I critici dell'arte indu` hanno gioco facile a sostenere che i grandi monumenti della civilta` indiana sono mussulmani (i palazzi del Rajastan, il Taj Mahal, le tombe dei sultani di Delhi) oppure buddisti (le cave di Ellora e Ajanta, i templi di Sanchi). Quando, nel 1904, il direttore archeologico incaricato dai coloni britannici riusci` finalmente a districare le rovine di Konark dalla montagna di detriti che le avevano sommerse, si penso` di aver finalmente scoperto l'equivalente indu` di Borobudur. Se studi successivi hanno fatto sorgere dei dubbi sulle origini del tempio, non vi sono pero` dubbi che Konark vada considerato accanto ai piu` grandi monumenti religiosi dell'Asia.
Non si hanno testimonianze dirette della costruzione del tempio. Oggi gli archeologi sembrano concordare sull'anno 1255, anche se qualcuno sospetta che una struttura pre-esistesse fin dal nono secolo.
L'idea del tempio e` molto semplice: si tratta di un monumentale carro dotato di dodici paia di ruote, ciascuna tre metri in diametro, ciascuna riccamente decorata. L'intero monumento e` poggiato su una piattaforma (o "pitha") alta cinque metri, lungo la cui parete sono scolpite cinquemila figure. La prima "fascia" (alta circa 30 cm) consta di 2.000 elefanti, oltre a marce reali con palanchine e scorte armate. Le ruote sono 24, e originariamente il tempio era trainato da sette cavalli: 24 come le ore della giornata, e 7 come i giorni della settimana. Ogni ruota ha otto raggi, corrispondenti a un'antica partizione del giorno, e puo` pertanto essere usata anche come una meridiana.
Il carro e` dedicato al sole, e pertanto non stupisce che l'ingresso sia ad oriente. Questa porta, guardata da leoni di pietra issati sul dorso di elefanti, introduce al portico (o "Jagmohan") di laterite, 30 metri quadrati di base e una geometria a piu` livelli da matematico paranoide. Da questo portico si sale al "Mukhasala", anch'esso di pietra, la struttura piramidale piu` visibile, che originariamente era alta 50 metri. Il tetto di questa struttura e` in tre strati, a forma di loto, ciascuno strato di sette gradini. Dal tetto spuntano sculture di "angeli" e musicisti. Non meno avvincenti sono le colonne e le sculture che sostengono il tetto. Ogni dettaglio e` uno spettacolo a se stante. Il tempio era ovviamente stato concepito come un omaggio alla luce e alla potenza del sole e la sua opulenza tenta in qualche modo di rendere quell'idea.
Finalmente si arriva alla parte occidentale, il "Viman", il tempio vero e proprio, originariamente alto 70 metri, sormontato da tre divinita`, ciascuna raggiungibile tramite scalinate di pietra. Una scalinata in discesa porta invece al sanctum, la parte centrale e piu` sacra del monumento. Ma in realta` qui si perde la prospettiva e il senso delle dimensioni dell'edificio. Bisogna allontanarsi di nuovo perche' il colpo d'occhio renda giustizia a questo armonico insieme di costruzioni. E perche' esse acquistino la fisionomia del carro divino.
Lo show continua. La porta settentrionale e` guardata da elefanti e quella meridionale da cavalli, tutti esemplari stupefacenti di realismo crudele. Le pareti della piattaforma sono tappezzate di decorazioni mitologiche, in qualche modo simili a quelle piu` celebri di Kajuraho (compresi anche i motivi erotici).
Per quanto se ne sa, la guglia centrale non venne mai completata. Ma la torre del Viman crollo` un secolo fa e soltanto da poco sono iniziati i lavori di restauro.
