Behind The Eyes | Links: |
Amy Grant (nata in Georgia ma cresciuta a Nashville)
venne alla ribalta nel mondo del gospel con El Shaddai e
l'album da cui era tratto, Age To Age (A&M, 1982).
Unguarded (A&M, 1985) e il suo hit Find A Way
la proiettaro nell'universo della musica da ballo e della musica leggera,
cosi` come il duetto con Peter Cetera, Next Time I Fall (1987).
La svolta pop si concretizzo` con Lead Me On (A&M, 1989), che
rimane forse la sua opera piu` completa. La sbornia di successo derivata dal
multi-platinato Heart in Motion (A&M, 1991),
e dai suoi fortunati singoli Baby Baby e Ask Me, le fece perdere
del tutto il senso della misura.
House Of Love (A&M, 1994) tento` invano di ripetere quel successo,
con uno stile che e` ormai soltanto un crossover di banalita` pop.
Su Behind The Eyes (A&M, 1997) una canzone si fa ascoltare (ritornello e testi), Nobody Home, ma non l'ha scritta lei. Una ricicla stereotipi della canzone malinconica d'amore, Like I Love You. La sua voce (un limpido contralto che puo` sgolarsi in un roco registro da chanteuse) non e` molto diversa dalle cento e cento fuoriuscite dai circoli country. Anche quando rimane fedele alle sue radici tex-mex e honky-tonk (Curious Thing) o ai modelli dei cantautori piu` maschi (Takes A Little Time) non si spinge oltre le regole del genere. Grant non ha nulla del nervosismo adolescenziale delle nuove generazioni (Morissette, Crow, Brooks), appartiene a un mondo ancora immerso in storie e pensieri, quello di Carole King. Il clou del disco sono le sue confessioni (insolitamente in prima persona), su tutte forse Cry A River. L'album segna un ritiro spirituale, nelle pieghe di una vita domestica che non e`, evidentemente, dorata. Grant e` la piu` famosa cantautrice cristiana, ma oltre alla coerenza ideologica e a una fondamentale sincerita` di artista, c'e` poco altro da riconoscerle. |
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