Summary.
John Cale, the
Velvet Underground's
psychedelic viola, was at heart a European intellectual, and his solo career
showed how he had synthesized existentialism, expressionism and decadentism,
although it failed to capitalize on his in-depth knowledge
of the European and American avantgarde.
The Academy In Peril (1972) set his poems to scores for
solo instrument, chamber ensemble or symphonic orchestra, but
the neo-classical ambition obscured his downcast vision of the state and
nature of humankind that came to the forefront on the humbler
Fear (1974). This, his most poignant collection, secretes a
uniform sense of tragedy out of a varied palette of moods and sounds:
stately, hypnotic, distorted, macabre, surreal, atonal...
He blended Syd Barrett, Jim Morrison (Doors), Neil Young, Brian Eno and Kevin Ayers, but also added a unique element of detachment.
The stark, gloomy psychodramas of Music For A New Society (1982)
confirmed his status as a black messiah of urban alienation.
But Cale often indulged in pointless albums of pop ballads that overall
detract from his merits. His adult and autumnal music was better served by
the collaborations: Songs For 'Drella (1990), with
Lou Reed,
Wrong Way Up (1990), with
Brian Eno,
and especially Last Day On Earth (1994), with
Bob Neuwirth.
Even the concept of forging a new kind of romantic ballad from the marriage of
rock music and classical music worked much better on the
Nico
albums that
Cale arranged rather than on his own albums.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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John Cale, la viola psichedelica dei
Velvet Underground,
avvio` negli anni '70 una carriera solista che mise in luce la sua personalita`
di intellettuale europeo, imbevuto di esistenzialismo ed espressionismo,
ed educato alle avanguardie del Dopoguerra.
Scettico e distaccato davanti all'oltraggio chic dei Velvet Underground,
che in fondo fu un fatto adolescenziale scarsamente eversivo,
indifferente all'esplodere del punk, sulla cui paternita` poteva rivendicare
non pochi diritti, Cale si addentro` invece in un'arte adulta e autunnale.
La contraddizione che anima tutta la sua musica, quella
fra il rock decadente dei bassifondi newyorkesi e il compositore classico
dei conservatori britannici, e` stata tanto la forza creativa che ne ha fatto
un caso unico nella storia del rock quanto il limite delle sue opere,
talvolta pretenziose e forzate.
Il suo tentativo di creare una nuova forma di ballata romantica dalla sintesi
fra rock e classica gli riusci` molto meglio sui dischi di
Nico.
A vent'anni il gallese John Cale era, con Cornelius Cardew e altri, uno degli
animatori dell'avanguardia di Londra.
Vinta una borsa di studio, nel 1963 si trasferi` a New York per completare
gli studi e fu studente di Iannis Xenakis e John Cage.
Qui
entro` presto a far parte del Theatre Of Eternal Music di
La Monte Young,
(con Terry Riley, Tony Conrad e altri) e strinse amicizia con
Lou Reed,
insieme al quale suono` agli angoli delle strade
nel piu` bizzarro duo folk dell'epoca (viola e chitarra).
Young lo presento` ad Andy Warhol, santone dell'arte pop che a quei tempi era
alla ricerca di talenti musicali per allestire uno spettacolo multi-media.
L'esperienza con Warhol servi` a farlo passare
dall'altra parte della barricata, quella dell'arte "bassa".
Lasciati i Velvet Underground nelle mani di Reed, piu` interessato alle
liriche che alla musica, Cale incise
Vintage Violence (Columbia, mar 1970),
un lavoro di psichedelia horror, rivelandosi chansonnier
sofisticato invece che sperimentatore scellerato
(Adelaide, Amsterdam, Ghost Story).
Alla musica classica torno` con un'opera in coppia con
Terry Riley,
Church Of Anthrax (feb 1971). Riley vi suona l'organo elettronico
alla maniera minimalista, o il sassofono, mentre Cale si alterna
alla viola, al clavicembalo e al piano.
La title-track, di nove minuti, e` una Rainbow In Curved Air accelerata
a ritmo rock, farcita da un po' di dissonanze e contrappuntata dagli
orientalismi del sassofono.
