Yes, possibly the most accomplished
musicians of the progressive-rock generation,
were also the ultimate in magniloquence and exhibitionism.
Their sound was born out of the fusion of pop, rock, folk, jazz
and classical music. They borrowed ideas from the Nice, from
renaissance and baroque music, from Crosby Stills & Nash's vocal harmonies,
from post-Davis funk-jazz, from psychedelic jamming, and from old-fashioned
melodies. If the fusion was not unique, the glacial composure certainly was:
Yes albums sounded more like scientific experiments than party music.
The Yes Album (1971) introduced their schizophrenia:
Yours Is No Disgrace and Starship Trooper went for
strenuous instrumental bravura, while
I've Seen All Good People revolved around a catchy refrain.
The virtuoso performers (particularly drummer Bill Bruford and keyboardist Rick
Wakeman) achieved a sublime degree of balance on Fragile (1971),
whose Roundabout, South Side Of The Sky and
Heart Of The Sunrise flowed like clockwork mechanisms.
The apex of the Yes' apparent contradiction (a style that was both
frigid and romantic) was reached on Close To The Edge (1972),
whose Close To The Edge and And I And You
were lengthy, complex and densely chromatic fantasias, and the very definition
of "art-rock".
On the other hand, the four monumental suites of
Tales From Topographic Oceans (1973) proved that extended compositions
do require more than mere virtuosity.
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Gli Yes furono uno dei gruppi guida del progressive-rock della fine degli
anni '60. Furono anche uno dei primi, essendo stati formati nel 1968.
Fin dall'inizio si misero in luce per l'abilita` tecnica dei componenti:
il cantante Jon Anderson, veterano dei club di blues
dalla dizione cristallina ed enfatica,
il chitarrista Peter Banks,
il bassista Chris Squire (che aveva suonato nel complesso psichedelico Syn),
il batterista Bill Bruford,
il tastierista Tony Kaye.
L'album Yes (Atlantic, 1969) presento` questo quintetto d'eccezione alle prese
con un misto di passaggi strumentali di musica classica (influenzati dai Nice),
melodie folk e pop,
armonie vocali a piu` parti (influenzate da Crosby Stills & Nash)
e qualche accenno di jazz, il tutto all'insegna
di un'esecuzione glaciale.
Il successivo Time And A Word (1970) si avvalse persino dell'orchestra
sinfonica. Sweet Dreams preannuncia la loro stagione maggiore.
Nel 1971 Banks venne sostituito dal chitarrista Steve Howe (reduce dalla
stagione psichedelica dei Tomorrow).
Grazie a lui, The Yes Album (1971) ha un'impostazione ancor piu`
classica, evidente nella suite Yours Is No Disgrace,
propulsa peraltro da possenti riff di organo e basso, e
nell'assolo chitarristico di The Clap.
I've Seen All Good People fu il loro primo hit, un distillato di armonie
vocali inglesi e californiane (con forti echi di Crosby Stills Nash & Young),
anch'esso esaltato dai vorticosi giochi chitarristici di Howe.
Gli altri due brani estesi,
Starship Trooper e Perpetual Change, dilatano
quelle intuizioni in paesaggi sonori magniloquenti: la prima indovina
una sequenza trascinante di variazioni melodiche, mentre la seconda, pur
partendo da un tema ancor piu` orecchiabile, degenera in un rhythm and blues
strascicato.
Gli Yes avevano trovato il compromesso fra il sound sperimentale di complessi
come Nice e Pink Floyd e il sound da classifica del Merseybeat. Le loro erano
composizioni lunghe e articolate, ma che piacevano anche agli orecchi meno
sofisticati. Di fatto gli Yes avevano inventato non solo un nuovo genere ma
anche un nuovo pubblico della musica rock.
Il super-team degli Yes acquisto` poi Rick Wakeman dagli
Strawbs (al posto di Kaye), elevando ulteriormente
il quoziente di virtuosismo.
Le sue tastiere sfarfallanti dominano Fragile (1971).
Le mini-suite di South Side Of The Sky (otto minuti) e
Heart Of The Sunrise (dieci minuti), al tempo stesso trascinanti e
melodiose, austere e mistiche, sinfoniche e francescane, si fregiano di un
ritmo complesso e compatto che fonde modi
classici, blues, jazz e funk.
