Camper Van Beethoven
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Telephone Free Landslide Victory (1985), 8/10
II & III (1986), 7.5/10
Camper Van Beethoven (1986), 8/10
Our Beloved Revolutionary Sweetheart (1988), 7/10
Key Lime Pie (1989), 7/10
New Roman Times (2004), 6/10
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The Bay Area was terrorized by the craziest of all roots-rockers, Santa Cruz-based Camper Van Beethoven, one of the most brilliant and influential bands of the decade, led by vocalist and guitarist David Lowery and multi-instrumentalist Jonathan Segel. Other bands had tried a folk/punk fusion, but their version was positively demented. The hilarious Telephone Free Landslide Victory (1985) offered a merry blend of ska, country, surf, rock'n'roll, and, last but not least, fake world-music, with a spirit that drew from (at least) punk, the novelty numbers of the 1950s, the music-hall, jug-bands of the 1940s, Ennio Morricone's soundtracks, and the psychedelic freaks of the 1960s. It sounded as the unlikely meeting point of Syd Barrett, Frank Zappa, the Third Ear Band and the Holy Modal Rounders. The instrumental skills increased (particularly Segel's keyboards and violin parts), on II & III (1986), allowing them greater freedom as far as counterpoint goes, but also prompting them to play slightly more regular roots-rock (i.e., to focus on the music and not on the gags). Their third album, Camper Van Beethoven (1986) was no longer a sendup of world-music but a new kind of world-music. By merging the psychotic verve of the first album and the erudite ultra-fusion of the second album, Camper Van Beethoven had produced the ultimate folk blasphemy. They finally adopted a more mainstream sound on Our Beloved Revolutionary Sweetheart (1988), without sacrificing the idea of mixing untouchable genres but vastly reducing their musical negligence, and a serious, adult tone on Key Lime Pie (1989), a collection of (relatively) subdued ballads that evoke Neil Young and Bob Dylan.
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I Camper Van Beethoven furono uno dei gruppi piu` geniali e influenti degli anni '80. Il loro folk/punk sarcastico prese in contropiede tanto l'hardcore quanto il rock and roll tradizionale. Il gruppo, insieme ai Butthole Surfers, impose anche un atteggiamento distaccato e ironico, ma al tempo stesso ligio all'ethos dei punk, che avrebbe cambiato il modo stesso in cui il rock alternativo si esprime.

I cinque si erano conosciuti al college di Santa Cruz, uno degli ultimi baluardi della cultura hippie, e avevano cominciato a suonare una gioviale miscela di ska, surf, marcette, quadriglie, valzer e garage-rock, a uso e consumo per le radio dei college. Il chitarrista e cantante David Lowery componeva gran parte delle loro sceneggiate punk, mentre il multi-strumentista Jonathan Segel, che si alternava con disinvoltura tanto al violino quanto alla balailaika, presiedeva agli arrangiamenti piu` dadaisti. Greg Lisher alla chitarra, Victor Krummenacher al basso e al canto, Chris Molla alla steel completavano la line-up, che sembrava un'accolita di incompetenti ma in realta` proponeva un contrappunto sofisticato e avvenirista.

