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Sidney Poitier, attore
proveniente dal teatro di Harlem, esordi' nel cinema nel 1950 con No Way Out un
melodramma anti-razzista di
Joseph Mankiewicz
e divenne in breve l'unica star di colore di Hollywood, spesso in
film di impegno civile, come
Blackboard Jungle (1955) di Richard Brooks,
Edge Of The City (1957) di Martin Ritt
The Defiant Ones (1958) di Stanley Kramer,
A Raisin In The Sun (1961) di Daniel Petrie,
The Slender Thread (1965) di
Sidney Pollack,
In The Heat Of The Night (1967) di
Norman Jewison,
Guess Who's Coming To Dinner (1968) di Stanley Kramer.
Il suo baritono "Caribico", la grazia e la nobilta' dei movimenti, lo sguardo umile e
dignitoso, ne fecero l'ideale interprete di compromesso.
Per due decenni fu l'icona ufficiale della Hollywood liberale.
Come regista diresse Warm December 91973), un melodramma strappalacrime, e poi
due farse, Stir Crazy (1980), una commedia picaresca "on the road" e carceraria su due amici, un ingenuo
commediografo ebreo (Gene Wilder) e un artista attore nero che migrano da New York a Hollywood,
finendo in carcere ed evadendone con l'aiuto di tre galeotti e di una bella ragazza; e Hankey Panky (1982),
un thriller-commedia con Gene Wilder nel ruolo di un architetto che viene coinvolto in un delitto politico:
sospettato di aver ucciso una bella spia e di averle preso i preziosi segreti di stato che lei, a sua volta,
aveva rubato uccidendo, viene braccato sia dagli agenti, sia dai gangster, e l'unico aiuto gli viene da una
giornalista che vuole scoprire chi le ha ucciso il fratello. I due si districano tra trappole e omicidi in modo
rocambolesco; una lunga fuga a rotta di collo di ambiente in ambiente, sempre inseguiti e con il fiato alla gola.
Il suo humor paradossale compone pastiches di citazioni da tutti i generi (spionistico, carcerario, cow-boy, giallo etc.).
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