Satyajit Ray


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7.4 Pather Panchali/ Song of the Road (1955)
7.2 Aparajito/ The Unvanquished (1956)
6.0 Parash Pathar/ The Philosopher's Stone (1957)
7.4 Jalsaghar/ Music Room (1958)
7.4 Apur Sansar/ The World of Apu (1959)
7.4 Devi/ The Goddess (1960)
6.5 Teen Kanya/ Three Daughters (1961)
6.0 Kanchenjungha (1962)
7.0 Mahanagar/ The Big City (1963)
7.5 Charulata/ Lonely Wife (1964)
6.5 Nayak/ The Hero (1965)
6.5 Goopy Gyne Bagha Byne/ Adventures of Goopy and Bagha (1968)
7.6 Aranyer Din Ratri/ Days and Nights in the Forest (1970)
7.3 Pratidwandi/ The Adversary (1970)
6.5 Seemabaddha/ Company Limited (1971)
6.5 Ashani Sanket/ Distant Thunder (1973)
6.5 Sonar Kella/ The Golden Fortress (1974)
6.5 Jana Aranya/ The Middleman (1975)
7.3 Shatranj Ke Khiladi/ The Chess Players (1977)
6.0 Joi Baba Felunath/ The Elephant God (1979)
6.5 Hirak Rajar Deshe/ The Kingdom of Diamonds (1980)
6.0 Ghare Baire/ Home and the World (1984)
7.0 Agantuk/ The Stranger (1991)
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Jean Renoir si trovava in India per girare The River e dalla selva umana di Calcutta vide uscire un pittore incuriosito, lo stesso personaggio che due anni prima, durante il suo apprendistato londinese presso una ditta di pubblicita`, aveva assiduamente frequentato i cinema di periferia entusiasmandosi a Ladri di Biciclette: Satyajit Ray. Malgrado i numerosi ostacoli che si frapponevano fra Ray e la sua ambizione, il giovane regista riusci` a realizzare, fra il 1952 e il 1959, una trilogia di grande portata sociale e umana: Pather Panchali/ Song of the Road (1955), an adaptation of a 1929 novel, Aparajito/ The Unvanquished (1956), Apur Sansar/ The World of Apu (1959),

La vicenda ha inizio in un villaggio del Bengala, dove Apu e sua sorella crescono in condizioni di indigenza; l'infanzia di Apu e` turbata, oltre che della miseria, anche da due disgrazie: la morte della nonna, che lo aveva teneramente accudito, e quello della sorella perita durante un ciclone. I genitori decidono di trasferirsi a Benarn, ma il padre muore e la madre vorrebbe sistemare il figlio presso i religiosi; sennonche` Apu e` deciso a continuare gli studi: alla morte della madre rimasto solo al mondo emigra a Calcutta.

Ottiene la laurea, scrive romanzi, ma senza fortuna; durante un matrimonio si sostituisce allo sposo, impazzito; il grande amore che gli ispira la consorte viene stroncato dalla sua morte, mentre partorisce il primo figlio. Apu ripudia il neonato e prende a vagare per le citta` dell'India senza uno scopo per cui vivere; soltanto parecchi anni dopo, ritrovando il figlio, riacquista la voglia di vivere.

La trilogia nasce all'insegna di diverse influenze: il cinema Sovietico, per l'afflato epico-papulista, per l'antecedente di Maksim (Douskoj), per il naturalismo contadino alla Dovzenko; "il neorealismo, per l'adozione di interpreti contadini, per il lirismo, l'umanita`, la partecipazione alle tragedie quotidiane del popolo intermediazione di un 'infanzia innocente; "Flahertj e Renoir per la fusione di poesia e di verita`; "la poesia di Tagore, la cui dolente e temporale rassegnazione permea il solenne e fluente incedere dalla vita di Apu; "il melodramma e il musical indiano, sia pur piegati a schemi narrativi inusitati, e la scuola bengali, per la contesa rurale-urbano; "la tradizione mistica e contadina indu` (nelle scene dell'avvio al sacerdozio e del matrimonio); "la pittura paesaggistica e impressionistica per qualita` delle immagini.

Ray si rivela soprattutto fine psicologo e filosofo naif: l'educazione esistenziale di Apu, attraverso la catena di morti, culmina nella pazzia e in una nascita, e quando queste convergeranno riusciranno ad annullare tutte le atrocita` del passato. La crescita morale di Apu e` seguita con attenzione, dall'infanzia alla vecchiaia; stagione per stagione Ray sa discernere l'essenza del suo animo.

