Storia personale
Non ricordo la data di questa intervista, ma quelle dopo sono spesso state
identiche, quindi la riporto integralmente
...
L'inizio degli anni '80 e` il periodo in cui l'Internet divenne un fattore
determinante nella trasmissione di informazione "alternativa" (per una storia
dell'Internet vedi il mio libro
Il Terzo Secolo ).
A quei tempi la World Wide Web non esisteva ancora, e non esisteva pertanto
il concetto di "website". Il progenitore del "website" fu l'archivio online.
A quei tempi quasi tutti i computer collegati dall'Internet avevano il
sistema operativo Unix e pertanto i comandi che si utilizzavano per gestire
gli archivi online erano quelli dello Unix.
Gli archivi online erano archivi costruiti da volontari che mettevano a
disposizione di tutta la rete le informazioni di cui erano a disposizione.
Gli altri potevano copiarle usando il comando "ftp".
Nel campo musicale l'archivio piu` leggendario era quello di Dave Datta
all'Universita` del Wisconsin, raggiungibile tramite l'indirizzo
ftp.uwp.edu.
Migliaia di ragazzi come me passarono giornate a curiosare su
ftp.uwp.edu. C'erano principalmente liriche e discografie.
Io creai il mio (modestissimo) archivio online su un server dell'Olivetti,
societa` per cui lavoravo ai tempi.
Un tipo di archivio particolare era quello dei "newsgroup", che esistono
ancora. I newsgroup facevano parte di quella che veniva chiamata "Usenet"
e si accedevano tramite il comando Unix "read news" (rn) e "post news" (pn).
Inizialmente ce n'erano soltanto un centinaio, oggi ce ne sono
migliaia. Un newsgroup e` sostanzialmente una lavagna su cui chi ha informazioni
o ha bisogno di informazioni puo` lasciare messaggi per tutti gli altri
lettori del newsgroup. (Oggi i newsgroup sono spesso utilizzati per fare
discussioni, ma non era questo lo spirito originale: lo spirito originale
era di trasmettere informazione).
In tal modo, l'Internet creo` una grande comunita' elettronica, distribuita in
tutto il mondo, di appassionati di musica rock.
I newsgroup furono per tutti gli anni '80 la mia principale fonte
d'informazione. La mia Storia del Rock deve tantissimo a quei newsgroup.
Non avrei mai conosciuto tanti gruppi alternativi se non ci fossero stati
i newsgroup in cui se ne parlava.
La nascita di alt.music.alternative, in particolare, e`` uno dei
fenomeni piu` sottovalutati di quel periodo: nessuna rivista aveva la
diffusione di quel newsgroup.
Presto nacquero newsgroup per ogni genere musicale, e persino per centinaia
di gruppi e musicisti.
Lo strumento piu` usato su Internet era (ed e` ancor oggi) l'email. Grazie
all'email era facile scambiarsi messaggi. Non so chi inizio`, ma cominciarono
a circolare le prime fanzine spedite via email. Invece di pubblicarle su carta
e distribuirle a scuola, i "tipografi" la scrivevano interamente in un file
che poi veniva spedito via email agli interessati.
Nel 1992 cominciai a lavorare alla mia fanzine elettronica, intitolata Nuova Musica.
Per molti anni l'Internet rimase al di sopra del business. Era nata come
uno strumento per i centri di ricerca governativi e poi privati e nessuno
aveva idea che ci si potesse anche fare soldi.
Nel 1993 si diffuse rapidamente il programma Mosaic, che consentiva di
navigare una rete di testi ipermediali. Nel 1995 usci` la versione di
Netscape che defini` il termine "browser". Questa volta qualcuno capi` che
c'era la possibilita` di arricchirsi.
Nel frattempo io ero passato a Stanford e avevo creato la mia prima webpage,
che esiste ancora.
Con l'avvento della World Wide Web, i vecchi archivi online vennero presto
sostituiti da website.
Quello di Datta, per esempio, nel 1997 divenne il Lyrics Server (www.lyrics.ch).
