Michael Stearns


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Ancient Leaves (Continuum Montage, 1977) *** 6.5/10
Sustaining Cylinders (Continuum Montage, 1978) **
Morning/ Jewel (Continuum Montage, 1979) **
reissued as Jewel (Sonic Atmosphere, 1985)
Planetary Unfolding (Continuum Montage, 1981) *** 6.5/10
reissued (Sonic Atmosphere, 1985)
Lyra Sound Constellation (Continuum Montage, 1983) *** 7/10
Lightplay (Continuum Montage, 1983) *** 6.5/10
reissued in M'Ocean (Sonic Atmosphere, 1985)
Chronos (Sonic Atmosphere, 1985) **** soundtrack 7/10
Plunge (Sonic Atmosphere, 1986) *
Floating Whispers (Sonic Atmosphere, 1987) *** 6.5/10
Encounter (Hearts Of Space, 1988) *** 6.5/10
Desert Solitaire (Fortuna, 1989) ** with Braheny and Roach
Baraka (Milan, 1993) * soundtrack
Sacred Site (Hearts Of Space, 1993) *
Singing Stones (Hearts Of Space, 1994) *** 6.5/10
The Lost World (Hearts Of Space, 1995) *
Kiva (Hearts Of Space, 1995) * with Steve Roach and Ron Sunsinger
Collected Ambient And Textural Works (Hearts Of Space, 1996) ** anthology
Collected Thematic Works 1977-1987 (Hearts Of Space, 1996) * anthology
Within (Earth Turtle Music, 2000) *
Spirits Of The Voyage (Earth Turtle Music, 2000) *
The Middle of Time (Earth Turtle Music, 2000) *
Sorcerer (Spotted Peccary, 2000) *
The Storm (Spotted Peccary, 2000) *
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Michael Stearns (cresciuto a Tucson in Arizona, ma trasferitosi dal 1972 a Los Angeles per aderire alla religione sufi e lavorare con una compagnia di danza) è passato alla storia come uno dei tre iniziatori della new age elettronica di Los Angeles (con Kevin Braheny e Steve Roach), ma dei tre è sempre stato il meno fedele all'assunto. Fin dall'inizio le sue composizioni "sembravano" suite elettroniche, ma erano tutt'altro, perché erano generate dai suoni delle percussioni, per quanto manipolati in studio.

La sua specialità erano partiture pittoriche di grandi dimensioni, orchestrate per elettronica e strumenti di sua invenzione. Le sue suite non avevano però nulla in comune con il sensazionalismo dei tedeschi. Erano semmai studi ascetici sulle proprietà acustiche degli oggetti. Di conseguenza i suoni che finivano su disco erano risonanze lunghissime, rombi quasi impercettibili, scale microtonali. Talvolta passano dieci minuti prima che succeda qualcosa, e quel qualcosa può essere un semplice ronzio. In una lentissimo e armonioso altalena di estasi e di paura quelle suite costituivano la colonna sonora ideale per un planetarium.

All'inizio per i suoi "balletti" Stearns pensò di ancorare l'armonia a grandi tubi metallici in configurazioni da vibrafono. Da quelle idee nacquero i primi dischi: Ancient Leaves, with Ancient Leaves reminiscent of Luigi Nono's and Karlheinz Stockhausen's electronic-vocal poems, the sinister drones of Elysian E, Sustaining Cylinders (con campanelli e oceano), Jewel (con suoni della natura come nell'"om" galattico di Morning, oppure cori di monaci come nella preghiera estatica di Jewel).

Il passo successivo fu quello di costruire sculture sonore: Lyra, un'idra di 156 fili metallici tesi in giro per la stanza (i droni fantasmi di Subterranean Ambience, le vertigini e distorsioni di The Dragon's Dream World, la musique concrete percussiva di Rivers Of Rhythm); e Chronos, uno strumento mostruoso fatto di corde di pianoforte e pezzi di aeroplano. Ciò nonostante la sua "musica", rallentata, diluita e rarefatta fino a perdere qualunque connotato musicale, risultava atmosferica e ambientale, tanto che Chronos venne utilizzata come colonna sonora e sarebbe rimasta la sua opera più celebre.

