Arto Lindsay


(Copyright © 1999-2024 Piero Scaruffi | Terms of use )
DNA: DNA, 8/10
Ambitious Lovers: Envy, 7/10
Ambitious Lovers: Greed, 8/10
Arto Lindsay: Pretty Ugly, 7/10
Ambitious Lovers: Lust, 7/10
Aggregates 1-26 , 5/10
The Subtle Body , 5/10
Mundo Civilizado, 6/10
Noon Chill , 6/10
Prize , 7/10
Invoke , 6.5/10
Salt (2004), 5/10
Links:

Summary
Arto Lindsay's atonal guitar and Ikue Mori's tribal drumming gave DNA the quality of utter nausea. Their dadaistic maelstroms were reminiscent of the worst nightmares concocted by Captain Beefheart and Frank Zappa.

The adult career of former DNA guitarist Arto Lindsay focused on a convoluted form of Latin-funk-jazz fusion. Ambitious Lovers, the combo he formed with Swiss keyboardist Peter Scherer, penned works such as Envy (1984) and the formally impeccable Greed (1988) that merged Brazialian music, disco-music and avantgarde. This was the boldest experiment in dance music since Peter Gabriel and Talking Heads. The ballet music for Pretty Ugly (1990) marked the zenith of this phase, which soon evolved in a "pop" phase, with Lindsay crooning his Latin roots in the jungle of orchestral arrangements, as on Lust (1991). Lindsay ended up wedding the appeal of abrasive, intellectual noise and the appeal of sensual, languid Brazilian music on albums such as Prize (2000), which were post-rock's version of world-music.


If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
Arto Lindsay e` uno degli intellettuali del rock che alla fine degli anni '70 cambiarono l'accezione di "musica rock" facendone un genere musicale astratto e concettuale. Lindsay fu infatti uno dei protagonisti della "no wave" di New York, uno degli asceti che composero musica rock sempre meno orecchiabile e sempre piu` austera.

Figlio di missionari presbiteriani, Lindsay era cresciuto in un monastero Brasiliano. Nel 1977 batteva i club alternativi di New York alla testa dei DNA, con Robin Lee Crutchfield alle tastiere e Ikue Mori alla batteria. Tutti tre autodidatti (anzi, pressoche' analfabeti), crearono un sound che era l'equivalente musicale di un tic nervoso: la chitarra, suonata in maniera atonale, e` uno strepito ossessivo alle frequenze piu` irritanti, la batteria e` poco piu` di un tamburo, suonato in maniera bambinesca e fracassona, vagamente ispirato alle cadenze del teatro kabuki, e l'organo elettronico ripete all'infinito melodie anemiche, secondo la teoria sadica di neuro-elettronica dei Suicide.

Il gruppo esordi` con il 45 giri You And You, ma si affermo` sulla compilation No New York (Antilles, 1978). L'ispida fusion dissonante del trio si esprime con i ritmi cingolati e le urla di titanica disperazione di Not Moving, con la selvaggia "contorsione" sub-funk di Size, con il delirio sincopato di Egomaniac's Kiss e soprattutto con le turbolenze di Lionel, uno strumentale che e` un piccolo capolavoro di armonia astratta, due densissimi minuti che alternano folate di radiazioni nucleari a spasimi di robot epilettici.

Al tempo stesso Lindsay registrava con il compatriota Neto l'EP Pini Pini, (Ze, 1978), i cui due brani sono disposti a cavallo delle due facciate. La title-track e` una storia raccontata a ritmo di samba e con saltuari rumori chitarristici; Malu e` un brano di brontolii sconnessi in anglo-portoghese e di scordature chitarristiche, una specie di Sister Ray disossata.

