- Dalla pagina sui Beach Boys di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)


(Tradotto da Stefano Iardella)

In breve:
I Beach Boys diedero inizio al rinnovamento dei primi anni '60: furono capaci di fondere le armonie a quattro voci di gruppi vocali come i Four Freshmen con il ritmo rock and roll di Chuck Berry, dando vita a un nuovo genere. I Beatles, i Byrds e innumerevoli altri copiarono quell'idea e la storia della musica popolare non sarebbe più stata la stessa.
Ballate come Don't Worry Baby (1964) furono sia una sintesi del "muro del suono" di Phil Spector, delle vignette adolescenziali di Chuck Berry, delle maestose armonie a quattro voci del doo-wop, sia la pietra angolare di una nuova forma di musica pop. Quella forma nacque con I Get Around (1964), la più grande delle loro "car songs", Help Me Rhonda (1965), la più acrobatica delle loro invenzioni vocali a più voci, Barbara Ann (1965), la più anarchica delle loro costruzioni geometriche, e Good Vibrations (1966), il primo successo pop a utilizzare suoni elettronici. Brian Wilson, il genio dietro il sound dei Beach Boys, divenne l'eccentrico per eccellenza della melodia, in particolar modo con Pet Sounds (1966) e nell'"album perduto" Smile (registrato nel 1967, ma pubblicato solo nel 2004).
Brian Wilson si creò un ruolo unico quando smise di suonare: fondamentalmente, era un compositore che aveva una band per eseguire il suo repertorio. I Beach Boys persero importanza mentre Brian Wilson divenne uno dei compositori di canzoni più creativi di tutti i tempi.
Sfortunatamente, la sua personalità eccentrica e selvaggia loading porto all'autodistruzione.


(Testo originale in italiano di Piero Scaruffi)

Bio:
I Beach Boys furono il più grande dei gruppi di surf music, ma non passerebbero alla storia per quel primato. I Beach Boys furono soprattutto Brian Wilson, e Brian Wilson fu uno dei massimi compositori di canzoni dei primi anni '60, insieme a Lennon-McCartney, Lee Hazelwood e pochi altri.
Brian Wilson fu forse il primo musicista popolare a eccellere tanto nella composizione quanto nell'arrangiamento (oltre a inventare uno stile molto imitato al proprio strumento, il basso). In tal senso, fu più un compositore classico (con una spiccata sensibilità per la polifonia sinfonica) che un cantante di musica pop. Il formato originale delle sue canzoni (la musica surf) servì a pagare i conti, ma ovviamente gli crebbe rapidamente stretto. Anche quando Wilson si emancipò da quel formato a cominciò a produrre canzoni più elaborate, però, la sua rimase sostanzialmente una carriera sprecata: con quell'orecchio avrebbe potuto ben altro che semplici canzoni.

I Beach Boys nacquero da un'idea semplice ma geniale, una di quelle idee che finiscono per influenzare un'intera epoca: fondere i gruppi vocali e il rock and roll. Brian Wilson era affascinato tanto dalle armonie in quattro parti dei Four Freshmen (il gruppo di maggior successo degli anni '50) quanto dai riff di chitarra e dal ritmo febbricitante di Chuck Berry. I Beach Boys non furono altro che la fusione dei due. Ma fu la scintilla che scatenò una rivoluzione musicale e sociale, che avrebbe partorito Beatles e Byrds, che avrebbe cambiato per sempre il concetto di musica melodica.

I Beach Boys, più umilmente, rappresentarono anche l'inizio del periodo d'oro della musica californiana. La California non era stata una delle capitali della musica ma lo divenne dopo il loro successo e per il resto del secolo la sua importanza non farà che aumentare. Qualcosa dei Beach Boys rimarrà nella musica delle generazioni successive.

