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Un gruppo fondamentale per lo sviluppo del power-pop di Los Angeles fu quello
di Paul Collins (batteria), Peter Case (basso) e Jack Lee (chitarra): i Nerves.
Il loro primo, omonimo, ed auto-prodotto, EP del 1976, contiene tre classici
del "Sixties revival" in voga ai tempi: Hanging On The Telephone di Lee
(portato al successo da Blondie),
When You Find Out di Case, un perfetto restauro
del sound dei garage, e Working Too Hard di Collins, ballad raffinata.
I Nerves durarono soltanto una stagione. Poi Collins formo` i Beat e Case
i Plimsouls (di Lee si sarebbero perse le tracce). Fin dall'EP Zero Hour
(Beat, 1980) Case si dimostro` subito il piu` valido erede dei Nerves:
la title-track e` un effervescente soul cantato con acidita` alla Costello e
accompagnato da un organetto gospel; How Long Will It Take e` un concentrato
di melodismo e arrangiamento folkrock.
Plimsouls (Planet, 1981) e` uno dei capolavori del genere,
insieme ai migliori di Tom Petty e pochi altri. Il registro del canto di Case e`
un misto di Paul McCartney adolescenziale e di rhythm'n'blues passionale.
Gli assoli timidissimi e i riff in punta di piedi del chitarrista Eddie Munoz,
e la sezione ritmica in primo piano di Dave Pahoa (basso) e Lou Ramirez
(batteria) compongono una miscela elegantemente classica e ingenuamente fresca.
Lo spettro espressivo non e` molto ampio, racchiuso fra il rock'n'roll
"medio" alla Petty di Lost Time e la ballata grintosa alla Who di
In This Town, fra la canzoncina alla Beatles di Now e il garage-rock
di Hush Hush.
Ma se sono infinite le citazioni di gruppi e stili degli anni '60,
il modo in cui il loro powerpop fonde melodie orecchiabili e riff
trascinanti in brani come Everyday Things e` davvero unico.
Tutti i brani sono pervasi da armonie vocali del Merseybeat, ma al tempo
stesso irrobustiti da vibranti figure boogie della chitarra.
Ma il disco pullula anche di inflessioni Stones,
soprattutto nel trittico composto dal soul di I Want What You Got,
dal boogie di Nickels And Dimes e dal blues di I Want You Back.
Il capolavoro di arrangiamento e` forse la cover di Women, un rock and roll
a ritmo sostenuto con una pulsazione vertiginosa di basso, un ritornello da
Merseybeat cantato in un registro lascivo e grintoso a meta` fra Jagger e
Daltrey e un assolo di chitarra furibondo alla Alvin Lee.
Maestro nel rielaborare il bluesrock e il folkrock, il rock and roll e
il beat, Case fu uno dei primi a compiere l'operazione di reinterpretazione
che i Fleshtones porteranno al massimo splendore.
Il 45 giri A Million Miles Away (auto-prodotto e uscito nel 1982) in
particolare rinnovo` i fasti dei Byrds con una grinta appena piu` hardrock.
Il secondo album dei Plimsouls, Everywhere At Once (Geffen, 1983),
abbandonava le pose "beat"
e sfoggiava arrangiamenti piu` maturi, all'insegna di un rhythm and blues
irruente e tribale, nonche' un registro di canto piu` vicino al punkrock che
al Merseybeat. Aperto da Shaky City, un rockabilly swingante alla Stray
Cats, metteva in mostra soprattutto le filastrocche rabbiose e "anthemiche"
Magic Touch e Play The Breaks che si servivano di un contrappunto melodico
di chitarra e di una verve degna dei Monkees.
I Plimsouls, incompresi nonostante non avessero mai sbagliato un disco, si
sciolsero nel 1984.
(Munoz tornera` a suonare soltanto nel 1988, con i Walking Wounded, al fianco di
un altro veterano di quella scena, l'altro chitarrista Roger Prescott dei Pop).
Case passo` due anni a vagabondare suonando nei cafe` finche' arrivo` a
San Francisco.
Con il suo primo album solista, Peter Case (Geffen, 1986),
il leader diede un'opera molto diversa, improntata
all'umilta` e all'introspezione.
Il registro della sua voce e` cambiato un'altra
volta, diventando un tenore da "roadhouse" molto piu` personale. Ma soprattutto
e` lo scopo della musica ad essere mutato: la marziale e dolente Echo Wars,
il solenne boogie di Old Blue Car,
affrescano l'America della sua generazione;
e non a caso Steel Strings (nonostante una percussivita` da world-music)
e I Shook His Hand (nonostante un andamento da anni '50)
riecheggiano il piglio trascinante, da capo-popolo, di Bruce Springsteen.
Nelle sue canzoni rimane sempre un'ombra, una scia, un gene, per quanto
impercettibile, di arcaico, come dimsotrano il blues di Icewater e il folk di
Walk In The Woods.
Senza saperlo, Case, ispirato da T-Bone Burnett,
stava lanciando il revival del folk acustico fra le truppe
della new wave e del punk-rock.
Nonostante l'ottima accoglienza riservata all'opera da critica e pubblico, il
successivo
The Man With The Blue Postmodern Fragmented Neo-Traditionalist Guitar (Geffen, 1989)
esce soltanto tre anni dopo. Prendendo come punti di riferimento Petty
(This Town's A Riot) e Springsteen (Hidden Love), ovvero i due cantori per
eccellenza del decennio, Case continua una parabola artistica che si allontana
sempre piu` dalla forma e si avvicina sempre piu` al contenuto.
I personaggi coloriti di questo suo teatrino di provincia (Poor Old Tom),
e la vivacita` delle
scenette in cui vengono coinvolti, lo pongono comunque in una nicchia a parte
nel panorama dei neo-folksinger.
Six Pack Of Love (Geffen, 1992), forte di uno dei suoi capolavori melodici,
Dream About You, abbandona il folkrock a favore di un roots-rock piu`
passionale ed arrangiato.
Il cuore del disco sono le meste confessioni autobiografiche di
Vanishing Act, Never Comin' Home e
It Don't Matter What People Say.
Sings Like Hell (Vanguard, 1994) sanci` questo
approdo al sound dei maestri con una raccolta di traditionals arcaici.
L'album e` una metafora per la transizione che si stava verificando nella
sua vita privata: divorziato da Victoria Williams, si era risposato e aveva
avviato una nuova famiglia.
Torn Again (Vanguard, 1995) si riallaccia alla tradizione che congiunge
Woody Guthrie a John Hiatt, quella del folk proletario suonato in maniera
asciutta e finanche brutale (Workin' For The Enemy,
Turnin' Blue). Blind Luck e` invece un rock and roll vigoroso,
quasi uno scatto rabbioso dopo tutta la malinconia ingoiata durante il suo
viaggio attraverso l'America degli sconfitti.
La semplicita` regna sovrana su
Full Service No Waiting (Vanguard, 1997), sesto album solista,
opera appena malata di un umore senile.
Quello di Honey Child, Beautiful Grind e
On The Way Downtown e` un borghese domestico che, invecchiando, aspira
alla saggezza.
L'album si chiude con l'autobiografica Still Playin', che sembra fare
il punto della sua esistenza.
Plimsoul reformed for Kool Trash (1998).
Talento enorme della canzone sociale, Peter Case ha la capacita` di evocare
immagini come se facesse film invece che musica.
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