Sul finire degli anni '60 un gruppo di jazzmen, ispirandosi allla dilagante moda del rock, decisero di fondere le sonorita` piu` chiaramente di derivazione afro-americana, ai ritmi binari e alle melodie distorte ed allucinate proprie del rock stesso. I primi esempi di quel movimento che in seguito sara` chimato Jazz-Rock (che durante gli anni '70 sfociera` nella cosiddetta "Fusion") sono da ricercarsi nel gruppo del vibrafonista Gary Burton e nelle strepitose opere di Miles Davis: "Filles de Kilimanjaro", "In a silent Way" e "Bitches Brew". Non tardo` molto che, musicisti di diversa estrazione (soprattutto blues, rhytm & blues, ma anche soul), applicarono quegli stessi concetti in un contesto piu` propriamente "pop". Gia` nel 1967, a San Francisco, il chitarrista blues Mike Bloomfield, con la sua band gli "Electric Flag" aveva tentato un' avventura simile allargando il classico quartetto rock ad una poderosa sezione di fiati, il cui compito non risiedeva soltanto nell' accompagnamento ma anche nell' assolo singolo o collettivo, avvicinandosi cosi` alle atmosfere jazzistiche. In seguito, a New York, i "Blood, Sweat & Tears" del tastierista Al Kooper tentarono un proseguimento che ebbe un discreto successo; ma il sound del gruppo era ancora troppo sperimentale e alla ricerca di una identita`. La piena consacrazione del pop-jazz avvenne pero` lo stesso anno (1968), sempre ad opera dei Blood, Sweat & Tears (stavolta gestiti dal poliedrico cantante David- Clayton Thomas e dal batterista Bobby Colomby), che con l' album omonimo definirono il concetto di "brass sound" e di vera e propria improvvisazione jazzistica all' interno di una pop song. L' album era prodotto da James William Guercio (che qualche anno prima faceva parte dell' entourage delle Mothers of Invention di Frank Zappa) che quasi contemporaneamente produceva un' altro LP: "Time & Changes" dei "Buckinghams" il cui contributo fu determinante alla nascita di questo particolare stilema. L' album infatti indirizzo` le attenzioni verso quella struttura compositiva che poi i B. S. & T. avrebbero ampliato, facendone anche un grosso successo commerciale. Guercio fu anche produttore di un' altro complesso di pop-jazz di quegli anni i "Chicago Transit Authority" (in seguito il nome fu abbreviato in "Chicago" per questioni legali). I Chicago adattarono il sound con fiati anche a strutture hard-rock e free form, ma non mancarono i riferimenti al blues, al rhytm & blues, al country e al sound da big band anni '20 e '30. Nello stesso anno (1969), esordivano anche i "Tower of Power" (formatisi ad Oakland, Calif.), band che unifico` inprovvisazione jazz a strutture compositive piu` propriamente soul. Sempre nel 1969 i si formarono a Toronto (Canada) i "Lighthouse", del batterista e cantante Skip Prokop (gia` reduce da esperienze al fianco di Mike Bloomfield e Al Kooper e con i "Paupers")), che tennero diversi concerti al Newport e Monterey Jazz Festival (ma anche all' Isola di Wight) ed esordirono discograficamente con "Peacing it all Together" (1970). Il gruppo ricevette discreti consensi con "One Fine Morning" (1971) e soprattutto "Sunny Days" (1972), ricalcando sostanzialmente lo stile dei B. S. & T., seppur in maniera interessante e personale. Il 1970 fu il momento degli "Ides of March" (Chicago) del chitarrista e cantante Jim Peterik. Nell' album "Vehicle" Il gruppo ebbe il merito di accostare il soul di derivazione bianca (il cosiddetto Blue-Eyed Soul) alla psichedelia forsennata tipica dei tempi e a certo hard-rock, il tutto influenzato da aromi e improvvisazioni (a tratti) fortemente jazzosi. Gli albori dei '70 consacrarono definitivamente un' altro musicista, destinato ad avere un duraturo successo: Carlos Santana. Santana, memore degli insegnamenti "psichedelici" di Jimi Hendrix, del blues di Peter Green e Mike Bloomfield e dei primi convinti esperimenti di contaminazione tra musica latino-americana e jazz (Stan Getz e Sonny Rollins), fuse insieme la grinta e le allucinazioni tipiche della musica rock con l' eccitabilita` e, al contempo, la raffinatezza e l' evocativita` delle percussioni e della ritmica sudamericana. I risultati furono tali che assunse il ruolo di inventore del cosiddetto latin rock-jazz. Nello stesso periodo un reduce dall' orchestra di Woody Herman, il trombettista Bill Chase formava il suo gruppo (CHASE), anch' esso caratterizzato da voci soul, chitarre in distorsione e straordinari assolo di tromba. Nel 1972 gli Steely Dan (California) dei compositori Walter Becker e Donald Fagen (entrambi appassionati del jazz di Charlie Parker e Thelonious Monk) ebbero un grosso hit con il loro primo album: "Can' t Buy a Thrill". Diverse sonorita` si alternavano nel gruppo (certo sound blues-based, latin, soul e anche soft-rock) sempre caratterizzate da belle e raffinate linee melodiche e vocali accostate ad atmosfere jazz soprattutto di stampo "californiano". Da menzionare inoltre gli "If" (1970) del sassofonista Dick Morrissey (primo contributo britannico al genere), i "Cold Blood" della cantante Lydia Pense (un complesso californiano, fondamentalmente di R.& B., che incise nel 1970 per l' etichetta di Bill Graham), i "Dreams" dei fratelli Brecker, i "Flock" (Chicago) del violinista elettrico Jerry Goodman (futuro Mahavishnu Orchestra) e le numerose contaminazioni soul-jazz che ricevette il batterista Buddy Miles nei suoi album solisti. Il pop-jazz fu un movimento sicuramente molto breve nella storia del rock (facendo eccezione dei soli Santana e Steely Dan) ma, nelle sue forme migliori, propose musicisti di sicuro valore e materiale decisamente interessante; rappresento` anche un imput per alcuni musicisti "Fusion" che di li` a poco si sarebbero affermati (come il brasiliano Eumir Deodato).