Death


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Scream Bloody Gore , 6/10
Leprosy , 7/10
Spiritual Healing , 5/10
Human , 7/10
Individual Thought Patterns , 6.5/10
Symbolic , 6/10
Sound of Perseverance , 5.5/10
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Il cantante e chitarrista Chuck Schuldiner formo` i Death (inizialmente Mantas) in Florida nel 1983 con il chitarrista Rick Rozz e il batterista Kam Lee. Influenzato dalla letteratura "gotica" e dai culti voodoo e santerici del luogo, Schuldiner ebbe l'idea di accoppiare un thrash ancor piu` brutale e veloce di quello degli Slayer a temi cupamente sanguinari cantati con un tono cavernoso e demoniaco (antitetico rispetto al falsetto passionale dell'heavymetal da classifica). Schuldiner conio` la frase "death metal" per definire quel nuovo genere, ma al principio la cosa passo` inosservata, tanto che nel 1985 la formazione si spense. Schuldiner riformo` i Death a San Francisco con il chitarrista John Hand e il batterista Chris Reifert.

Il primo album, Scream Bloody Gore (Combat, 1987), era destinato a diventare il manifesto del genere. Ambientati i temi dei suoi film preferiti in scenari immaginari di violenza e distruzione, Schuldiner poteva delirare di morti infernali, mutilazioni sadiche, cerimoniali neri e sacrifici sanguinari senza essere accusato di effettismo, ma al contrario potendo vantare uno spessore intellettuale insolito per l'heavymetal. Il genere "death" nasceva insomma piu` come riflessione sul e interiorizzazione del macabro, che non come mera esibizione di esso. Tanto piu` che il modo di suonare del trio, vuoi per imperizia vuoi per scelta, era davvero amatoriale: Infernal Death fa pensare a un girotondo per bambini spastici che abbiano messo le mani su strumenti rock. Da quelle premesse anti-eroiche scaturisce un sound che vive di torrenziali bordate collettive, di improvvise accelerazioni epilettiche, ma tutt'altro che inascoltabile (Zombie Ritual e Torn To Pieces sono persino melodici).

Perso Reifert (rimasto a San Francisco con gli Autopsy), Schuldiner e Rozz assorbirono la sezione ritmica dei Massacre (Bill Andrews e Terry Butler) per il successivo Leprosy del 1988, dedicato questa volta alle tragedie dell'umanita` (passate, presenti e future), ma, di nuovo, non in senso esplicito, bensi` nel senso di interiorizzarne l'essenza malefica. E' come se Schuldiner si calasse di volta in volta nei panni di una vittima e cantasse dal suo punto di vista, con quel registro da Oltretomba in quel frastuono di scariche di alta tensione.
Le sceneggiate piu` terribili (sottolineate dalla musica piu` "thrash"), come Left To Die e Open Casket, sono cosi` persino epiche, trascendono il genere ambendo a messaggi universali (e talvolta a vere e proprie allegorie) di paura e disperazione (in tale direzione gli assoli di chitarra in Born Dead costituiscono un capolavoro di accompagnamento drammatico, l'analogo del "coro" in una tragedia greca). L'impatto e` estremamente violento, grazie anche al ritmo terrificante che la formazione riesce a tenere dall'inizio alla fine (i poliritmi mozzafiato della title-track saranno un modello per i posteri). Al tempo stesso, pur conservano un roccioso baricentro espressivo, Schuldiner sperimenta in tutte le direzioni, assorbendo con disinvoltura persino il passo da vaudeville di Forgotten Past. Formalmente perfetto, e` questo il capolavoro dei Death.

Sostituito Rozz con James Murphy (ex Agent Steel), il nuovo quartetto chiuse la trilogia con Spiritual Healing (1990), dedicato questa volta al crimine (comprese la speculazione e la predicazione televisiva). Il potenziale tecnico della formazione e` certamente aumentato, gli assoli sono piu` creativi e le armonie piu` compatte, ma le composizioni (anche la lunga title-track) denotano una certa stanchezza. Schuldiner sfoggia la solita statura di smaliziato entertainer nelle minacciose annunciazioni di Genetic Reconstruction e Within The Mind.