Verra` chiuso nel 1999 per minacce legali dell'industria discografica, che non
gradiva la quantita` di materiale distribuito gratuitamente da Datta.
Quello di Piero Scaruffi divenne www.scaruffi.com.
Intervista rilasciata a Giancarlo Curro di Rockerilla nel gennaio 2005.
"Leggo nelle tue note biografiche che ventanni fa hai creato la tua prima
e-zine, una fanzine on line che distribuivi via e-mail. Cosa ricordi di
quell'esperienza, e soprattutto perchS gi_ allora hai scelto il web per
realizzare la tua idea editoriale, in un periodo in cui l'Internet, di certo,
non era alla portata di tutti?"
Questa e` una domanda che richiederebbe un libro come risposta,
perche' si mescola alla storia della "contro-informazione" su
Internet.
Detto sinceramente, ai tempi non sapevo di aver fatto una fanzine.
Cominciai a usare l'Internet relativamente tardi, nel 1983 (non si
chiamava ancora Internet, credo che il nome sia nato l'anno dopo).
Quando arrivai in USA, avevo poco tempo libero (ero discretamente
povero), ma ero gia` grafomane e logorroico, e discretamente
entusiasta del caos creativo di quegli anni (anche se in realta`
mi ero perso gli anni migliori, ma a quel tempo non era chiaro).
Avevo cominciato a mettere su computer i miei scritti fin dagli
anni '70, facendo sforzi comici per trasferirli di volta in volta
da una macchina all'altra, macchine che non erano quasi mai
compatibili.
L'Arpanet/Internet mi consenti` di mettere a disposizione di
altri i testi che avevo (molti dei quali diventarono poi la Storia
del Rock che Bertoncelli mi pubblico` negli anni '90).
C'erano database su rete gestiti da ragazzi di varie universita`.
Purtroppo quasi tutti sono scomparsi e i sopravvissuti (tipo
http://kzsu.stanford.edu/eklein/index.html ) hanno cambiato formato.
Il problema del mondo digitale e` che non rimangono le "rovine":
mentre possiamo vedere com'erano fatti gli amfiteatri romani di
duemila anni fa, mi domando se saremo mai in grado di far vedere ai
posteri come era il mondo digitale di soli vent'anni fa.
C'e` qualcuno da qualche parte che ha un backup di come'era fatto
il database di Dave Datta? Temo di no, neppure lui in persona.
Qualcuno di questi cominciarono a usare i miei testi (a quei tempi
non era plagio, era un favore, perche' non esisteva altro modo).
Ma il grosso dell'informazione era nei newsgroups, altra cosa che
si e` persa e mi domando se saremo mai in grado di ricostruire
cosi` com'era per farla vedere ai posteri. Secondo me, quello di
alt.music.alternative segno` la nascita della musica alternativa,
prima ancora che ne parlassero le riviste.
I newsgroups (la "usenet" per essere precisi)
fu di gran lunga la sorgente di informazioni principali per la mia
prima storia del rock (la prima volta che gliene parlai,
Bertoncelli,
che probabilmente non sapeva neppure cosa fosse un computer, trovo`
subito l'inghippo: ma come fai a verificare l'affidibilita` del
tizio
che ha messo quell'informazione se non lo conosci neppure? Aveva
ragione lui: oggi ci viviamo tutti i giorni con questo problema).
Sui newsgroups comparvero i miei primi testi scritti per altri.
Un giorno ebbi l'idea di fare l'opposto (e sinceramente non ricordo
se l'idea mi venne spontaneamente o perche' avevo sentito di
qualcun altro che faceva la stessa cosa): farmi mandare
l'indirizzo di email di quelli che erano interessati e mandare
loro i miei articoli man mano che li scrivevo, scritti con il "vi"
e formattati con l'"nroff" del sistema operativo Unix (credo che
l'Arpanet/ Internet funzionasse soltanto con Unix a quei tempi).
Il documento conteneva soltanto testo, senza immagini, che ai tempi
non erano possibili per comuni mortali.
La "copertina" era disegnata usando
simboli ASCII che combinavi in modo da creare un facsimile di
immagini.
