Bad Religion
(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
How Could Hell Be Any Worse , 6/10
Into The Unknown , 6.5/10
Suffer , 7.5/10
No Control , 7.5/10
Against The Grain , 7/10
Generator , 5/10
Recipe For Hate , 6/10
Stranger Than Fiction , 6/10
Gray Race (1996) , 6.5/10
No Substance , 5/10
The New America (2000) , 5/10
The Process of Belief (2002) , 6/10
The Empire Strikes First (2004), 6/10
New Maps Of Hell (2007), 6/10
The Dissent of Man (2010), 5/10
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Bad Religion, perhaps the most influential punk band of this generation, were late-bloomers: they became the bards of teenage frustration long after they had grown up, with the trilogy of Suffer (1988), No Control (1989) and the unusually pensive Against The Grain (1990), which are basically rock operas about the moral crisis of the 1980s. The first two installments featured the emphatic vocals of Greg Graffin debating the meaning of life inside catchy melodies, and a double-guitar attack led by Brett Gurewitz that rehashed rock'n'roll cliches from Led Zeppelin to the Clash.
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I Bad Religion si formarono nel 1980 nella zona bohemien di Melrose Avenue. Greg Graffin al canto, Brett Gurewitz alla chitarra, Pete Finestone alla batteria, Jay Bentley al basso non erano molto diversi da tante altre "bande" di beach-punk dell'epoca. Anche loro beneficiarono dell'esplosione di interesse del 1981 e, per via di sermoni piu` "adulti", si ritrovarono all'avanguardia della marea hardcore, e vi sarebbero rimasti per circa dodici anni, con cambiamenti stilistici quasi minimi. Forse proprio la loro coerenza servi` a elevarli al di sopra della massa.

Gli alti e i bassi della loro carriera non tolgono che i Bad Religion abbiano scritto alcune delle pagine piu` importanti del rock degli ultimi anni e siano entrati di diritto nell'Olimpo degli anni '80. Graffin, Gurewitz e Bentley costituiscono un trio di "autori" con pochi rivali negli annali del rock, e negli ultimi lavori la loro capacita` espressiva ha raggiunto nuovi vertici.

Il sound del primo EP, Bad Religion (Epitaph, 1981), era un hardcore piuttosto convenzionale, "cantilenato" piu` che cantato sulle cadenze thrash esagitate della sezione ritmica e con un utilizzo minimo di riff e assoli. Svettano sarcastiche invettive socio-politiche come Bad Religion, Politics, World War III, Slaves che si qualificano proprio per l'impegno programmatico, insolito per una generazione che badava soprattutto a piangere le proprie miserie morali; ma Sensory Overload annunciava una propensione melodica sconosciuta ai piu` e Drastic Actions aveva l'incedere lento, sinistro e marziale del gotico britannico.

Il primo album venne registrato di notte nella soffitta di Melrose Avenue. Rimangono poche parentele fra l'hardcore di How Could Hell Be Any Worse (Epitaph, 1982) e quello del precedente EP. Le armonie sono complesse, gli arrangiamenti intensi, i ritmi irregolari, gli assoli molteplici. L'unica costante e` forse il canto, ancora piuttosto monocorde; e la durata, sempre brevissima. La tesi dei Bad Religion e` che viviamo in un mondo paradossale, in una mostruosa aberrazione, e, a riflettere quella tesi, la loro musica e` suonata e cantata con un piglio fra il demenziale e il surreale.
Il disco si apre infatti con una canzone che potrebbe benissimo essere una filastrocca da vaudeville invece che un anthem punk: We're Only Gonna Die, che forse rimarra` il loro apice di ferocia. Il quartetto ha comunque solide basi nella storia del rock: in We're Only Gonna Die la chitarra di Gurewitz ha il tono secco della chitarra di Dave Davies in You Really Got Me, mentre in Latch Key Kids lancia un thrash canonico con un riff alla Mick Jones (Clash); e Part III e` un vertiginoso rock and roll alla Led Zeppelin (con Fineston nella parte del Bonham piu` forsennato). Le fonti piu` disparate contribuiscono a definire un hardcore fantasioso, trascinante e persino fischiettabile, che si sublima nel tremendo manifesto di Fuck Armageddon This Is Hell.
I Bad Religion rimangono comunque fra i primi della classe nel campo del thrash a rotta di collo, come White Trash. La lezione del primo punkrock (in particolare quello di derivazione boogie dei Dead Boys) costituisce le fondamenta delle loro fiondate piu` violente, soprattutto Into The Night. Sul fronte piu` melodico il disco annovera invece le armonie vocali di American Dream, il ritornello satirico Voice Of God Is Government e la ballata demoniaca Damned To Be Free, che hanno pochi precedenti. Tutte e tre esprimono il loro malessere esistenziale e la loro sfiducia nella societa` con un ricorso a un sound piu` accessibile. All'intensificarsi del messaggio politico corrisponde una riduzione della potenza di fuoco.