Roundabout (altri otto minuti) e` il condensato piu` esemplare della loro arte:
i rintocchi classicheggianti di Howe, i vortici
sfavillanti di Wakeman, il muggito ossessivo di Squire, i robusti cambi di
tempo di Bruford, le armonie vocali "west-coast".
Long Distance Runaround concentra quell'imponente quoziente di talenti
in una ballata da cocktail lounge.
The Fish e` l'assolo di basso piu` celebre di Chris Squire.
Coloratissimo ed estroverso, capace di oscillare fra lo stupore
allucinogeno e la ballata folk, conteso fra pianismo romantico e l'effetto
futurista, sospinto tanto dalla grinta dell'hard-rock quanto dal sincopato da
ballo, il sound degli Yes era diventato un frigido classico dei classici.
Gli Yes raggiunsero l'apice di preziosismo con le tre suite di
Close To The Edge (1972).
Close To The Edge
e` una fluida fantasia melodica e ritmica che incorpora il medievalismo gotico
dei King Crimson, la psichedelia orchestrale dei Pink Floyd, la ballata folk,
il jazz-rock piu` barocco e lo stile a cappella dei gruppi vocali, ma soprattutto
i virtuosismi incontenibili dei quattro strumentisti.
And I And You e` altrettanto acrobatica e fiabesca.
I tocchi vellutati di Howe, la muzak vocale di Anderson, le suggestive
visioni di Wakeman, il basso vigoroso di Squire, e i ritmi jazz-psichedelici
di Bruford si fondono in un esempio coinvolgente di art-rock, solare e
diatonico.
A cospetto di tanta maestria, Siberian Khatru e` quasi uno scherzo.
La musica di questo album, ispirata da un pretestuoso umanesimo cosmico,
barocca, religiosa, leziosa, fonde impressionismo pittorico e classicismo
sinfonico-corale in un prodotto sofisticato e levigato.
Yessongs (1973) e` un triplo album dal vivo che funge da perfetto
riassunto della carriera maggiore del gruppo.
Bruford lascio` il complesso, sostituito da Alan White, e
il mito stava prendendo il sopravvento sulla musica.
La musica degli Yes era talvolta eccessiva e spesso pedante, ma indubbiamente
sempre visionaria.
Le fiabe mistiche di Anderson e i toni monumentali da cattedrale di Wakeman
danno l'estrema definizione di "musica visionaria" nella quattro
facciate-suite di Tales From Topographic Oceans (1973).
The Revealing Science Of God e` la piu` fluida e briosa,
e Ritual ha qualcosa delle fantasie melodiche di Schumann,
mentre The Remembering e` forse troppo fredda e "pesante", come
una sinfonia di Brahms suonata da un gruppo di burocrati.
The Ancient e` una delle composizioni piu` sperimentali del gruppo
L'album era la quintessenza di tutto cio` che gli Yes avevano proposto negli
anni precedenti. Il problema era che c'era sempre meno poesia e sempre piu`
filosofia.
Anche Wakeman lascio` il gruppo e venne sostituito da Patrick Moraz, che
predilige i sintetizzatori all'organo. La chitarra di Howe (piu` ancora del
canto di Anderson) divenne allora il baricentro del gruppo.
Relayer (1974) continuava a proporre progressive-rock d'alta classe
spalmato lungo la distanza di suite arzigogolate, ma con un quoziente di
jazz piu` elevato.
Gates Of Delirium (ventidue minuti)
trova un elegante compromesso fra l'elettronica di Moraz e il classicismo di
Howe.
La cacofonica Sound Chaser e la reboante To Be Over sembrano
invece un po' approssimate, come se fossero state improvvisate nello studio.
Rick Wakeman, l'enfant prodige delle tastiere elettroniche,
ha poi dato vita a una prolifica carriera solista a partire da
una trilogia di suite orchestrali dedicate ad argomenti
storici o leggendari:
The Six Wives Of Henry VIII (A&M, 1973),
Journey To The Center Of The Earth (A&M, 1974),
e Myths And Legends Of King Arthur (A&M, 1975), presentata
a Londra in un palazzetto del ghiaccio da un'orchestra e coro di novanta
elementi e da una troupe di pattinatori.
Ogni brano di Six Wives
è una sequenza di metamorfosi delle tastiere. Catherine Of
Aragon alterna fughe barocche a rotta di collo a melodie per sintetizzatore e coro degne di un adagio.
