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docum. ROUQUIER Derniére '48
Téte '58
CHRIS MARKER '63
JEAN ROUCH Cronique '61
ROSSIF
REICHENBACH
'00 LEINHARDT
'10 DURAS
MELVILLE iallo
FRANJU
KAST
ROHMER MOLINARO poliziesco
ALLIO HUMEBELLE " " Fantomas
MARKER BROCA commedia burlesco
ROBBE GRILLET BORDERIE avventura melodr.
RESNAIS JAECKIN porno
SAUTET commerc./commedia quot. BAZIN
PIALAT rigore/solitudine
LAUTNER commerc./situaz.
VADIM commerc./romantico/commedia sentimentale
RANIÉR commerc./psic. pat. quotid.
LAMORISSE
RIVETTE
VARDA
DERAT angster
VECCHIALI
CHABROL thriller
DEMY
DEVILLE commedia boulevardiére
ODARD
TRUFFAULT
MALLE
LELOUCH
cinéma-veritè: ROUCH, REICHENBACH, ROUQUIER, MARKER, ROSSIF;
precursori: LEENHARDT, MELVILLE;
Cahiérs du cinema: CHABROL, TRUFFAULT, ODARD, MALLE, RIVETTE, RÖHMER;
Rive gauche: RESNAIS, ROBBE GRILLET, DURAS, MARKER (v.s.), HANOUN [autodidatta, figlio di ebrei nordafricani, boicottato dalla produzione, impressionista cinematografico sperimentale e politico, architetture intricate. Il neorealismo zavattiniano di Une simple histoire (1959), storia patetica tratta dalla cronaca: una donna va a Parigi a cercare lavoro con la bambina e vagabonda per la città finchè ridotta senza soldi viene ospitata da una donna caritatevole (la donna racconta in flashback contrappuntando l'azione); Le huitième jour (1960); La muerte del toro (1962); Octobre à Madrid (1965) racconta di un film che non si farà: impotenza degli intellettuali; Authéntique procès de Carl Emmanuel Jung (1967): un ex- ufficiale nazista è ora un anziano uomo d'affari attanagliato dai ricordi; Le primtemps (1971), montaggio parallelo di due storie banali e indipendenti con alternanza straniante di colore e bianco e nero];
politici: MARCEL HANOUN (v.s.) [Une simple histoire (1959) delicato montaggio di una stessa storia (una madre alla ricerca di un lavoro e di una casa) vista dal punto di vista della protagonista e dal punto della camera; Octobre à Madrid (1965) racconta la storia del film che Hanoun non aveva potuto girare a Madrid; Le primtemps (1971) è un complesso montaggio di stereotipi];
compagni di strada: ASTRUC, KAST, ALLIO, FRANJU, DEMY, VECCHIALI, PIALAT, JESSUA;
commedia sentimentale di qualità: SAUTET, VADIM, GRANIER, TRINTIGNANT, LELOUCH, TAVERNIER, TECHINÈ, SERRAU, MNOUCHKINE;
commedia: DEVILLE, DE BROCA, ROBERT, RAPPENAU,, PINOTEAU, BLIER;
avventura: BORDERIE [quelle di Angelique (1964), feuilleton su una bella avventuriera del Seicento];
iallo: DERAY, MOLINARO, HUNEBELLE, MELVILLE, LAUTNER, VERNEUIL, GIOVANNI, BOISSET, GIROD, CORNEAU, MOATI, ENRICO, CHABROL;
bressoniani: ROHMER, JACQUOT, EUSTACHE, SCHRÖDER, FERET, GARREL, CARAS (1962) [Cinema metropolitano della solitudine, derivativo della nouvelle vague (angoscia, inquietudine, weltanschauung, inquadrature oniriche); Boys meets girls (1984), solitudine urbana da trash-movie ed eroe solitario (clown triste) da film noir ed atmosfera surrealista (bianco e nero); Mauvais sang (1987) un thriller fantascientifico alla Alphaville che si sofferma sul milieu dell'underworld, su una trama esile (un'epidemia che uccide chi fa l'amore senza amare, due gang rivali sono alla ricerca dell'antidoto, l'eroe viene ucciso proprio quando credeva di avercela fatta)], BESSON, ANNAUD, VIGNE, BEINEIX;
Svizzera: ORETTA, TANNER, SOUTTER, REUSSER, ROY, YERSIN;
Belgio: DELVAUX AKERMAN.