Bad Religion totally changed course on Into The Unknown (Epitaph, 1983): the supersonic hardcore of the beginnings was abandoned for a baroque psychedelic sound a` la Paisley Underground. Graffin even employed a synthesizer to compose most of the (very catchy) songs and his keyboards dominate the arrangements. The relatively speedy It's Only Over When (although hardly so compared with the first album) evokes the New York Dolls. The rocking and jumping Losing Generation could be from a Todd Rundgren or a Yes album of the 1970s. Most songs concoct strange hybrids: Billy Gnosis overlaps Merseybeat and Lynyrd Skynyrd; The Dichotomy alternates between the Hollies and Elton John; the limping bluesy singalong Chasing The Wild Goose resurrects Creedence Clearwater Revival and ZZ Top. On the positive side, the album was an affirmation of Graffin's melodic talent, that was obviously huge. However, the seven-minute spaced-out Syd Barrett-ian lullaby and prog-rock suite Time And Disregard is a massive failure. Con Into The Unknown (Epitaph, 1983) il complesso cambio` pero` completamente le carte in tavola: l'hardcore supersonico degli esordi viene messo da parte a favore di un rock psichedelico molto vicino a quello del contemporaneo Paisley Underground. Il giro di volta e` rappresentato dal sintetizzatore, lo strumento usato da Graffin per comporre gran parte del materiale. Questi Bad Religion sembrano piu` Todd Rundgren che Sex Pistols.
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Segui` un periodo di sbandamento durante il quale il gruppo perse temporaneamente bassista e chitarrista. Graffin, che si era dapprima ritirato a vivere nel natio Wisconsin, si uni` all'ex-chitarrista dei Circle Jerks, Greg Hetson e al bassista Tim Gallegos e mise insieme il materiale per un nuovo EP, Back To The Known (Epitaph, 1984). Lavoro incerto, di transizione, annovera comunque un paio di classici: Along The Way, ritornello lento e marziale accompagnato da un wah-wah alla Cream; e l'esplosivo power-pop di New Leaf e Yesterday. La visione che Graffin ha del mondo contemporaneo rimane catastrofica.

Passata la moda, anche per i Bad Religion finirono le occasioni di suonare e di registrare. Il complesso sembro` estinto, ma invece, come tanti altri dell'era, venne riscoperto verso la fine del decennio e, forte del mito crescente, pote` tornare in azione. A differenza di gran parte dei ritorni di questo genere Suffer (Epitaph, 1988) e` addirittura piu` scalmanato ed essenziale delle prime opere. I Bad Religion non sono per nulla maturati, anzi si sono incattiviti. Invettive sgolate come 1,000 More Fools, Land Of Competition, What Can You Do e soprattutto Pessimistic Lines, compresse in poco piu` di un minuto e veicolate da una melodia orecchiabile, nonche' l'epico grido di guerra a rotta di collo di You Are The Government, trasudano di frustrazione adolescenziale come nel primo punkrock, o, meglio, come in tutte le espressioni generazionali, da Dylan agli Who. L'asse chitarristico dei vulcanici Gurewitz e Hetson puo` far nuovamente leva sulla sezione ritmica dei poderosi Bentley e Finestone: un classico dei classici. Il canto di Graffin non e` mai stato cosi` modulato ed espressivo, capace anche di intonare la desolata elegia della title-track. Il quintetto e` all'apice della forma. E' proprio Suffer ad imporre lo standard di hardcore melodico che fara` la fortuna di seguaci dei Bad Religion come Offspring e Rancid.

