Il budget proposto dal Congresso nel 1995 (quasi trecento miliardi di dollari), in pieno dibattito sul taglio dei costi e sullo smantellamento dell'arsenale della Guerra Fredda, propone in realta' un incremento delle spese militari, anzi, per la prima volta da molti anni offre al Pentagono piu' soldi di quanti i generali ne abbiano richiesti (per esempio, ben venti bombardieri "Stealth" in piu' di quanti il Pentagono ne necessiti).
La giustificazione ufficiale e' che l'America ha comunque bisogno di conservare un livello adeguato di sicurezza militare. La ragione reale e' che i progetti militari danno lavoro a migliaia di persone in tutti gli U.S.A. e tengono a galla decine di corporation. Quei progetti significano voti.
Analogamente il budget per la stazione spaziale "Freedom" e' aumentato di anno in anno fino a lambire i cento miliardi di dollari nel 1995: nessuno se la sente di cancellare finanziamenti che sovvenzionano centinaia di aziende fornitrici e, indirettamente, migliaia di posti di lavoro.
Un altro aspetto del debito pubblico e' che si tratta soltanto di uno dei tanti "debiti" che gli americani hanno accumulato nel Dopoguerra. Il debito complessivo dei consumatori (carte di credito, mutui e cosi' via) e' di quasi cinque trilioni di dollari. Il debito delle casse di risparmio che il governo federale deve saldare negli anni '90 e' di 500 miliardi di dollari.
Come se non bastasse, nel 1994 una delle contee della regione di Los Angeles, e una delle piu' ricche, la Orange County, uno dei bastioni della Reazione, si ritrova senza soldi (quasi un miliardo di dollari di debiti). I cittadini si oppongono a qualunque idea di aumento delle tasse e a qualunque idea di riduzione dei servizi, per cui all'amministrazione non rimane altra alternativa che dichiarare bancarotta. Il debito da saldare e' di due miliardi di dollari.
Se si pensa che il prodotto nazionale lordo della piccola Orange County e' di 77 miliardi di dollari, ovvero lo stesso dell'intera Grecia, due miliardi non sono poi cosi' tanti. E' la reticenza dei suoi (ricchi) cittadini a pagare nuove tasse che impedisce di risolvere il problema.
La contea di Los Angeles vera e proprio non sta molto meglio. Il suo deficit supera il miliardo di dollari. E' vero che citta' come New York e Washington vivono da anni in deficit cronici, ma la differenza e' la rigida opposizione da parte dei cittadini delle metropoli californiani a qualsiasi soluzione che comporti un aumento delle tasse.
Gli americani non sono comunque cosi' irresponsabili come sembrano, se e' vero che in tutti i sondaggi degli anni '90 "saldare il deficit pubblico" risulta una delle principali preoccupazioni (spesso la prima). Non a caso, il "Contratto con l'America" dei repubblicani prevede una clausola per obbligare il governo a pareggiare il bilancio. Purche' non si debbano pagare tasse.
Un'altra costante dell'economia americana e' ormai l'indebitamento con l'estero. L'America, che per decenni era stato il massimo creditore mondiale, e' diventata il massimo debitore mondiale. E il "trade deficit" continua a crescere di mese in mese, inesorabilmente, del tutto indifferente all'andamento della propria e delle altrui economie. C'e' qualcosa di congenito nella "reaganomics" degli anni '80 che ha trasformato gli U.S.A. da un paese di esportatori a un paese di importatori.
Le liti con i giapponesi sul concetto di "fair trade" (il Giappone viene continuamente accusato di non voler aprire i propri mercati alle aziende straniere) non aiutano a trovare il vero problema. I giapponesi spesso si difendono facendo notare come gran parte dei problemi americani abbiano origine in America, compreso l'indebitamento cronico dei suoi cittadini. In un certo senso il governo americano conferma i sospetti giapponesi quando incita i giapponesi a fare qualcosa per rimediare al surplus, per esempio a comprare piu' beni di comsumo. Come? A credito, ovviamente...