L'omicidio


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L'omicidio e' diventato forse il pericolo numero uno per la societa' americana. La percentuale di omicidi negli Stati Uniti e' tre o quattro volte quella dell'Europa, ma la percentuale di crimini in generale, violenti e non, e' praticamente la stessa, anzi un po' inferiore. E' l'omicidio il vero problema.

Nel 1991 vengono battuti tutti i record: 2200 omicidi a New York, 1050 a Los Angeles, 78 morti ammazzati ogni centomila abitanti a Washington. Nel 1993 New Orleans stabilisce il primato del mondo industrializzato: quasi 80 omicidi per centomila abitanti. Quasi ventimila in tutta la nazione. Dal 1960 la percentuale di omicidi e' cresciuta del 355%. Nel 1993 per la prima volta il numero di persone assassinate e' quasi pari al numero di persone morte in incidenti automobilistici (circa quarantamila).

A differenza del passato la percentuale di omicidi causati da problemi razziali e' quasi nulla: il 94% delle vittime di colore sono ammazzate da neri, l'86% dei bianchi da bianchi.

Il fenomeno si e' aggravato rispetto agli anni '60. Da un lato il criminale, tanto il "serial killer" quanto il membro delle
"street gang" , ha scoperto un perverso piacere nel torturare le sue vittime (meglio se vecchi, donne o bambini), sequestrandole per ore (a volte intere notti), e sottoponendole a un rituale di umiliazioni difficilmente spiegabile in termini di profitto, anzi palesemente dannose per il successo dell'impresa (aumentano il rischio della cattura e la gravita' del reato).

E dall'altro le potenziali vittime, cioe' i privati cittadini, si sono messi sullo stesso piano della malavita adottando i loro metodi di aggregazione para-militare e dimostrando in generale una frenesia parossistica per la violenza armata, come dimostrano fenomeni come i "gun show" e organizzazioni come la "N.R.A." . In realta' e' probabile che la causa principale di quel numero spaventoso di omicidi sia proprio la diffusione delle armi da fuoco, e la facilita' con cui quasi chiunque le puo' comprare.

Nel 1993 destano scalpore gli omicidi di turisti a Miami. Una donna tedesca, Barbara Meller Jensen, perse la vita per aver preso una strada sbagliata ed essere finita in un quartiere malfamato, dove venne derubata e travolta dall'auto dei ladri di fronte ai suoi due bambini (ma non era la prima: era la settima di nove turisti che vennero uccisi nell'arco di un anno, quasi tutti appena usciti dall'aeroporto).

Ma piu' scalpore dovrebbero destare semmai gli omicidi commessi da persone "per bene": come lo studente giapponese che venne assassinato, mentre stava svolgendo uno "stage" in Louisiana, per non aver capito che gli veniva intimato di "freeze" ("fermo la'", nel gergo dei film western); o come le sparatorie di Los Angeles fra automobilisti stressati dagli ingorghi. Jensen fu vittima di un quartiere dove regna il crimine, ma il ragazzo giapponese fu vittima di qualcosa di molto piu' tragico: di un vecchio imbecille armato da un sistema troppo permissivo.

Nel 1995 Shawn Nelson, un idraulico disoccupato, ha rubato un carro armato da una base militare di San Diego ed e' stato abbattuto dalla polizia dopo un lungo inseguimento degno di un film di Hollywood.

Non si salvano neppure le zone rurali, tradizionalmente immuni al crimine violento. Il piu' grande attentato di tutti i tempi, che causa 167 morti, viene commesso nel 1995 a Oklahoma City, nel cuore dell'America, e viene commesso dall'ennesimo insospettabile, Timothy McVeigh, un veterano della Guerra del Golfo.

Pochi mesi dopi un misterioso sabotatore fa deragliare un treno in Arizona, causando un morto e cento feriti.

Prima di quell'episodio clamoroso a creare ansia era stato (nell'ottobre del 1993) il rapimento di Polly Klaas, una bambina di Petaluma, in California. E' una delle tante bambine rapite e uccise in America, ma per una serie di fortuite coincidenze e per il modo in cui e' avvenuto (la bambina e' stata rapita mente giocava in casa propria con le amiche, in una tranquilla cittadina di provincia) questo caso tiene con il fiato sospeso l'America. La bambina viene ritrovata morta e presto viene arrestato lo psicotico, Richard Allen Davis, che l'ha uccisa (un delinquente abituale in liberta' condizionata). Per la Nazione la psicosi del rapimento dei minori, che e' sempre stata elevata, arriva a livelli di pura paranoia.

Il sistema giudiziario americano e' inflessibile, ma non e' detto che mettere tutti in prigione serva alla causa. Nel 1995 sono cinque milioni i cittadini in carcere o liberta' vigilata, ma questo non fa altro che creare un vasto ghetto di reietti da cui la criminalita' puo' continuare ad attingere. La Nazione non ha certo le risorse per controllare un esercito di cinque milioni di persone.

Il fenomeno sembra destinato a peggiorare, in quanto le statistiche piu' allucinanti sono proprio quelle che riguardano le giovani generazioni: il teppismo giovanile si fa sempre piu' violento e irrazionale.

Quasi tutti gli osservatori politici si concentrano sulla questione di come punire i criminali. Quasi nessuno prova a spiegare perche' ce ne siano cosi' tanti.

Un barlume di speranza arriva dalle ultime statistiche: dal 1992 al 1994 la percentuale di crimini compiuti con arma da fuoco e' diminuito costantemente (anche se di poco). Ma l'omicidio rimane la seconda causa di morte (dopo gli incidenti automobolistici) per i giovani fra i 15 e i 24 anni e la terza (dopo incidenti e cancro) per quelli fra i 5 e i 14.


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