* * *
La Guerra d'Algeria, l'esistenzialismo di Sartre, il noveau roman e il Maggio parigino segnano a fuoco gli anni Sessanta della Francia.
La gioventù francese fece parlare di sè per la prima volta nel 1957, quando i media dedicarono spazio al cambiamento di costuni in atto. Contemporaneamente esordiva un cospicuo gruppo di nuovi registi, che trionfavano al Festival di Cannes del '59 e che si raccoglievano attorno alla rivista Cahiers du cinema (fondata nel '51 da Andrè Bazin, padre spirituale della nouvelle vague), giovani intellettuali progressisti che praticavano il cinema sia come registi che come studiosi. L'invasione di film americani aveva causata una crisi economica da cui le case nazionali si erano risollevate tagliando i fondi ai nuovi autori e finanziando soltanto film di sicuro successo commerciale. Reagendo a questa situazione che lasciava spazio soltanto a registi senza personalità, essi affermarono il primato del cinema d'autore, slegato dai processi di commercializzazione dei film. Questa scelta provocò un brusco cambiamento di stile: film a basso costo, pubblico colto dei cineclub, premi alternativi, indussero nuove tecniche narrative e nuovi soggetti. I soggetti erano centrati soprattutto sul privato contemporaneo, raramente sulla società o sulla politica internazionale (nonostante i gravissimi avvenimenti in corso). Le tecniche cercavano di rimanere più aderenti alla realtà, senza badare troppo alla struttura narrativa, e lasciavano grande libertà d'azione agli attori, antiaccademici, immediati e quotidiani; montaggio rapido ed essenziale; fotografia libera; molti esterni; sceneggiatura approssimativa. I più rigorosi furono i documentaristi, specialmente quelli del cinéma-veritè (reso possibile dalle nuove tecniche di registrazione), che ripresero le teorie di Vertov e Zavattini: Jean Rouch [ex- etnodocumentarista e autore di reportage africani e di Chronique d'une étè, socio antropologica ricerca su un gruppo di parigini], François Reichenbach [specializzato in cronache dagli Stati Uniti, Marines (1957)], Georges Rouquier [Farrébique (1946) sul mondo contadino], Chris Marker, Frederic Rossif [documentarista storico-politico ed etologico]. In pochi anni questi autori furono assorbiti dai meccanismi produttivi delle grandi compagnie. Soltanto Godard rimase in prima linea e si trovò naturalmente nei panni di portavoce del Sessantotto, caposcuola del film sociopolitico degli anni Settanta. Il decennio successivo si apre infatti all'insegna del cinema militante, utopia peraltro presto assorbita in un generico impegno civile.
Decisivo per rilanciare il cinema francese fu il Festival di Cannes, aperto nel 1946 e giunto al suo apogeo proprio durante gli anni Sessanta.
Protagonista dei film della "nouvelle vague" è l'uomo alienato della società urbana e capitalista.
I protagonisti si possono dividere in gruppi omogenei:
quelli del "cinéma-veritè";
i "precursori": Jean Pierre Melville, Roger Leenhardt [autore di Les dérnières vacanes (1948), storia di adolescenti che assistono al disfacimento della società borghese];
quelli dei Cahiers du cinéma (i cinefili): Claude Chabrol, Francois Truffaut, Jean Luc Godard, Louis Malle, Jacques Rivette, Eric Rohmer, che si concentrano sulla figura del "nuovo giovane";
quelli della "Rive Gauche" (intellettuali letterati del "noveau roman"): Alain Resnais, Alain Robbe Grillet, Marguerite Duras, Agnes Varda, Chris Marker (v.s.); "compagni di strada" che puntano sull'ansia e sulla nevrosi (in modo più tradizionale e più politicizzato) per collaborare a riviste o teoria: Alexandre Astruc, uno dei predecessori della nouvelle vague [teorico della "camera-stylo" (la cinepresa al posto della penna stilografica), diresse Le Rideau Cramoisi/ The Scarlet Tent (1953) un esperimento stilistico (commento stilistico a un testo di d'Aurevilly)],
Pierre Kast [autore di un film sentimentale di fantascienza (Un amour de poche, 1957), di un giallo Le grain de sable (1965), sui feroci intrighi che seguono la morte di un finanziere e del semidocumentario La brulure de mille soleils (1965)],
Renè Allio [La vieille dame indigne (1965) trasporta sullo schermo i suoi esperimenti teatrali epico-didascalici di ispirazione brechtiana, pungente analisi della provincia francese; Les camisards (1970) è una storia esemplare delle guerre di religione, l'annientamento di un gruppo di contadini protestanti; Moi Pierre Rivièr (1976) analizza la figura del celebre squilibrato che sgozzò la propria famiglia e poi si suicidò], Jacques Demy , o, per rigore teorico, Paul Vecchiali, Alain Jessua [La vie à l'énvèrs (1964) descrive la progressiva disgregazione schizofrenica di un alienato che è affascinato dal mistero degli oggetti; Traitment de choc (1972), clinica di ringiovanimento per miliardari in cui i lavoratori vengono uccisi per estrarre loro le cellule vitali.] e Maurice Pialat.