Quando esce l'EP A Taste Of DNA (AmericanClave, 1981), Crutchfield se n'e` gia` andato e il sound e` un po' cambiato. Senza il tetro organista l'arte chitarristica di Lindsay si fa ancora piu` aggressiva e lapidaria, e ben si avvale di doti canore particolarmente disgustose, del tribalismo percussivo di Ikue Mori, nonche' del basso pulitissimo del nuovo Tim Wright (ex Pere Ubu).
Il disco e` ricco di esperimenti rivoluzionari: l'anti-ritmo a perdifiato di New Fast (un Captain Beefheart bambino in preda a conati di vomito), il tribalismo pervicace di 5:30, l'incalzante pow wow di Blonde Red Head, nonche' micro-astrattismi marziali come 32123; ma a rendere immortale l'opera sono l'incubo dilatato di Lying On The Sofa Of Life, dove la free-form si fa "blank-form" e il sound scompare del tutto, polverizzato in entita` sonore prive di identita`; e ancor piu` New New, nel quale i linguaggi della chitarra e della voce sono degradati a un concitato vocabolario di crepitii e scordature (il primo), di sillabe gutturali e balbuzie spastiche (il secondo), le stecche regnano sovrane e il suono non e` che un ronzio fastidioso sul trotto disordinato un della batteria. Catalogo di voragini primitiviste e micro-genetica dell'urlo espressionista, l'opera dei DNA rimane comunque un'opera miliare in quel processo di progressiva rifondazione della canzone rock che da Beefheart porta alle avanguardie.

Per la colonna sonora di Fruit Of The Original Sin (1981) i DNA eseguono alcuni brani molto meno suggestivi, che indicano come la loro arte naif possa trasformarsi facilmente in esibizionismo gratuito.

DNA on DNA (No More, 2004) is a compilation that collects all DNA recordings.

Negli anni seguenti Lindsay e` attivo su tutto il fronte della "no wave": da` una mano alla Love Of Life Orchestra di Peter Gordon, aiuta James Chance nei Pill Factory, funge da motore dei Lounge Lizards di John Lurie, suona la samba con un gruppo di brasiliani (Samba Spaceship) nei nightclub della City, cesella la jazz-fusion dei Golden Palominos di Anton Fier, si esibisce in duo, prima con il violinista Walter Steding e poi con Fred Frith. Viene nominato dalla critica new-yorkese il "king of noise".

Il trio vocale degli Ambitious Lovers, con David Moss e Mark Miller, e` l'esperimento piu` radicale di dissacrazione dei modelli musicali. Ai tre fondatori si aggiungono presto quattro musicisti brasiliani, e per un po' i sette terrorizzano la New York alternativa con la fusion sudamericana piu` sbilenca del secolo. Su Envy (Eg-Jem, 1984) ad essi si aggiungono l'elettronico svizzero Peter Scherer, con i suoi arrangiamenti di tastiere stranianti, e Fier. Le dissonanze psicotiche, e le armonie orrendamente mutilate che furono l'essenza della sua ideologia riduttivista della de-costruzione rock, si tramutano in un folklore discotecaro subdolamente "deviato", ben rappresentato da samba devolute come Too Many Mansions, funk a ritmi industriali come Crowning Roar, disco-soul come Let's Be Adult e minimalismi funky come Trouble Maker. Il singhiozzo "negativo" dei DNA si ritrova in strumentali come Venus Lost Her Shirt e in gag surreali di manipolazione dei nastri come Nothingness Monstered. La vorticosa tecno-dance di Locus Coruleus rappresenta la sintesi ultima del disco. Nell'ottica del post-moderno Lindsay adotta un crooning pop con inflessioni brasiliane e un sound di confine fra l'etno-funk alla Byrne e l'easy listening radiofonico piu` corrivo.

La prosecuzione di questo disco e` Greed (Virgin, 1988), in coppia solo con Peter Scherer, fra canzoni commerciali (Love Overlap, un rhythm and blues malvagio e incalzante; Copy Me, un'altra disco-soul), intermezzi di avant-funk (Omotesando, Too Far, Dot Stuff) e una forma pan-etnica di ballad che innesta spunti di batucada (King), samba (Admit It) e bossanova (Caso) sulle convenzioni della musica da ballo occidentale. L'esperimento e` maturo per la distribuzione di massa: edonismo tropicale e anarchia tecnocratica hanno trovato un perfetto punto di equilibrio, e persino il canto afono e decadente di Lindsay trova una sua logica in questo schema.

La musica degli intellettuali, o degli strateghi, corrode la musica d'intrattenimento (da club o da discoteca), avendo lasciato intravedere la meta finale: un breve suono disarticolato, a meta` fra il grido e il silenzio, che sara` la futura musica d'intrattenimento.

