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La sensazione del blues revival degli anni '70 fu Johnny Winter, chitarrista
acrobatico i cui album proponevano il solito materiale riciclato dagli anni '50
ma all'insegna della sua virtuosistica pirotecnica.
La sua immagine di redneck hippie venne imposta con uno dei piu` eclatanti
(e grotteschi) battage pubblicitari dell'epoca.
In realta` Winter era stato un punk ante-litteram, suonando per anni uno
scatenato garage-rock documentato sugli album di demo, inediti e rarita`
Progressive Blues Experiment (GRT, 1968),
About Blues (Janus, 1971),
Before The Storm (Janus, 1971),
First Winter (Buddha),
Birds Can't Row Boats (Relix, 1988),
Suicide Won't Satisfy (2001).
A soli sedici anni aveva inciso School Day Blues (Dart, 1960), seguito
dagli strumentali Creepy e Voodoo Twist, e poi da
Eternally (Atlantic, 1963),
Gone For Bad (MGM, 1965),
dalla psichedelica Birds Can't Row Boats (Pacemaker, 1968) e da
Tramp/ Parchman Farm (Universal, 1967), registrato con i Traits.
La sua carriera ufficiale si aperse invece con
Johnny Winter (Columbia, 1969), contenente Dallas,
e culmino` con il doppio Second Winter (Columbia, 1970),
e l'ambizioso And (Columbia, 1970), con Rick Derringer dei McCoys,
album discretamente noiosi e un po' patetici.
Dopo essersi disintossicato, Winter si trasformo` in energetico rocker
con l'album Still Alive And Well (Columbia, 1973), che annovera
Still Alive And Well e Too Much Seconal.
John Dawson Winter III (Blue Sky, 1974)
e
Saints And Sinners (Columbia, 1974)
proponevano ormai dell'hard-rock di maniera e
i media si dimenticarono rapidamente di lui.
Dopo il Together (1976) con suo fratello Edgar,
Winter torno` alle sue umili origini blues con
Nothin' But The Blues (Columbia, 1977), con Muddy Waters
White Hot And Blue (Columbia, 1978),
Raisin' Cain (Columbia, 1980).
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