Poi qualcuno comincio` a chiamare fanzine anche queste cose spedite
via email, e pertanto oggi, a posteriori, mi vanto di aver fatto una
fanzine su Internet nel 1983 o giu` di li`, ma in realta` per me
era soltanto un'email periodica che spedivo a un po' di gente
(e stiamo parlando di 15-20 persone... non c'era molta gente su
Arpanet/Internet).
Soltanto nel 1992 decisi che quella era una rivista, e la intitolai
"Musica" (era sia in inglese sia in italiano).
Nel frattempo (fine anni 80?) avevo creato un database di miei testi
musicali su "olivea", il principale
server dell'Olivetti (e sinceramente non ricordo se avessi o meno
l'autorizzazione dell'Ufficio Personale, ma, sapendo quanto erano
lungimiranti ai tempi, probabilmente si`).
La differenza fra il database e la fanzine era minima: la fanzine
raccoglieva semplicemente gli aggiornamenti mensili al database.
Nel 1995 passai a Stanford (al Knowledge Systems Laboratory, KSL)
e scopersi che stavano sperimentando
un nuovo genere di rete di database, che poco dopo venne battezzata
"world-wide web". Stanford mi diede una webpage (che esiste
ancora oggi, http://www-ksl.stanford.edu/people/scaruffi ) come
a tutti i ricercatori scientifici. A quei tempi era normale (e lo
e` ancora) aggiungere qualcosa sui propri hobby. Essendo grafomane,
io aggiunsi centinaia di pagine, che erano semplicemente i vecchi
testi del mio database convertiti in HTML. Quando lasciai Stanford,
quelle pagine divennero www.scaruffi.com
Morale: venni semplicemente trascinato dagli eventi.
Intervista di November 2015 fatta da Mattia Salvia di Vice, e mai pubblicata da Vice.
Le domande sono -. Le risposte sono ###.
- Puoi raccontarmi qualcosa di te, della tua storia, del tuo trasferimento, di
come ti sei avvicinato per la prima volta a internet?
### In 1983 Olivetti hired me to work on their operating system under the
great Alessandro Osnaghi and eventually he sent me to their research center
in Silicon Valley. My first job was on the thing that will be later renamed
Internet. My second one was to start the Olivetti Artificial Intelligence
Center in 1985. I was on the Arpanet/Internet because of work, but
the Internet had newsgroups that were already being used as "social media"
for all sorts of cultural activities. In 1995 Stanford offered me a
2-year scholarship to do research on AI and hosted my first webpage,
which became my personal website.
- Com'è nato il tuo sito, perché hai deciso di aprirlo?
### Wrong question. The correct question is "why do you write"?
The website is a tool, just like a notebook or a stone tablet.
I've always been writing. Mostly for myself. I do too many things, and
my memory is not the best. So i've always been writing
notes about what i read, listen to, watch, etc. Already in high school
my friends were interested in what i was reading, listening, watching, etc
so i would simply circulate my notes written on paper. Then in the 1970s
i had access to the first small Unix computers and i started writing my
notes on computers, transferring them from one format to the other as the
technology changed.
When i moved to California and started working with the Arpanet/Internet,
i simply uploaded all my "digital" notes on the Olivetti servers. Initially,
it was just a way to save the files in a place where i wouldn't lose them
(certainly safer than the floppy disks of those days). When Stanford
gave me a website, i saw it as simply a better way to save my files on
science, literature, music, cinema, etc. All my writing was intended for
myself, and then shared to the whole community in the spirit of those
days, when people on the Arpanet/Internet/Web were more interested
in sharing their work/knowledge than in making money.
- Com'era internet in quel periodo, visto dal tuo punto di vista? Com'è cambiato
in questi anni a confronto?
### Ah devi leggere il mio libro "A History of Silicon Valley". In due
parole e` difficile spiegare. Ma ovviamente la differenza maggiore e`
lo spirito. Fino a meta` anni 90 l'Internet non era commerciale, era
uno strumento di lavoro che, dopo il lavoro, alcuni di noi usavano
impropriamente per fini idealisti. Era una continuazione della controcultura,
in particolare quella di San Francisco. Long story, not easy to summarize
in an interview.
