Lo scozzese
Roddy Frame e` il dotto cantautore che lancio` il revival della chitarra
acustica, segno` il ritorno alla canzone piu` scarna e sentimentale
e sanci` l'avvento del "twee pop" scozzese.
Roddy Frame formo` gli Aztec Camera a Glasgow nel 1980 per proporre alla
generazione uscita traumatizzata dalla rivoluzione punk un pop chitarristico
soffice e vellutato.
I ritornelli naif dei primi singoli del 1981
(Just Like Gold, Mattress Of Wire), per la neonata Postcard,
e del 1982 (Pillar To Post), intrisi diricordi degli spensierati anni '60, avevano spianato la strada per le
vignette nostalgiche dell'album High Land Hard Rain (Sire, 1983),
registrato a Londra dove nel frattempo Frame si era stabilito con il bassista
e due nuove reclute (tastiere e batteria).
Gli Aztec Camera erano abilissimi nel fondere elementi musicali provenienti
dalle culture
popolari piu` disparate, dal mezzo flamenco di Oblivious al profumo
caraibico di Walk Out To Winter, dalla saudade brasiliana di
Release (sorta di requiem per la generazione punk) al soul di
Back On Board, dal ritornello pomposo da pub di The Boy Wonders
all'apoteosi folk di We Could Send Letters; e nel piegarli a
rappresentare l'insicurezza romantica dei giovani.
Il successivo Knife (Sire, 1984)
accentuo` appena la componente ritmica e il baritono di Frame,
finendo per assomigliare ai dischi piu` "leggeri" di Elvis Costello:
il chiassoso rhythm and blues di Still On Fire (una libera interpretazione
di I Want You dei Jackson 5) e il frenetico mambo caraibico di
All I Need Is Everything fanno concorrenza alle filastrocche
orecchiabili di Head Is Happy e Back Door To Heaven.
Il vero Frame e` pero` quello che si strugge nel crooning di
Backwards And Forwards e quello che si perde nel lungo, onirico, etereo
delirio di Knife, forse il suo capolavoro.
Quando queste cose le facevano i Fleetwood Mac e Rod Stewart, o, prima ancora,
cantanti di
musica leggera come Belafonte e Sinatra, erano la retroguardia della musica
popolare. Rifatte in Gran Bretagna negli anni '80 questi dischi diventano
piccoli oggetti di culto per gli adolescenti (a dimostrazione che il mondo
non e` cambiato poi cosi` tanto dagli anni '40 agli '80).
Furono comunque fra i primi a re-introdurre le tenere emozioni
nella musica rock.
Dopo tre anni Frame ritorno` (praticamente solo, accompagnato da amici)
con l'album Love (Sire, 1988),
all'insegna di un soul vellutato (come Everybody Is Number One e
Deep & Wide & Tall) da far rimpiangere i Culture Club. Forte dei singoli
Somewhere in My Heart e How Men Are,
l'album vendette milioni di copie. Frame si concesse il lusso di allestire
una formazione di nove elementi per il tour di quell'anno.
Dopo quell'opera indegna passarono altri tre anni prima che Frame si
ripresentasse in pubblico: Stray (Sire, 1990), con la formazione di
nuovo rinnovata, recupera un po' della verve di un tempo,
in particolare nel pop chitarristico di The Crying Scene, ma non risolve
ancora le indecisioni stilistiche di Frame, conteso fra un jazz da cabaret
(Over My Head), un soul dagli occhi azzurri (The Gentle Kind)
e un blues notturno (Notting Hill Blues). Frame prova anche a costruirsi
una personalita` di cantore di protesta, accoppiandola a rockabilly (Got
Outta London), hardrock (Good Morning Britain) e Rolling Stones
(How Is It), ma la sua vera vocazione sembra ancora la ballata acustica
piu` spettrale, genere in cui da` Stray e Song For A Friend.
Frame completa la parabola verso un pop sempre piu` sofisticato
assumendo Ryuichi Sakamoto per produrre l'album Dreamland (Sire, 1993).
Ne risulta un
"synth-jazz" privo di nerbo e (per la prima volta) persino di buone melodie.
Spanish Horses e Dream Sweet Dreams i singoli.
Frestonia (Reprise, 1995) annovera soltanto un paio di brani
con un minimo di verve, Rainy Season e Phenomenal World, e sembra
piu` che altro un tentativo di recuperare terreno nei confronti dei giovani
Blur e Oasis che li hanno nel frattempo scavalcati.
Personaggio di primo piano del pop revival degli anni '80, Frame presenta
tutte le contraddizioni e i limiti di quella generazione di cantautori.
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