Comun denominatore sono Parigi e l'estrazione medio borghese, un cinema d'attori che annovera le maschere di Delon, Belmondo, Trintignant e Lino Ventura, Gerard Depardieu.
La rinascita del cinema nazionale ha favorito anche lo sviluppo di un nuovo filone commerciale, erede del realismo poetico, dell'esistenzialismo e dell'intramontabile populismo ottocentesco, i cui film sono spesso drammi o commedie del quotidiano nella piccola borghesia, fini ritratti psicologici con temi sentimentali ed immancabili scene erotiche, talvolta divertenti talvolta patetici: Claude Sautet, Roger Vadim, Pierre Granier- Deferre [La horse (1969, il vecchio Gabin sgomina da solo una banda di gangster), Une femme à sa fénètre (1976, storia d'amore all'ombra di un colpo di stato in Grecia)], Claude Lelouch, Nadine Trintignant [Ça n'arrive qu'aux autres (1972, Deneuve e Mastroianni si chiudono in casa dopo la morte della loro bambina e riacquistano la voglia di vivere soltanto quando riscoprono la natura e la gente con una passeggiata in campagna che finisce casualmente a un matrimonio)]
La commedia vera e propria ha i suoi maggiori esponenti in Michel Deville per il genere boulevardier [poliziesco: Une balle dans le canon (1959); commedia erotica in costume: Benjamin (1968); Femme en bleu (1972): un uomo insegue invano l'apparizione della sua donna; commedia balzachiana: Le mouton enrage (1974); manierismo nouvelle vague: Peril en la demeure (1985)], Philippe de Broca per il genere
Yves Robert per il filone cabarettistico [La guerre des boutons (1963), cronaca delle guerre combattute fra due tribù di ragazzini, le cui regole prevedono che gli sconfitti tornino a casa senza bottoni con i pantaloni in mano; Alexandre (1968), l'attore di cabaret Philippe Noiret nei panni di un bifolco sposo vedovo e corteggiato; Un elephant la trompe enormement (1976), versione transalpina di Amici miei, quattro buontemponi quarantenni e una sfilata di gag e burle]. L'influenza della commedia italiana e della slapstick stempera vaudeville e pochade; Jean Paul Rappeneau per la commedia sofisticata [la commedia sofisticata Le sauvage (1975) sull'amore sbocciato fra un ricco in volontario esilio (Montand) e una bella giovane (Deneuve)], Claude Pinoteau per quella adolescenziale [commedie adolescenziali (quindi piccolo borghesi e sentimentali): La gifler (1974) e La boum (1981)], Bertrand Blier [slapstick sessuali che procedono per associazioni libere, storie grottesche di tipi falliti, decor di un'eleganza allucinata: Les valscules (1974) due giovani, anarchici, disadattati, vagano senza meta morale, esponenti di una generazione materialista, amorale; Tirez vos mouchoirs (1977), soltanto un imberbe liceale ricco e secchione riesce a far sorridere la muta annoiata donna che il marito ha persino spinta fra le braccia di un altro per guarirla; sono centrati entrambi su una coppia di allegri balordi; così anche My best friend's girl (1984): due scapoli trentenni sedotti dalla stessa ragazza in una località sciistica svizzera; Tenne de soirée (1986): Depardieu è un omosessuale che insegue un amico, che insegue una prostituta, che insegue Depardieu; ménage a trois, mantenuto da Depardieu che svaligia alloggi; malinconico finale con delitto; Buffet froid (1979); Notre histoire (1984)].