Senza sacrificare nulla a quel sound nitroglicerinico, il successivo No Control (Epitaph, 1989) tocco` vertici espressivi che pochi gruppi hardcore hanno mai lambito. Il canto di Graffin, che e` sempre stato un'ottava sotto lo strillo medio dell'hardcore, ha ora acquisito anche una rara potenza tragica, l'ideale per porgere le sue (erudite) liriche dell'Apocalisse. In un certo senso l'album e` un "concept" sulla degradazione dell'homo sapiens. I duetti fra Hetson e Gurewitz scaraventano litri di adrenalina sui deliri visionari del profeta.
Se Big Bang si ciba ancora dei "tre accordi tre" dell'hardcore, peraltro in un barrage chitarristico da far impallidire i Black Flag, No Control usa l'epilessi hardcore per modulare un inno fortemente emotivo e I Want To Conquer The World la muta in un supersonico rock and roll a fine polemico (entrambi vanno annoverati fra i classici del moderno rock impegnato, insieme a quelli dei Dead Kennedys e pochi altri).
Cio` non toglie nulla alla potenza del sound. L'impeto sonoro puo` anzi essere addirittura piu` formidabile, come in Sometimes I Feel Like e in Billy, fra le composizioni piu` disperate della loro carriera. La seconda e` il commosso ritratto di un Lather (Jefferson Airplane) della generazione punk.
L'essenza della rappresentazione satirica di Graffin e` contenuta in brani come Automatic Man e You (uno dei loro vertici) che si rifanno al vaudeville e sfoggiano testi tanto colti ("the quintessential mindless modern epicene") da contraddire lo spirito stesso del punk. La struttura "comica" si addice al batterismo ossessivo di Finestone e al "recitar cantando" con minime modulazioni melodiche di Graffin.
La compostezza di Graffin nel bailamme infuocato delle due chitarre, mentre insegue il ritmo a perdifiato della batteria, conferisce una qualita` epica ai comizi di Progress e Anxiety, che sono in fondo delle stornellate folk accelerate fino al parossismo. Persino la fulminea Henchman, la piu` convenzionale del lotto, nelle mani di questi sovversivi diventa una nenia didattica, quasi brechtiana. Il Calvario esistenziale culmina nelle note desolate di I Want Something More. E il grido finale di The World Won't Stop funge al tempo stesso da segnale di guerra e da richiesta d'aiuto e conclude su una nota umanissima questo excursus nell'Inferno dei mali del nostro tempo.
L'album e` granitico nella sua perfezione formale e monumentale nella sua architettura. I brani si susseguono tutti d'un fiato senza mai un rallentamento di ritmo o una caduta di tono. Il tema viene esplorato in maniera maniacale lungo un Calvario di immagini conturbanti. Il continuo rimbalzare fra tono comico e tono tragico, con quelle frequenti immersioni in un blaterare neutro, passivo, chirurgico, fa di No Control un'opera ricchissima di pathos e di epos.

Forti del successo di critica di questi album e del mito ormai inarrestabile, i Bad Religion si tolsero la soddisfazione di salutare il nuovo decennio incidendo il terzo disco in tre anni. Completa la trilogia della maturita` l'album Against The Grain (Epitaph, 1990), un'altra opera rock sul tema della crisi morale della modernita`. Gli anthem futuristi e fatalisti Modern Man e soprattutto 21st Century Digital Boy stabiliscono il tema e l'umore del disco al passo di un frenetico rock and roll. L'album e` popolato di simili ballate "filosofiche" (Get Off, Entropy, God Song, Misery And Famine), cantate con composta nonchalance (invece del solito sarcasmo rabbioso dei punk) nel registro appena modulato di Graffin, e costruite attorno a un ritornello elementare propulso da una grancassa a piu` non posso. I vertici di pathos (la title-track, Faith Alone) sanno di ballad piu` che di rock and roll.
Le canzoni di Gurewitz (Turn On The Light, Blenderhead, Walk Away) sono appena piu` allegre e "leggere"; e 21st Century Digital Boy e` il suo anthem personale, quasi la sua versione di Modern Man; ma basta un'enfasi piu` marziale perche' quelle canzoncine diventino degli affreschi apocalittici della nostra era (Flat Earth Society). Ogni tanto un singulto violento alla Dead Kennedys (The Positive Aspect Of Negative Thinking o Unacceptable, entrambe non a caso scritte da Bentley) riporta alla luce le loro origini; ogni tanto un accento piu` lirico (Anesthesia, altro apice dell'album) colora di tenera disperazione la canzone, spostando l'asse della musica verso i Cure e il gotico atmosferico.