Con Planetary Unfolding, ispirato dall'idea che l'universo è fatto di suono, non di materia, Stearns si convertì a una musica per sintetizzatori più convenzionale, ma lo fece sempre conservando la predilezione per i toni lunghi e gravi (e un gusto quanto meno bizzarro per i titoli).
Nel primo movimento, In The Beginning, una nebulosa di accordi prende corpo poco a poco. Un nugolo di sibili e ronzii intergalattici attraversa da parte a parte Toto I've A Feeling We're Not In Kansas Anymore e finalmente, con Wherever Two Or More Are Gathered, gli accordi cominciano a condensarsi in figure melodiche che sfarfallano per un po' liberamente e poi si dissolvono nel nulla. Dopo tante sonorità morbide e statiche l'atmosfera tenebrosa e la tonalità rombante di Life In The Gravity Well e il crescendo percussivo di Something's Moving vengono quasi come un sollievo. In mezzo c'è l'unico pezzo dotato di un minimo di poesia, The Earth Kissed The Moon. Stearns è impeccabile nella sua opera di macchiaiolo degli spazi interstellari, anche se il suo dilungarsi negli effetti che propone è una forma di narcisistico manierismo.

La sua musica cosmica non indulge né in apoteosi wagneriane né in facili ritornelli, ma semmai in sentimenti di timida soggezione.

Chronos rappresenta il vertice di questi concetti. La sinfonia cosmica inizia (Corridors Of Time) all'insegna di una vibrazione cupa e minacciosa che cresce piano piano. Man mano che cresce ci si rende conto che non si tratta di una vibrazione unica e statica, ma di un intreccio di "droni", ciascuno con un suo svolgimento (per quanto lento). Quello più melodico (Essence And The Ancients), una salmo da organo a canne, prende il sopravvento, con i suoi riverberi quasi subacquei, e continua a gonfiarsi in un crescendo marziale. La musica si abbassa in un bisbiglio paradisiaco (Angels Bells And Pastorale), poi decolla e va a posarsi in un silenzio percosso da quelli che sembrano rintocchi distorti di enormi campane. All'improvviso spunta un motivetto quasi barocco (Portraits) tintinnato furiosamente fino a disintegrarsi (Ride) nelle vastità del cosmo.

Attraverso Lightplay (o M'Ocean) e Plunge Stearns cominciò a moderare le sue aspirazioni al colossal cosmico.

Lightplay è un esempio supremo di musica ambientale che è densamente tragica invece che dolcemente ineffabile, di musica cosmica che è liricamente statica invece che in movimento turbolento. Le fasce sonore che si avvitano dentro l'armonia di Sirens, i tintinnii cristalline e i cori di monaci di Vicki's Dance, la lunga e angosciante attesa di Marriage Chords, i luccichii abbaglianti di Lightplay raffinano un'arte di raccontare senza trama. I maestosi e luccicanti cavalloni di M'Ocean reinventano i poemi sinfonici di Listz, il balletto minimalista di Fireflies' Delight aggiorna i passaggi di Cajkovsky.

Plunge contains inferior versions of Stearns' art, such as the sinister, symphonic poem Dark Passage, the psychedelic/eastern Bell Tear, the percussive world-music of Penguins on Mars, the percussive melodic novelty Whoosh, the guitar-driven melody Space Grass. It is a poppier and relatively light affair for Stearns.

L'ars nova di Stearns è leggiadra e profonda, colta e naif, poetica e cerebrale. Di questo passo Stearns abbandonò la forma suite a favore della vignetta impressionista e la sua musica divenne drammatica, opulenta e cromatica.

The space ballads of Floating Whispers constitute a significant step forward: the fibrillating distortion of A Moment Before, the renaissance aria The Reflecting Heart, the collage of natural sounds of Night Currents, the quiet ambience of At the Bath the electronic tide of Spanish Twilight.

Encounter, suite in dieci parti che racconta di un UFO e del suo viaggio fra le galassie, contiene alcuni dei suoi impasti elettronici più seducenti, quasi "barocchi" nel loro tentativo di rendere gli spazi siderali (come nei "droni" elusivi della title-track).

A Desert Solitaire Stearns regalò un paio dei suoi quadretti migliori, Labyrinth e Shiprock.

Sacred Site è una raccolta di musiche per film degli ultimi dieci anni, fra cui spiccano Genesis Voice e Bakara, le più tragiche.

Negli anni '90 l'artista, ritornato a vivere nel deserto dell'Arizona e ossessionato da antiche leggende che narrano di "pietre cantanti", prima ha costruito strumenti elettronici che dovrebbero renderne l'idea, e poi si è anche messo a raccogliere pietre risonanti.