Arto Lindsay riveste una duplice importanza nel panorama della no wave newyorkese: e` uno degli intellettuali piu` lucidi del movimento (al quale trasmette alcune delle istanze del "tropicalismo" brasiliano) ed e` il piu` influente chitarrista atonale.

Gli Ambitious Lovers si sono ridotti a cio` che erano fin dall'origine: un duo fra il chitarrista atonale Arto Lindsay (brasiliano) e il tastierista elettronico Peter Scherer (svizzero). Questa coppia di intellettuali "pop" (nel senso di "pop art") avevano cercato ripetutamente di decostruire e ricostruire la canzone moderna, abusando anche del folklore sudamericano, e pervenendo a risultati suggestivi perlomeno in Let's Be Adult e King.

Le musiche composte dai due per il teatro e il balletto sono state raccolte su Pretty Ugly (Made To Measure, 1990). La suite che da` titolo all'album e` forse il summa dell'arte strumentale di Lindsay: elettronica e percussioni vengono usate in maniera tanto innovativa quanto espressiva, fondendo l'ispirazione che viene dalla metropoli industriale (le cacofonie) e quella che viene dal mondo rurale pre-industriale (i ritmi sudamericani). Anche Austere And Hungry (il pezzo piu` sinfonico) e Sirens si situano al confine fra musica ambientale e musica industriale, mentre Nature Of Slam e Bold Condensed accentuano le cadenze funky. Gli accordi distorti a grappolo della chitarra, le percussivita` metalliche, il synth orchestrale sono reminescenti della musica d'avanguardia europea.

Lust (Elektra, 1991) completa invece la metamorfosi (gia` iniziata nei dischi precedenti degli Ambitious Lovers) da intelligenza "negativa" dell'underground a crooner da discoteca. Le armonie di Slippery e Monster sono sempre piu` improntate a ritmi funky, melodie pop, arrangiamenti orchestrali. Marc Ribot (alla "vera" chitarra) e Nana Vasconcelos alle percussioni completano la formazione di base, alla quale si aggiungono come al solito gli ospiti piu` svariati. Ma e` Scherer il vero padrone del complesso adesso: e` lui a dirigere le musiche, a imbastire gli arrangiamenti, a condurre l'orchestra, a riempire le armonie di contrappunti elettronici.
Di Lindsay e` rimasta l'impronta piu` che altro ideologica: in un freddo registro "declamatoriale" Lindsay canta liriche morbose e romantiche, ambigue e metaforiche (alla chitarra si cimenta raramente). Forse e` proprio la sua abilita` canora la novita` piu` rilevante del nuovo corso. Che per il resto e` un soul pregno di "saudade", come nella title-track e in Villain, talvolta di alienazione, come nel dilatato e narcotizzato lamento di It's Gonna Rain, talaltra di angoscia, come nell'atmosfera thriller e nelle cacofonie di More Light. A queste canzoni fortemente concettuali ed atmosferiche fanno da contraltare il sound piu` ritmato e grintoso di Tuck It In e Half Out Of It, non lontani dagli esperimenti funky di Peter Gabriel, e quello piu` sereno e allegro di Make It Easy. La varieta` di umori redime l'uniformita` delle soluzioni. Il loro e` un pop estremamente raffinato, quasi "da camera", o una sorta di astrazione del pop.

Sciolto il gruppo, Scherer registra l'atmosferico Very Neon Pet (Metro Blue), mentre Lindsay da` vita a un trio con il bassista Melvin Gibbs (della Rollins Band) e il batterista Dougie Bowne (Lounge Lizards) e registra Aggregates 1-26 (Knitting Factory, 1995), ovvero 26 brani improvvisati.

Con un nugolo di ospiti illustri, Lindsay si trasforma poi in un imitatore di Caetano Veloso su O Corpo Subtil/ The Subtle Body (Bar None, 1996), una raccolta di canzoni romantiche nello stile della bossanova degli anni '50 (l'idea gliela suggeri` Ryuichi Sakamoto). Sterile e soporifero, il disco riesce ad addormentare persino gente del calibro di Brian Eno, Bill Laswell, Ryuchi Sakamoto, Bill Frisell e Marc Ribot. Eleganza e mistero salvano 4 Skies e No Meu Sotaque.

