Bad Religion, perhaps the most influential
punk band of this generation, were late-bloomers: they became the bards of
teenage frustration long after they had grown up,
with the trilogy of Suffer (1988), No Control (1989)
and the unusually pensive Against The Grain (1990),
which are basically rock operas about the moral crisis of the 1980s.
The first two installments featured the emphatic vocals of Greg Graffin
debating the meaning of life inside catchy melodies, and a double-guitar
attack led by Brett Gurewitz that rehashed rock'n'roll cliches from
Led Zeppelin to the Clash.
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I Bad Religion si formarono nel 1980 nella zona bohemien di Melrose Avenue.
Greg Graffin al canto, Brett Gurewitz alla chitarra, Pete Finestone alla
batteria, Jay Bentley al basso non erano molto diversi da tante altre "bande"
di beach-punk dell'epoca.
Anche loro beneficiarono dell'esplosione di interesse del
1981 e, per via di sermoni piu` "adulti", si
ritrovarono all'avanguardia della marea hardcore, e vi sarebbero rimasti
per circa dodici anni, con cambiamenti stilistici quasi minimi.
Forse proprio la loro coerenza servi` a elevarli al di sopra della massa.
Gli alti e i bassi della loro carriera
non tolgono che i Bad Religion abbiano scritto alcune delle pagine piu`
importanti del rock degli ultimi anni e siano entrati di diritto nell'Olimpo
degli anni '80. Graffin, Gurewitz e Bentley costituiscono un trio di "autori"
con pochi rivali negli annali del rock, e negli ultimi lavori la loro capacita`
espressiva ha raggiunto nuovi vertici.
Il sound del primo EP, Bad Religion (Epitaph, 1981),
era un hardcore piuttosto convenzionale,
"cantilenato" piu` che cantato sulle cadenze thrash esagitate della sezione
ritmica e con un utilizzo minimo di riff e assoli.
Svettano sarcastiche invettive socio-politiche come Bad Religion, Politics,
World War III, Slaves che si qualificano proprio per l'impegno
programmatico, insolito per una generazione che badava soprattutto a piangere
le proprie miserie morali; ma Sensory Overload annunciava una propensione
melodica sconosciuta ai piu` e Drastic Actions aveva l'incedere lento,
sinistro e marziale del gotico britannico.
Il primo album venne registrato di notte nella soffitta di Melrose Avenue.
Rimangono poche parentele fra l'hardcore di
How Could Hell Be Any Worse (Epitaph, 1982)
e quello del precedente EP. Le armonie sono complesse, gli
arrangiamenti intensi, i ritmi irregolari, gli assoli molteplici.
L'unica costante e` forse il canto, ancora piuttosto monocorde; e la durata,
sempre brevissima.
La tesi dei Bad Religion e` che viviamo in un mondo paradossale, in una
mostruosa aberrazione, e, a riflettere quella tesi, la loro musica e` suonata
e cantata con un piglio fra il demenziale e il surreale.
Il disco si apre infatti con una canzone che potrebbe benissimo essere una
filastrocca da vaudeville invece che un anthem punk: We're Only Gonna Die, che forse rimarra` il loro apice di ferocia.
Il quartetto ha comunque solide basi nella storia del rock:
in We're Only Gonna Die la chitarra di Gurewitz ha il tono secco della
chitarra di Dave Davies in You Really Got Me, mentre in Latch Key Kids
lancia un thrash canonico con un riff alla Mick Jones (Clash); e Part III e`
un vertiginoso rock and roll alla Led Zeppelin (con Fineston nella parte del
Bonham piu` forsennato).
Le fonti piu` disparate contribuiscono a definire un hardcore fantasioso,
trascinante e persino fischiettabile, che si sublima nel tremendo manifesto di
Fuck Armageddon This Is Hell.
I Bad Religion rimangono comunque fra i primi della classe nel campo del
thrash a rotta di collo, come White Trash.
La lezione del primo punkrock (in particolare quello
di derivazione boogie dei Dead Boys) costituisce le fondamenta delle loro
fiondate piu` violente, soprattutto Into The Night.