Come gia` successe per altre celebri coppie del rock (per tutti Hart e Mould degli Husker Du) si configura sempre piu` un dualismo fra Graffin e Gurewitz, entrambi eccellenti cantautori della modernita`, ma con stili che vanno divergendo in maniera sempre piu` pronunciata.

Qui finisce pero` la stagione d'oro del complesso. Molto inferiore ai dischi della trilogia risulta infatti Generator (Epitaph, 1992), disco raffazzonato e infarcito di assoli ridondanti. I Bad Religion continuano la loro saga horror-planetaria con Atomic Garden, No Direction, Answer, Tomorrow ma senza l'incisivita` del passato. Per la visione fatalista di Generator ("like a rock/ like a planet/ like a fucking atomic bomb"), il registro del canto e` quello di un crooner degli anni '50. In Too Much To Ask e Heaven Is Falling sembra di ascoltare i vecchi X.

A risollevarne subito le sorti esce Recipe For Hate (Epitaph, 1993), i cui American Jesus, Don't Pray For Me, Skyscraper riportano alla gloria del passato, con la stessa arcigna energia di sempre. Recipe For Hate e Struck a Nerve sono forse le piu` melodiche.

All Ages (Epitaph, 1995) e` un'antologia che raccoglie il meglio del periodo classico, dal 1988 al 1992. 80-85 (Epitaph, 1991) copre il periodo precedente.

Il successivo Stranger Than Fiction (Sony, 1994) decreta anzi il definitivo "sell out", consacrando il gruppo presso un pubblico piu` ampio nel momento in cui decine di loro epigoni, dai Green Day agli Offspring, scalano le classifiche. I siluri delle chitarre sono ben lubrificati e Gurewitz e Graffin sperimentano nuovi schemi melodici in Stranger Than Fiction, e in Infected, due delle loro canzoni piu` lente di sempre, e delle poche ispirate dal Mersey-beat, e Incomplete si ispira agli inni dei Motorhead. Anche quando risuonano i vetusti schemi del beach-punk in sketch polemici come Television e Handshake, il ritornello e` in primo piano.

A questo punto Gurewitz, troppo preso dai suoi impegni mondani (gestisce l'etichetta Epitaph), cede il posto al leggendario Brian Baker (ex Minor Threat, Government Issue, Meatmen, Dag Nasty e Junkyard). La mossa non promette nulla di buono, perche' gli ultimi dischi erano dominati dalle sue composizioni.

Greg Graffin insegnava Biologia Evolutiva alla prestigiosa Cornell University e negli intervalli continuava a comporre canzoni per il prossimo album dei Bad Religion. Negli anni '90 i Jefferson Airplane del punk conservarono freschissimo lo spirito ribelle della loro adolescenza e un senso modesto ma orgoglioso di grandeur della civilta` punk.

Graffin dominated the songwriting on Gray Race (Sony, 1996), a collection that continued the progression from their original hardcore to a form of intellectual rock'n'roll, halfway between apocalyptic prophesies and sociopolitical rants. Despite its title, Punk Rock Song is one of their poppiest songs, and Pity The Dead is a close second (the Kinks on steroids), but the album also boasts the usual suspects: Gray Race is the catchy and galopping rigmarole, Them & Us couples epic riff and choral singalong, Victory is the existential anthem, Parallel unwinds a rustic hoedown, etc. However, the raspy and syncopated A Walk sounds like Bob Seger, the slow-burning ballad The Streets Of America flirts with grunge, and the burning guitar of Come Join Us borders on heavy metal. The album revived Bad Religion's status as surgical perpetrators of rousing and uptempo punk tunes.

