- Dalla pagina su Billie Holiday di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto e integrato da Stefano Iardella)

Eleanora Fagan (Philadelphia, 1915), o Elinore Harris, nota come Billie Holiday, è stata praticamente l'opposto di Ella Fitzgerald. Il suo modo di cantare era incentrato sulla classe (la sua estensione vocalea era poco più di un'ottava) e sull'emozione (il suono del dolore, sia ancestrale che personale), e non sul potere o sul virtuosismo. Aveva una predilezione per il materiale "inquietante" e nessuno dei suoi classici era gioioso: I Cried For You (giugno 1936) di Abe Lyman, Strange Fruit (aprile 1939) di Abel Meeropol, una canzone di protesta su un linciaggio, la sua Fine and Mellow (aprile 1939), God Bless the Child (maggio 1941) di Arthur Herzog, sulla "Grande Migrazione", I Cover The Waterfront (agosto 1941) di Johnny Green, Gloomy Sunday (agosto 1941) di Rezso Seress, sul suicidio, Lover Man (aprile 1944) di Roger "Ram" Ramirez.
Invece di limitarsi a pronunciare le battute, Holiday faceva sospirare, sanguinare e piangere ogni nota. Ha dimostrato di essere la cosa più vicina a uno chansonnier francese che il jazz americano abbia mai avuto.
L'accompagnamento non era orchestrale ma raffinato, per lo più da piccole combo guidate dal pianista di Benny Goodman, Teddy Wilson.
Registrò con Lester Young alcuni brani in un sofisticato stile jazz da camera: The Man I Love (dicembre 1939) di George Gershwin e All of Me (marzo 1941) di Seymour Simons.
Per i suoi eccessi di droga e alcol è stata bandita dai locali notturni ed è stata arrestata più volte.
Morì in ospedale nel 1959, all'età di 44 anni, dove era ricoverata da un mese e mezzo, dopo essere stata rinvenuta riversa a terra, incosciente, nel suo appartamento di New York.
Il suo amico Lester Young era morto due mesi prima.
Holiday si esibì in Italia una sola volta, a Milano, nel novembre del 1958, pochi mesi prima che le sue condizioni di salute degenerassero.


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