Prima Parte: Alef
Monologo
f: Avanzo da secoli
in questo vento,
sollevato da un remoto passato,
che s'adatta alle pieghe lucenti
del mio torvo e liso mantello.
Nella lumaca di lucciole
del crepuscolo imminente
le citta` che ho visitato
si affollano ronzanti
attorno alle mie impronte
come mosche sulla carogna
di un cucciolo sventrato.
Un girovago perduto nel tempo
mi portera` al luogo immaginario
verso cui sto camminando.
E la memoria, che s'incaverna
in un dolmen di cristallo,
prostrato dentro le fronde
scheletriche di abeti
sfogliati da due mani
trepide di vecchia,
non ha altra meta
che quel vuoto di senso.
Essere qui e` terribile.
Intermezzo
Non si puo` procedere oltre.
I binari travasano materia organica
da una meridiana all'altra a dirotto.
Tutt'intorno al cratere
nella ghiaia dei detriti cosmici,
nella bruma abbagliante
dei loro riflessi alieni,
un galoppo fra sole e pietra
scuote ciclope
le fondamenta del tempo.
Monologo
f: Al centro della meridiana
prendo fra le dita
le tue labbra di clessidra
e gonfio il pallone
floscio del tuo viso
sinche' si libra in aria
e senza lanciare un grido
sfarfalla inerte al vento.
Rimbalza sulla sabbia solare,
si sfracella vessillo dei mortali
nel tragico duello
lanciando un urlo
che fa rotolare sul guscio infranto
del mio occhio
cerchi d'acqua a perdifiato.
Il tuo sguardo
piange isole d'oro
lungo la rotta ignota
dei nostri corpi.
Dialogo
m: Ti spoglio,
petalo per petalo,
al lume di una torcia di ghiaccio
che scioglie i tuoi occhi,
piu` azzurri dei miei;
a galla, nella palude
di pelle trapunta di baci,
sulla tenera carne dell'ostrica.
f: Giro l'occhio all'insu`,
e lo appunto alla tempesta
delle nostre ombre
sulla volta del globo,
esili strisce di stelle
per tenebre di cristalli
precipiti su uno specchio di bolle.
m: Mi rannicchio
dentro il palmo della tua mano,
in un taglio del crepaccio
dove scroscia schiuma feconda
di te, e urlano a perdifiato
le tue unghie acuminate.
f: Ora il tuo stelo, rattrappito, piange
rugiada calda; e col dito levato
mi indichi le ombre ferme,
acciambellate sul lampadario.
Dialogo
m: Tendere il grilletto,
girare l'elastico attorno al perno
per dare la carica al mio inferno,
uccidere con una pallottola spermatozoa.
: Osceni corpi di solitudine
abbarbicati al cordone ombelicale
del desiderio
(tenebroso animale metafisico),
corpi profanati dal pensiero,
iniettati di brividi mistici.
m: Cadere nella tagliola
sbranati dalle fauci.
: Cerca un'ala, un sasso,
una linea di sole da cui parlarmi,
senza vergogna, con la punta dello sguardo
finche' scocchi dal margine del nostro amplesso
la creazione.
f: Tuffa le braccia nell'aria,
m: Non si finisce mai
f: opachi lastrici di dolore,
m: di cadere
f: mute pietre di morte.
m: nel baratro.
Seconda Parte: Apeiron
Monologo
m: Ti ricordi
il becco adunco di quella vetta
a capofitto su scogli di rubino;
i silenzi gemelli di quella notte,
due gocce di sangue a passeggio
nelle vene del borgo medievale ?
e i sassi tirati nel coagulo
d'onde dalla spiaggia deserta;
i cigni di quarzo che abbiamo
sciolto a piuma a piuma nel lago;
il vortice d'antenne rampicanti
sui tetti, che sentivamo vibrare
accordate con noi e il tramonto;
le boccole di case abbarbicate
alle rughe aride dei dirupi ?
noi, vagabondi nell'atlante
che la vita sfoglia e addita.
Intermezzo
Un uragano di stelle
questa notte di cristallo
orbita furente sui vicoli
a picco, tortuosi e angusti,
stritolati dai muri di pietra
di chiese e palazzi che secoli
di nomi non hanno cambiato.
La folla che ciacola nel corso
adempie il piu` sacro dei riti
offrendo in pegno se stessa
all'eternita` di silenzi, detriti
a cui il chiasso del passeggio
da` voce, demente e feroce.
All'insaputa di tutti, un'onda
sotto i portici e negli androni
decrepiti avanza e s'ingrossa,
come un fantasma dal medesimo accento
che brandisca i suoi artigli dovunque:
l'impronta brulicante di volute,
in un'eclissi di cenere e campane,
di quell'immonda tempesta lassu`.
Dialogo
f: Ho paura di volare,
mi scuotono brividi
di fachiro: mi stringo
la benda sugli occhi.
: Ma i miracoli che riempiono
la piazza, trucioli di sole ...
f: la folla un gigante
che si burla di me senza pudore,
: idoli di pietra, mendicanti,
icone fossili, in sfere
concentriche d'avorio...
f: Il tuo viso brilla
su una foglia di stagnola,
e le parole magiche
che pronunci per me
guidano i miei sogni
in quel mare di scintille.
: Cogliere un fiore di cenere
dal rogo: m'ama, non m'ama...
f: Nei tuoi occhi ho letto
una poesia che durera`
tutta la vita.
: a ritroso nel tempo, nicchia,
caverna, anfratto di lava.
f: Tenendoti per mano
riprendero` il viaggio
da dove l'avevo interrotto;
e volero`.