(Translation by/ Tradotto da Martino Valbusa)

Guidati ormai dal solo Graffin, con Gray Race (Sony, 1996) i Bad Religion continuarono la progressione dal proprio originale hardcore verso una forma di rock'n'roll intellettuale, a metà strada tra profezie apocalittiche e sproloqui sociopolitici. Punk Rock Song resta nonostante il titolo una delle loro canzoni più pop (con Pity The Dead subito dietro, Kinks+steroidi), ma non mancano i soliti sospetti: Gray Race è la tiritera orecchiabile e galoppante, Them & Us unisce riff epico a singalong corale, l'inno esistenziale è Victory, poi la ruvida quadriglia di Parallel... La roca e sincopata A Walk sembra però di Bob Seger, la lenta combustione della ballata The Streets Of America flirta col grunge, e la chitarra in fiamme di Come Join Us  confina con l'heavy metal. Il disco servì a rinvigorire lo status dei Bad Religion quali perpetratori chirurgici di brani punk trascinanti e brillanti.

After Greg Graffin's first solo, American Lesion (Polypetrus, 1997), proved that the band was more than the sum of its parts, No Substance (Atlantic, 1998) felt like a let down. It was full of conventional songs that cross hardcore, rock'n'roll and heavy-metal, such as Hear It and Mediocre Minds, with a peak in the panzer-grade attack of The Biggest Killer In American History. The ska-infected power-ballad Shades Of Truth and the punk-pop lullaby All Fantastic Images seemed to aim for mainstream consumption, while The Hippy Killers bordered on tv-commercial dementia (a bitter desolate self-portrait that proved their qualifications as generational spokesmen). The mildly anthemic Sowing The Seeds Of Utopia and Raise Your Voice were the best, and In So Many Ways was the existential meditation du jour. Nothing here compares with the melodic punch of Punk Rock Song and Pity The Dead. On the contrary, several of the refrains sound trivial and uninspired.

What is manifest on The New America (Atlantic, 2000), on the other hand, is the schizophrenia of these middle-aged teenagers, who can't figure out who they truly are. The glorious heroes of beach-punk are aging and can't decide if they want to remain punk or mutate into metal poppers. The guitar bombast of The New America and The Hopeless Housewife sounds like a prelude to a heavy-metal conversion. For these middle-age punks the poppy manifesto of the year 2000 is A World Without Melody, that tries in vain to match the hook of Punk Rock Song and ends up sounding like recycled Nirvana. Making the songs longer (almost all of them about or over three minutes long) forces them to venture into power-pop territory, as if the Smithereens had never existed (the best imitation is perhaps 1000 Memories), or even into jangling pop balladry a` la R.E.M. (Whisper In Time). Ultimately, the hard-rock ballads I Love My Computer and There Will Be A Way could be sung by any of the teen pop idols of the previous decade. There is little to recall the classic sound of Bad Religion, and too many songs are half-baked, which is unusual for them.

Dopo che il primo solo di Greg Graffin, American Lesion (Polypetrus, 1997), dimostro` che il gruppo e` piu` della somma delle sue parti, No Substance (Atlantic, 1998) ravviva lo status dei Bad Religion come produttori clinici di canzoni punk epiche e allegre. The Biggest Killer In American History, Raise Your Voice e In So Many Ways sono fra le loro migliori, e l'auto-ritratto disperato e amaro di The Hippy Killers dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, le loro credenziali come portavoce generazionali.

Su The New America (Epitaph, 2000), pero`, gli eroi gloriosi del beach-punk sono attempati e non sanno decidersi se rimanere punk o mutuarsi in metal poppers. L'ampollosita' chitarristica di The New America suona come il preludio ad una conversione heavy metal. Per questi punk di mezz'eta' l'anthem dell'anno 2000 e' A World Without Melody, che suona piu' Nirvana che Bad Religion.