Il film noir, fondendosi con il thriller hitchcockiano (risbi di Becker) e il giallo americano, forte della tradizione degli Arsenio Lupin da un lato e dei Maigret dall'altro, dà origine al giallo di Melville, al gangster di Jacques Deray al giallo politico o sociale di Yves Boisset [Coplan sauve sa peau (1968), Un condè (1969)],
quello storico di François Girod [Le trio infernal (1974), ritratto sarcastico della borghesia degli anni Trenta; Renè La Canne (1976), un comico poliziesco sull'amicizia fra un poliziotto e un ladro maturata in un campo di concentramento e proseguita fino a spartirsi donna e bottino],
al poliziesco di Edouard Molinaro [Les dos au mur (1958), La mort de Bella (1965); è passato alla commedia con L'ammardeur (1973) e La cages aux folles (1979), commedia maliziosa sugli anormali],
al poliziesco burlesco di Andrè Hunebelle [avventure burlesque del nuovo Fantomas], al poliziesco intimista di Josè Giovanni [il suo duro solitario, sia il thriller di Le rapace (1968) o il poliziotto di Dernier domicile connu (1969)],
al film d'azione di Henry Verneuil [specialista in inseguimenti in auto, sparatorie, fughe acrobatiche: La casse (1977), Belmondo guida i banditi a rapinare un miliardario greco; Melodie en sous-sol (1963), Gabin e Delon rapinano un casinò, ma perdono il bottino; Le clan des siciliens (1965), Gabin, Ventura e Delon compiono un colpo spettacolare a una mostra di gioielli, ma tutto fallisce per una storia di donne; Le Serpent (1973), spionaggio fantascientifico], già tentato da Plein soleil (1959) di Clement,
i feuilleton di Serge Moati [enfant prodige che a 12 anni girava i suoi primi film esordisce con Nuit d'or (1976), storia di un giovane creduto morto che torna vendicatore e giustiziere contro le bassezze borghesi dei suoi parenti e, impotente di fronte al potere, muore in uno scontro con in pugno una pistola scarica],
quello leggero di Robert Enrico [allievo di Giovanni: Les grandes gueules (1965), storia di un regolamento di conti fra ex- carcerati che lavorano presso un boscaiolo],
il poliziesco psicologico di Alain Corneau [messa a punto con La menace (1977) una tecnica di direzione (montaggio che concede più spazio agli attori e più controllo al regista), dirige Serie noire (1979), dove un venditore ambulante compra una minorenne senza scrupoli e commette un paio di truci e grotteschi omicidi (sua moglie e la nonnina della ninfetta)].
La crisi economica degli anni Settanta ne induce una altrettanto pesante nel campo culturale, già duramente provato dalla progressiva scomparsa dei protagonisti del dopoguerra.
Fra gli autori, che non si piegano ai generi di consumo standard (commedia e standard), spiccano: i bressoniani Benôit Jacquot [esistenzialismo ascetico di un bressoniano cresciuto alla scuola della Duras: L'assassin musicien (1975), un violinista trascina con sé alla rovina l'amante; Les enfants du placard (1977) un amore impossibile fra fratello e sorella], Renè Feret [Histoire de Paul (1975), un mancato suicida ricoverato in ospedale; La communion solennelle (1977), saga familiare; Myster de Alexine (1985), una ragazza che scopre di essere un uomo], Philippe Garrel (surrealismo ed esistenzialismo) [surrealismo dell'eversione o dell'angoscia esistenziale (Buñuel e Antonioni, Bergman e Bresson); Marie pour momoire (1968): fatti relativi alla vita di quattro ragazzi del Maggio parigino; parodiano la società, scherzano goliardamente, piangono la loro impotnza, gridano la rabbia, esaltano la follia; Le revelateur (1968): film muto (il limite dei silenzi di Bergman e Antonioni) dove un bambino assiste alla crisi d'incomunicabilità dei genitori; Le lit de la vierge (1969): in un'era astratta, primitiva e allegorica (alla Pasolini), giunge un Cristo diverso (un Nazarin)], Jean-Jacques Bineix (thriller e surrealismo) [parodista pop; Diva (1982), giallo caleidoscopico che mescola commedia, melodramma, opera: un giovane fan (Depardieu più anziano) registra di nascosto la performance di una soprano nera americana che non ha mai inciso un disco, e si viene a trovare al centro di una lotta senza esclusione di colpi per impossessarsi del nastro, che vede sui due fronti gangster e poliziotti; quotidiano surreale: un Epicuro zen vestito di bianco che viaggia su un'auto manageriale, una vietnamita sexy che gira per casa in pattini a rotelle; 37 Z le matin (1986); Betty Blue (1986), parodia di amour fou carnalmente passionale nella provincia francese di un custode di baracche squattrinato