La musica dei Beach Boys fu essenzialmente la musica della borghesia bianca che aveva respinto e criminalizzato il rock and roll e i suoi divi pornografici e delinquenti.
Come nel caso dei Beatles, le eteree atmosfere distillate da questi figli dei sobborghi metropolitani nascosero per un attimo i subbugli dei ghetti e l'inquietudine di una generazione intera. Ma costituirono un anello essenziale nella catena evolutiva del rock vocale, che, partito dal rockabilly degli Everly Brothers, doveva approdare al folk-rock dei Byrds.

I Beach Boys si affacciarono sulla scena della surf music nel dicembre 1961 con Surfin', seguito da Surfin' Safari nel giugno 1962, come un tipico gruppo a conduzione familiare (tre fratelli, un cugino e un vicino di casa) dell'America conservatrice.
Avevano scelto di cantare del surf perchè Dick Dale era il fenomeno del momento a Los Angeles, ma in realtà non erano neppure surfers.

Il gruppo rappresentava la continuità con i gruppi vocali degli anni '50 e non impensieriva l'America borghese come avevano fatto i rocker. Se il formato era innocuo, le loro canzoni erano addirittura di una semplicità quasi grottesca: imperniate attorno a un ritornello orecchiabile, e a testi da teenager, usavano tutte le voci per aumentarne l'effetto. La melodia diventava qualcosa di etereo e celestiale grazie al timbro purissimo dei cantanti, e a un'arte limpida di falsetti e controcanti. La strumentazione contava poco o nulla. Era uno stile prettamente vocale, mutuato dall'innodia sacra, dalle armonie del doo-wop e del gospel, e dal rockabilly antifonale, chiaramente derivato da quello dei Four Freshmen. Ciò che era unico era lo spirito, che sprizzava gioia di vivere da tutte le note.
Da un punto di vista marketing, l'idea era geniale: per la prima volta un genere musicale era interamente dedicato al più innocente divertimento adolescenziale, e ne rappresentava sonicamente l'entusiasmo. Il rock and roll non era stato altrettanto innocente, e certamente non altrettanto sereno e allegro.

Brian Wilson componeva le canzoni di persona, raramente consultandosi con gli altri, che spesso si limitavano a eseguire i suoi ordini. Carl Wilson suonava la chitarra e ha il merito di aver coniato un sound allo strumento (anche se quel sound è l'antitesi del virtuosismo).
Mike Love, cugino di Brian, era il "frontman" ufficiale, ma ben poca cosa paragonato a Presley o ai Beatles. Dennis, il fratello di Brian, era un batterista tanto banale quanto Ringo Starr nei Beatles.

Dapprima il tema delle sue canzoni era lo sport del surfing, ma presto Wilson prese a spaziare su tutto l'universo del "fun" giovanile, che in California era particolarmente innocente e spensierato.

Surfin USA, il disco che nel 1963 li catapultò ai vertici delle classifiche'di vendita, era un adattamento di Sweet Little Sixteen di Chuck Berry, con le tipiche dodici battute blues, con il "walking bass" usato nel boogie, e battiti di mani in controtempo (pausa, clap/clap, pausa, clap/pausa, clap/clap, pausa, clap).

I primi tre album sono intitolati ad altrettanti singoli di successo.
I primi due sono Surfin' Safari (Capitol, ottobre 1962) e Surfin' USA (Capitol, 1963). Surfer Girl (Capitol, settembre 1963) è un album più curato, che contiene le lente ballate romantiche In My Room e Surfer Girl, nonche' Little Deuce Coupe.
A questo punto Brian Wilson scriveva già quasi tutto il materiale del gruppo, ma il ritmo di produzione era infernale.
Little Deuce Coupe (Capitol, ottobre 1963) contiene l'hit Be True To Your School, ma usciva un solo mese dopo il precedente e non poteva vantare molto di più.