L'album Telephone Free Landslide Victory (Independent Project, 1985) era zeppo di esilaranti strumentali che scimmiottano la musica etnica sotto forma di musica ambientale, dal Border Ska all'ancor piu` demenziale Skinhead Stomp (ancora ska, con volteggi tzigani), dal reggae tex-mex Yanqui Go Home al balletto cinese in versione Morricone Mao Reminesces About His Days, alle danze cosacche Vladivostok e Balalaika Gap. Le canzoni sono altrettanto lambiccate ed esilaranti, ma esibiscono il piglio satirico anche e soprattutto nei testi, dallo shuffle country and western di Where The Hell Is Bill, canzone di protesta alla Country Joe che ironizza sul mondo del punk rock, fra una polka a perdifiato (Tina) e una giga beat (I Don't See You), attraverso l'elegia blues-psichedelica The Day That Lassy Died, "commosso" tributo al cane-simbolo dell'"American dream", fino alla caustica ballata country Ambiguity Song, epigrafe e morale del disco, dove il violino di Segel imita di nuovo la viola di Cale. Qua e la` si sente risuonare lo strimpellio folk-rock di Pete Buck, altrove si odono le inflessioni lisergiche di Syd Barrett (nel pop epico di Oh No). All'insegna delle musiche goliardiche di Zappa e dei Modal Rounders, i Camper rinnovano l'arsenale di detriti del costume musicale, sfrecciando a tutta velocita` su un territorio che abbraccia tre o quattro continenti ed elaborando con finta noncuranza il vocabolario piu` eccentrico del rock.
A farne un'istituzione locale fu soprattutto la novelty Take The Skinheads Bowling (registrata nel 1984), che incrocia il folk-rock jingle-jangle, la ballata-arringa di Dylan, i raga dei Velvet Underground e i reel amfetaminici degli Holy Modal Rounders,

L'EP Take The Skinheads Bowling (Pitch A Tent, 1986) aggiunse un'altra novelty goliardica, Cowboys From Hollywood, un country alla Morricone con coretti da music hall e arpeggi di balalaika; un'altra delirante danza cosacca, Atkuda; uno ska non meno vigoroso, Epigram; e una spassosa musichetta da spiaggia, Colonel Bermudez (il generale dei "contras"). Segel vi si candida come uno dei piu` geniali ed eclettici arrangiatori del rock.

Il sound amatoriale di Landslide Victory scompare nel successivo II & III (Pitch A Tent, feb 1986), suonato e registrato in maniera piu` professionale, con una maggiore enfasi sulle tastiere (sempre Segel), sul roots-rock e sulle atmosfere. Le gag sono meno esilaranti, ma piu` musicali: Bad Trip e` un blues sgangherato a ritmo di organetto surf, Circles un raga con rintocchi modali alla Jerry Garcia, Dustpan e Cattle jingle jangle epici e cosmici in uno stile free form che ricorda ancora i Dead, ZZTop Goes To Egypt un incalzante stomp di rhythm and blues sfregiato da un violino stellare. I Camper si concedono anche qualche imitazione di bassa lega: un folk-rock alla Mamas And Papas (Sometimes), un paio di garage-rock dell'era beat (Chain Of Circumstances e Down And Out), piu` la solita dose di hoedown (Abundance), valzer (Sad Lovers<), ragtime (Goleta), jig (No Flies On Us) e ska "cosacchi" (No Krugerrands e 4 Year Plan) per un music hall dell'assurdo che faccia divertire anche i punk piu` nevrotici e nichilisti; ma la loro e` piu` che mai una musica "colta" pervasa da un senso caustico dell'arte post-moderna. Eccellono nel genere dello strumentale paradossale, che rappresenta una nuova forma di musica da camera, pan-etnica e surrealista.

