Dan Reed e la sua multi-razziale Network, emigrati dal South Dakota a Portland,
in Oregon, eseguono un hardrock venato di rhythm and blues e funk. Piu` che i
testi militanti e` l'impasto armonico di Prince e Living Colour a nobilitare
l'EP Breathless e l'album omonimo (per la Mercury) del 1988.
Il loro e` uno stile cosmopolita, che sa svariare dal synthpop sensuale di
Get To You all'elettronica magniloquente di Resurrect, dalla
ballata passionale di Bon Jovi in Ritual al rhythm and blues lascivo degli
Aerosmith in Forgot To make Her Mine e Baby Don't Fade,
con alti e bassi di raffinatezze e volgarita`.
Il successivo Slam procura loro il primo hit, Rainbow Child, ma
e` il terzo del 1991, The Heat, a raggiungere la maturita`,
raffinando ulteriormente il suo poprock in Baby Now I e cesellando persino
una ballata soul alla Stylistics come Let it Go.
Reed, che ha anche composto una sinfonia, dimostra una certa insofferenza
per l'etica dell'hardrock, ma forse soprattutto perche' lo limita
commercialmente.
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