Sul fronte piu` melodico il disco annovera invece le armonie vocali
di American Dream, il ritornello satirico Voice Of God Is Government
e la ballata demoniaca Damned To Be Free, che hanno pochi precedenti.
Tutte e tre esprimono il loro malessere esistenziale e la loro
sfiducia nella societa` con un ricorso a un sound piu` accessibile.
All'intensificarsi del messaggio politico corrisponde una riduzione della
potenza di fuoco.
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Bad Religion totally changed course on
Into The Unknown (Epitaph, 1983): the supersonic hardcore of the
beginnings was abandoned for a baroque psychedelic sound a` la
Paisley Underground.
Graffin even employed a synthesizer to compose most of the (very catchy)
songs and his keyboards dominate the arrangements.
The relatively speedy It's Only Over When (although hardly so compared
with the first album) evokes the
New York Dolls.
The rocking and jumping Losing Generation could be from a
Todd Rundgren or a
Yes album of the 1970s.
Most songs concoct strange hybrids:
Billy Gnosis overlaps Merseybeat and
Lynyrd Skynyrd;
The Dichotomy alternates between the
Hollies
and Elton John;
the limping bluesy singalong Chasing The Wild Goose resurrects
Creedence Clearwater Revival and
ZZ Top.
On the positive side, the album was an affirmation of Graffin's melodic
talent, that was obviously huge.
However, the seven-minute spaced-out
Syd Barrett-ian lullaby and prog-rock suite
Time And Disregard is a massive failure.
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Con Into The Unknown (Epitaph, 1983) il complesso cambio` pero` completamente le carte in tavola: l'hardcore supersonico degli esordi viene messo da parte a favore di un rock psichedelico molto vicino a quello del contemporaneo Paisley Underground. Il giro di volta e` rappresentato dal sintetizzatore, lo strumento usato da Graffin per comporre gran parte del materiale. Questi Bad Religion sembrano piu` Todd Rundgren che Sex Pistols.
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Segui` un periodo di sbandamento durante il quale il gruppo perse
temporaneamente bassista e chitarrista.
Graffin, che si era dapprima ritirato a vivere
nel natio Wisconsin,
si uni` all'ex-chitarrista dei Circle Jerks, Greg Hetson e
al bassista Tim Gallegos e mise insieme il materiale per un nuovo EP,
Back To The Known (Epitaph, 1984).
Lavoro incerto, di transizione, annovera comunque
un paio di classici: Along The Way, ritornello lento e marziale
accompagnato da un wah-wah alla Cream; e l'esplosivo power-pop di
New Leaf e Yesterday.
La visione che Graffin ha del mondo contemporaneo rimane catastrofica.
Passata la moda, anche per i Bad Religion finirono le occasioni di suonare e
di registrare. Il complesso sembro` estinto, ma invece, come tanti altri
dell'era, venne riscoperto verso la fine del decennio e, forte del mito
crescente, pote` tornare in azione. A differenza di gran parte dei ritorni
di questo genere Suffer (Epitaph, 1988)
e` addirittura piu` scalmanato ed essenziale delle prime opere.
I Bad Religion non sono per nulla maturati, anzi si sono incattiviti.
Invettive sgolate come 1,000 More Fools, Land Of Competition,
What Can You Do e soprattutto Pessimistic Lines,
compresse in poco piu` di un minuto e veicolate da una melodia orecchiabile,
nonche' l'epico grido di guerra a rotta di collo di You Are The Government,
trasudano di frustrazione adolescenziale come nel primo punkrock, o, meglio,
come in tutte le espressioni generazionali, da Dylan agli Who.
L'asse chitarristico dei vulcanici Gurewitz e Hetson puo` far nuovamente leva
sulla sezione ritmica dei poderosi Bentley e Finestone: un classico dei
classici. Il canto di Graffin non e` mai stato cosi` modulato ed espressivo,
capace anche di intonare la desolata elegia della title-track.
Il quintetto e` all'apice della forma.
E' proprio Suffer ad imporre lo standard di hardcore melodico che fara`
la fortuna di seguaci dei Bad Religion come Offspring e Rancid.
Senza sacrificare nulla a quel sound nitroglicerinico, il successivo
No Control (Epitaph, 1989)
tocco` vertici espressivi che pochi gruppi hardcore hanno mai lambito.