Nel 1964 avevano già alle spalle diversi dischi d'oro e piccoli classici della loro semplice e spigliata arte, in particolare
L'album del periodo è Shut Down Volume 2 (marzo 1964). Fun Fun Fun è un altro capolavoro, con una tipica introduzione "scampanellante" di chitarra alla Chuck Berry e contrappunti corali doo-wop. Don't Worry Baby (1964), con Hal Blaine alla batteria, è invece Wilson al suo livello più noioso di pop, ma un capolavoro per chi ama i Beatles di Revolver.

All Summer Long (Capitol, luglio 1964) è il primo album "sperimentale" dei Beach Boys, nel senso che non contiene soltanto scipite danze surf. In particolare I Get Around (1964), il vortice vocale più complesso della loro carriera e uno dei brani più spigliati, è il capolavoro di questo periodo (con Hal Blaine alla batteria). Wendy e All Summer Long sono piccoli gioielli di melodismo naive.

Brian Wilson era diventato il compositore del gruppo e non era più interessato alla parte di bassista. Colpito da un primo esaurimento nervoso (e notoriamente tossicodipendente), Wilson si ritirò dalle scene e ridusse il proprio ruolo a quello di compositore, un ruolo più unico che raro nella musica rock.
Mentre gli altri Beach Boys erano in tourneè (avendolo sostituito con Bruce Johnston), Brian Wilson studiava nuove tecniche di produzione e scriveva canzoni sempre più bizzarre.
Il contributo dei Beach Boys era puramente vocale. Tutto il resto era suonato da sessionmen smaliziati, scelti e diretti da Brian Wilson.

Today (marzo 1965) contiene When I Grow Up, Please Let Me Wonder, e soprattutto Help Me Rhonda, un altro capolavoro di contrappunto vocale (ma la versione sull'album, intitolata senza la "h", è più sfarzosa e più lenta), ma con un andamento più goliardico da novelty di doo-wop. Dance Dance Dance era il ponte con il passato, uno sbrigliato rock and roll con le classiche armonie vocali in tre parti. Sul retro del singolo Help Me Rhonda c'era anche Kiss Me Baby, un altro tour de force di arrangiamento romantico alla Don't Worry Baby.

Summer Days (luglio 1965), influenzato dalle produzioni di Phil Spector, sfodera California Girls, uno dei manifesti del loro modello di vita, ma Wilson si fa sempre più eccentrico in canzoni come Let Him Run Wild e I'm Bugged At My Old Man che ormai appartengono a un'altra era.
Ciascuno di questi album è naturalmente pieno di "filler" e di hit.

Party (Capitol, novembre 1965) contiene Barbara Ann, lo scherzo da party più famoso di tutti i tempi, in realtà cantato da Dean Torrence degli Jan And Dean. Come Help Me Rhonda e California Girls, si trattava di uno squisito saggio sul potere suggestionante dei riverberi vocali di I Get Around.

Nei loro brani non c'era traccia della canzone di protesta di Dylan. I loro testi tacevano la guerra nel Vietnam, le marce della pace e i sit-in. Il loro era un mondo casalingo, fatto delle piccole stupide cose di tutti i giorni. I loro hit erano miniature melodiche sui divertimenti dei giovani della classe media.
Con i Beach Boys il sogno americano si tingeva di spiagge, di picnic, di feste e di estati senza fine.

L'operazione compiuta da Brian Wilson era di tipo completamente diverso. Wilson affrescava un microcosmo, quello della middle-class californiana, e lo elevava a "Promised Land" con un'operazione che era mitologica e quasi biblica.

Ancor più sorprendente era il fatto che la loro musica fosse prodotta in un modo così palesemente amatoriale. Gli studi di registrazione delle major impiegavano equipe sempre più smaliziate di arrangiatori e sessionmen per ottenere il massimo dall'interpretazione di un cantante. I Beach Boys, invece, furono portavoce di uno stile "familiare" di produzione (coro e chitarre senza alcun trucco particolare). I loro bassi e falsetti erano assai mediocri al confronto dei baritoni e dei tenori delle major, e i testi erano certo meno forbiti dei melodrammi di Broadway, eppure fu in loro, fu nel loro dilettantismo spensierato, che si riconobbero i giovani. Fu una rivelazione per tutti.