Il terzo album, Camper Van Beethoven (Pitch A Tent, nov 1986), forse il piu` completo e maturo, e` un altro ammasso di eccentricita` ed eresie, come l'epico ritornello alla Jonathan Richman, con tempo reggae-texmex, accenti del Dylan di Desire e spirito hippie, di Good Guys And Bad Guys; o lo scatenato blues a ritmo "ferroviario" di We Love You, con schitarrare alla Jeff Cotton, batteria quasi voodoo e satira dei flower-children. Non solo l'album e` piu` "parlato" dei precedenti, ma si addentra anche in nuovi "linguaggi", dall'hillbilly psicotico di Joe Stalin's Cadillac, degno di Commander Cody, al talking-blues a ritmo pellerossa sferzante di History Of Utah; con una particolare predilezione per il vocabolario del garage-pop dell'era psichedelica: ritornelli "acidi" (We Saw Jerry's Daughter), schitarrate epiche che ricordano i Jefferson Airplane (Surprise Truck), orientalismi vocali e ritmici (Still Wishing To Course), melodie e organo alla Doors (Lulu Land), tastiere minimaliste e cori lisergici (Peace And Love), cadenze marziali e riff di hard rock (Shut Us Down); e per il vocabolario, non meno pittoresco, del raga-rock: l'inno hare krishna di Five Sticks, il saltarello celtico/cajun/medievale di Une Fois e la sua versione mistico/psichedelica Stairway To Heavan. Questo disco sembra essere un omaggio alla rovescia (parodistico) alla decaduta civilta` hippie. Le armonie incoerenti create dalle grandiose scorribande del violino di Segel nei frastornanti duelli con il banjo di Chadbourne, la lead di Lisher e la steel di Molla, sono alla base della Babele grottesca dell'album. Merito anche del batterista Crispy Derson (Chris Pedersen), che e` il piu` fantasioso e poliedrico di quelli che si sono alternati attorno al quintetto di base. Sono anzi troppo pochi gli strumentali puri, come l'indiavolato How Yourself Down. Lowery dal canto suo ha maturato una tecnica vocale piu` "seria", che non si limita a dileggiare stereotipi, ma definisce un proprio registro, molto chiaro e lineare, affine a quello di tanti cantanti dell'era beat. Si profila all'orizzonte una originale forma-ballata neo-psichedelica che scaturisca dal calderone enciclopedico delle musiche popolari d'ogni dove.

L'EP Vampire Can Mating Oven (Pitch A Tent, 1987) aggiunge al repertorio il reggae-surf demenziale di Heart, il ritornello beat/ska di Never Go Back, e lo strumentale dissonante Processional.

Tusk (Pitch A Tent, 2002), registrato nel 1987, doveva essere un remake (canzone per canzone) dell'album omonimo dei Fleetwood Mac.

Incidono persino un Camper Van Chadbourne, con il famigerato chitarrista country-rumorista (che regala loro odi demoniache come Psychedelic Basement). Anni dopo verra` pubblicato un album di registrazioni inedite dei Camper Van Chadbourne, Used Record Pile (Knitting Factory, 2000).

Mentre Lisher, Pedersen e Krummenacher ideano con membri degli Ophelias i Monks Of Doom, Segel si concede il lusso di registrare un album doppio, Storytelling (Pitch A Tent, 1988) interamente dedicato ai suoi bizzarri arrangiamenti.

The group further cleaned up its sound on Our Beloved Revolutionary Sweetheart (Virgin, 1988). The tone is generally more pensive than joyvial, particularly with the country-rock ballad Eye Of Fatima (and its hypnotic raga-rock coda), the waltz-like country singalong Change Your Mind, the middle-eastern guitar shuffle Devil Song, the closing Life Is Grand, that sums up the group's philosophy, and the soulful elegy One of These Days, which blends ska guitar and celtic violin. Wind instruments play a bigger role than ever, both as additions and as subtractions to the group sound. The martial, ancestral-sounding lament O Death is enhanced with a Salvation Army-like brass fanfare. The instrumental Waka lets thundering hard-rock riffs maul the exotic trumpet melody that opened it. Keyboards are prominent in Never Go Back, on the other hand, which also boasts catchy vocal harmonies. But Segel's contribution is much stronger when he plays the violin, which then becomes the album's second voice: Segel's tours de force turn simple meditations like She Divines Water into demonic, metaphysical romps.
The pace and the volume pick up only in a couple of songs: Turquoise Jewelry, a romp of emphatic ska tempo, punkish shout and brass fanfare; and the driving, forceful, rocking My Path Belated.
While still full of ideas, this is a much calmer and straight-forward album.

Key Lime Pie (Virgin, 1989) si avventurero` nel commentario sociale "serio" componendo ballate in chiave minore degne di Neil Young (Sweethearts, When I Win The Lottery, All Her Favorite Fruit, Borderline).