Lindsay torna alla ribalta con le ballate brasiliane di Mundo Civilizado (Bar/None, 1997), che approfondiscono quel discorso con un piglio intellettuale, e tanto basta a farne un caso giornalistico. Fra cover di Prince, Al Green e Caetano Veloso, si fanno largo litanie intrise di "saudade" come Complicity, che si avvalgono di ritmiche inventive e di arrangiamenti stranianti. Piu` che le orchestrazioni sontuose di Mundo Civilizado conquistano forse i divertimenti liberi di Q Samba e Pleasure (la samba come la facevano le orchestrine di Broadway negli anni '50) e soprattutto i delicati calligrammi melodici di Imbassai, che lo propongono nei panni del cantautore intimista ma purtroppo rimangono l'eccezione e non la regola. Disco di transizione, che tenta di rimediare alla sterilita` del precedente senza rinnegare la vocazione tropicalista, Mundo Civilizado e` minato alle basi dall'arrangiamento acustico.

Hyper Civilizado e` un album di remix.

Da anni Lindsay ha abbandonato il ruolo di terrorista del sound per diventare uno dei portavoce del post-modernismo, ma questi sono dischi mediocri, che spesso sembrano suonati da un buffo imitatore dei classici della musica leggera, opere pallidissime al cospetto dei postulati creativi della "no wave".

La terza parte della trilogia brasiliana, Noon Chill (Rykodisc, 1998), ovvia ai limiti dei precedenti con un arrangiamento ben piu` agguerrito, spesso giostrato sulle tastiere elettroniche, che si ispira proprio all'album di remix. Se non altro, si riconosce il punk di un tempo, nonche' l'abile compositore degli Ambitious Lovers che riusciva a fondere l'eleganza del pop brasiliano con le nevrosi urbane di New York. Nana Vasconcelos e Melvin Gibbs costituiscono questa volta l'asse portante della musica, che oscilla dal ballo feroce di Anything alla tenera melodia di Whirlwind e culmina forse nella fusion di Blue Eye Shadow, il brano che piu` ricorda gli Ambitious Lovers. L'album rappresenta un salto di qualita` notevole nell'ambito del programma "brasiliano" di Lindsay.

Finally, Arto Lindsay's total immersion in his roots paid off. Prize (Righteous Babe, 2000) weds abrasive, intellectual noise, electronic sound effects and sensual, languid Brazilian music. Other than a few songs sung in Portuguese (that stick to the traditional format of "tropicalismo"), the album is a collection of complex compositions built on top of simple songs. The rhythmic countercurrent of The Prize is disturbed by a chamber orchestra of strings and horns. Prefeelings paints a surreal soundscape industrial noise, jazz saxophones and frantic beats while two voices argue in completely different tones and styles. The experiments on rhythm peak with Unsure, that flirts with the torrid intensity of drum'n'bass. Percussions, keyboards and saxophone are all used slightly out of context in the otherwise soulful Ondina. Ditto for the strings and the trumpet in the equally soulful Resemblances. To contrast the bold fusion of the previous tracks, the album ends with E Ai Esqueco, a collaboration with Blonde Redhead that yields a tender piano-based lullaby. It is literally the marriage of two cultures, the culture of the New York avantgarde and the culture of Brazialian pop music. Lindsay has finally reinvented "tropicalismo" for the new century. This is certainly not Lindsay's most adventurous album, but probably his most sophisticated.

There is too much Latin rhythm on Invoke (Righteous Babe, 2002), but this time tracks such as Ultra Priviliged and Unseen exude the surreal quality of early Soft Machine (pop-jazz and poetry). Lindsay absorbs, processes and recycles soul (Illuminated, Over/Run), tribal disco (Uma) and glitch electronica (Invoke, You Decide). His goal is a super-fusion (Predigo, The City That Reads) of free jazz, hip hop, funk, acid-rock and Brazilian rhythm that is, quite simply, a metamorphosis of the old Ambitious Lovers program.

Salt (Righteous Babe, 2004) is the natural continuation of Invoke: same concept, same performers, same music. As the doses of electronic sound effects is progressively reduced from the peak of Prize, the regression towards the "pop" style of the Ambitious Lovers becomes even more evident.