Il canto di Graffin, che e` sempre stato un'ottava sotto lo strillo medio
dell'hardcore, ha ora acquisito anche una rara potenza tragica, l'ideale
per porgere le sue (erudite) liriche dell'Apocalisse. In un certo
senso l'album e` un "concept" sulla degradazione dell'homo sapiens.
I duetti fra Hetson e Gurewitz scaraventano litri di adrenalina sui deliri
visionari del profeta.
Se Big Bang si ciba ancora dei "tre accordi tre" dell'hardcore,
peraltro in un barrage chitarristico da far impallidire i Black Flag,
No Control usa l'epilessi hardcore per modulare un inno fortemente emotivo e
I Want To Conquer The World la muta in un supersonico rock and roll
a fine polemico (entrambi vanno annoverati fra i classici del moderno
rock impegnato, insieme a quelli dei Dead Kennedys e pochi altri).
Cio` non toglie nulla alla potenza del sound.
L'impeto sonoro puo` anzi essere addirittura piu` formidabile, come
in Sometimes I Feel Like e in Billy, fra le composizioni piu` disperate
della loro carriera. La seconda e` il commosso ritratto di un Lather
(Jefferson Airplane) della generazione punk.
L'essenza della rappresentazione satirica di Graffin e` contenuta in brani come
Automatic Man e You (uno dei loro vertici)
che si rifanno al vaudeville e
sfoggiano testi tanto colti ("the quintessential mindless modern epicene")
da contraddire lo spirito stesso del punk. La struttura "comica" si addice
al batterismo ossessivo di Finestone e al "recitar cantando" con minime
modulazioni melodiche di Graffin.
La compostezza di Graffin nel bailamme infuocato delle due chitarre,
mentre insegue il ritmo a perdifiato della batteria, conferisce una qualita`
epica ai comizi di Progress e Anxiety, che sono in fondo delle
stornellate folk accelerate fino al parossismo.
Persino la fulminea Henchman, la piu` convenzionale del lotto, nelle mani
di questi sovversivi diventa una nenia didattica, quasi brechtiana.
Il Calvario esistenziale culmina nelle note desolate di
I Want Something More.
E il grido finale di The World Won't Stop funge al tempo stesso da segnale di
guerra e da richiesta d'aiuto e conclude su una nota umanissima questo excursus
nell'Inferno dei mali del nostro tempo.
L'album e` granitico nella sua perfezione formale e monumentale nella sua
architettura.
I brani si susseguono tutti d'un fiato senza mai un rallentamento di ritmo o
una caduta di tono. Il tema viene esplorato in maniera maniacale lungo un
Calvario di immagini conturbanti. Il continuo rimbalzare fra tono comico
e tono tragico, con quelle frequenti immersioni in un blaterare neutro,
passivo, chirurgico, fa di No Control un'opera ricchissima di pathos e
di epos.
Forti del successo di critica di questi album e del mito ormai inarrestabile,
i Bad Religion si tolsero la soddisfazione di salutare il nuovo decennio
incidendo il terzo disco in tre anni.
Completa la trilogia della maturita` l'album
Against The Grain (Epitaph, 1990), un'altra
opera rock sul tema della crisi morale della modernita`. Gli anthem futuristi e
fatalisti Modern Man e soprattutto 21st Century Digital Boy
stabiliscono il tema e l'umore del disco al passo di un frenetico rock and roll.
L'album e` popolato di simili ballate "filosofiche" (Get Off,
Entropy, God Song, Misery And Famine), cantate con composta
nonchalance (invece del solito sarcasmo rabbioso dei punk) nel registro appena
modulato di Graffin, e costruite attorno a un ritornello elementare propulso
da una grancassa a piu` non posso. I vertici di pathos (la title-track,
Faith Alone) sanno di ballad piu` che di rock and roll.
Le canzoni di Gurewitz (Turn On The Light, Blenderhead,
Walk Away) sono appena piu` allegre e "leggere"; e
21st Century Digital Boy e` il suo anthem personale,
quasi la sua versione di Modern Man;
ma basta un'enfasi piu` marziale perche' quelle canzoncine diventino degli
affreschi apocalittici della nostra era (Flat Earth Society).