The Process of Belief (Epitaph, 2002), with much shorter songs, marked the return of Gurewitz in the ranks and steered clear of the previous album's pop-metal. While there is no masterpiece here, the frantic Supersonic, the relentless Can't Stop It the rowdy You Don't Belong) and the poignant Evangeline evoke the classic sound the way New America could not. However, the tribute to their original hardcore might be overdone: too many songs sound identical (Prove It, Destined For Nothing, The Lie) or inferior imitations (the rant Kyoto Now!). Despite another incursion in the power-pop of the Smithereens (Broken), the superb melodic inspiration of Gray Race remained elusive. However, the solemnly moving anti-war song Sorrow (that opens with a sort of subtle tribute to the Police) and the melodramatic choral singalong Epiphany were moving anthems for the new millennium and together form the emotional centerpiece of the album. If not a moral testament, this was certainly an accomplished work (but not necessarily the most innovative or poignant).

In the time of the Iraqi war, Bad Religion contributed to the anti-Bush campaign with the fiery political concept album The Empire Strikes First (Epitaph, 2004). The collection pivots around powerful albeit unoriginal punches such as Let Them Eat War, Live Again and The Quickening. Best is probably the lightning-speed rant Sinister Rouge, that sounds like the Dead Kennedys gone grindcore. They resurrect the ghost of the Clash in Los Angeles Is Burning, except that they dress it up with one of their poppiest refrains. And they borrow the heavy-metal riff of the L7"s We Pretend for the most anthemic ditty, The Empire Strikes First. Even more anthemic would be the hoedown and singalong Social Suicide if it weren't so brief. Bad Religion try something different with the apocalyptic blues-rock of To Another Abyss, the musical-like merry-go-round of Beyond Electric Dreams, and the slow Queen-style melodrama of Boot Stamping On A Human Face Forever, but these are all beyond their field of competence.

Error (Epitaph, 2004) is the project of Dillinger Escape Plan's vocalist Greg Puciato and Bad Religion's guitarist Brett Gurewitz.

After a hiatus of nine years, Greg Graffin released his second solo album, Cold As The Clay (Anti, 2006), disguised as an ordinary singer-songwriter.

(Translation by/Tradotto da Fabio)

The Process of Belief (Epitaph, 2002) segna il ritorno di Gurewitz, nel tentativo di restare alla larga dal precedente album pop-metal. Nonostante non ci siano capolavori qui, Supersonic, Evangeline e Epiphany sono commoventi inni del nuovo millennio. Se non il loro testamento morale, è certamente il loro lavoro più affermato (ma non necessariamente il più innovativo o toccante).

Nel periodo della guerra in Iraq, i Bad Religion contribuirono alla campagna anti-Bush con l'impetuoso concept album The Empire Strikes First (Epitaph, 2004). Musicalmente è uno dei loro peggiori, nonostante gli energici pugni di Let Them Eat War e Sinister Rouge.

Error (Epitaph, 2004) è il progetto del cantante dei Dillinger Escape Plan Greg Puciato, e il chitarrista dei Bad Religion Brett Gurewitz.

Dopo un vuoto durato nove anni, Greg Graffin ha rilasciato il suo secondo album solista, Cold As The Clay (Anti, 2006) travestito da un normale cantautore.

New Maps Of Hell (2007) continued Bad Religion's political campaign with mixed results. On the surface the band has returned to the age of senseless hardcore bullets: Heroes & Martyrs, Germs Of Perfection, Dearly Beloved and the one-minute Murder, peaking with the desperate vision of Fields Of Mars. However, there is more underneath the frenzied tempos: the galopping ominous popcore ballad of New Dark Ages, the rousing pub singalong Requiem For Dissent, the poppy elegy Honest Goodbye, the dejected ode The Grand Delusion, the martial parody Submission Complete, etc. Bad Religion composed another majestic and hummable (but only occasionally anthemic) chronicle of the nation's mood.

The Dissent of Man (2010), on the other hand, was a disappointing attempt at taming their firepower, with only Someone to Believe following in the glorious tradition of their angry young man's anthems.

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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