Rubber Soul dei Beatles aveva però alzato la posta per la musica pop con i suoi arrangiamenti certosini e Wilson era conscio che il loro stile da sottoscala aveva i giorni contati in un mondo musicale sempre più "elettrico".
Wilson diede allora il suo tour de force come compositore e arrangiatore: Pet Sounds (Reprise, 1966), uscito il 16 maggio 1966. Non solo si trattava di un album concept (una raccolta di "mottetti rock", secondo l'autore, che descrivano la maturazione di un giovane attraverso le sue esperienze amorose e le sue amicizie, con un messaggio pessimista di fondo), ma era ricco di suoni eccentrici e le canzoni sembravano quasi collage ottenuti con una certosina arte di montaggio, facendo uso di una piccola orchestra (trombone, armonica, clavicembalo, campanelli, violini). Le canzoni si susseguono come in una fantasia melodica, alternando il Brian Wilson romantico di Wouldn't It Be Nice, Caroline No (clavicembalo), You Still Believe In Me, God Only Knows (che Paul McCartney considera la miglior canzone di sempre, con corno francese, clavicembalo, sonagli, flauti e clarinetto) al Brian Wilson nevroticamente autobiografico di I Just Wasn't Made For These Times (con il Theremin) e That's Not Me. Lo strumentale Let's Go Away For Awhile è una sonata da camera per dodici violini, quattro sassofoni, due bassi, piano, oboe, vibrafono, chitarra e percussioni. Sloop John B è l'unica concessione alle classifiche.
Le liriche furono scritte da Tony Asher.
Tra i musicisti c'erano Glen Campbell alla chitarra, Steve Douglas al sassofono, Paul Horn al flauto, Larry Knechtel alle tastiere, Hal Blaine alla batteria.
Naturalmente Pet Sounds fu il meno venduto di tutti i loro album.
Pet Sounds è anche uno degli album più sopravvalutati di sempre.
Sarebbe stato ristampato nel 1996 in cofanetto quadruplo: il mono mix, lo stereo mix, le parti vocali, etc.

Il manifesto della nuova, sofisticata stagione fu il ritornello incalzante di Good Vibrations (ottobre 1966), orchestrato in modo rivoluzionario per i tempi, complice il sintetizzatore. Arruolati uno stuolo di sessionmen dell'entourage di Phil Spector, più musicisti jazz e classici, Wilson trascorse mesi nello studio di registrazione, rifinendo le sue composizioni in maniera maniacale. Good Vibrations è stato spesso indicato dalla critica internazionale come il massimo singolo di tutti i tempi.

Hal Blaine era il batterista dei Beach Boys su hit quali Good Vibrations, I Get Around, Help me Rhonda, etc.


(Tradotto da Matteo Nicoli, modificato da Stefano Iardella)

L'album "perduto" Smile, registrato nel 1966-67 con il produttore Van Dyke Parks, che Wilson definì come una "sinfonia adolescenziale a Dio", originariamente concepito per essere a cappella, diventò un'ossessione per Brian Wilson, per poi sparire nel buco nero di problemi legali e personali.
Circa trenta minuti di queste sessioni appariranno su Good Vibrations (Capitol, 1993), un box-set in cinque dischi, mentre altre versioni registrate di Wind Chimes, Wonderful e Vegetables compaiono su Smiley Smile (settembre 1967), un album costellato di sperimentazioni vocali, ma un annunciato fallimento commerciale. Il materiale inizialmente registrato per Smile, come Surf's Up (una ninnananna nostalgica), Child Is The Father To The Man, Elements e altre, furono riciclate negli album seguenti. Heoroes And Villains fu rilasciata come singolo. L'album fu cancellato nel maggio 1967.
Leggenda vuole che il 24enne Brian Wilson rimase psicologicamente distrutto dal fallimento del progetto, arrivando quasi a togliersi la vita durante un esaurimento nervoso nel 1982.