e aspirante romanziere per una pazza che lo trascina di città in città, infine impazzisce e si automutila; lui riesce a penetrare travestito da donna nel manicomio dove l'hanno ricoverata e a soffocarla con un cuscino (è una donna nevrotica squilibrata che prima vive per far pubblicare il romanzo del suo amante e poi per avere un figlio: il meccanico ha scritto un romanzo nel tempo libero, ma lei lo considera meritorio, e dà in escandescenze quando gli editori lo rifiutano; crede di essere incinta e quando scopre di non esserlo si cava un occhio; il meccanico la uccide in ospedale per non farla vivere in quelle condizioni; fin dall'inizio la donna è una distruttrice, di oggetti, di case, di se stessa); La lune dans le caniveau (1983), caricatura pop, in cui un giovane dà la caccia al bruto che ha violentata la sorella], Jean-Jacques Annaud [La Guerre du Feu (1981), kolossal di fantapreistoria gutturale: tre cavernicoli lasciano la tribù alla ricerca del fuoco che i nemici hanno spento, lottano contro i nemici e contro i nemici e incontrano infine una donna sapiente che insegna loro il segreto per creare il fuoco e anche il segreto dei sentimenti; Black and white in colour (1976); La victoire enchantant (1977), satira antibellica che racconta la miniguerra fra un gruppo di francesi annoiati e una guarnigione tedesca in Africa; Il nome della rosa (1986)], Daniel Vigne [The return of Martin Guerre (1983), ballata secentesca su un giovane (Depardieu) dato per scomparso e tornato dopo nove anni a reclamare donna e terra, ma impossibilitato a provare la propria identità ai compaesani che lo videro partire poco più che ragazzo], Diane Kurys, Luc Besson [Le dernier combat, montaggio da videoclip; Subway (1986), mitologia notturna della metropoli; Le grand bleu (1988)], Ariel Zeitoun, Gilles Behat; Jaeckin è il miglior esponente dell'hard-core francese [Sylvia Kristel: Emmanuelle; Histoire d'O (1975), storie di perverso sadomaso].
Il nuovo cinema svizzero nacque nel 1957 è il genere principe e annovera Claude Goretta [Vivre ici (1968), un medio borghese solitario abitudinario e asociale; Le jour de noie (1970), satira; Le fou (1970), sulla follia improvvisa dell'impiegato modello di un grande magazzino disgustato dalla mediocrità (la ribellione attraverso la follia); Pas si mechant que ça (1974), avventure comiche di un mobiliere sposato (Depardieu) che, rovinato dall'avvento della plastica, si dà al crimine con un'impiegata postale finchè finisce in galera; La dentelliere (1980) è una ragazza umile e quieta che vive ripetendo in silenzio tutti i giorni gli stessi giorni e che un giorno durante una vacanza si innamora di un giovane colto, ma non riesce ad inserirsi nel nuovo giro di amici intellettuali non potendo colmare la differenza di abitudini e, abbandonata dal giovane, finisce in manicomio, senza cambiare peraltro di molto il suo comportamento (incomunicabilità della coppia). Rarefatto, doloroso, quasi onirico. L'invitation (1983): a una festa # # impiegatucoli repressi rivelano la loro ipocrisia, abbandonando i costumi rigidi per una sera senza reticenze (la società del benessere meschina e ipocrita, noia del benessere ripetitivo)], Alain Tanner [cinema diretto, un film saggio, un documentario. Charles mort ou vif (1969): un industriale che si è dato all'anarchia viene internato in manicomio dai familiari; La salamandre (1971): un giornalista e uno scrittore si prendono cura del sogggetto di una loro trasmissione televisiva, una commessa che ha ucciso lo zio ed è stata assolta, anche quando apprendono da lei che non si è trattato di un incidente: lei è l'unico essere umano che hanno trovato in quell'ambiente meschino; Les année lumière (1981), realismo magico: un barista olandese diventa discepolo di un vecchio saggio che vive in un garage adibito a zoo di volatili sognando il giorno in cui potrà spiccare il volo e librarsi nel cosmo; dopo la cattura dell'aquila il sogno si avvera ma l'aquila si libera e si vendica massacrando il vecchio; il giovane legge il suo testamento e ne prende il posto nel garage, dove l'aquila è tornata e attende impassibile; Dans la ville blanche (1982) è la storia di un marinaio irrequieto che trascorre alcuni giorni per le strade di Lisbona senza far niente: si innamora di una cameriera, la perde, viene aggredito, resta senza soldi, parte di nuovo (alla ricerca di un'altra donna, di un'altra città, inseguire l'utopia all'infinito?); Jonas aura 20 ans l'an 2000 (1988): quadro sociale