Anthony Asquith


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Anthony Asquith, figlio del conte di Oxford che fu anche Primo Ministro, si recò a Hollywood ad apprendere gli elementi del mestiere e tornò in patria negli anni Trenta; fu per anni il più sperimentale dei registi a soggetto, e il più maturo dal punto di vista stilistico, uno dei pochi in ogni caso a ripudiare lo stile cosmopolita di Korda a favore di un approccio nazionale; dalla comica Shooting stars (con un montaggio ardito), dal dramma di amori rurali A cottage on Dartmoor, al reportage polemico e semi-documentaristico di Tell England (1931), si dedicò a ritrarre aspetti e mentalità tipicamente inglesi. Con Pygmalion (1938, da Ihan) e The importance of being Ernest (1952, da Wilde), si rivelò eccellente riduttore di opere teatrali. Nel periodo bellico diresse il suo capolavoro, The way to the stars (1945), ambientato fra gli aviatori destinati alla morte e le loro compagne. Il buon gusto e la cura nel descrivere gli ambienti borghesi gli consentirono di vivacchiare senza lode né infamia, attraverso il poliziesco Woman in question (1950), squarcio di abiezione con al centro una odiosa chiromante (la vittima) e un commerciante da lei sedotto (l'assassino), Winslow boy (1950) film giudiziario in cui un avvocato difende un cadetto navale accusato di furto, The Browning Version (1951), commedia sentimentale di un vecchio insegnante sulla soglia del pensionamento che dopo anni di vita grama, tradito dalla moglie e deriso dagli studenti, ottiene la sua prima grande soddisfazione, fino agli all-star film come The V.I.P.S. (1963), all'aeroporto di Londra, bloccato per la nebbia, Liz Taylor e il marito miliardario si riconciliano, Wells sposa la segretaria per evadere il fisco, e tante altre storie, e The Yellow Rolls-Royce (1964), giostra satirica e sentimentale attorno ad una automobile della Grande Guerra (una marchesa adultera, un gangster tradito dalla sua pupa con un fotografo, una miliardaria innamorata di un partigiano, etc...).

Fu però un romantico obsoleto, troppo gentiluomo per abbandonare lo stile aristocratico tipico dei registi inglesi.

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