Catherine Howard ha dalla sua un ragtime pirotecnico e un finale rocambolesco. Il brano
più trascinante è Anne Of Cleves, la cui scorribanda jazzata e caraibica è
imperlata di quadriglie mozzafiato. Solenne e maestosa, invece, Jane Seymour, degna della
musica sacra.
Durante gli anni '70 la megalomania compositiva di Wakeman non sembrava avere
limiti.
Il mediocre concept fantascientifico
No Earthly Connections (A&M, 1976) venne seguito
dal commerciale Criminal Record (A&M, 1977),
di gran lunga il primo disco "umano" dell'artista,
e dal piu` saliente Rhapsodies (A&M, 1979).
1984 (Charisma, 1981), sul libro di Orwell fu l'ultimo
concept all'antica, dopo di che' Wakeman
abbandonò il rock sinfonico fine a se stesso a favore di una musica
più meditata e meditativa, influenzata dalla sua conversione religiosa.
Scorrono così
Silent Nights, The Gospels, The Family Album, New Age
Collection, titoli programmatici che si spiegano da soli.
Nel frattempo aveva anche composto numerose colonne sonore.
Negli anni '90 Wakeman ha completato la trilogia pianistica iniziata con
Country Airs (Night Airs e Sea Airs le altre due parti).
La trilogia "elettronica"
è invece composta da Aspirant Sunrise, Aspirant Sunshadows e Aspirant
Sunset, suonate all'insegna del relax più programmatico.
Heritage Suite (1993) e Preludes to a Century (2000) sono
gli album pianistici migliori del decennio successivo.
Jon Anderson ebbe per anni l'onore di collaborare con
Vangelis.
Il suo primo album solista fu
Olias Of Sunhillow (Atlantic, 1976), che rimane anche il suo
migliore, o perlomeno il piu` audace. Anderson vi suona tutti gli strumenti
(sintetizzatore, arpa, chitarra e percussioni esotiche) oltre a cantare e vi
immette una spiritualita` in anticipo sui tempi. Pezzi come
Moon Ra (13 minuti) e
Qoquaq En Transic (sette minuti) sono cerimoniali sciamanici e pezzi come
Solid Space, Ocean Song and Dance Of Ranyart fondono
etnografia, impressionismo e meditazione trascendente.
I suoi album solisti, purtroppo, sono numerosi ma spesso mediocri,
e quasi tutti catalogabili nella musica new age:
Song Of Seven (Atlantic, 1980),
Animation (1983),
Three Ships (1985),
In The City Of Angels (1988),
Deseo (Windham Hill, 1994),
Change We Must (1994).
Anderson ha pero` sorpreso tutti con la musica per angeli di
Angels Embrace (Higher Octave, 1995),
nella quale ha fatto tesoro
delle partiture orchestrali e della magniloquenza visionaria di Vangelis.
Il coro che fluttua nella molle
cartilagine elettronica di New Eire Land, i suoni di bosco che popolano i meandri armonici della
sua Naturemusic e la ninnananna classicheggiante di Midnight Cello (memore degli adagi
barocchi) riscattano i brani cantati, che rimangono il suo debole.
A questo disco ha fatto seguire opere piu` o meno ambiziose come
Toltec (1996),
The Promise Ring (1997),
Earth Mother Earth (Ellipsis Art, 1997),
The More You Know (1998).
Intanto Chris Squire registrava Fish Out Of Water (Atlantic, 1975),
che sarebbe rimasto il suo unico album solista, e
Steve Howe avviava una carriera solista molto meno prolifica con
Beginnings (Atlantic, 1975) e
The Steve Howe Album (1979). Soltanto negli anni '90 Howe si predera`
sul serio e pubblichera`
Turbulence (1991),
The Grand Scheme Of Things (1993),
Not Necessarily Acoustic (1994),
Mothballs (1994),
Homebrew (1996),
Quantum Guitars (1998),
Pulling Strings (1999),
Natural Timbre (2001),
Homebrew 1 & 2 (2002),
Skyline (2002),
Elements (2003),
Spectrum (2005), featuring Tony Levin on bass.
Di gran lunga il piu` valido dei membri degli Yes, il batterista
Bill Bruford suono` anche nei King Crimson.
Il suo primo album solo, Feels Good To Me (Polydor, december 1977),
annovera una formazione deluxe con
Dave Stewart (tastiere), Allan Holdsworth (chitarra), Annette Peacock
(canto), Jeff Berlin (basso).