Senz'offesa ma le tue stesse domande tradiscono la differenza fra allora
e oggi. Tu pensi a Internet come a un centro commerciale. Noi pensavamo
a Internet come a un medium per scambiare informazioni, progetti, idee.
Yes, i know: we were a little naive.
- Quanto era frequentato il sito all'epoca? Quanto è frequentato ora?
### Website statistics were born in the mid 1990s. Mine have always been
public. Go to http://www.scaruffi.com/service/stat.html
For the most recent ones just click on http://www.scaruffi.com/stats/
Before the dotcom boom of the 1990s there were very few people on
the web, and they were mostly in California or on the East Coast.
Today we are used to have 100 thousand visitors a month, but in 1995 even just
one thousand visitors a month was a good number. Almost any printed magazine
had a lot more readers than a website.
- Perché hai deciso di mantenerlo aperto per tutti questi anni? Perché non l'hai
mai cambiato, nemmeno sotto l'aspetto della grafica?
### La seconda domanda e` facile da rispondere: non ho tempo di correre
dietro alle mode. And i don't think it would make any difference for those
who are interested in what i write.
La prima domanda mi sembra una domanda che dice piu` del pubblico italiano
(o perlomeno dei media italiani) che di me.
Non e` la prima volta che un intervistatore italiano mi fa questa domanda.
Ma nessun altro (in USA, Cina, Germania, etc) me l'ha mai fatta.
Evidentemente in Italia sembra bizzarro che uno si interessi di cultura
e persino renda pubblico il suo pensiero, e in altri paesi invece sembra
naturale.
Se devo giudicare dalle domande che mi fanno i media, il pubblico italiano
sembra piu` interessato alle fonti di informazione istituzionalizzate (si
dice?)
Per esempio, io ritengo che Wikipedia sia una delle peggiori tragedie
causate dall'Internet, leggi http://www.scaruffi.com/politics/wikipedi.html
e quindi mi aspetto che tanti vogliano aprire (non chiudere) websites
come il mio, ma dalle vostre domande sembra che in Italia invece il punto
di vista sia opposto ("se c'e` gia` Wikipedia, perche' altri websites?")
Per esempio, mi sembra sempre di sentire sconcerto che uno si occupa di
tante cose - la parola "tuttologo" e` raramente usata come un complimento
in Italia. Ma la parola polymath ("tuttologo" in inglese) e` sempre
un complimento in USA, e credo (spero!) in gran parte del mondo.
Devi domandarti perche' in Italia essere "tuttologo" e` un fatto negativo
invece che positivo. E perche' in Italia abbia senso una domanda come
"Perché hai deciso di mantenerlo aperto per tutti questi anni?"
- Cosa pensi dei riconoscimenti ottenuti dal sito (penso ad es. all'articolo sul
NYT)?
### Veramente i riconoscimenti sono stati molto pochi
Se ti riferisci all'"attenzione" che il website riceve, quello secondo me
si spiega facilmente: e` in circolazione da prima che nascessero le search
engines di oggi. Era nella Open Directory Project. In altre parole, e` uno dei
websites che quelle search engines usarono per cominciare il loro crawling
e indexing della web. Quindi il ranking e` alto, quindi tanti lo trovano
con le search engines di oggi.
Sarebbe interessante cercare l'elenco del 1998, quando nacque Google,
e guardare quanti di quei website esistono ancora. Sospetto che il mio
sia uno dei pochi che e` sopravissuto a tutte le mode grafiche
di questi 20 anni.
Per inciso, non credo che il mio website abbia mai ricevuto un riconoscimento
in Italia. In Italia si e` sempre parlato malissimo dei miei libri e (credo)
mai parlato del resto che faccio. Ero in Cina in settembre invitato a parlare
a una conferenza e ci torno a dicembre invitato a parlare a due conferenze,
eg http://www.dershare.com/news.php?id=88
(che ha anche una bella foto se la vuoi usare)
Qui in California mi invitano a Stanford, Berkeley, USF, etc (non lavoro
per nessuna di loro, lavoro solo su invitation).