del post-'68, con quattro coppie di reduci alla ricerca di un'identità e un bambino che avrà la loro età nel duemila (l'utopia che persiste, ma anche il corso ineluttabile del tempo che disperde gli ideali) ; piano piano slitta nell'apologo, nell'allegoria; la tentazione di lasciare la meschinità e abbracciare il sublime è l'utopia, raggiungibile con una presa di coscienza che liberi dalle convenzioni routiniere della società borghese (borghesia dell'era del benessere condannata alla noia quotidiana; intimista); No man's land (1985), storia di contrabbandieri senza identità; La vallée fantome (1987), film sull'impossibilità di fare un film: un regista in crisi creativa che cerca l'attrice giusta, ma questa si innamora e fugge con il suo assistente; triangolo; Une flame dans mon coeur (1988) è un film quasi amatoriale realizzato di straforo in bianco e nero su una ragazza frustrata di una sfrenata sensualità che lascia il suo gelosissimo algerino per un giornalista, lascia il teatro per una vita sfaccendata, persino un'esibizione da spogliarellista, e infine lascia anche il giornalista] e Michel Soutter [La lune avec les dents (1967), un giovane disadattato diventa criminale; Haschisch (1968); La pomme (1969), una giovane ricca e un impiegato del gas; James ou pas (1970), uno spettatore di uno spettacolo teatrale; Les arpenteurs (1972); L'escapade (1974), due coppie in crisi perturbate da personaggi di passaggio fra cui Trintignant aspirante suicida; Reperages (1977) un cineasta e tre attrici]; l'avanguardia consta di Francis Reusser [Antoine et Cleopatra (1965); Beladi (1970), documentario politico; Vive la mort (1971): due adolescenti ribelli, di cui uno uccide il padre; Le grand soir (1976): un guardiano notturno si innamora di una giovane estremista e per amor suo svaligia un'armeria, ma i rivoluzionari lo espellono dal gruppo e la polizia lo arresta], Jean-Louis Roy [L'inconnu de Shandighor (1967), parodia del film di spionaggio; Black out (1970): una coppia di anziani afflitti da un terrore paranoico si barricano in casa], Yves Yersin [documentari etnografici e antropologici. Les petite figues (1978): un pensionato che continua la sua grigia esistenza di bracciante scopre un giorno la libertà in un ciclomotore].
Il cinema belga annovera Andrè Delvaux [Der man zisn haar kortliet knippen (1965), storia ambigua di un preside decaduto che uccide un'ex-allieva diventata attrice famosa di cui era sempre stato segretamente innamorato, ma in manicomio dove viene internato assiste a un cinegiornale che parla di lei viva e il direttore gli dice che il reportage è recente; convinto di non averla uccisa, si riprende; ma gli rimane il dubbio. Un soir un train (1968), dramma mortuario: il sopravvissuto di un disastro ferroviario rivive nel delirio laa sua storia d'amore con una delle vittime: lui ateo ha sposata una cattolica che si sente sola e spaesata in un Paese straniero; in sogno lui si rende conto di ciò che provava per lei perchè si trova in un Paese sconosciuto di cui non conosce la lingua. Rendez-vous à Bray (1971) descrive la crisi di un pacifista durante la Prima Guerra Mondiale attraverso un simbolico appuntamento nella villa di un ospite che non verrà; e il giovane invitato non saprà trovare la forza di andarsene. Belle (1973), surrealismo magico: un intellettuale si fa un amante e poi uccide l'uomo che lo ricatta; tutto all'insegna del dubbio e dell'ambiguità; figurativamente ispirati alla pittura fiamminga], Chantal Akerman [realizza diciottenne Saute ma ville (1968) sul suicidio di una giovane ansiosa; L'enfant aimè (1971); Bruxelles (1975): tre giorni di una casalinga che ripete sempre gli stessi gesti, e uccide l'uomo che la porta all'orgasmo come se volesse eliminare l'unico disturbo della sua eterna monotonia; Les rendez-vous d'Anne; Se tu il elle (1973); tecnica iperrealista staticissma (Snow), warholiana e soggetti femministi; una crudele analisi del crudele ritualismo e feticismo quotidiano della società moderna; introspettiva - la colonna sonora: monologhi afoni, voix off, rumori senza dialogo. Hotel Monterey (1972), un motel di terz'ordine dalla notte al giorno; News from home (1977): un cineasta legge le lettere della madre a Manhattan; Benvenuta (1983): uno sceneggiatore cerca di scoprire se i due amanti di un libro sono realmente esistiti; Babel opera (1985), finzione e documentario durante l'allestimento del don Giovanni; olden eigertics (1986), musical postmoderno in uno scenario seducente].