Il suo contraltare, Ides Of March, si sviluppa
lungo il duetto improvvisato fra i due pianoforti, i quali "minimalizzano"
spunti tratti dal music-hall, dal boogie, dalla musica classica e dal jazz.
La produzione di Cale altero` tanto profondamente i nastri originali che Riley
ripudio` l'opera.
Un altro esperimento di musica classica in rock fu l'album strumentale
Academy In Peril (Reprise, jul 1972),
una raccolta di bozzetti romantici per strumento solista, ensemble da camera
e persino orchestra sinfonica.
Due composizioni si ispirano al minimalismo trasfigurato di Church:
il suggestivo blues per chitarra scordata The Philosopher, che si sviluppa
in progressione marziale fra lunghe note alienate di tromba e dissonanze libere
delle percussioni, e il samba psichedelico King Harry per xilofono,
chitarra acustica, flauto, viola, marimba e organetto, una bailamme in crescendo
alla In C.
Il disco e` pero` popolato
soprattutto dagli spettri della musica da camera dell'Ottocento:
un paio di sofferte e pretenziose sonate per pianoforte (Brahms e
Academy In Peril) e un angoscioso poema sinfonico in tre parti
(Orchestral Pieces) creano un clima funereo che trova conferma
e sublimazione nel finale, l'agghiacciante concerto per un pianoforte tragico
e un'orchestra d'archi stazionaria John Milton.
Presunzioni e cerebralismi inficiano il valore dell'opera, come quasi tutto il rock sinfonico dell'epoca,
ma i due brani "folk-minimalisti" sono spunti geniali.
Paris 1919 (mar 1973) e` invece l'opera di uno spirito
piu` disimpegnato, di un fine chansonnier/dandy,
un po' nevrotico ma sempre dignitoso, che ama sporcarsi le mani con certo
kitsch di Tin Pan Alley (Andalucia, Half Past France).
A vette altissime Cale torno` con il sound cupo e abrasivo di
Fear (oct 1974), album forte e duro che sembra un requiem
dell'olocausto nucleare.
Fear Is Man's Best Friend e` un'epica trascinante, che capovolge il
rapporto fra vita e morte stabilito
da Jim Morrison in un'orgia di cinismo ed umanita`, di umano cinismo e di
cinica umanita'. Altre solenni odi imperlano il disco (il country trascendente
Buffalo Ballet) a testimoniare le mai abbandonate ambizioni "serie", ma
l'opera vanta soprattutto ballate oblique alla Brian Eno,
come Barracuda e Monamma Scuba, impreziosite dal chitarrismo
atonale e surreale di Phil Manzanera, e un doo-wop ironico a ritmo vaudeville come
The Man Who Couldn't Afford To Orgy,
nei quali il suo humour tenebroso ha modo di emergere.
Cori nostalgici e violini struggenti (Emily), oppure organo minimalista,
piano liturgico e batteria marziale (Ship Of Fools), forniscono spunti
per ridefinire la canzone rock secondo standard piu` "classici".
La maestosa e ipnotica Gun riesce a fondere i due modi in un boogie
sferzante e claustrofobico che a tratti ricorda l'incedere martellante
e distorto di Sister Ray (con forse il miglior assolo della carriera
di Manzanera).
Il suo canto tenorile, come quello di Jim Morrison, sa oscillare con maschio
vigore fra i registri estremi della malinconia e della rabbia, infondendo alla
ballata decadente una forza straniante e sinistra, quasi metafisica, cha manca
a Lou Reed.
I due album dell'anno seguente, Slow Dazzle (mar 1975), arrangiato con
limpidezza e compattezza alla Phil Spector (Mr Wilson),
e Helen Of Troy (nov 1975), cupo
e depresso epitaffio dei tempi (Leaving It Up To You, I Keep A Close
Watch), completano la trilogia aperta da Fear. Sono anche album
in cui si avvertono avvisaglie del punk-rock da venire (Cale aveva appena
prodotto il disco dei Modern Lovers).
