Il teppismo giovanile


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Il boom dell'omicidio non risparmia neppure i giovani, anzi, alimentato dalla droga e dalle street gang , fa vittime (e proseliti) soprattutto fra i giovani.

La popolazione dei giovani fra i 18 e i 25 anni e' aumentata soltanto del 5.7% fra il 1985 e il 1992, ma il numero di tali giovani arrestati per omicidio e' piu' che raddoppiato (il 41% sono bianchi, il 57% sono neri). Fra il 1983 e il 1992 la percentuale di giovani fra i 10 e i 17 anni arrestati per crimini violenti e' raddoppiata. La percentuale di assassini adolescenti e' passata da 50 su centomila abitanti nel 1985 a 90 su centomila nel 1991.

Il teppismo giovanile che dilaga in tutte le metropoli e' sintomo della disaffezione sempre piu' marcata dei giovani nei confronti della societa'. I numeri farebbero pensare che ormai ogni adolescente, anche se di "buona famiglia", e' un teppista virtuale. Non sono esenti neppure gli studenti "rinchiusi" nelle universita' prestigiose, se e' vero che il "campus crime" e' uno dei maggiori problemi degli anni '90.

Il campus dei college e' diventato piu' che mai un microcosmo a se stante. I ragazzi vi vivono relativamente isolati dal resto della societa' e vi costruiscono a loro volta una loro forma di societa'. Ogni campus ha il suo ufficio postale, la sua polizia, i suoi organismi burocratici, le sue attivita' sociali.

Ma negli ultimi anni il campus e' diventato sinonimo anche di violenza: nel 1991 cinque impiegati dell'Universita' dello Iowa sono stati uccisi da un laureato in Fisica e nel 1992 una matricola ha compiuto un'altra strage in un college del Massachussetts. Vengono alla ribalta statistiche allucinanti: mediamente ogni college registra tre casi di violenza all'anno, 430 furti, innumerevoli casi di ubriachezza molesta; uno studente su tre e' vittima di qualche crimine; una ragazza su sette e' vittima di un tentativo di violenza carnale. Aalla prestigiosa Universita' di Stanford nel 1988 il 29% delle studentesse si dichiaro' vittima di violenza sessuale.

Piu' di nove casi su dieci non sono premeditati: sono dovuti all'alcool o alla droga.

Vengono alla luce storie aberranti di violenza nei "dorms" (dormitori) di tanti campus, dove droga e stupro sono all'ordine del giorno e i rituali di iniziazione non hanno piu' nulla da invidiare ai film dell'orrore che li hanno ispirati.

Una generazione prima i college erano isole di tranquillita' in un oceano di violenza; ed erano la culla dei movimenti culturali. Questa replica moderna dello stato-citta' ateniese che era un modello di convivenza sociale sta diventando sempre piu' un luogo di vacanza dove la moralita' e' temporaneamente sospesa. Gran parte degli studenti sono figli dell'alta borghesia, non diseredati dei sobborghi o emarginati dei ghetti; sono relativamente colti ed educati; cio' nonostante nei college si comportano spesso come gangster dei bassifondi.

Negli anni '90 il grande dibattito fra le studentesse di tutta la Nazione, e delle "riot grrrrls" in particolare e' quello del "date rape", dello stupro subito da parte di un amico di cui ci si fidava. E' talmente diffuso che alcune pubblicazioni non spiegano come prevenirlo, ma semplicemente come riprendersi dallo shock una volta che e' successo.

Il fascino morboso del crimine comincia a sedurre anche prima del college. Nel 1992 Amy Fisher divenne quasi un'eroina dei licei quando, sedicenne, uccise la moglie dell'uomo 36enne da cui era stata sedotta. A fare scalpore fu l'immagine di questa ragazza educata e fine che non aveva nulla a che vedere con lo stereotipo del delinquente giovanile.

In una statistica di "USA Today" i giudici di tribunali per minorenni attribuiscono alla crisi della famiglia gran parte della colpa (il 26%), seguita dalla droga (21%) e dalla disoccupazione (17%). Il fatto che molti ragazzi crescano con un solo genitore e' indubbiamente un problema, ed e' un problema che non risparmia nessun angolo d'America.

Quando le statistiche cominciano a mostrare che gran parte del vandalismo e dei furti sono commessi dagli adolescenti, le maggiori citta' adottano misure estreme, finendo per ghettizzare i giovani come non succedeva dai tempi del puritanesimo vittoriano.

Nel luglio 1995 fa scalpore la decisione della capitale, Washington, di adottare il coprifuoco dalla mezzanotte alle sei di mattina per tutti coloro di eta' inferiore ai diciassette anni; ma in realta' Washington e' stata preceduta da circa 150 citta', che in qualche modo limitano i movimenti della gioventu' (l'editto di Washington e' anzi copiato di sana pianta da quello di Dallas). Fra le metropoli San Jose ha dato l'esempio dalla California quando ha praticamente messo fuori legge i ragazzini nei centri commerciali (riducendo in tal modo i casi di "shoplifting" del 30%). Quasi dappertutto entrano in vigore norme contro le "bandana", i segni distintivi dell'appartenenza a una "gang".


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