Attori
Gli anni Sessanta sono gli anni del ricambio. Scomparsi o in via di estinzione i mostri sacri del cinema francese, spuntano i rapresentanti della società industriale: donne moderne come Bardot, Moreau, Deneuve, Schneider, Anna Karina, Catherine Spaak, Ainouk Aimée, Annie Girardot, Dominique Sanda, Isabelle Adjani (nata nel '55) [La glife (1974, Pinoteau), Adele H (1975, Truffaut), La locataire (1976, Polanskj)] e uomini complessi come Montand, Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Michel Piccoli, Jean-Louis Trintignant (diventato il Bogart parigino in una serie di film d'azione), Serge Reggiani, Gerard Depardieu, i comici Tati, Fernandel, Bourvil, de Funès ottengono i loro massimi successi, di pubblico e di critica.
Dopo essersi affermata sul palcoscenico nell'immediato dopoguerra, impose il suo tipo fatale, aggiornato ai moduli intellettuali della nouvelle vague, con i film di Malle, Ascenseur pour l'echafaud (1957) e Les amantes (1958).
Negli anni Sessanta il suo temperamento giunse a compiuta maturità pennellando personaggi tragici quasi reci per austerità e compostezza in Jules et Jim (1961, Truffaut), La notte (1961, Antonioni), Le feu follet (1963, Malle), Le journal d'une femme de chambre (1964, Buñuel), Eva (1962, Losey), Le procès (1962, Welles), Falstaff (1966, Welles), La mariée etàit en noir (1968, Truffaut).
Brigitte Bardot
Nata nel 1934, figlia di un industriale e di un'organizzatrice di sfilate di moda, giunse al cinema acerba dilettante, con una scarsa educazione, ma pimpante adolescente con un faccino malizioso e capriccioso. Lanciata nei panni dell'irrequieta e spregiudicata donna-bambina, sex-symbol senza precedenti simbolo negli anni Sessanta nella moda e nel costume. Dopo 18 film mediocri, fra cui En effuillant la marguerite (1956, Allegret), venne scoperta da un produttore astuto che la lanciò con Et Dieu crèa la femme (1957, Vadim, suo marito), Encande malheur (1958, Autant-Lara) e filmetti varii. Divenne subito un mito. La veritè (1960, Clouzot), Vie privèe (1961, Malle) e Les mespris (1963, Godard), Viva Maria! (1965, Malle), Masculin-feminin (1966, Godard) l'hanno impiegata in modo strumentale per descrivere la crisi generazionale degli anni Sessanta. I suoi panni naturali sono comunque rimasti quelli dell'adorabile svampita in commedie brillanti. La sua decadenza è stata rapida dal '66 in poi. Sex-symbol per eccellenza, invecchiando e imbruttendo ha finito per chiudersi in una clausura alla Garbo.
La vie et la vertu (1962, Vadim) stabilì una volta per tutte lo stereotipo sadiano dell'ancora adolescente Catherine Deneuve: fanciulla candida e innocente, dal corpo bianco e immaturo e i lunghi capelli biondi, al centro di situazioni turpi. La qualità, calda e aristocratica, della sua recitazione hanno affinato il personaggio, attraverso Repulsion (1965, Polanskj), Belle de jour (1967, Buñuel), Tristana (1969, Buñuel). La sua maschera di donna sofisticata, di classe, che sa sopportare con dignità e decoro il tormento esistenziale, ha nobilitate diverse commedie sentimentali, soprattutto The April fools (1969, Rosenberg) con Jack Lemmon.
