioso Bass Quartet. Per inciso, il suo stile pianistico scimmiotta quello al contrabbasso, ma finisce per sembrare dissonante e brutale nelle jam scatenate di Vineches e Tether.

Fin dal primo album in proprio, Star Dance, Friesen mise in luce la predisposizione per un suono dalle tonalità calde e, al proprio strumento, un'intelligenza subdola, capace di imporre logiche ardue ma lucidissime al più abulico dei bassi. Paul McCandless, John Stowell e Steve Gadd gli danno una mano a mettere a fuoco i due modi fondamentali della sua arte: il maestoso impressionismo di Winter's Fall e Clouds, e l'umile folk di A Little Child's Poem e della title-track.

Waterfall Rainbow (1977) mise a frutto quelle intuizioni in composizioni ariose e leggiadre, avvalendosi di un'orchestra d'eccezione: la chitarra acustica di Ralph Towner, la chitarra elettrica di John Stowell, l'oboe di Paul McCandless e il flauto di Nick Brignola. Dalla briosa title-track, degna del carnevale di Rio, alla fanfara travolgente di Dancing Spirits Before The Lord, il disco è una parata di armonie esuberanti e lussureggianti, che culmina nell'arrangiamento spettacolare per il tema mediorientale di Spring Wind; e i due assoli, French Festival e Song Of The Stars, non sfigurano per nulla al cospetto delle "canzoni" più scatenate.

La prima svolta di Friesen avvenne con i duetti di Through The Listening Glass (july 1978), con John Stowell nei panni del gregario tuttofare. Echi della world-music e del misticismo di Don Cherry e Paul Horn penetrano il salmo di Wisdom's Star (in cui Friesen suona il flauto shakuhachi), la Carousel Parade (in cui Frisell percuote il contrabbasso per simulare una frenetica percussione), il vertiginoso tribalismo di Ancient Kings. Ai climi ottimisti e spensierati dei primi dischi riportano invece la title-track, l'Autumn Ballet e Wings Of Light.

Ancora Stowell lo accompagna in Other Mansions (november 1979), disco che segna il ritorno ai climi mistici di Listening Glass. Trasudano spiritualità il raga a rotta di collo di Trilogy e la preghiera accorata per soli contrabbassi di All That Has Breath And Life. Se il tema sincopato della title-track è un ennesimo pretesto per esaltare il proprio virtuosismo, Friesen scopre anche un registro più umano e domestico in Tomorrow's Dream.

Amalgamando tutte le esperienze precedenti in un album solista, Friesen perviene a quello che è forse il suo capolavoro: il solo Paths Beyond Tracing. Friesen vi suona violino, contrabbasso e flauto di bambù. Song In The Night, per solo contrabbasso, è il canto appassionato di uno spirito libero che ha trovato la pace con se stesso. Gli accordi agonizzanti delle Symphonies non sono altro che versi di una preghiera interiore. I due "blues", Shapes And Colors e Sword Of The Prophets, si crogiolano in visioni magiche. Tutto il disco è un concentrato di sensazioni intensissime che guardano alla vita dalla prospettiva del saggio.

Storyteller (april 1981) conclude questa prima fase della carriera di Friesen all'insegna di un suono di gruppo (Stowell alle chitarre, McCandless all'oboe e al corno inglese, Tom Harrell al "flugelhorn", Gary Hobbs alle percussioni). Gli inni commossi di Pathway e Dance Of Life e l'impressionismo idilliaco di Spirit Lake e Clouds completano la formazione spirituale di Friesen.

A quel punto Friesen viene trascinato da Paul Horn e Steven Halpern sulla strada della musica meditativa. Con Amber Skies (january 1983) al fianco di Chick Corea, Paul Horn e Airto Moreira, e Inner Voices (1988) ha inizio il suo periodo più mistico e intimista, in cui l'artista si avvicina ai modi e ai contenuti della new age. Dopo Departure (july 1990), però, la sua attività si è fatta frenetica e un po' dispersiva.

I duetti con il sintesista Jeff Johnson di More Mistletoe Magic (1985), con il chitarrista Uwe Kropinski di Departure (july 1990), quelli con l'altro bassista Glen Moore di Returning (april 1993), quelli con il pianista Denny Zeitlin, i trii con il pianista Randy Porter e il batterista Alan Jones di 1,2,3 e tanti altri dischi in collaborazione con altri musicisti ne fanno il bassista più prolifico della storia della musica.

L'impresa più ambiziosa di questa fase è la tetralogia di dischi per la ITM, culminata nei duetti assortiti di Two For The Show (august 1992) e con i trii con Clark Terry e Bud Shank di Three To Get Ready (february 1994).

Friesen è un contrabbassista in grado di suonare come un'intera sezione ritmica, con una densità (prima ancora che velocità) senza eguali. Il suo stile è soprattutto uno stile energico, vulcanico, effervescente.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Midnight Mood (Intuition, 2005), registrato nel 2002, documenta un trio con pianoforte.

Il doppio CD Connection (ITM, 2007) contiene 15 duetti con il chitarrista Larry Koonse (registrati nel 2005) e diverse cover registrate nel 2001 da un trio.

Il contrabbassista bianco David Friesen passò dagli esperimenti per lo più di contrabbasso solista di Color Pool (ottobre 1975) al dolce jazz-rock da camera con sfumature etniche di Star Dance (novembre 1976), in un quartetto con il suonatore di corno e oboe Paul McCandless, il chitarrista John Stowell e il percussionista Steve Gadd, e di Waterfall Rainbow (agosto 1977), con McCandless, Stowell, il chitarrista Ralph Towner, il flautista Nick Brignola e due percussionisti, per poi ritornare all'album solista Paths Beyond Tracing (febbraio 1980), ma in una vena spirituale new age.
Composizioni più lunghe e un'atmosfera più intima caratterizzarono Storyteller (aprile 1981), in quartetto con McCandless e Stowell, e soprattutto Amber Skies (gennaio 1983), con il sassofonista tenore Joe Henderson, il flautista Paul Horn, il pianista Chick Corea, il batterista Paul Motian e il percussionista Airto Moreira.


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