Ogni tanto un singulto violento alla Dead Kennedys (The Positive Aspect Of
Negative Thinking o Unacceptable, entrambe non a caso scritte da
Bentley) riporta alla luce le loro origini; ogni tanto un accento piu` lirico
(Anesthesia, altro apice dell'album) colora di tenera disperazione la canzone, spostando l'asse
della musica verso i Cure e il gotico atmosferico.
Come gia` successe per altre celebri coppie del rock (per tutti Hart e
Mould degli Husker Du) si configura sempre piu` un dualismo fra Graffin e
Gurewitz, entrambi eccellenti cantautori della modernita`, ma con stili che
vanno divergendo in maniera sempre piu` pronunciata.
Qui finisce pero` la stagione d'oro del complesso. Molto inferiore ai dischi
della trilogia risulta infatti Generator (Epitaph, 1992),
disco raffazzonato e infarcito di assoli ridondanti.
I Bad Religion continuano la loro saga horror-planetaria con
Atomic Garden, No Direction, Answer, Tomorrow ma
senza l'incisivita` del passato. Per la visione fatalista di Generator
("like a rock/ like a planet/ like a fucking atomic bomb"),
il registro del canto e` quello di un crooner degli anni '50.
In Too Much To Ask e Heaven Is Falling sembra di ascoltare i
vecchi X.
A risollevarne subito le sorti esce
Recipe For Hate (Epitaph, 1993), i cui American Jesus,
Don't Pray For Me, Skyscraper riportano alla gloria del passato,
con la stessa arcigna energia di sempre.
Recipe For Hate e Struck a Nerve sono forse le piu` melodiche.
All Ages (Epitaph, 1995) e` un'antologia che raccoglie il meglio del
periodo classico, dal 1988 al 1992.
80-85 (Epitaph, 1991) copre il periodo precedente.
Il successivo Stranger Than Fiction (Sony, 1994) decreta anzi il
definitivo "sell out", consacrando il gruppo presso un pubblico piu` ampio nel
momento in cui decine di loro epigoni, dai
Green Day agli
Offspring, scalano le classifiche.
I siluri delle chitarre sono ben lubrificati e Gurewitz e Graffin
sperimentano nuovi schemi melodici in Stranger Than Fiction,
e in Infected, due
delle loro canzoni piu` lente di sempre, e delle poche ispirate dal Mersey-beat,
e Incomplete si ispira agli inni dei
Motorhead.
Anche quando risuonano i vetusti schemi del
beach-punk in sketch polemici come Television e
Handshake, il ritornello e` in primo piano.
A questo punto Gurewitz, troppo preso dai suoi impegni mondani (gestisce
l'etichetta Epitaph), cede il posto al leggendario Brian Baker (ex Minor Threat,
Government Issue, Meatmen, Dag Nasty e Junkyard). La mossa non promette nulla
di buono, perche' gli ultimi dischi erano dominati dalle sue composizioni.
Greg Graffin insegnava Biologia Evolutiva alla prestigiosa Cornell University
e negli intervalli continuava a comporre canzoni per il prossimo album dei
Bad Religion.
Negli anni '90 i Jefferson Airplane del punk conservarono
freschissimo lo spirito ribelle della loro adolescenza e un senso modesto ma
orgoglioso di grandeur della civilta` punk.
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Graffin dominated the songwriting on Gray Race (Sony, 1996), a collection
that continued the progression from their original hardcore to a form of
intellectual rock'n'roll, halfway between apocalyptic prophesies and
sociopolitical rants.
Despite its title, Punk Rock Song is one of their poppiest songs, and
Pity The Dead is a close second
(the Kinks on steroids),
but the album also boasts the usual suspects:
Gray Race is the catchy and galopping rigmarole,
Them & Us couples epic riff and choral singalong,
Victory is the existential anthem,
Parallel unwinds a rustic hoedown,
etc.
However,
the raspy and syncopated A Walk sounds like Bob Seger,
the slow-burning ballad The Streets Of America flirts with grunge,
and the burning guitar of Come Join Us borders on heavy metal.
The album revived Bad Religion's status
as surgical perpetrators of rousing and uptempo punk tunes.