Il gruppo scodella
il tour de force di Beelzebub, il jazz-rock barocco di
Either End Of August, la musica new age di Springtime In Siberia,
l'orecchiabile Back To The Beginning e un piccolo capolavoro vocale
jazz di Peacock, Seems Like A Lifetime Ago (con Kenny Wheeler al
flugelhorn). Tutti questi elementi convergono nel gran finale di
Goodbye To The Past. L'album rimarra` il suo capolavoro.
Sempre con l'aiuto di Stewart, Berlin e Holdsworth, il batterista incise
lo strumentale One Of A Kind (EG, 1979), con Hell's Bells,
Fainting In Coils e le
due suite One Of A Kind e The Sahara Snow (reminescente dei Cream).
Stewart cominciava
a dominare sia nella composizione sia nell'esecuzione
(Forever Until Sunday, Travels With Myself And Someone Else,
The Abingdon Chasp) e la chitarra di Holdsworth ne risentiva.
The Bruford Tapes (1980) e` un album dal vivo.
Master Strokes (EG, 1986) e` un'antologia di questo primo periodo.
Gradually Going Tornado (1980), ancora con Stewart alle tastiere,
annovera due dei suoi brani piu` ambiziosi:
Q.E.D. e Land's End. Ma in generale e` un album molto minore.
Dopo essere tornato con i King Crimson, Bruford registro` due album in
collaborazione con Patrick Moraz, Music For Piano and Drums (1983),
containing the jams Living Space and Any Suggestions,
e Flags (1985), an inferior album spoiled by prog-rock pomp,
e formo` un combo
di jazz-rock, gli Earthworks (percussioni elettroniche e due fiati).
Il sound soffice e ipnotico di Earthworks (EditionsEG, 1987)
coniuga il romanticismo acustico di Keith Jarrett con l'elettronica di Brian
Eno (Pressure, Emotional Shirt).
A quel debutto fecero seguito Dig (EG, 1989), ancora nello stesso stile
ma forse meglio coordinato, e All Heaven Broke Loose (EG, 1991), molto
piu` free-form e sperimentale (persino acid-jazz in Splashing Out
e funk in Nerve).
Nel frattempo Bruford aveva anche suonato sugli eccellenti
Cloud About Mercury (ECM, 1987) e
Door X (Windham Hill, 1990) del chitarrista jazz David Torn,
e su The Spice Of Life (Gramavision, 1987) e
The Spice Of Life Too (Gramavision, 1988)
del chitarrista Kazumi Watanabe.
Bruford si riuni` poi agli Yes e per qualche anno sembro` pago di quella
"pensione" da dinosauro del progressive-rock.
Il primo segnale di irrequietezza fu
If Summer Had Its Ghosts (DGM, 1997), registrato in trio con
il chitarrista jazz Ralph Towner e il bassista jazz Eddie Gomez (notevole la
title-track).
Bruford e Tony Levin, ovvero la sezione ritmica dei King Crimson,
accompagnati da David Torn alla chitarra e Chris Botti alla tromba,
diedero poi vita agli Upper Extremities (DGM, 1998),
con Original Sin,
dei quali e` anche uscito il live Blue Nights (DGM, 1999).
Una nuova edizione (acustica) degli Earthworks registro` album sempre piu`
radicati nel mainstream jazz (e sempre piu` lontani dall'elettronica)
come
A Part And Yet Apart (DGM, 1999),
con The Emperor's New Clothes e
Dewey-eyed Then Dancing,
il doppio live Footloose & Fancy Free (DGM, 2000),
The Sound Of Surprise (DGM, 2001), perhaps the best of the bunch
(the three-part suite The Wooden Man Sings,
Triplicity, Cloud Cockoo Land), and the live
Random Acts of Happiness (Summerfold, 2004).
Earthworks Underground Orchestra (2006) is a live performance in which
a ten-piece ensemble interprets Earthworks classics.
Every Step a Dance (2004) and
In two Minds (2008) are collaborations between Bruford and
Dutch keyboardist Michiel Borstlap,
reminiscent of his collaborations with Patrick Moraz.
Bruford called it quits in 2009 and released two career retrospectives:
The Winterfold Collection 1978-86 (2009) and
The Summerfold Collection 1987-2008 (2009).
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