Chris Dejardins and the Flesh Eaters


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No Questions Asked (1980), 6/10
A Minute To Pray A Second To Die (1981), 7/10
Forever Came Today (1982), 5/10
A Hard Road To Follow (1983), 4/10
Divine Horseman: Time Stands Still (1984), 6/10
Divine Horseman: Devil's River (1986), 5/10
Divine Horseman: Snake Handler (1987), 4/10
Dragstrip Riot , 6/10
Sex Diary Of Mr Vampire, 5/10
Crucified Lovers In Woman Hell, 4/10
Love Cannot Die (1995), 4/10 Miss Muerte (2004), 4/10
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Chris Dejardins, meglio noto come "Chris D", e` un cantautore letterato, dotato di una prosa tanto visionaria quanto esplosiva, che, ossessionato dalla morte e dal disfacimento, ha imposto una personalita` di predicatore dell'Oltretomba che annaspa nei recessi piu` torbidi della psiche. La sua carriera musicale e` l'incubo continuato di un flusso di immagini orrifiche. In realta` il suo principale merito musicale e` di aver contaminato l'hardcore con le "radici" musicali americane.

L'allora cineasta e giornalista Chris Dejardins si mise in luce come cantante di una delle formazioni guida del "beach punk" di Los Angeles, i Flesh Eaters (cugini di X, Plugz, Blasters e Wall Of Voodoo).

Chris Dejardins sta al punk californiano come Richard Hell sta a quello newyorkese. Come Hell, Dejardins ha trovato nel punk un veicolo ideale per la sua poesia, e, come Hell, ha registrato con formazioni mutevoli che hanno il solo scopo di accompagnare la sua recitazione isterico-demenziale. I suoi soggetti preferiti sono pero` quelli macabri (omicidio, vampirismo, necrofilia, suicidio), e la forma piu` sfruttata e` quella del racconto (piuttosto che quella dell'anthem o del manifesto). Dejardins e` un Poe riveduto nell'ottica della depravazione punk.

Nel 1978 i suoi Flesheaters ("mangiatori di carne") pubblicarono il singolo Disintegration Nation, in linea con le tendenze "beach" del tempo. Il primo album, No Questions Asked (1980), stipava 14 miniature punk in 25 minuti, con titoli deprimenti e terrorizzanti (Cry Baby Killer, Suicide Saddle, Dynamite Hemorrhage) e un sound ricco di twang chitarristici e assoli di sassofono. Il canto morbosamente psicotico di Dejardins cavalcava gli sfrenati ritmi thrash con la fredda eleganza di un vampiro.

A Minute To Pray A Second To Die (Ruby, 1981), molto piu` musicale, con Dave Alvin (Blasters) e John Doe (X), continua sulla linea dell'auto-compiacimento gotico, ma con un sound piu` vario e maturo: Digging My Grave, un rhythm and blues ossessivo alla Beefheart con un assolo "creativo" di sax (Steve Berlin dei Los Lobos) e marimba ironiche (Don Bonebrake degli X), See You In The Boneyard, un boogie alla Waiting For My Man, Satans' Stomp, che e` una danza minimalista con sassofono jazz e cadenza ossessivamente swingante, il voodoobilly tribale di River Of Fever e il garage-rock melodico di So Long. L'album, anche grazie al contributo degli ospiti, recupera gli stili country, blues e soul, li rende schiavi di pattern ritmici alla Bo Diddley iterati all'infinito, e li applica al contesto horror delle storie di Dejardins. Non e` un approccio molto diverso da quello dei Cramps. La prassi si sublima nel trip metafisico di Divine Horseman, sette minuti di satori apocalittico, di sabba del subconscio, di allucinazioni alla Jim Morrison.

I Used to be Pretty (Yep Roc, 2019) collects live performances of 1981.

Negli album successivi la malattia di Chris D. si focalizza in modo piu` serio, con un tipico power-trio corrotto dall'heavy metal e dal raw-punk degli Stooges. La disperazione si fa epica in Wedding Dice, su Forever Came Today (1982) e in Every Time I Call Your Name, su A Hard Road To Follow (1983 - Atavistic, 2005), lacerato da urla demoniache, e la perversione sempre piu` folle (Secret Life, 1982, un rock swingante alla Stray Cats ma deflagrato da urla e distorsioni maniacali; We`ll Never Die, 1983, sortilegio da Halloween su una cadenza demenziale da vaudeville).

Con alle spalle un canzoniere che comprende Disintegration Nation e Radio Dies Screaming (dal primo EP dei Flesh Eaters), Digging My Grave, Satan's Stomp e Divine Horseman (dal secondo album), Wedding Dice (dal terzo), Life's A Dirty Rat (dal quarto e temporaneo ultimo), il poeta-cantante "maledetto" Chris Dejardins si impose come il Richard Hell dei cimiteri, tanto visionario e apocalittico quanto macabro e necrofilo.

A partire dal 1984 Dejardins usa il nuovo pseudonimo di Divine Horseman (sempre accompagnato, come in passato, da combo "aperti" che comprendono la crema dei musicisti punk di Los Angeles, nonche' dalla moglie Julie Christiansen) per registrare dischi ancor piu` sofferti e suggestivi, lirici e spartani, rubando riff a Stones, Who e altri rocker del male per coniare un "roots-rock" lirico e malinconico. Gli album scorrono sempre meno essenziali, da Time Stands Still (Enigma, 1984 - Atavistic, 2005), quasi interamente acustico (con Hell's Belle), e di gran lunga il piu` suggestivo del periodo, a Devil's River (SST, 1986), che si riallaccia al rock and roll piu` classico, a meta` strada fra Stones (Mother's Worry) e X (Middle Of The Night), in ogni caso piu` rurale che urbano.

La musica e` piu` che mai un pretesto per le sue recite, che beneficiano di uno stile piu` acustico e di dimesse armonie country-rock e blues-rock. Sono ballate che, nell'insieme, esplorano un territorio sonoro delimitato da un lato da Hank Williams e Gram Parsons e dall'altro dal southern rock degli Outlaws. Non muta invece il tema di sesso e morte che domina tutte le sue tragedie.

Dopo l'incerto Snake Handler (1987), che conferma come i testi siano talvolta il suo punto debole e non quello forte, Dejardins rimane solo e deve ricominciare da capo con una nuova sigla, Stone By Stone. L'album (I Pass For Human del 1989 non aggiunge nulla di nuovo, ma anzi ritorna sui propri passi alle atmosfere spettrali dei Flesh Eaters (Pale Fire).

E infatti la mossa successiva consiste nel resuscitare il vecchio complesso, sia pur con una formazione del tutto nuova, e sia pur con liriche "noir" invece che "nere" (Jim Thompson invece che Stephen King). L'album doppio Dragstrip Riot (SST, 1991), e in particolare la sua logorroica title-track, e` il testamento spirituale dell'eccentrico e tormentato cantore dell'aldila` (in una forma o nell'altra). Lo stile formulaico di Dejardins ha pero` un limite, che e` sempre piu` chiaro su Sex Diary Of Mr Vampire (SST, 1992) e Crucified Lovers In Woman Hell (SST, 1993), mediocremente medii (si salvano Woman Hell e la title-track).

Il sound di Love Cannot Die (Sympathy, 1995) e` anche terribilmente spoglio.

Quest'incrocio mal riuscito fra Nick Cave e Tom Waits sta ancora cercando la forma giusta in cui esprimersi (ma forse anche il contenuto da esprimere...).

Miss Muerte (Atavistic, 2004) is (mostly) the soundtrack to one of Dejardins' films.

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