Jethro Tull revisited the blues and folk
traditions focusing on the voice and the flute of Ian Anderson, who was inspired
by medieval minstrels and by jazz great Roland Kirk.
Stand Up (1969) is the album that defined their
classy, eclectic, jazzy folk-rock. Aqualung (1971), on the other hand,
indulged in hard-rock riffs and ponderous rhythms, reinventing the band
in the age of Led Zeppelin.
If English is your first language and you could translate the Italian text, please contact me.
|
I Jethro Tull furono uno dei complessi piu` celebri e rispettati del rock
Britannico a cavallo fra gli anni '60 e '70. La loro musica offri` una
singolare fusione di folk-rock, progressive-rock e hard-rock.
Il gruppo venne formato nel 1967 a Blackpool dal flautista Ian Anderson.
A conferma del loro ibrido stilistico,
l'album This Was (Island, 1968) annoverava una composizione del
musicista jazz Roland Kirk e un brano tradizionale.
C'erano anche i primi piccoli classici di Anderson: Dharma For One,
My Sunday Feeling,
il blues distorto e viscerale di Song For Jeffrey.
L'orecchiabile e nostalgica Living In The Past (1969) sembro` indicare
una strada piu` facile, ma invece Stand Up (1969), che presentava il
nuovo chitarrista Martin Barre, punto` decisamente
verso un "progressive folk" di gran classe con canzoni eclettiche, poderose,
fluide e jazzate come Nothing Is Easy e con cantilene
da menestrello medievale come Fat Man. Dal quasi-bolero di
We Used To Know all'ariosa A New Day Yesterday, il complesso
dimostrava un'ispirazione aggraziata ed eclettica.
Anderson era la forza trascinante: derivava i suoi motivi dalla musica
classica e dalle ballate folk, i suoi ritmi dalla musica afroamericana, i suoi
assoli dal jazz.
Sull'album brillava persino un brano di Bach, Bouree.
Gli fecero seguito altri due singoli orecchiabili,
Sweet Dream e The Witch's Promise.
Il tastierista John Evan (che aveva militato con Anderson in un gruppo blues
di Blackpool) si aggiunse al gruppo in tempo per registrare
Benefit (Chrysalis, 1970), un album di transizione che annovera uno
dei loro primi riff "duri", Teacher,
e due dei loro classici melodici,
For Michael Collins e To Cry You A Song.
La formazione continuava a cambiare, tanto che i Jethro Tull erano sempre
piu` il complesso di Anderson e di chi accettava la sua direzione.
Aqualung (1971) fu una specie di album concept
ma soprattutto segno` l'adozione di un sound quasi hard-rock e inizio`
a dilatare la forma canzone in composizioni a piu` largo respiro.
Il boogie incalzante Locomotive Breath e l'atmosferica
Aqualung (canto d'oltretomba "filtrato", accordi epici di piano,
attacco sincopato del ritornello) stabilirono un nuovo standard di riferimento.
Cross-Eyed Mary e Hymn 43 servivano un pubblico che voleva
vibrazioni "dure" ma non troppo.
La suite metafisica Thick As A Brick (1972) attenuo` le tendenze
hard-rock e recupero` le radici folk di Anderson, ma soprattutto inauguro`
arrangiamenti barocchi e vaniloquenti. La prima parte comincia all'insegna
della musica dei menestrelli, ma la seconda parte si avventura in meandri
spirituali. Se il canto di Anderson a lungo andare suona verboso e pretenzioso,
la musica che lo accompagna e` sempre fresca, coesiva, scattante.
Un concept ancor piu` ambizioso, Passion Play (1973), che doveva essere
addirittura un'opera multimediale imbastita sulla falsariga dei misteri
medievali, fu forse al di fuori della portata tecnica del gruppo, composto
di modesti musicisti.
L'arrangiatore David Palmer divenne di fatto un membro permanente del gruppo.
Anderson aveva certamente qualcosa da dire, ma esagerava spesso in pathos ed
epos, e tentava costrutti armonici che erano forse troppo ambiziosi per un
umile complesso di musica rock come i Jethro Tull.
Il formato che stava re-inventando era in realta` quello della fantasia
melodica, il flusso piu` o meno libero di temi melodici, aumentata pero`
dai ritmi incalzanti dell'hard-rock. Man mano che le strutture si complicavano,
Anderson perdeva inevitabilmente il brio naif degli esordi.
War Child (1974) torno` alla piu` umile raccolta di canzoni, e almeno
due stanno fra i classici del loro AOR: Skating Away e
Bungle In The Jungle.
Anderson torno` pero` subito ai suoi progetti megalomani, prima con
Minstrel In The Gallery (1975), che ritorna al tema della fusione fra
folk rinascimentale e progressive-rock con la pomposa suite
Baker St Muse, e poi con
Too Old To Rock'n'Roll (1976), un musical di cui si salva molto poco
(Pied Piper).
Forse conscio dello scarso valore artistico di quei dischi, Anderson torno`
a un piu` semplice folk-rock su Songs From The Wood (1977), che infatti
vanta altri due piccoli classici del genere: Cup Of Wonder e
The Whistler.
Fu l'inizio di una trilogia completata da
Heavy Horses (1978), con No Lullaby e la title-track,
e Stormwatch (1979), che contiene le due
lunghe Dark Ages e Flying Dutchman.
Assunti il tastierista Eddie Jobson
(Roxy Music) e il bassista
Dave Pegg (Fairport Convention), i Jethro Tull
scodellarono uno dei loro album meno peggio, A (1979), con
Batteries Not Included,
Black Sunday,
Crossfire.
Jobson lascio` pero` subito il gruppo, che precipito` in
The Broadsword And the Beast (1982), seguito dal solo di Anderson
Walk Into Light (1983), sorprendentemente affogato nei sintetizzatori.
I Jethro Tull sfornarono un altro disco di materiale mediocre,
Under Wraps (1984), ma poi si ripresero con il migliore dei loro album
folk,
Crest Of A Knave (1987), lavoro insolitamente curato dal trio di base
(Anderson, Barre, Pegg) su cui spiccano una Budapest di dieci minuti,
Jump Start e l'incalzante Steel Monkey
(album rimasto celebre come dimostrazione dell'incompetenza dei critici
musicali, che lo premiarono, preferendolo ai Metallica, come miglior album
di "heavy metal").
Rock Island (1989), con Kissing Willie e The Whaler's Dues,
Catfish Rising (1991),
Roots To Branches (1995) e J-Tull Dot Com (1999)
sono album progressivamente sempre piu` blandi, sereni, meditativi.
In pratica per vent'anni i Jethro Tull pubblicarono album in cui c'era si`
e no una sola canzone da salvare.
A queste opere in buona parte terribili sono da preferire i dischi solisti (e interamente
strumentali) di Anderson:
Divinities - Twelve Dances With God (1995), una suite per flauto e
orchestra che si ispira agli elementi piu` eterei della musica orientale,
e The Secret Language Of Birds (2000), che
e` musica new age a tutti gli effetti, per flauto, tastiere, chitarra acustica
e piccola orchestra (ma i musicisti di new age hanno fatto di meglio).
Se non altro, questi dischi di Anderson hanno poco in comune con i dischi
dei Jethro Tull.
The Anniversary Collection (1993) e` un'antologia di due dischi che
raccoglie gran parte delle canzoni da salvare, ma non le suite estese.
|