Su Singing Stones, aiutato da musicisti Cheyenne, ha composto dodici canzoni per pietre, piccolo ensemble e coro pellerossa. Come successo con Micus, le risonanze delle pietre sono accuratamente mimetizzate nel magma di accordi in maniera da fornire soltanto una vibrazione di sottofondo a cui tutto il resto deve accordarsi. Stone People, Ringing Desert e soprattutto Subterranean Garden vengono fatti oscillare ipnoticamente fra materia inanimata e animo umano, fra pietra e cuore, fra atomi e pensiero. I mondi inanimati e quelli animati vengono messi in diretta corrispondenza, come se fra i due la differenza consistesse soltanto nella frequenza della vibrazione, non nella provenienza di quella vibrazione.

In Ghost Dance il ronzio extraterrestre delle pietre viene sposato a un andamento ritualistico, in Night Rocks alle voci della notte. Le possibilità sono praticamente infinite e Stearns esplora soltanto alcune combinazioni armoniche. Con un flauto "nativo" e un po' di sonagliere Ringing Desert va a situarsi fra Steve Roach e Carlos Nakai. La vibrazione di Honoring Stone Magic è un "drone" cupo e cavernoso che si spalanca all'improvviso in una moltitudine di suoni luminosi, e sposta la ricerca di Stearns al confine con l'avanguardia di Stockhausen.

Stearns è un maestro dell'ambiente sonico, delle tecniche di registrazione, dotato di una sensibilità sovrumana per la disposizione spaziale dei suoni.

The Lost World cambia completamente scenario: dalle pietre del deserto dell'Arizona ai "tepui" del Venezuela. Stearns si improvvisa insomma pittore e psicologo. Un crescente ricorso al canto (Lost World Theme), alle percussioni etniche (Imu Paru), ai campionamenti (Maripak) e ai suoni naturali (Volcano, St Francis) non giova alle sue partiture elettroniche, che hanno bisogno di spazio e tempo per trasmettere la sensazione dell'immensità.

Quella di Stearns è una musica di calcolati trucchi, di assenze, di allusioni, di suspence, di indecifrabili infiniti. La musica diventa silenzio, il silenzio musica.

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Stearns e` (con Roach e Braheny) uno dei tre grandi precursori della musica new age elettronica di Los Angeles. Vent'anni dopo esce questa antologia, Collected Ambient & Textural Works (Fathom), che offre un eccellente compendio dei brani migliori. Giustamente l'album e` indirizzato agli amanti dell'ambientale, in particolare dei vari dilettanti britannici, in confronto ai quali Stearns e` un Beethoven. Manca del tutto Chronos, che io considero il suo capolavoro, e troppo spazio e` dedicato a Plunge e Floating Whispers, che sono i suoi album piu` mondani.
Mancano del tutto gli ultimi otto anni, quelli di Encounter, Sacred Site, Singing Stones e The Lost World, ma ci sono ampi estratti dai primi, spesso introvabili, album.
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Collected Ambient & Textural Works (Fathom), a double-CD anthology celebrates twenty years of experimenting at the forefront of technology, and we can forgive the label for targeting the fashionable "ambient" market: Stearns' catalog belongs to contemporary music, period. It is even unfair to the competition: compared with today's ambient amateurs, Stearns is Beethoven. The selections do not include alla that one would like to remember of his past: Chronos (possibly his masterpiece) has been omitted, and too much time is reserved for Plunge and Floating Whispers, which are among his most mundane efforts. The last eight years have not been sampled (all the CDs are still available, after all), but the anthology features extended selections from his early, rare, recordings, which, alone, are worth the price of the two CDs.

It was coupled with Collected Thematic Works 1977-1987, that devotes too much space to inferior albums such as Plunge and Floating Whispers.

The film soundtrack for Ron Fricke's Baraka (Milan, 1993) was composed with L. Subramaniam, David Hykes, and Dead Can Dance.

Within (Earth Turtle Music, 2000) explores nine concentric circles from the molten core of the Earth to life on the planet's surface to the distant galaxies.

Spirits Of The Voyage (Earth Turtle Music, 2000) and The Middle of Time (Earth Turtle Music, 2000) were also film soundtracks.

Sorcerer (Spotted Peccary, 2000) was a collaboration with Ron Sunsinger.

The Storm (Spotted Peccary, 2000) is a revision of The Light in the Trees (Amplexus).

Michael Stearns, Lisa Gerrard and Marcello De Francisci composed the soundtrack to Ron Fricke's documentary Samsara (2011).

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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