Una curiosita` per i superstiziosi. Un secolo fa gli inglesi tentarono di recuperare dal mare un tempio che secoli prima era stato inghiottito dalle acque. Nonostante l'impiego di uomini e mezzi, vi dovettero rinunciare, in quanto il tempio era costituito di blocchi di pietra cosi` pesanti da essere praticamente inamovibile (e da allora nessuno ci ha piu` provato). Uno degli archeologi si accorse del paradosso: nel diciannovesimo secolo l'alta tecnologia britannica non riusciva a spostare quei massi di qualche chilometro... ma, secoli e secoli prima, quei massi erano stati portati li` da localita` molto distanti: Konark, infatti, dista decine di chilometri dalle cave piu` vicine. Ora provate a immaginare che il tempio del sole e` un centinaio di volte piu` grande, alto e pesante di quel tempietto davanti a cui si arresero gli inglesi...
Un tempo il mare arrivava fino ai margini di questo tempio, e il turista puo` soltanto provare a immaginare la suggestione di questo colossale carro "parcheggiato" sulla spiaggia...
Notizie Religiose
La visita al tempio del sole e` propizia per gli indu`, per cui non e` insolito vedere pellegrini accamparsi ai margini dello steccato. Il tempio e` reso famoso nell'epica del Mahabarata come il luogo in cui il dio Sole uccide il demone "Arka" (la terminologia e` un po' confusa, in quanto "arka" significa "sole"). La leggenda attribuisce la costruzione del tempio al re Narasimha Dev, che regnava su Kan-Kan, e dall'unione fra "Kan" (o "Kona", "dio") e "Arka" nacque l'attuale nome "Konark", che e` prima di tutto il nome della divinita` ivi adorata dagli indu`.
Ai tempi in cui venne costruito, le attuali divinita` indu` erano probabilmente oscurate dal culto delle due super-divinita`: quella della terra e quella del sole. Gli studiosi indu` ritengono che cerimoniali dedicati al Sole venissero compiuti regolarmente fin da 1900 anni prima di Cristo. In seguito queste due divinita` si ampliarono a cinque: Ganesh, Vishnu, Siva, Durga e il Sole. Konark rimase sempre al centro dell'adorazione del dio Sole.
Cio` che gli indu` forse non sanno e` che molti studiosi ritengono Konark il prodotto di una cultura buddista, che in seguito venne semplicemente convertita a rituali indu`. Cio` sarebbe sorprendente, in quanto i monumenti buddisti tendono a proiettare un'immagine di semplicita` e intensita`, mentre Konark e` tutto l'opposto: grandioso, opulento, terribile, persino mostruoso...
Il mistero della fine di Konark
Cosa causo` la decadenza e l'abbandono di Konark? Nessuno lo sa per certo. Certo il luogo perse la sua sacralita` nel sedicesimo o diciassettessimo secolo, e non e` dato sapere se per ragioni politiche o religiose. Abbondano le leggende, ma, per quanto ne sappiamo sono soltanto tali: che il santo Dharmapad si suicido` nel tempio, e cosi` facendo lo sconsacro`; che il tempio collasso` per un difetto architetturale e venne considerato maledetto dagli dei; che i mussulmani rubarono la grande pietra di piombo dalla cima della torre in quanto faceva deviare le bussole delle navi; che il barbaro Kalapahad invase la regione e distrusse tutti i templi indu` (quest'ultima la piu` credibile). Sia come sia, nel giro di tre secoli il tempio era stato denudato delle sue maggiori glorie artistiche e sommerso dalla foresta.
Notizie Pratiche
Konark (o Konarak) si trova 30 chilometri a est di Puri, sul mare. Il tempio, a differenza di quello di Puri, non e` piu` in uso e pertanto e` aperto ai turisti di tutte le religioni. Il treno espresso di Calcutta ferma sia a Bhubaneswar (otto ore) sia a Puri (nove/dieci ore) e costituisce il mezzo piu` naturale per arrivare quaggiu`. La cittadina offre pochi ostelli, in quanto gran parte dei turisti preferiscono fare tappa a Puri. Anche la spiaggia di Konark e` incredibilmente deserta, pur essendo splendida e pulita. Puri e` tutto l'opposto di Konark: affollata oltre misura, rumorosa, stipata di colori. Gli autobus fanno la spola fra le due citta` praticamente ogni mezz'ora.