(Translation by/ Tradotto da Eros Torre)

Alla fine, Arto Lindsay è stato ripagato dalla totale immersione nelle sue radici. Prize (Righteous Babe, 2000) fonde abrasivo noise intellettuale, effetti sonori elettronici e sensuale, languida musica brasiliana. Oltre ad alcuni brani cantati in portoghese (che aderiscono al tradizionale formato del "tropicalismo"), l’album è una raccolta di complesse architetture costruite su semplici canzoni. La ritmica controcorrente di The Prize è disturbata da un’orchestra da camera di archi e fiati. Prefeelings tratteggia un surreale panorama sonoro, composto da rumori industriali, sassofoni jazz e convulse percussioni, all’interno del quale due voci si confrontano su tonalità e stili completamente differenti. Le sperimentazioni ritmiche raggiungono l’apice in Unsure, che flirta con l’ardente intensità del drum’n’bass. Percussioni, tastiere e sassofoni sono impiegati in maniera vagamente dissonante nella appassionata Ondina. Lo stesso vale per i violini e le trombe dell’altrettanto intensa Resemblances. Per contrastare l’ardita mistione dei brani precedenti, il disco termina con E Ai Esqueco, una collaborazione con i Blonde Redhead che ha prodotto una tenera ninnananna al pianoforte. Si tratta di un matrimonio perfetto tra due culture, l’avanguardia newyorkese e la pop music brasiliana. Lindsay ha reinventato il "tropicalismo" per il nuovo secolo. Non si tratta di certo del suo album più coraggioso, ma probabilmente di quello più sofisticato.

Su Invoke (Righteous Babe, 2002) c’è sovrabbondanza di ritmi latini, ma questa volta canzoni come Ultra Priviliged e Unseen fanno trasparire la qualità surreale dei primi Soft Machine (pop-jazz e poesia). Lindsay assorbe, elabora e ricicla il soul (Illuminated, Over/Run), la tribal disco (Uma) e l’elettronica glitch (Invoke, You Decide). Il suo obiettivo è una super-fusion (Predigo, The City That Reads) di free jazz, hip hop, funk, acid-rock e ritmo brasiliano, che rappresenta, in sintesi, la metamorfosi del programma originario degli Ambitious Lovers.

Salt (Righteous Babe, 2004) è il seguito naturale di Invoke: stesso schema, stessi performers, stessa musica. Se la quantità di effetti elettronici si è ridotta progressivamente dopo il picco di Prize, la regressione verso lo stile "pop" degli Ambitious Lovers appare ancora più evidente.

Seb El Zin (guitar, vocals), Mike Ladd (vocals), Arto Lindsay (guitar), Marc Ribot (guitar) formed Anarchist Republic of Bzzz, documented on Anarchist Republic of Bzzz (2009) and United Diktaturs of Europe (2016).

De Lama Lamina (2007) was a joint project with multimedia artist Matthew Barney, an hourlong installation of "biomechanical erotica" Set against the backdrop of the Carnaval in Salvador, Brazil.

Arto Lindsay (guitar), Joe McPhee (alto and tenor saxes, pocket trumpet), Ken Vandermark (tenor and baritone saxes, clarinet) and Phil Sudderberg (drums) collaborated on Largest Afternoon (february 2019).

(Translation by/Tradotto da Stefano Iardella)

Seb El Zin (chitarra, voce), Mike Ladd (voce), Arto Lindsay (chitarra), Marc Ribot (chitarra) hanno formato Anarchist Republic of Bzzz, documentato su Anarchist Republic of Bzzz (2009) e United Diktaturs of Europe (2016).

De Lama Lamina (2007) è stato un progetto congiunto con l'artista multimediale Matthew Barney, un'installazione di "erotica biomeccanica" della durata di un'ora ambientata sullo sfondo del Carnevale di Salvador, in Brasile.

Arto Lindsay (chitarra), Joe McPhee (sax contralto e tenore, tromba tascabile), Ken Vandermark (sax tenore e baritono, clarinetto) e Phil Sudderberg (batteria) hanno collaborato a Largest Afternoon (febbraio 2019).

What is unique about this music database