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(Translation by/ Tradotto da Martino Valbusa)
Guidati ormai dal solo Graffin, con Gray Race (Sony,
1996) i Bad Religion continuarono la progressione dal proprio originale
hardcore verso una forma di rock'n'roll intellettuale, a metà strada tra
profezie apocalittiche e sproloqui sociopolitici. Punk Rock Song resta
nonostante il titolo una delle loro canzoni più pop (con Pity The Dead
subito dietro, Kinks+steroidi),
ma non mancano i soliti sospetti: Gray Race è la tiritera orecchiabile e
galoppante, Them & Us unisce riff epico a singalong
corale, l'inno esistenziale è Victory, poi la ruvida
quadriglia di Parallel... La roca e sincopata A Walk sembra
però di Bob Seger,
la lenta combustione della ballata The Streets Of America flirta col
grunge, e la chitarra in fiamme di Come Join Us confina con
l'heavy metal. Il disco servì a rinvigorire lo status dei Bad Religion quali
perpetratori chirurgici di brani punk trascinanti e brillanti.
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After
Greg Graffin's first solo, American Lesion (Polypetrus, 1997),
proved that the band was more than the sum of its parts,
No Substance (Atlantic, 1998) felt like a let down.
It was full of conventional songs that cross hardcore, rock'n'roll and heavy-metal, such as Hear It and Mediocre Minds, with a peak in
the panzer-grade attack of The Biggest Killer In American History.
The ska-infected power-ballad Shades Of Truth and the
punk-pop lullaby All Fantastic Images
seemed to aim for mainstream consumption, while
The Hippy Killers bordered on tv-commercial dementia
(a bitter desolate self-portrait that proved
their qualifications as generational spokesmen).
The mildly anthemic Sowing The Seeds Of Utopia and Raise Your Voice
were the best, and In So Many Ways was the existential meditation du jour.
Nothing here compares with the melodic punch of Punk Rock Song and
Pity The Dead.
On the contrary, several of the refrains sound trivial and uninspired.
What is manifest on
The New America (Atlantic, 2000), on the other hand, is the schizophrenia
of these middle-aged teenagers, who can't figure out who they truly are.
The glorious heroes of beach-punk are aging and can't decide if they want to remain punk or mutate into metal poppers.
The guitar bombast of The New America and
The Hopeless Housewife
sounds like a prelude to a
heavy-metal conversion.
For these middle-age punks the poppy manifesto of the year 2000 is
A World Without Melody, that tries in vain to match the hook of
Punk Rock Song and ends up sounding like recycled
Nirvana.
Making the songs longer (almost all of them about or over three minutes long)
forces them to venture into power-pop territory, as if the
Smithereens had never existed
(the best imitation is perhaps 1000 Memories), or even into
jangling pop balladry a` la R.E.M.
(Whisper In Time).
Ultimately, the hard-rock ballads I Love My Computer and
There Will Be A Way
could be sung by any of the teen pop idols of the previous decade.
There is little to recall the classic sound of Bad Religion, and
too many songs are half-baked, which is unusual for them.
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Dopo che il primo solo di
Greg Graffin, American Lesion (Polypetrus, 1997), dimostro` che il
gruppo e` piu` della somma delle sue parti,
No Substance (Atlantic, 1998) ravviva lo status dei Bad Religion come
produttori clinici di canzoni punk epiche e allegre.
The Biggest Killer In American History, Raise Your Voice e
In So Many Ways sono fra le loro migliori, e l'auto-ritratto disperato
e amaro di
The Hippy Killers dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno,
le loro credenziali come portavoce generazionali.
Su The New America (Epitaph, 2000), pero`, gli eroi gloriosi del beach-punk sono attempati e non sanno decidersi se rimanere punk o mutuarsi in metal poppers. L'ampollosita' chitarristica di The New America suona come il preludio ad una conversione heavy metal. Per questi punk di mezz'eta' l'anthem dell'anno 2000 e' A World Without Melody, che suona piu' Nirvana che Bad Religion.
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The Process of Belief (Epitaph, 2002), with much shorter songs,
marked the return of Gurewitz in the ranks and steered clear of
the previous album's pop-metal. While there is no masterpiece here,
the frantic Supersonic,
the relentless Can't Stop It
the rowdy You Don't Belong)
and
the poignant Evangeline
evoke the classic sound the way New America could not.