Quando, 37 anni dopo, il 62enne Brian Wilson - dopo aver perso entrambi i fratelli, Dennis e Carl - rilasciò la sua versione di Smile (Nonesuch, 2005), aiutato dal co-autore Van Dyke Parks, questa suonava completamente differente. Anziché il maniacale lavoro in studio dell'originale, Wilson presentò un'esecuzione da rock band. Ironicamente, la versione del 2005 suona più "vecchia" di quella del 1967: quella del 2005 (che non utilizza nessuna delle tracce originali) è più tradizionale, quella del '67 più rivoluzionaria. La più grande sorpresa è forse l'ordine delle canzoni, che sottolinea come le canzoni non vadano ascoltate individualemente ma costituiscano delle suite, come in particolare Wonderful/ Song for Children/ Child Is the Father of the Man/ Surf's Up.

Wild Honey (dicembre 1967), forse anche di conseguenza a quella stagione burrascosa, segna un ritorno alla semplicità (Darlin) e probabilmente un ammutinamento della band nei confronti dell'eccentricità di Brian Wilson.

Heroes And Villains (luglio 1967) è un gioco di voci e clavicembalo altamente sofisticato, con il quale il gruppo abbraccia temporaneamente la religione psichedelica.

Friends (giugno 1968) contiene ancora un bizzarro esperimento, Busy Doin' Nothin'.

20/20 (febbraio 1969) include Cabinessence, un altro classico perduto di Smile. Il materiale contenuto in questo disco va dal singolo relativamente normale Do It Again ad una collaborazione con il pluriomicida Charles Manson (Never Learn Not To Love).

Sunflower (Brother, 1970) fu l'ultimo album sperimentale della band; venne presentato come il loro Sgt. Pepper.
Include This Whole World. La miglior canzone Cool Cool Water è un remake di Elements, una traccia di Smile.

Surf's Up (Brother, 1971) contiene Surf's Up, che è un mix di due tracce di Smile. Così com'è, Surf's Up rimane uno dei capolavori della band (anche se per la prima volta il produttore fu Carl, e non Brian). Grazie a questa traccia e ad altre perle (Till I Die, Long Promised Road, Feel Flows), Surf's Up è probabilmente il loro miglior album dai tempi di Pet Sounds.

Carl And The Passions (Brother, 1972) contiene Marcella, All This Is That e You Need A Mess.

Holland (Brother, 1972), che prende il nome dal luogo in cui fu registrato, contiene Sail On Sailor, Steamboat, California Saga.

15 Big Ones (Brother, 1976), inneggiato come il ritorno di Brian Wilson, è una collezione di cover Rock and Roll e R'n'B.

Brian scrisse l'intera Love You (Brother, 1977), uno dei suoi lavori più elettronici e più eccentrici, probabilmente influenzato anche dall'emergere della musica disco (Let Us Go On This Way, Mona, Johnny Carson).

Pacific Ocean Blue (Brother, 1977) fu un album del solo Dennis Wilson, nonchè il primo album da solista di uno dei Beach boys. La riedizione del 2008 incorpora il suo seguito, Bambu, inedito ed incompiuto. Entrambi quasi detestabili quanto gli album da solista di Paul McCartney.

20 Golden Greats (Capitol, 1977) è un'antologia commerciale delle hit storiche.

Altri album seguirono fino a Keepin' The Summer Alive (Brother, 1980) e Beach Boys (Brother, 1985), tutti assolutamente terribili.

Endless Harmony (Capitol, 1998) è una collezione di rarità, che finalmente presenta due delle composizioni più leggendarie di Wilson, Soulful Old Man Sunshine (1969) e Loop De Loop.