Nei sei anni successivi Cale realizzo` molto poco, per quanto
l'epica Hedda Gabler, sull'EP Animal Justice (Illegal, 1977),
Sabotage, Mercenaries e Doctor Mudd, 1979),
sul live Sabotage (Spy, 1979),
Dead Or Alive e Riverbank, su Honi Soit (A&M, mar 1981),
vanno aggiunti a quello che e` uno dei
piu` intensi canzonieri dell'epoca,
sempre in bilico fra la splendida desolazione di
Syd Barrett, la metafora
soprannaturale di Jim Morrison, l'elegia nevrotica di
Neil Young
e lo spleen fiabesco di Kevin Ayers.
Il Cale della mezza eta` celebro` nel modo piu` paranoico la sua angoscia
dell'incomunicabilita` con il plumbeo sound alienato di
Music For A New Society (Island, aug 1982), in particolare
nello psicodramma nonsense di
Damn Life e nella visione classicheggiante di Chinese Envoy, esempi
austeri di quella forma di musica da camera che Cale aveva perseguito fin dai
primi giorni.
Nelle solenni romanze di questo album, arrangiate in maniera spettrale e
cacofonica (Taking Your Life In Your Hands), reminescenti
del song rinascimentale (Close Watch) e della ballata marziale
(Broken Bird),
talvolta permeate di imponenza e maestosita` degne di un requiem
(If You Were Still Around),
si scarnifica il concetto di canzone rock,
fino al limite del brano-conversazione free-form (Santies) e del delirio
allucinogeno (Thoughtless Kind).
pur conferendo loro un senso di
Cale si erge piu` che mai nero messia della solitudine metropolitana.
Il suo sound triste, lugubre, criptico, grigio e claustrofobico, con le
liriche che fluttuano sfocate in un caos di associazioni mentali
ossessive e dolorose e con il declamato alto, quasi epico, da teatro espressionista,
assomiglia sempre piu` a una forma moderna e vernacolare
di meditazione trascendente.
Come spesso capita nella carriera di Cale, l'album successivo e` uno scherzo
fra amici, Caribbean Sunset (Ze, 1984).
Artificial Intelligence (Beggars Banquet, 1985) e` piu` serio, ma e`
di nuovo deludente (Dying On The Vine).
Words For The Dying (sep 1989) lo riporta
alle romanze sinfoniche dell'Academy,
con persino una suite orchestrale su testi di Dylan Thomas,
Falklands Suite.
Songs For 'Drella (Sire, 1990), con Lou Reed alla voce e alla chitarra,
e` un insolito requiem rock per Andy Warhol.
Wrong Way Up (Opal, 1990) is a collaboration with
Brian Eno, but the songs are mostly John Cale's, from the suave and lazy
melancholy of In The Backroom to the solemn ballad of
Footsteps and the sprightly boogie of Crime In The Desert.
The pop format of Lay My Love, Spinning Away and
Been There Done That is unpretentious and unambitious.
Sull'erudita collaborazione con Bob Neuwirth,
Last Day On Earth (MCA, 1995),
un ciclo di lieder elettronici
commissionato da un'istituto d'arte,
Cale sperimenta un'orchestrazione per piccolo ensemble ed elettronica.
La fusione fra classico e pop origina alcune delle ballate piu' solenni
e cupi della sua carriera (Who's In Charge, Angel Of Death)
che continuano tutto sommato il programma tetrissimo di "Drella": questo
e' il Cale della maturita', un dotto sciamano che aspetta la morte come una
forma di liberazione dai fantasmi che lo ossessionano.
Lo spirito del disco e' piu' di Neuwirth che di Cale: il tema
apocalittico viene esaminato dal punto di vista dei personaggi che si aggirano
in un fantomatico "Cafe Shabu" di un altro spaziotempo.
Il folk di Paradise Nevada e l'epos di The High And Mighty Road,
all'incrocio fra Jackson Browne e
Warren Zevon, sono la quintessenza del suo magico
meta-stile.
La storia, come tutte quelle di Neuwirth, e' affascinante in quanto profonda
e allegorica: nell'omerico (o "calviniano") viaggio dal caffe' alla cittadina
di Paradise, in
Nevada (lo stato di Las Vegas), il protagonista continua a chiedere la
strada alle persone che incontra (pittori, filosofi, filantropi, banchieri e
cosi' via), ma invano. A un certo punto si sente rispondere che tutte le carte
geografiche del mondo sono obsolete. Si incammina allora sulla strada che
lo riportera' al punto da cui era partito. Applausi.
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