However, the tribute to their original hardcore might be overdone:
too many songs sound identical (Prove It, Destined For Nothing,
The Lie)
or inferior imitations (the rant Kyoto Now!).
Despite another incursion in the power-pop of the Smithereens (Broken),
the superb melodic inspiration of Gray Race remained elusive.
However, the solemnly moving anti-war song Sorrow (that opens with
a sort of subtle tribute to the Police)
and the melodramatic choral singalong Epiphany
were moving anthems for the new millennium and together form the emotional
centerpiece of the album.
If not a moral testament, this was certainly an accomplished work
(but not necessarily the most innovative or poignant).
In the time of the Iraqi war, Bad Religion contributed to the anti-Bush campaign
with the fiery political concept album
The Empire Strikes First (Epitaph, 2004).
The collection pivots around
powerful albeit unoriginal punches such as
Let Them Eat War,
Live Again and
The Quickening. Best is probably
the lightning-speed rant Sinister Rouge, that sounds like
the Dead Kennedys gone grindcore.
They resurrect the ghost of the Clash in
Los Angeles Is Burning, except that they dress it up with one of
their poppiest refrains. And they borrow the heavy-metal riff of the
L7"s We Pretend for the most anthemic
ditty, The Empire Strikes First.
Even more anthemic would be the hoedown and singalong Social Suicide
if it weren't so brief.
Bad Religion try something different with the
apocalyptic blues-rock of To Another Abyss, the
musical-like merry-go-round of Beyond Electric Dreams, and the slow
Queen-style melodrama
of Boot Stamping On A Human Face Forever, but these are all beyond
their field of competence.
Error (Epitaph, 2004) is the project of
Dillinger Escape Plan's
vocalist Greg Puciato and
Bad Religion's guitarist Brett Gurewitz.
After a hiatus of nine years, Greg Graffin released his second solo album,
Cold As The Clay (Anti, 2006), disguised as an ordinary singer-songwriter.
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(Translation by/Tradotto da Fabio)
The Process of Belief (Epitaph, 2002)
segna il ritorno di Gurewitz, nel tentativo di restare alla larga
dal precedente album pop-metal. Nonostante non ci siano capolavori qui,
Supersonic, Evangeline e Epiphany sono commoventi inni
del nuovo millennio.
Se non il loro testamento morale, è certamente il loro lavoro più affermato
(ma non necessariamente il più innovativo o toccante).
Nel periodo della guerra in Iraq, i Bad Religion contribuirono alla campagna anti-Bush
con l'impetuoso concept album
The Empire Strikes First (Epitaph, 2004).
Musicalmente è uno dei loro peggiori, nonostante gli energici pugni di
Let Them Eat War e
Sinister Rouge.
Error (Epitaph, 2004) è il progetto del
cantante dei Dillinger Escape Plan Greg Puciato,
e il chitarrista dei Bad Religion Brett Gurewitz.
Dopo un vuoto durato nove anni, Greg Graffin ha rilasciato il suo secondo album solista,
Cold As The Clay (Anti, 2006) travestito da un normale cantautore.
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New Maps Of Hell (2007) continued Bad Religion's political campaign
with mixed results.
On the surface the band has returned to the age of
senseless hardcore bullets: Heroes & Martyrs, Germs Of Perfection,
Dearly Beloved and the one-minute Murder, peaking with the
desperate vision of Fields Of Mars.
However, there is more underneath the frenzied tempos:
the galopping ominous popcore ballad of New Dark Ages,
the rousing pub singalong Requiem For Dissent,
the poppy elegy Honest Goodbye,
the dejected ode The Grand Delusion,
the martial parody Submission Complete,
etc.
Bad Religion composed another majestic and hummable (but only occasionally anthemic)
chronicle of the nation's mood.
The Dissent of Man (2010), on the other hand, was a disappointing
attempt at taming their firepower, with only
Someone to Believe following in the glorious tradition of their
angry young man's anthems.
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(Translation by/ Tradotto da xxx)
Se sei interessato a tradurre questo testo, contattami
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