L'austriaca Romy Schneider fu lanciata da una serie di film sulla principessa Sissi (1954-'58) che imposero l'espressione dolcissima e nobile del viso di questa sedicenne figlia d'arte. Negli anni Sessanta vagabondò in Europa e America, raffinando di film in film le sue qualità drammatiche, fino alle penetranti caratterizzazioni degli anni Settanta, ritratti di donne moderne e sofisticate di grande finezza psicologica: La piscine (1968, Deray), Les Choses de la Vie/ Things of Life/ L'Amante (1970, Claude Sautet), Césàr et Rosalie (1972, Sautet), Ludwig (1972, Visconti), La race des seigneurs (1974, Granier-Deferre), La mort en direct (1979, Tavernier), La banchiera (1980, Girod), tutti film minori nobilitati soltanto dal suo fascino. Il volto più poetico del cinema francese è morta di crepacuore nel 1982, dopo aver perduto il figlioletto quattordicenne; la sua vita privata era già stata segnata tragicamente dal suicidio del primo marito e dal divorzio dal secondo.
Yves Montand
Chansonnier prevertiano, si affermò nel cinema con Le salair de la peur (1953, Clouzot) nella parte del reietto che difende fieramente il proprio diritto a un posto nella società umana. Sviluppata fino in fondo, questa intuizione lo portò alle prove drammatiche, sovente di impegno politico, di Z (1968, Costa-Gavras) e Tout va bien (1972, Godard). Parallelamente ottenevano grande successo le commedie sentimentali interpretate con le star del momento, fra cui Let's make love (1960, Cukor) con la Monroe e Césàr et Rosalie (1972, Sautet) con la Schneider.
Marguerite Duras
La romanziera Duras esordì nel cinema con i dialoghi di Hiroshima (1959, Resnais). Diresse il primo film nel '67: La musique, resnaisiano nella scenografia e nel mito del ricordo. Detruire, dit-elle (1970), angosciosa rappresentazione di persone e fatti quotidiani che compongono un panorama della crisi esistenziale; Jaune le soleil (1971), esasperata staticità dell'immagine; India song (1975), ambientato nella comunità europea dell'India dei '30; è commentato in modo asincrono, dissociato e sconnesso con salti temporali e di punti di vista; trapela il solito umore febbrile di alienazione sessuale.
Baxter Vera Baxter (1976), due donne in una villa deserta.
Le camion (1977): una cineasta autostoppista di una certa età (lei stessa) raccolta da un camionista; sono gli unici due protagonisti e parlano del film che lei vuole fare, o meglio lei si esprime attraverso tutti i personaggi femminili dei suoi film. Nel film Duras cerca di dimostrare che l'immagine non è l'elemento fondamentale del film.
Les enfants (1985) è un apologo filosofico che prende lo spunto dalle riflessioni di un bambino: prima decide che non vuole imparare le cose che non sa, mettendo in crisi i genitori e il maestro e poi scopre che Dio non esiste.
Alain Robbe-Grillet
Teorico e interprete del noveau roman, reagisce anche nel cinema allo psicologismo della narrativa ottocentesca affermando il primato dell'elemento visivo. Mettendo sullo stesso piano uomini e oggetti, i suoi film sembrano incubi minacciosi, ambientati in un presente assoluto che scorre a singulti, straniato dalle discontinuità narrativa della dis- narrazione, imperniato sui riverberi dolorosi della memoria, e osservato da diversi punti di vista secondo un totale relativismo psicologico. Giunto al cinema attraverso i dialoghi di Marienbad (1961, Resnais), diresse nel 1963 L'immortelle, seguito da L'homme qui mente [(1968) un uomo ossessionato da qualcosa avventuo al tempo della Resistenza e diverse verità alla Rashomon] e da Trans Europe Express [(1967) una vicenda di contrabbando che si svolge nella mente del regista ma forse è anche accaduta realmente].
Le scarse qualità registiche di Robbe-Grillet, la tendenza a speculare troppo sulle scene erotiche, il vano e continuo tentativo di ripetere le geometrie di Marienbad, hanno ridotte notevolmente le sue ambizioni.
La belle captive (1983) è un delirio surreale, in un caotico e ironico agitarsi di donne vampiro, donne centauro, sadici depravati, profeti dell'acido, chiromanti, stregoni etc. etc.