Per ironia della sorte, Dennis Wilson, noto alcolista, nonché l'unico membro dei Beach Boys ad essere effettivamente un surfista, morì annegato nel 1983.

Per anni si vociferò che Brian Wilson fosse uscito di testa e che avesse perso la voce.
Riuscì in ogni caso a riabilitarsi, grazie a delle sedute psichiatriche ed alla forza di volontà.

Nel 1988 i Beach Boys si riunirono e tornarono in cima alle classifiche con Kokomo, tratta dalla colonna sonora del film Cocktail (1988) di Roger Donaldson (protagonista Tom Cruise) e poi inclusa sull'album Still Cruisin' (Capitol, 1989).

Brian Wilson (Sire, 1988) fu l'album di debutto del genio dei Beach Boys, ma fu una delusione tanto grande quanto qualsiasi album solista di Paul McCartney (Love And Mercy, Solar System, Melt Away).

Un cantautore stanco canta dietro il sipario in Sweet Insanity (Vigoton, 1993), che contiene melodie carine come Water Builds Up, Don't Let Her Know She's An Angel e Rainbow Eyes ma che difficilmente si può considerare un capolavoro.

Nel 1994 Brian Wilson si lasciò alle spalle una lunga ostilità (per non dire rivalità personale) con Mike Love, pagando 5 milioni di dollari per i diritti delle canzoni di cui Mike era coautore.

I Just Wasn't Made Fot These Times (MCA, 1995), la colonna sonora di un documentario su Brian Wilson, rivisita alcune tracce non convenzionali della sua carriera.

Orange Crate Art (Warner Bros, 1995) è una collaborazione con Van Dyke Parks, l'ideale risanamento della cicatrice lasciata dalla loro ultima collaborazione, Smile. Tuttavia è un album di Parks, con Wilson che canta sopra alle sue corde.

Il box-set in cinque dischi Good Vibrations (Capitol, 1993) è la miglior antologia.

Imagination è una graziosa, anche se non molto innovativa collezione di melodie che qualsiasi imitatore di Wilson avrebbe potuto fare.

Pet Sounds Sessions (Capitol, 1997) è un box-set in quattro dischi che segue la genesi del capolavoro di Wilson (e include una vesione dell'album a cappella).

Carl Wilson morì di cancro ai polmoni nel febbraio 1998, all'età di 51 anni.

Getting In Over My Head (Rhino, 2004) di Brian Wilson non è solo un album mediocre, ma anche autoreferenziale, in quanto la maggior parte delle canzoni fanno eco a vecchie canzoni di Wilson. That Lucky Old Sun (Capitol, 2008) è un concept album sulla vita di giorno e di notte a Los Angeles.

Reimagines Gershwin (Pearl Records, 2010) è il tributo di Brian Wilson a George Gershwin, mentre In the Key of Disney (Walt Disney Records, 2011) quello alle colonne sonore Walt Disney.

I Beach Boys (inclusi i membri fondatori Brian Wilson, Mike Love e Al Jardine) si riunirono nel 2012 per celebrare il loro 50° anniversario, rilasciando il ridicolo album commemorativo That's Why God Made the Radio (Capitol, 2012).

No Pier Pressure (Capitol, 2015) è probabilmente il peggior album della carriera di Brian Wilson: una collezione di insipide canzoni orchestrali.


(Tradotto da Stefano Iardella)

Hal Blaine, batterista di Pet Sounds, è morto nel 2019, all'età di 90 anni.
La notizia della demenza di Brian Wilson è venuta fuori nel 2024.
La moglie di Brian Wilson, con cui era stato sposato per 28 anni, è morta nel 2024 e l'81enne Wilson, affetto da demenza, è stato posto sotto tutela.
Brian Wilson è morto durante il sonno nel giugno 2025, all'età di 82 anni.


- Torna alla pagina sui Beach Boys di Piero Scaruffi -