L'anno scorso mi hanno invitato a parlare ad Alpbach in Austria
http://www.alpbach.org/en/vortrag/innovation-an-der-schnittstelle-von-kunst-und-wissenschaft/
Invece non sono stato invitato a parlare in Italia da quando ho lasciato
l'Olivetti (o, per essere onesti, da quando l'Olivetti mi licenzio`).
Le interviste dall'Italia sono rare e sono quasi tutte
"ma chi te lo fa fare" :-) che non mi sembra un complimento.
- Il sito e i riconoscimenti che hai ottenuto tramite di esso ti hanno aiutato
nella tua carriera? In generale, come ha influenzato la tua vita?
### Dovresti prima spiegarmi quale e` la "mia carriera", che non e` facile
da definire dato il caos della mia vita... Ma in generale
direi proprio di no, visto che non ho mai fatto soldi sulle cose
su cui ho investito piu` tempo, come la musica rock. Mi fa ovviamente
piacere che il mio libro A History of Rock Music abbia venduto decine
di migliaia di copie in tutto il mondo (senza spendere un centesimo in
pubblicita`), ma nell'arco di 7 anni sono spiccioli.
Ripeto: il website scaruffi.com e` semplicemente il posto dove metto
tutte le mie note. Non c'e` mai stata altra logica.
L'influenza piu` grossa che il mio website ha avuto sulla mia vita e` di
avermi incentivato a guardare a tutto il mondo non solo al posto in cui vivo.
Quando ricevi emails ogni giorno da lettori di tante nazioni del mondo
ti interessi molto di piu` al resto del mondo e molto di meno al tuo
neighborhood.
June 2018
> Perch‚ decide in sostanza di agire in solitaria con la scrittura musicale? Pi—
> in generale con la scrittura, dato che, per lavoro e per passione, si occupa
> anche di altri specifici campi.
### I have to thank the personal computer and the Internet that made it possible.
In the old days it would have been impossible to start an independent career like mine.
But also: i didn't fit in any magazine. Magazines wanted articles (and
opinions) that i didn't agree with.
When you write about John and not about Jim, you are expressing an opinion,
indirectly. I wanted to write about a lot of music that was not really welcome
in Italy. I wrote for Option, Sound Choice and several other US magazines of
the 1980s. But i started writing a lot about rock music only after Riccardo
Bertoncelli accepted to publish my six-volume History of Rock Music.
Then i was forced to write in order to complete the book, and that was
useful to organize all my knowledge and opinions about rock music.
(Incidentally: my history of rock music was originally a 200-page thesis
written for my high school in 1974 and typed on a typewriter)
> Il suo progetto di sito Š stato oggetto di studio e dibattito, sempre su
> Internet si trovano molte opinioni ed articoli a tal proposito. A un certo punto
> si Š reso conto di avere magari a che fare con una cosa pi— grande di lei? E
> come riesce a gestirla?
### It happened gradually so it's never been a shock.
At the beginning you were lucky if you had 100 people reading your website.
In 1995 there were 25,000 websites in the whole world, and the
vast majority were run by universities and big companies. There were maybe
10 million users on the Internet, almost all of them using the telephone
to connect ("dial-up connection"). When the Internet world started growing,
the number of music websites multiplied quickly and then mine was actually
"downgraded" (became less important) because these other websites were much more
professional.
From my point of view, the increase in number of visitors has been welcome
because visitors find mistakes. My readers help me a lot when they find a
mistake. Some fans of pop stars call "mistake" any opinion different from
theirs, and that's annoying, but the vast majority of readers are very
helpful: they find real mistakes or real omissions.
So no, it's not been a shock, and in general it's been a big help
for my research (in every field: music, science, art, cinema...)
It is still called scaruffi.com which means that it simply contains my
personal notes. It is not called theabsolute.com or theonlywebsite.com
It is just the "diary" where i write everything that i learn and i think.
> Ha continuato a leggere le riviste musicali o col tempo se n'Š disinteressato?