A parte alcune concessioni al cinema commerciale, come la commedia Parash Pathar/ The Philosopher's Stone (1957), l'opera di Ray si configura attraverso gli anni come una continua scoperta di nuovi meccanismi narrativi: il suo apporto al rinnovamento del cinema nazionale e` percio` determinante, nonostante la sua produzione non conti complessivamente molti titoli. Oltre a due omaggi al maestro Tagore e a due rievocazioni ottocentesche (il conversation piece Kanchenjungha (1962), suo primo film a colori ambientato nelle montagne dell'Himalaya, e il period drama Charulata/ Lonely Wife (1964), based on a Tagore tale, one woman's romantic and intellectual yearning at the turn of the century), fini ritratti psicologici (il corpus rayiano alle origini annovera anche due gioielli di introspezione psicologica: il film musicale Jalsaghar/ Music Room (1958), ritratto romantico e nostalgico di un nobile che si rovina per la passione della musica, degno degli apologhi di Chekhov, e il film sulla superstizione Devi/ The Goddess (1960), adapted from a short story by Provatkumar Mukhopadhyay, storia di una donna infatuata che si crede la dea Kali e che viene distrutta dal fanatismo e dallo scetticismo che la obbligano a compiere un miracolo che non riesce; in entrambi il protagonista e` minato da una paranoia invasata e grottesca che converge inesorabilmente verso la follia.

Due film del decennio mostrano l'approdo femmista e moralista di questo psicologismo. In entrambi il tributo al personaggio femminile si chiude con una penitenza maschile e con un ottimistica riconciliazione all'insegna di un piu` equo rispetto reciproco.

The sprawling Teen Kanya/ Three Daughters (1961), based on three Tagore stories, contiene due commedie sociali che sono studi della maturazione di una bambina-donna. Kanchenjungha (1962) Mahanagar/ The Big City (1963), ritratto della borghesia e in particolare delle donne, dramma familiare Charulata/ The Lonely Wife (1964), one of his most poignant films, amore platonico fra una donna trascurata dal marito e il cugino intellettuale di questo alla fine del secolo scorso; tecnica spettacolare, visivamente e psicologicamente. Seemabaddha/ Company Limited (1971), un professionista fa carriera mentre la cognata venuta dalla campagna trova ripugnante la vita borghese. Ashani Sanket/ Distant Thunder (1973), sulla strage di fame del 1913, apre la serie dei film politici, perseguita con Iana Arahya (1975), sul conflitto morale di un onesto ridottosi a truffare.

Mahanagar/ The Big City (1963) e` uno studio del mondo del commercio di Calcutta attraverso una donna che vende macchine da cucire, e studio "Antonioniano" dell'incomunicabilita` fra il marito rassegnato alla tradizionale indigenza e la moglie che si emancipa per sollevare il tenore di vita della famiglia: quando lei diventa il centro economico della famiglia, superando le remore bigotte dei suoceri, lui avvilisce e si degrada a perdigiorno senza dignita` almeno finche` non scopre che la moglie mente agli amici e lo dipinge a loro come un laborioso industriale; con una impennata di orgoglio va a cercare lavoro nella ditta in cui lavora la moglie, proprio mentre lei si dimette per solidarieta` verso una collega licenziata; finalmente i coniugi possono vivere in armonia e cercare insieme un altro lavoro.

Seguirono quattro film commerciali: il noir Abhijan/ The Expedition (1962), la commedia romantica Nayak/ The Hero (1965), in which a cinema star meets a female journalist during a railway journey, Kapurush/ The Coward (1965) on a bizarre love triangle, and Mahapurush/ The Holy Man (1965), a satire of superstition.

Aranyer Din Ratri/ Days and Nights in the Forest (1970), based on Sunil Gangopadhyay's novel, costituisce un altro passo nella direzione del femminismo e dell'incomunicabilita`.

Le tre donne del film (la moglie dell'albergatore, la cameriera e la bella paesana) si confrontano con quattro impiegati di Calcutta in vacanza nella foresta; i maschi sfogano le loro personalita` frustate dal lavoro irreggimentato di tutti i giorni con un comportamento volgare e degradato prepotente e disgustoso; le femmine sono tutte affette da sofferenze reali: una sta morendo, un'altra ancora sotto shock per la morte della madre durante un incendio e per il suicidio del fratello, la terza viene sedotta e violentata; i quattro che si credevano onnipotenti nei confronti della societa` contadina grazie, al loro denaro cittadino, finiscono per essere redenti della dignita` e della moralita` delle tre donne. Da presuntuosi si riducono a umiliati e alla fine i due gruppi possono coesistere in piena armonia.

Goopy Gyne Bagha Byne/ Adventures of Goopy and Bagha (1968) e` un musical folkloristico.

Pratidwandi/ The Adversary (1970) began the Calcutta trilogy, followed by Seemabaddha/ Company Limited (1971), a satire of the greedy business world, and the black comedy Jana Aranya/ The Middleman (1975).

Sonar Kella/ The Golden Fortress (1974) in the desert of Rajasthan

satirical Shatranj Ke Khiladi/ The Chess Players (1977), his only film in Hindi,

Joi Baba Felunath/ The Elephant God (1979)

political satire Hirak Rajar Deshe/ The Kingdom of Diamonds (1980)

Pikoo (1981)

Sadgati/ Deliverance (1981)

Ghare Baire/ Home and the World (1984), adapted from a Rabindranath Tagore novel, is set in 1905, when the British decided to partition Bengal into a Hindu region and a Muslim region.

Ganashatru/ An Enemy of the People (1989) is an adaption of Henrik Ibsen's play "An Enemy of the People".

Shakha Proshakha/ Branches of a Tree (1990)

Agantuk/ The Stranger (1991)

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