Per Human (Relativity, 1991) Schuldiner arruola il bassista Steve DiGiorgio dei Sadus e Paul Masvidal e Sean Reinert (entrambi dei Cynic). Se i tre album della trilogia analizzavano il mondo, Human e` invece introspettivo. L'album passera` alla storia del death perche' concede piu` spazio alla melodia e alla tecnica.

Individual Thought Patterns (1993) allinea DiGiorgio, Andy LaRocque dei Kink Diamond (chitarra) e Gene Hoglan dei Dark Angel (batteria). Schuldiner sperimenta nuovi modi di fare "death", decostruendo e ricostruendo gli stilemi del genere, e lasciando alla fine l'impressione quasi di un campionamento di stereotipi "death". I brani non violenti ma tumultuosi della maturita` esaminano i disordini mentali con un piglio a meta` fra il filosofico e lo psicotico. I rintocchi marziali di Mentally Blind, il ritornello chitarristico di Nothing Is Everything, gli arrangiamenti "progressivi" di The Philosopher, le architetture drammatiche di Jealousy, l'assolo "romantico" di Trapped In A Corner, diretti a un pubblico piu` ampio, aprono invece il "death" a tutta una serie di commistioni, ma lasciano anche la sensazione di confusione e di sfocato. L'album e` comunque una delle pietre miliari del "progressive death" che prende piede quell'anno con Pestilence e Atheist.

Alla fine del 1993 Ralph Santolla ha gia` preso il posto di LaRocque.

Il "death metal" e` stato in effetti l'invenzione privata di Schuldiner, che cercava semplicemente una forma artistica in cui esprimere la sua tormentata (ma tutt'altro che esibizionista o sensazionalista) personalita`. Tutti i dischi dei Death sono in effetti dei dischi solisti di questo Nietzsche dell'heavymetal, determinato ad esplorare i recessi piu` depravati dell'animo umano. I suoi riff scolpiti nella carne e i suoi vocalizzi sgolati hanno creato uno stereotipo universale.

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Without DiGiorgio and LaRocque, Schulinder wrote a sophisticated and cohesive work like Symbolic (Roadrunner, 1995). Technique and production are a given: this is the epitome of death metal. The album is replete with formidable repetition of its classical sound (Symbolic, Crystal Mountain, Sacred Serenity), with even nods to jazz (Zero Tolerance), psychedelia (Without Judgment), and beyond (Misanthrope, Perennial Quest).

Sound of Perseverance (Roadrunner, 1998) is far less inventive. The band is technically impeccable, but the material is just weak. Spirit Crusher, Flesh And The Power It Holds, To Forgive are pleasant, but nothing we haven't heard before.

(Translation by/ Tradotto da Sara )

Senza DiGiorgio e LaRocque, Schuldiner scrive un'opera sofisticata e coesiva come Symbolic (Roadrunner, 1995). Tecnica e produzione sono scontate: questa è la quintessenza del death metal. L'album è pieno fino all'orlo di formidabili ripetizioni del sound classico del genere (Symbolic, Crystal Mountain, Sacred Serenity), che strizzano l'occhio perfino al jazz (Zero Tolerance), allo psichedelico (Without Judgment), e oltre (Misanthrope, Perennial Quest). The Sound of Perseverance (Roadrunner, 1998) ha molta meno inventiva. La band è tecnicamente impeccabile, semplicemente il materiale è debole. Spirit Crusher, Flesh And The Power It Holds, To Forgive sono godibili, ma niente che non sia già stato sentito.

Charred Walls Of The Damned was a supergroup formed by Judas Priest's vocalist Tim Owens, Death's drummer Richard Christy, Death's bassist Steve DiGiorgio and guitarist Jason Suecof that played old-fashioned Iron Maiden-style pop-metal on Charred Walls Of The Damned (Metal Blade, 2010) and Cold Winds On Timeless Days (Metal Blade, 2011). (Translation by/ Tradotto da Fabio Bianchi)

I Charred Walls Of The Damned sono un supergruppo formato dal chitarrista Tim Owens (Judas Priest), il batterista Richard Christy e il bassista Steve Di Giorgio (gi… nei Death) con l'aggiunta del chitarrista Jason Suecof e suonano essenzialmente del vecchio pop-metal modaiolo nello stile degli Iron Maiden su Charred Walls Of The Damned (Metal Blade, 2010) e Cold Winds On Timeless Days (Metal Blade, 2011).

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