> Immagino che vivendo da tempo all'estero lei ne abbia lette molte in lingua
> inglese, no?
### No, i never read music magazines after the mid 1970s. No time.
They were not interesting enough for me.
I read literary magazines, cinema magazines and art magazines. I used to
subscribe to a jazz magazine, but i rarely read it so i stopped.
I prefer to read books, but there are very few (very few) books on rock music
that are worth reading. That's why i wrote one
I read hundreds of books in a year, but not on rock music.
I moved to the USA in 1983 so, yes, i have been reading only US magazines.
They are not necessarily better than European ones, but it is just too expensive
to order European ones.
> Le sue principali peculiarit… sono, secondo me, la continua voglia di
> enciclopedizzare una lunga serie di voci - ritengo sia una operazione parecchio
> dispendiosa - ma anche fare degli excursus a volo d'angelo sui singoli generi
> musicali, lo si evince in "Enciclopedia della Musica New Age - Elettronica,
> ambientale/, /pan-etnica" (Arcana) ad esempio, dove a conti fatti lei fa il
> punto di un macro-genere che racchiude musiche anche piuttosto diverse tra loro
> in fondo. Crede che questi siano gli unici modi possibili per
> analizzare/scrivere di musica?
### I don't know.
> Mi ha incuriosito molto un passaggio trovato sempre in Enciclopedia della musica
> New Age dove lei afferma: "/come sempre, e con rammarico, ho escluso tutti gli
> italiani per non attirarmi le ire dei non menzionati/". Resta sempre dell'idea
> che Š meglio non avere a che fare coi "vicini di casa", anche se vive all'estero
> da anni ormai? Non si rischia cosi di tralasciare comunque qualche progetto
> musicale interessante?
### Honestly, i don't remember that sentence. Maybe it was just an excuse.
I suspect that i didn't know any Italian musician of that genre, and so i
needed an easy excuse to explain why i didn't include them.
The same happened with the History of Rock Music. Friends were asking me to
include the most famous Italian rock bands, but i just didn't know their music.
> Come si sente nel venire visto come tra i principali fautori della scrittura
> musicale sul Web? Sa bene che ci sono persone che la stimano profondamente e
> altre che invece hanno criticato il suo operato...
### That happens to any writer in any genre of writing.
> Che fine faranno i giornali? E come si evolver… la scrittura musicale su
> Internet, secondo lei?
### Obviously all the predictions were wrong: people write more today than
ever in history. Ordinary people used to write one letter a month and maybe
a personal diary. Now they write every single day: emails, tweets, facebook
posts, reddit discussions, and so on and on.
People write and people read.
But the technology is different from pen+paper, so the way they write and
read is also different. The technology keeps evolving and therefore the way
we write and read will keep evolving. The biggest thing of the last 10 years
is how easy it has become to use pictures and videos, thanks to the new
technologies.
Newspapers and paper magazines are clearly dying. Like everybody else, i get
most of my news from the Internet, not from paper.
Their owners will need to find a way to survive on the Internet, not on paper.
I will always print the articles that i really like and that i want to keep,
but... let me decide which ones must be on paper. The majority of articles
are disposable: i read them, and then delete them. So why waste paper? Send
me the news as an email and then i'll decide which ones i want to print.
I am less sure about the demise of the book. I find that nothing replaces
the paper book. The electronic book is a different object. The interaction
is different, and it has a big effect on my reading, memorizing, learning, etc.
To some extent, this is also true of the big magazines. I don't want Artforum
or the Economist as an email.
I don't know the solution. Predicting the future is always a bad idea.
My concern is not about the physical medium but about some kinds of writing
that are being penalized by the Internet.
I am concerned about the future of poetry and philosophy.
There are still many poets in the world, but... who reads them?
Poetry and philosophy require that you read slowly and that you really concentrate.
What is happening today is the exact opposite.
I am not sure what kind of world we are creating if we are no longer
capable of reading slowly and carefully.
Good luck to the future generations.
Storia della critica rock italiana di Mario Ruobbi (aggiornata nel 2005 da Beppe Tasso)