The evolution from hard-bop drumming to abstract drumming was symbolized by
Michigan-born drummer Elvin Jones (1927), the younger brother of pianist Hank and trumpeter Thad, who had moved to New York in 1955 playing on important recordings by Sonny Rollins (1957) and Miles Davis (1960).
His groundbreaking work was done with John Coltrane's quartet (1960-65), particularly in their extended duet passages.
As a leader, Jones was surprisingly conservative.
His debut album, Elvin (january 1962), that included Jones' Ray-El, in a sextet with his brothers Thad and Hank plus flute, tenor and bass, offered old-fashioned swing music.
A collaboration with bassist Jimmy Garrison resulted in the sextet (altoist Sonny Simmons, pianist McCoy Tyner, baritonist, flutist/clarinetist) of Illumination (august 1963), another conventional swing album.
A collaboration with Miles Davis' drummer Philly Joe Jones and others yielded Together (february 1961), that included Jones' 13-minute Beau-ty.
The quartet (altoist Charlie Mariano, bassist Richard Davis, pianist) of Dear John C. (february 1965) was ostensibly a tribute to Coltrane but sounded hardly
revolutionary.
Only the tenor-trumpet quartet of Live at the Village Vanguard (march 1968) came close to the style of early Coltrane, but Jones was not a protagonist
(although he contributed the 15-minute Mister Jones).
Puttin' It Together (april 1968) and The Ultimate (september 1968) were credited to the Elvin Jones Trio, but were mainly showcases for Joe Farrell (tenor, soprano and flute).
Jones' combos played diligent hard-bop, but little imagination but great class.
Farrell, tenorist George Coleman and baritonist Pepper Adams were the stars of the sextet that cut Polycurrents (september 1969) with Jones' 13-minute Agenda.
Genesis (february 1971) had Three Card Molly performed by a quintet with Farrell and Dave Liebman.
The last 30 years of his career provided little music worth listening to,
despite a quintet, the Jazz Machine.
Elvin Jones died of a heart attack in 2004 at 76.
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(Translation by/ Tradotto da Luca Magnano)
L'evoluzione della batteria dall'hard bop a uno stile
pių astratto ha come emblema il batterista del Michigan Elvin Jones (1927),
fratello minore del pianista Hank e del trombettista Thad, che si era
trasferito a New York nel 1955, per partecipare a importanti registrazioni con
Sonny Rollins (1957) e Miles Davis (1960). I suoi lavori pių pionieristici
furono quelli con il quartetto di Coltrane (1960-65), particolarmente nei loro
ampi duetti.
Come leader, Jones fu sorprendentemente conservatore.
Nel suo primo disco, Elvin (gennaio
1962), che include la sua Ray-El, in
un sestetto con i fratelli Thad e Hank, e l'aggiunta di flauto, contrabbasso e
sax tenore, si ascolta una datata musica swing. Da una collaborazione col
contrabbassista Jimmy Garrison nacque il sestetto (Sonny Simmons al sax alto,
McCoy Tyner al piano, pių un sassofonista baritono e un
flautista/clarinettista) di Illumination
(agosto 1963), un altro convenzionale disco swing. Da una collaborazione con il
batterista di Miles Davis, Philly Joe Jones, e altri musicisti nacque Together (febbraio 1961), che include
il brano di Jones Beau-ty, di tredici
minuti. Il quartetto (Charlie Mariano al sax alto, Richard Davis al
contrabbasso, e un pianista) di Dear
John C. (febbraio 1965) č un ovvio omaggio a Coltrane, ma suona ben poco
rivoluzionario. Solo il quartetto con tromba e sax tenore di Live at the Village Vanguard (marzo
1968) si avvicina allo stile del primo Coltrane, ma Jones non ne č protagonista
(nonostante il suo contributo, il brano di 15 minuti Mister Jones). Puttin' It
Together (aprile 1968) e The
Ultimate (settembre 1968) furono accreditati all'Elvin Jones Trio, ma si
tratta sostanzialmente di podi solistici per Joe Farrell (sax
tenore, soprano e flauto). Le formazioni di Jones suonavano un diligente hard
bop, con grande stile ma poca immaginazione. Farrell, il sassofonista tenore
George Coleman e il sassofonista baritono Pepper Adams furono le stelle del
sestetto che incise Polycurrents
(settembre 1969) con Agenda, brano di
tredici minuti di Jones. In Genesis
(febbraio 1971) si trova Three Card Molly,
suonata da un quintetto con Farrell e Dave Liebman. Gli ultimi trent'anni della
carriera di Jones vedono poca musica degna di essere ascoltata, nonostante la
conduzione del quintetto Jazz Machine.
Elvin
Jones č morto settantaseienne, per un attacco cardiaco, nel 2004.
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