New York-based (but Los Angeles-educated) painter, sculptor and composer Jasun Martz (1953) played keyboards for
pop star Michael Jackson as well as for rock genius Frank Zappa.
He crafted one of progressive-rock's milestones, the symphony
The Pillory, composed between 1976 and 1978 and scored
for 40 musicians
(the "Neoteric Orchestra", including Eddie Jobson on violin, Ruth Underwood on percussion)
and himself on all sorts of electronic keyboards.
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(Translation by/ Tradotto da Ferruccio Tarraran
Residente a New-York (ma educato a Los Angeles), lo scultore e compositore Jasun Martz (nato nel 1953) ha suonato le tastiere sia per star del pop come Michael Jackson che per il genio del rock Frank Zappa. Ha prodotto una delle pietre miliari del rock progressivo, la sinfonia The Pillory, composta tra il 1976 e il 1978 e scritta per 40 musicisti ( la "Neoteric Orchestra", con incluso Eddie Jobson al violino e Ruth Underwood alle percussioni) e lui stesso alle tastiere elettroniche più disparate.
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Jasun Martz, laureato in pittura e scultura all'Università di Santa
Barbara, in California, formò la Neoteric Orchestra nel 1976, ma gli impegni nella band di Frank
Zappa e il trasferimento in Inghilterra gli impedirono di realizzare subito le sue idee. Fu a Londra che
riuscì finalmente a mettere insieme i 40 elementi che gli servivano e a registrare
The Pillory (All Ears, 1978 - Neoteric, 1981 - Ad Perpetua Memoriam, 1994).
Il disco, costruito attorno al suono del mellotron, e nobilitato dalla presenza
di veterani come Ruth Underwood e Paul Whitehead alle percussioni, Eddie Jobson al violino e William
Bottrell al violoncello, divenne un oggetto di culto, ma vendette poco.
Ci vogliono nove minuti prima che il coacervo di dissonanze, percussioni,
"droni" e accordi casuali dia luogo a una cadenza corale di marcia. Su di essa gli strumenti improvvisano
figure melodiche sulla falsariga della In C di Riley, ma con uno svolgimento più
geometrico e soprattutto proporzioni sinfoniche (persino un coro di una dozzine di persone). Il movimento
successivo è una serie di metamorfosi alla Schonberg per sezione d'archi (in realtà un
mellotron). Dopo otto minuti di rumori disordinati è la volta di una baraonda orchestrale. La
sinfonia termina con un'apoteosi per organo a canne e coro.
Pochi dischi della musica popolare hanno compiuto un'operazione
così radicale e al tempo stesso così suggestiva.
Martz, rientrato a Los Angeles, si adattò pertanto a fare il session-
man per Michael Jackson, per la Starship, per la Far East Family Band e di nuovo per Zappa.
Con Jobson (violino) e John Luttrell (clarinetto) registrò ancora la
sonata da camera
In Light In Dark In Between (Eurock, 1982).
The Sin Circle (another Martz solo project, but oriented towards rock music)
released
Everyone's an Idiot (Sin Circle, 1999),
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The Pillory/ The Battle (Under the Asphalt, 2005), recorded with an
orchestra of 115 musicians, is a double-CD seven-movement
symphony (for a grand total of more than two hours)
set in a distant future in which continents have come apart and now are
beginning to approach again causing wars between their inhabitants.
The theme does not do justice to the music, that is not only ambitious but
powerful.
The haunting first movement (22-minute long) evokes ancient Celtic landscapes:
a sense of mystery and magic exudes from the dark and ominous melodies.
The second movement (also colossal) opens in a chaotic and dissonant manner
before a soaring march-like theme leads to a celestial choir of female voices
lost in spacetime.
Percussions and violins propel the swirling dance-like third movement, that
signals a complete change of mood, although it ends in panzer-grade
heavy-metal convulsions and drifts into the cacophony of the fourth movement.
After the brief organ-driven requiem-like fifth movement,
the listener is lulled into the slow decay of whispered drones and melodies of
Ambient.