La loro world-music post-moderna, post-folk e mono-dimensionale deriva in egual misura dai complessini surf da spiaggia, dalle bande della Salvation Army, dai combo degli immigrati russi, dagli ensemble di musica da camera, dalle big band delle balere, dalle steel band dei Caraibi, dalle orchestrine messicane e dalle colonne sonore di Morricone. In questo melting pot del folklore popolare californiano i Camper sanno impiegare con genio e malizia trent'anni di invenzioni armoniche, dalla viola ipnotica di Cale al jingle jangle criptico degli REM, dalle novelty psichedeliche di Barrett alle orge depravate di Stooge, dalle stornellate surreali di Jonathan Richman alle jam di acid rock dei Grateful Dead, dai collage demenziali di Zappa ai rocamboleschi balli rurali di Pete Stampfel, l'unico violinista che possa tener testa alle assurdita` di Segel.

Il potere dell'irrilevanza fa di questi clown patafisici i degni eredi del music-hall rock della Bonzo Band, riveduto ed aggiornato alle istanze pan-etniche della nuova Boheme.

Cigarettes and Carrott Juice (Spinart, 2003) is an anthology of the early years.

David Lowery formed Cracker.

Jonathan Segel's new project, Hieronymus Firebrain (Delta, 1992), displays a more experimental brand of psychedelic jazz/folk-rock. Here (Magnetic, 1994) is far less engaging because the intellectual experiments fail to intrigue and the weight of the disc is left on the shoulders of a witty ditty like Life Blood and an odd instrumental like Swell. The companion live disc, There (Magnetic, 1994), is noteworthy only when it draws inspiration from Frank Zappa's quirky instrumentals (Camel Driver, Crime Prevention Waltz). The project evolved into Jack & Jill, which released Chill and Shrill (Magnetic, 1995) and Fancy Birdhouse (1997). Under his own name he released Scissors and Paper (2000).

Krummenacher released the albums Out in the Heat (Magnetic, 1995), credited to Great Laugh, Saint John's Mercy (Magnetic, 1998) and Nocturne (Pitch-A-Tent, 2003).

The political rock opera New Roman Times (Pitch-A-Tent, 2004), their first studio album in 15 years, vaguely inspired by the war on terrorism, is not so much a Michael Moore-ish anti-establishment rant as it signals a new awareness, typical of the middle age. The disc flounders when the tone gets too grave and serious (Sons of the New Golden West, White Fluffy Clouds), but elsewhere it still radiates pale memories of their demented roots-rock (That Gum You Like Is Back in Style, Militia Song, 51-7, the instrumental R'N'R Uzbekistan, Might Makes Right, I Hate This Part of Texas, The Poppies of Balmorhea). Their trademark infernal humour surfaces in the disco spoof of Discotheque CVB and in the avantgarde spoof of I Am Talking to This Flower. All in all, though, the concept hurts detracts than it enhances. Having replaced nonsense with sense, the CVB sound a lot less vital. (Translation by/ Tradotto da Walter Romano)

L’opera rock politica New Roman Times (2004), il loro primo album in studio in 15 anni, vagamente ispirato alla guerra al terrorismo, non è tanto un grido contro l’establishment (alla Micheal Moore), quanto un segnale di una presa di coscienza tipica della mezza età.

Il disco annaspa quando il tono si fa troppo pesante e serio (Sons of the New Golden West, White Fluffy Clouds), ma altrove è ancora irradiato da pallide reminiscenze del loro roots-rock demenziale (That Gum You Like Is Back in Style, Militia Song, 51-7, the instrumental R'N'R Uzbekistan, Might Makes Right, I Hate This Part of Texas, The Poppies of Balmorhea). Il loro humor infernale affiora nella parodia disco Discotheque CVB e nello scherzo avanguardistico I Am Talking to This Flower. Tutto sommato, però, avendo rimpiazzato il non-sense con la sensatezza, i CVB risultano molto meno vitali.

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