Dialogo
: L'oceano, in tutta la sua
spettrale inutilita`, manda
scheletri di alghe e ciclopi
a naufragare sugli scogli
(nella custodia trasparente
la nostra bussola continua
il suo moto d'orologio).
m: Cogliere le nuvole radiose
che pendono come grappoli maturi
o come cirri acuminati dal cielo.
: La lontananza aspersa di sangue,
di gabbiani ubriachi e folli
che brancolano a ventaglio.
Scavano dove hanno nascosto,
estraggono il vuoto dall'aria,
buttano ricordi nello spazio.
Il volo rasente l'onda
nei tanti luoghi senza nome
della loro eterna infanzia.
m: I sassi fanno cerchi
muti nell'acqua cieca
che lo sguardo afferra a tratti
nel fondo di ghiaia di sole,
d'intrichi putridi di radice.
: Le impronte sulla spiaggia si arrestano
davanti al cancello che non si e` aperto.
m: Giro l'argano dell'ancora
sotto la vela riversa.
: Per decidere la rotta ?
Intermezzo
Non abbiamo ancora notizia
del posto dove non siamo
per caso arrivati, approdo
o limite chissa`, forse
soltanto luogo di trasbordo
da una riva all'altra,
da un'isola all'altra
(da questa parte e` cenere
non sabbia il litorale
e spazi senza confini
che cercano senza trovarli
luoghi senza nome).
Dialogo
m: Esaurito dal sole puro delle colline,
questo viaggio nella trasparente oscurita`
si arresta alle soglie della citta`.
f: La mia sorte in altro modo parlera`
al giocattolo polveroso
di pelle smessa di serpente
che, col nome e il volto miei,
gia` medita di salpare
come una stella al tramonto.
: Mi sono liberato
del groviglio di braccia inerti
che usavano il mio corpo
per i loro macabri riti.
Adesso, nel freddo sudario
di queste ultime tenebre,
come il battito profondo
del cuore, traboccante
di cerchi senza fine,
corre su onde di stagnola
verso la libera sponda,
piu` forte risuonano
nel silenzio i passi lontani,
inesistenti, sui sentieri abbandonati.
Terza Parte: Nil
Dialogo
m : C'e` qualcosa d'importante,
da cui dipende il mio futuro,
che dovrei dirti, ma, lo so,
non trovero` il coraggio
di dirti.
Ecco: te l'ho detto.
f : Allora sai dove trovarmi,
o perlomeno come trovarmi,
o quantomeno se trovarmi,
se fuggirmi o se ignorarmi,
in quel labirinto di "se"
in cui vi siete persi.
Dialogo
m: Il mio segreto cantare a te
un pentagramma di baci.
f: Ho sentito battere nel mio cuore
il ritmo della tua voce.
m: Il diamante
che rimarra` a nuotare
nei laghi di orchidee
dei tuoi occhi.
f: Quella sera
mi hai preso la mano
e non l'hai piu`
lasciata.
m: Dentro i tuoi occhi
come grondarono i miei pensieri!
sulle tue labbra,
come si disfo` la sabbia
della mia ragione!
Intermezzo
Il filo spinato di luci
che circonda la baia
stringe le onde e gli scogli
in un patto di omerta',
una tortura di riflessi e detriti
che l'immane alga di nubi
sospinge verso l'oceano.
Dialogo
f: La vita non e` forse cio` che succede
alle nostre spalle a nostra insaputa
mentre tentiamo di allontanarci.
m: O forse il solo allontanarsi?
: Anche nella fine
il principio continua.
Monologo
f : Briciola di universo
che ti specchi
nell'azzurro sgretolato
dei miei occhi,
ogni scheggia
che tenti di salvare
potrebbe finirti.
Monologo
m : Una cosa abbiamo capito
nelle lacrime che ci siamo
asciugati a vicenda con baci
di zucchero filato su guance
rosse di gioia e vergogna:
che piu' conta il pianto
che ancora non abbiamo pianto!
Monologo
f : Non vi e' in me pagina
che non sia gia' scritta di te.
Monologo
m : Ciascuna di queste lacrime
e' un altro poco di te
che entra in me.
Monologo
: Ti sei addormentata
in una parola.
Monologo
m: (L'eternita` e` trasparente:
non vedo di la` piu` memoria
o tempo).
f: Non esistono altri posti
dove andare.
m: (Tremo, solo, al vuoto)
Monologo
m: Tu sei
questa poesia,
e stai
per finire.
Dialogo
f: E il tuo sguardo,
che mi ha guidato
incontro al sole
come un volo di gabbiani,
ora lo perdo,
mi pare per sempre,
in un vento di luce,
violento e accecante,
non faro ma specchio;
in un punto dentro di te
che non vedo, ma sento,
un buco nero in cui precipito
senz'avere neppure la forza
di vederlo riflesso o ingrandito,
ma soltanto capovolta e sbiadita;
come se vivessi in un binocolo,
tra una lente e l'altra,
tra due lacrime uguali.
m: Da te
non ho avuto
neppure il tempo di un sorriso;
eppure e` bastato per capire
quanto devo ancora camminare,
quanto lontano e` cio` che cerco,
e quanto nascosto da tutto il resto;
quanto io sono vivo.
f: E finalmente
mi prenderai per mano,
lungo il piu` esile dei raggi,
perche' questo era forse
il nostro destino,
di camminare
dove nessun altro
vedrebbe neppure
il cammino.
Monologo
:
Testo completo