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La J. Geils Band, formata a Boston nell'ambiente dei giovani studenti ebrei,
reinvento` il garage-rock, il blues-rock all'insegna di un'esuberanza quasi
punk e di un piglio quasi parodistico.
Esordirono all'insegna del southern-rock che andava di moda all'inizio degli
anni '70, fungendo da raccordo con i Rolling Stones e il blues revival degli
anni '60.
Dalla loro avevano un cantante esagitato come Peter Wolf, abilissimo a rifare
il verso a doo-woop e shouting, la chitarra graffiante di Jerome "Jay" Geils,
l'organo atmosferico di Seth Justman, e soprattutto l'armonica di Magic Dick
(Dick Salwitz), forse il piu` grande allo strumento fra i musicisti bianchi.
J Geils Band (Atlantic, 1970),
The Morning After (Atlantic, 1971), con
Bobby Womack's Looking For A Love,
Full House (Atlantic, 1972), con
Whammer Jammer, travolgente capolavoro di Dick,
erano lavori diligenti ma non certo rivoluzionari.
Poco alla volta Justman e Wolf cominciarono a scrivere canzoni originali,
che presero il posto dei classici del blues.
Grazie al reggae scomposto di Give It To Me, al
funk-rock martellante e ossessivo di Houseparty
e alla jam veemente di Southside Shuffle,
l'album Bloodshot (Atlantic, 1973) li catapulto` invece nelle
classifiche.
Ladies Invited (Atlantic, 1973) fu un album di transizione, ma
Nightmares (Atlantic, 1974) annoverava ancora
la nobile tensione boogie di Musta Got Lost e il
rhythm and blues satanico di Detroit Breakdown.
Dopo un altro lavoro di transizione, Hotline (Atlantic, 1975),
su Monkey Island (Atlantic, 1977)
i nove minuti di hard-rock scintillante di
Monkey Island li proiettarono nella scia dei Led Zeppelin,
ma con un piglio melodico ed entusiasta del tutto originale,
e segnarono l'inizio del dominio di Justman, ora anche produttore.
Il nuovo trademark del loro sound e` proprio l'organo di Justman, che
trascina i loro gioviali brani con una tonalita` inconfondibile da spiaggia.
Just Can't Wait, un folk-rock Dylan-iano adattato alle balere, tratto da
Sanctuary (Emi, 1978), che contiene anche
Ona Last Kiss e Sanctuary.
Love Stinks, blues lento e demenziale, tratto da
Love Stinks (Atlantic, 1980), e` il brano che separa nettamente la
carriera "seria" da quella "comica" del gruppo.
Freeze Frame (Emi, 1981) fu il loro album "new wave" e forse il migliore,
o quantomeno il piu` divertente. Il gruppo scodella
Centerfold, una scatenata danza estiva
che si riallaccia al bubblegum degli anni '60;
Freeze Frame, una comica filastrocca farcita di coretti doo-wop e
battiti di mano e sostenuta da un martellante ritmo in crescendo di organo;
il travolgente rock and roll e motivetto doo-woop di I Do;
e Angel In Blue;
con Dick in smagliante forma ora anche alla tromba e al sax.
Gruppo orientato ai singoli, nessuno dei loro album e` un capolavoro. Meglio
l'antologia Best vol. 1 & 2 (Atlantic, 1981).
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