The last movement (all 74 minutes of the second CD), subtitled "industrial/noise/ambient", takes about ten minutes to reach the point where one can
discern the noises and another ten minutes before the noises coalesce into
a distinctive sound, something like a sustained guitar distortion. At 24:30
the noise dissolves in a whirlwind of piercing squeals. The new silence is
eventually broken by a loud organ drone but never quite manages to turn into
meaningless sounds. Eventually (45 minutes into the piece) it turns into the
electronic equivalent of the crackling of a fire, rapidly escalating into
a full-fledged volcanic eruption. When that one dies out, random dissonances
slowly disappear, creating a deeper sense of vacuum. The music seems to end,
but is suddenly resurrected at 62 minutes by a burst of orchestral noise.
Ten minutes of harsh, massive, unnerving turbulence follows, with longer
and longer orchestral spasms, until a final blow relieves the pressure.
Martz is one of the few composers of the post-everything age who understands how the orchestra can still be a vital tool for the digital composer.
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(Translation by/ Tradotto da Ferruccio Tarraran
The Pillory / The Battle (La Gogna /
La Battaglia) (Under the Asphalt, 2005), registrato con un’ orchestra di 115 musicisti, è una sinfonia in sette movimenti su doppio CD ( per un grandioso totale di oltre due ore) ambientata in un lontano futuro nel quale i continenti, prima distaccatisi, si stanno riavvicinando causando guerre tra i loro abitanti. Il tema non rende giustizia alla musica, che non solo è ambiziosa ma anche potente. Il primo tenebroso movimento (lungo 22 minuti) evoca antichi paesaggi celtici: un senso di mistero e magia trapela dalle oscure e tetre melodie. Il secondo movimento (ugualmente colossale) si apre in una maniera caotica e dissonante prima che un tema in crescendo e dall’ andamento marciante conduca a un celestiale coro di voci femminili perse nello spazio-tempo. Percussioni e violini danno corpo al rutilante terzo movimento che è quasi una danza, e che segnala un completo cambio di umore, sebbene finisca nelle convulsioni di un heavy metal stile carro armato e si sposti nella cacofonia del quarto movimento. Dopo un breve quinto movimento, quasi un requiem, sorretto da un organo, l’ ascoltatore viene cullato nel lento decadimento dei suoni sussurrati e monocordi e nelle melodie di Ambient. L’ ultimo movimento (tutti i 74 minuti del secondo CD), sottotitolato "industrial/noise/ambient", impiega circa dieci minuti a raggiungere il punto dove uno può distinguere i rumori e altri dieci minuti prima che i rumori si coalizzino in una sonorità distinta, sul tipo di una prolungata chitarra distorta. Dopo 24 min e 30 sec il rumore si dissolve in un roteare di stridori lancinanti. Il nuovo silenzio viene alla fine rotto da un fragoroso organo monocorde che però riesce a non trasformarsi mai in suono senza significato. Poi, (passati 45 minuti) diventa un equivalente elettronico dello scoppiettare di un fuoco che rapidamente si intensifica fino a una vera e propria eruzione vulcanica. Quando anche questo si smorza, scompaiono lentamente le dissonanze casuali, creando un più profondo senso di vuoto. La musica sembra finire ma risorge improvvisamente al minuto 62 con un irrompere di rumore orchestrale. Seguono dieci minuti di aspra, imponente e spaventevole turbolenza, con spasmi orchestrali sempre più lunghi, finché un colpo finale da sfogo alla pressione. Martz è uno dei pochi compositori della post-everything age che comprende come l’ orchestra possa ancora essere uno strumento vitale per il compositore digitale.
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Anthologies and compilations include:
Pacnaa (2013), the 8-cd box-set Solo Exhibition (2017),
Non Finito (2017),
the orchestral Alchemy (2017),
the experimental Corrosion (2017),
Chroma (2017)
and the rocking Antithesis (2017).
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(Translation by/ Tradotto da xxx)
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